La  libertà  e  la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili

La  libertà  e  la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili

L’art. 15 della Costituzione prevede che “La  libertà  e  la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.

La  loro  limitazione  può  avvenire  soltanto  per  atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.”

Questa norma, ricordiamolo bene, è posta sistematicamente prima dell’art. 24 della Costituzione.

E dunque per i padri costituenti la manifestazione del libero pensiero era più importante del diritto ad essere difeso.

In sessant’anni di vita non ho mai compreso veramente la ratio dell’art. 15: quando studiavo al liceo Educazione civica, mi sembrava una regola di cui non percepivo l’utilità (nessuno apriva le mie lettere che arrivavano sempre a destinazione e potevo dire in pubblico quello che mi passava per la testa).

Non mi consta poi che nei miei studi universitari di diritto costituzionale l’art. 15 sia stato adeguatamente valorizzato.

Senonché mi è capitato di leggere ieri il d.m. firmato sulla sintesi e chiarezza degli atti processuali messo generosamente a  disposizione del prof. Cecchella (oggi DECRETO 7 agosto 2023, n. 110 Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l’inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell’articolo 46 delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile. (23G00120) (GU n.187 del 11-8-2023) Vigente al: 26-8-2023)

Secondo il mio modesto parere la normativa in oggetto pone dei limiti incompatibili con la norma costituzionale. Il legislatore non può arrogarsi tali poteri anche se il d.m. attua un articolo del Codice di procedura civile per cui valgono le stesse osservazioni.

Non è questa la strada per deflazionare il contenzioso e non lo sarà mai, anche se ovviamente bisogna rispettarlo.

Quanto sopra mi ha fatto peraltro venire in mente, chissà perché, un Ordine contenuto nel FOGLIO D’ORDINI DISPENSA 19 1936 ANNO XIV 11 MAGGIO.

In questi giorni capisco pienamente perché i padri costituzionali scrissero quella norma e la sua importanza.

E la cosa mi inquieta un poco, più che altro per i giovani che si troveranno a vivere in una società ultra controllata che nemmeno i film di fantascienza si sognano, dove è il denaro alla fine l’unica porta per rendere libero il proprio agire ed il proprio pensare.

Dicevo dell’Ordine N. 161. Telegrammi “MILIT”, via Roma-Radio – marconigrammi “MIMAR”, via Coltano – Radio – (Gabinetto ) che qui trascrivo fedelmente.

“Il Ministero delle Comunicazioni ha recentemente emanata una circolare riportante, opportunamente aggiornate,  le disposizioni che si applicano alle due categorie di corrispondenze in oggetto, estese anche nelle relazioni con la Libia e le Isole italiane dell’Egeo.

CAP. 1° TELEGRAMMI MILIT.

I telegrammi MILIT costituiscono una categoria speciale di corrispondenze a testo fisso, istituita per comunicazioni tra i militari dislocati in Africa Orientale, e le loro famiglie e i loro conoscenti in Italia, in Libia e nelle Isole italiane dell’Egeo . Sono pure ammessi come MILIT i telegrammi ( redatti come risulta dal Capitolo III seguente ), diretti ai Comandi militari nell’Africa Orientale, per chiedere notizie di militari dipendenti, ovvero licenze straordinarie in caso di morte di un genitore, o della moglie, o di un figlio di detti militari, e per comunicazioni da farsi ai militari stessi.

Ai telegrammi MILIT si applicano le norme qui appresso indicate:

I. TELEGRAMMI MILIT DALL’ITALIA, DALLA LIBIA E DALLE ISOLE ITALIANE DELL’EGEO PER MILITARI NELL’AFRICA ORIENTALE.

1) Nei telegrammi suddetti il testo deve essere scelto fra uno dei testi fissi seguenti:

Testo n . 1 – Tuo silenzio preoccupante , mandaci notizie .

Testo n . 2 Ricevuto lettere, tutti bene, baci.

