L’eremita (Atto unico) (Scena unica-ventitreesima parte)


L’eremita

Ci sono momenti in cui c’è un silenzio… un silenzio che senti il progetto di Dio… anche se sai soltanto che sta tra la vita e la morte… e la realtà è solo un rumore fastidioso di cui non vuoi conoscere il significato.

Abelardo
Sono momenti in cui non si attende più di essere anelli di una catena… ciò non toglie però che sia una mera impressione… la catena rimane e noi non possiamo spezzarla… ma il nostro piccolo anello diviene un luogo circoscritto e lo scorrere del tempo perde significato…

L’eremita
Proprio così…sono momenti eterni in cui non conta neppure il nostro nome… in cui Dio potrebbe prenderci e non ce ne accorgeremmo… la mente si spoglia dei nostri progetti che sono sempre da realizzare… ed il cuore di Dio si avvia a prendere una decisione anche per noi.

Abelardo
Meglio arrivarci preparati ai momenti di cui parli tu… si può fare, lo sai?.. Se il tuo cuore può prefigurarsi un futuro nonostante tutto… tutto quello che c’è stato prima intendo… se sei riuscito prima a smettere di condannarti.
Non è poi così difficile se riesci a comprendere che non sei giudice di te stesso… che non c’è nulla che il tuo giudice non abbia ascoltato e perdonato.

L’eremita
Ma che cosa mi resta se non posso più peccare? se mi trattengo dai piaceri che desidero e di cui forse più che non voglio, non sono capace di pentirmi veramente?
Io non riesco a vedere una strada di oblio per l’anima di un peccatore… non posso cancellare quel che sono, anche se lo vorrei… e non puoi farlo nemmeno tu… non puoi rimettere i peccati di chi si confessa per paura e sa con certezza che tornerà a peccare perché lo vuole… perché nella sua vita non c’è altro che quel momento di emozione…

Abelardo
L’emozione è un riflesso di Dio… ma solo un riflesso che pur ci allieta la vita… e anche Dio Si emoziona e Si è emozionato anche durante la vita terrena… ma anche le emozioni di Cristo non furono durature, si scontrarono alla fine con la morte… quelle che vennero con la risurrezione invece sono ancora parte di un sogno infinito di bellezza e di gratitudine per essere Cristo tornato ad essere partecipe dell’eternità.
Ti parlo di un sogno, perché voi lo chiamate così, ma in realtà quando vi addormentate sperimentate per un breve tempo quel che sarà il vostro futuro. Per questo si dice che i sogni sono premonitori, anche se il futuro è già lì che vi aspetta.
Ora… che cosa può sognare chi è deluso dalle sue scelte seppur irrinunciabili?
Per progettare buoni sogni ed un buon futuro devi poter dormire tranquillo…
A questo serve la fede, a credere nonostante tutto di potersi ricongiungere a Dio… e la fede svanisce non tanto quando non osservi i precetti di Dio… ma quando credi di essere dannato irrimediabilmente per non averli osservati… che ti serve infatti credere in un Dio a cui pensi di non poter arrivare più?
E chi non crede più, non sa nemmeno perché dorme o perché sta sveglio… vegeta in attesa di una fine che ritiene crudele ed imminente, senza quindi uno scopo, senza che uno scopo qualsiasi possa avere un senso… in questo stato sei più che morto, perché i morti sanno esattamente dove sono e che cosa fanno, più dei vivi, te lo assicuro.
Prima di sognare prega, anche se la preghiera ti pesa e ti sembra senza un senso immediato, Dio entrerà nel tuo sogno e ti mostrerà che cosa potresti ancora essere… poi svanirà con la luce del mattino… perché la scelta spetta soltanto a te… ma ti rimarrà nel cuore un sapore… il sapore del futuro a cui sei chiamato… e potrai continuare a ragionarci sopra, anche se non lo ricorderai… perché quel momento deve ancora venire, se tu lo vorrai… prega senza preconcetti, anche con il cuore vuoto di gioia: si riempirà con qualcosa che non riuscirai a dimenticare nel sogno di qua, nella vita di ogni giorno che la Luce comunque accompagna.

L’eremita
La tua parola è una musica dolce che però non riesce a far presa sul mio cuore.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

1 commento su “L’eremita (Atto unico) (Scena unica-ventitreesima parte)”

  1. Le parole dell’eremita in questo passo sono straordinarie…sono vere fino alle lacrime di impotenza che non possiamo che far sgorgare dagli occhi quando ci rendiamo conto di voler peccare, perchè non ne possiamo fare a meno, perchè alcuni peccati ci tengono “apparentemente” in vita e ci rivelano nella nostra più nuda intimità…

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