Testo n . 3 Ricevuto telegramma, tutti bene, baci.

Testo n. 4 Abbiamo sempre scritto, tranquillizzati, saluti.

Testo n . 5 Inviato pacco con quanto richiesto, baci.

Testo n. 6 Migliori auguri, affettuosità, saluti .

Testo n . 7 Telegrafa notizie tua salute .

Testo n . 8 Ricevuto vaglia, affettuosità, saluti.

Testo n . 9 Ricevuto assicurata, affettuosità , saluti.

Testo n . 10 Vaglia non pervenuto, provvedi, saluti.

Testo n . 11 Assicurata non pervenuta, provvedi, saluti.

Testo n . 12 Spedisci denaro, occorre urgenza , saluti.

Testo n . 13 Spedito vaglia, scrivi saluti .

Testo n . 14 Nato maschio, tutto bene, baci.

Testo n . 15 Nata femminuccia, tutto bene, baci .

Testo n . 16 Buon Natale, saluti, auguri.

Testo n . 17 Buon Capodanno, saluti, auguri.

Testo n . 18 Buona Pasqua, saluti, auguri.

2) I telegrammi MILIT per l’Africa Orientale devono essere così compilati :

a) portare come prima parola dell’indirizzo l’indicazione MILIT;

b) l’indirizzo deve essere costituito dal grado, nome e cognome del destinatario, seguiti dall’indicazione dell’unità, ovvero reggimento, ovvero reparto autonomo, ovvero Regia nave, ovvero Stormo, ecc. cui egli appartiene, e dalla indicazione della Colonia ove il destinatario si trova : Eritrea o Somalia (esempio : Capitano Quintilio Riberi, terzo reggimento Genio, sesta compagnia Somalia).

c) il testo deve essere indicato con le parole a testo otto e, ovvero «testo undici» , Ovvero «testo quindici» , ecc. cioè quello e è stato scelto dal mittente, e l’indicazione di tale testo espresso in lettere, non deve essere mai sostituito, tanto all’accettazione quanto nella trasmissione o ricevimento, col corrispondente numero in cifre;

d) la firma ( eventuale) deve essere espressa con non più di tre parole.

3) La tassa è fissa, ed è stabilita in L. 4 per ogni telegramma, qualunque sia il numero delle parole.

4) Il numero delle parole da indicarsi nei preambolo è quello delle parole effettive.

5) I telegrammi MILIT per l’Africa Orientale devono istradarsi su Roma per l’ulteriore inoltro via Roma-Radio. Nell’istradamento su Roma gli uffici di Tripoli e Bengasi provvederanno perché detti telegrammi siano inoltrati sempre per via cavo e non per via radio.

In tutti i telegrammi MILIT il preambolo deve cominciare con le parole MILIT ERITREA (Ovvero MILIT SOMALIA).

6) L’ufficio telegrafico coloniale di destinazione sostituisce le parole «testo otto», “ovvero testo undici» , ovvero a testo quindici, ecc ., con le corrispondenti parole del testo prescelto, e fa recapitare il telegramma al destinatario con le norme consuete.

II . TELEGRAMMI MILIT SPEDITI DAI MILITARI DELL’AFRICA ORIENTALE, DIRETTI ALLE FAMIGLIE E CONOSCENTI IN ITALIA IN LIBIA E NELLE ISOLE ITALIANE DELL’EGEO .

7 ) Nei telegrammi suddetti il testo deve essere scelto fra uno dei testi fissi seguenti:

Testo n . 1 Giunto felicemente, sto bene, baci.

Testo n. 2 Spedito vaglia, accusare ricevuta, baci .

Testo n . 3 – Privo notizie telegrafate, saluti , baci.

Testo n . 4 Auguri onomastico, sto bene, saluti .

Testo n . 5 Condoglianze vivissime dolorosa perdita .

Testo n . 6 Ricevuta posta, sto bene, baci.

Testo n. 7 Tranquillizzatevi, scritto, sto bene, baci.

Testo n . 8 Autorizzo quanto richiesto , saluti.

Testo n . 9 Non autorizzo quanto richiesto, saluti .

Testo n . 10 Ti penso , bacioni affettuosi, sto bene.

Testo n . 11 Ricevuto pacco , grazie, saluti, baci .

Testo n . 12 Salute ottima, baci, notiziate.

Testo n . 13 Auguri compleanno, saluti affettuosi.

Testo n . 14 Ricevuto vaglia, salute ottima.

Testo n . 15 – Posta ritarderà , non preoccupatevi, sto bene.

Testo n . 16 Buon Natale, saluti , auguri.

Testo n . 17 Buon Capodanno, saluti, auguri.

Testo 11 18 Buona Pasqua, saluti, auguri.

Testo n . 19 Ricambio auguri, affettuosità, saluti.

8) | telegrammi MILIT dall’Africa Orientale devono essere cosi compilati:

a ) portare come prima parola dell’indirizzo l’indicazione MILIT;

6 ) l’indirizzo deve essere compilato secondo le norme ordinarie;

c ) il testo deve essere indicato con le parole a testo «cinque» ovvero « testo nove» , ecc ., cioè quello che è stato scelto dal mittente, e l’indicazione di tale testo espresso in lettere, non deve mai essere sostituita, tanto all’accettazione quanto nella trasmissione o ricevimento , col corrispondente numero in cifre;

d) la firma (eventuale), deve essere espressa con non più di tre parole.

9) La tassa è fissa, ed è stabilita in I. 4 per ogni telegramma, qualunque sia il numero delle parole.

10 ) Il numero delle parole da indicarsi nel preambolo è quello delle parole effettive.

11) I telegrammi MILIT dall’Africa Orientale devono istradarsi via Radio Asmara su Mogadiscio su Roma, che provvederà per l’ulteriore corso .

In detti telegrammi MILIT il preambolo deve cominciare con la qualifica MILIT.

12) L’ufficio telegrafico di destinazione sostituisce le parole a testo «cinque», ovvero «testo otto» le corrispondenti parole del testo prescelto, e fa recapitare il telegramma con le norme consuete.

III. TELEGRAMMI MILIT SPEDITI AI COMANDI MILITARI DI REPARTO IN AFRICA ORIENTALE,

13) Sono ammessi come telegrammi MILIT, con la tassa fissa di L. 4 per telegramma, i telegrammi spediti dai privati ai Comandi suddetti in Africa Orientale, per chiedere notizie di militari dipendenti, o per comunicazioni da farsi a detti militari, secondo risulta dai nove testi seguenti , opportunamente completati dai mittenti:

a) Prego fornire notizie del.. (grado, nome e cognome del militare, indicazioni che sono da aggiungere dal mittente).

b ) Madre del .…. ( c . s. )….. pericolo vita.

c ) Padre del…. (c. s . )…. pericolo vita.

d) Moglie del….. (c. s. )….. pericolo vita .

e ) Figlio ( o figlio ) del….. (c. s . )….. pericolo vita .

D) Madre del….. ( c . s . )….. deceduta.

g) Padre del….. ( c. s. )…. deceduto .

h ) Moglie del…. ( c. s. )….. deceduta .

i ) Figlio (o) figlia del….. ( c .s. )….. deceduto .

14) Anche per questi telegrammi MILIT valgono le norme degli articoli 2, lett. a) , 3, 4 e 5 della presente circolare.

15 ) L’indirizzo deve essere costituito dalla indicazione precisa, dettagliata del Comando militare di reparto, dell’arma cui appartiene il militare di cui si chiedono od a cui si vogliono dare notizie, e dalla indicazione dilla Colonia di destinazione.

16) Il testo deve essere scritto dai mittenti per esteso, e non deve mai essere sostituito con altra indicazione, ma essere trasmesso ugualmente e integralmente per esteso, in tutto il percorso.

17 ) La firma (obbligatoria), completata se del caso dall’indirizzo del mittente, non deve contenere più di cinque parole.

18) I telegrammi MILIT di cui al presente Capitolo, oltre che dai privati, possono essere spediti anche dai Comandi di Distretto e dai Comandi di Stazione dei CC. RR., limitatamente però per i testi di cui ai precedenti commi 1), g), h) i). Il testo di detti tele grammi deve essere completato dalla premessa «per licenza straordinaria alt» , e seguito dalle indicazioni del grado e nome del Comandante del Distretto o della Stazione dei CC . RR . La tassa di detti telegrammi deve essere pagata all’atto della presentazione.

CAP. 2° MARCONIGRAMMI MIMAR.

1) I marconigrammi MIMAR costituiscono un’altra categoria di corrispondenze a testo libero, istituita per comunicazioni scambiate con le proprie famiglie e conoscenti in Italia, in Libia e nelle Isole italiane dell’Egeo, da tutti i militari di terra, di mare e dell’aria, di qualsiasi Arma o Corpo, nonché dal personale femminile della Croce Rossa, che si trovino comunque imbarcati (destinati a prestar servizio o viaggianti) sulle navi mercantili che effettuano viaggi tra l’Italia e una Colonia italiana (Libia , Eritrea, Somalia italiana e Isole italiane dell’Egeo) e viceversa, ovvero tra una Colonia italiana e un’altra Colonia italiana).

Tali marconigrammi non sono consentiti da e per il personale dell’equipaggio della nave, che appartiene al personale civile.

Sono inoltre ammessi come MIMAR i marconigrammi spediti alle proprie famiglie e conoscenti in Italia, nonché alle Autorità politiche delle provincie di emigrazione, tanto nel viaggio di andata quanto in quello di ritorno, dagli operai autorizzati a trasferirsi in Africa Orientale, a scopo di lavoro, dal Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna. Per quanto riguarda tali corrispondenze in senso inverso (terra -bordo), queste sono consentite purché di risposta o in relazione a marconigrammi portanti la medesima qualifica MIMAR provenienti da bordo. Se del caso, gli uffici accettanti possono chiedere ai mittenti, per i debiti accertamenti, l’esibizione di questi ultimi marconigrammi.

2) I marconigrammi MIMAR sono ammessi alle condizioni seguenti :

a) Devono portare prima dell’indirizzo l’indicazione MIMAR, devono essere redatti in lingua italiana, e contenere esclusivamente notizie di carattere famigliare o amichevole.

b ) La tariffa è stabilita in L. 5 (compresa la tassa di ricevuta ) sino a undici parole, compresa l’indicazione MIMAR, più 50 centesimi per ogni parola oltre le undici.

c ) L’indirizzo dei marconigrammi per le navi, se diretti a militari, deve contenere, dopo l’indicazione MIMAR, solo il grado, nome e cognome del destinatario ovvero solo grado e cognome senz’altra indicazione, e infine il nome della nave e della stazione costiera di appoggio di Coltano Radio. Nei marconigramma per il personale femminile della Croce Rossa, l’indicazione del grado nel l’indirizzo è sostituita con l’indicazione «Crocerossina», e infine in quelli per gli operai nessuna indicazione specifica è richiesta nell’indirizzo .

Nei marconigrammi provenienti dalle navi l’indirizzo deve essere compilato secondo le norme ordinarie.

d) Nessun servizio speciale è ammesso .

e) I marconigrammi provenienti dalle navi per l’Italia possono eccezionalmente appoggiarsi ad altre stazioni costiere italiane, nel caso in cui il collegamento con Coltano non possa effettuarsi.

Quelli per la Libia e le Isole italiane dell’Egeo possono eccezionalmente appoggiarsi a stazioni costiere della Libia o delle Isole italiane dell’Egeo, rispettivamente, ovvero ad altra stazione costiera italiana, quando il collegamento con Coltano non possa effettuarsi, ovvero quando tale istradamento risulti più conveniente per quanto riguarda la celerità.

3) Gli uffici facciano presente ai mittenti che il viaggio delle navi dall’Italia per l’Africa Orientale ha la durata media di 7 giorni se diretto a Massaua, e di 15 giorni se diretto a Mogadiscio, e che i marconigrammi spediti dall’Italia oltre tali limiti di tempo, sono accettati con le debite riserve per quanto riguarda il recapito, che riesce pressoché impossibile quando i destinatari sono sbarcati a terra.

Nel 1935 vigevano le stesse regole (nel 1936 vennero solo riproposte).

La censura fascista sui soldati che venivano destinati in Africa era ferrea.

Quando i militari arrivavano a destinazione (e per Massaua non ci mettevano 7 giorni, ma almeno 9) non potevano scrivere nelle missive che le cose non andavano per il verso giusto, e dovevano anche aggiungere frasi come “un bel giorno avremo la bella Vittoria”.

Lo stato effettivo delle cose poteva essere descritto ed inviato solo per via traversa: ad es. si affidava una missiva ad un commilitone che per qualche motivo tornasse in Italia e potesse spedire la stessa per via ordinaria (magari da Napoli) e non da un comando militare.

In queste missive che arrivavano pericolosamente a destinazione ed in quelle che venivano scritte sulle navi di trasporto (ove intuitivamente la censura non poteva pienamente operare se non per i telegrammi) i soldati davano istruzioni alle loro famiglie su che cosa scrivere se ci fossero stati dei problemi e su cosa si dovevano aspettare leggendo determinate frasi provenienti da Massaua o Mogadiscio, quando cioè i militi avevano raggiunto la loro destinazione.

Ad esempio nella intestazione delle lettere che si inviavano, una volta arrivati, si scriveva ”Cara moglie” se le cose andavano bene (ma non era quasi mai così), mentre se si usava il nome di battesimo le cose andavano male e dunque l’unica cosa certa per chi riceveva la lettera era che il mittente in quella data fosse ancora vivo e che le cose non andavano al meglio.  

Ogni soldato ovviamente si industriava in un modo diverso. La Storia è dunque fatta di lettere posticce scritte con “codici” di cui non avremo mai la chiave.

Il marconigramma che presentiamo alla fine qui fu scritto dal sottotenente Luigi Schelotto a sua moglie Lena dal piroscafo Umbria.

Foto del Piroscafo Umbria autoaffondato nel 1940

Costò dieci volte una lettera ordinaria e aveva ovviamente un testo imposto.

La qualifica MIMAR  che si legge riguardava appunto quello che il regime fascista indicava come un “testo libero” che di fatto era compilato come il telegramma MILIT, con le stesse frasi elencate nell’Ordine che abbiamo visto più sopra.

L’indicazione “Coltano radio” significava appunto che quel messaggio veniva indirizzato e smistato dal Centro di Coltano che Marconi aveva fondato nel 1905 vicino a Pisa (https://fondoambiente.it/luoghi/stazione-radiotelegrafica-guglielmo-marconi-a-coltano?ldc)

Da Pisa a Loano (SV) quel telegramma ci mise otto ore.

Se non ci fosse stato Marconi le famiglie dei soldati non avrebbero avuto tempestiva notizia dei loro cari.

Pensiamoci quando accendiamo il nostro PC e con un clic ci colleghiamo col mondo intero (almeno per ora).

State of the art of Legislative Decree 4 March 2010 n. 28

It is important to underline that the Court of Appeal of Naples with sentence no. 36 of 09.01.2023 gave as a starting point of art. 4 novellato, February 28, 2023 (ex L. n. 197 of 2022).

The author is Mr. Marinaro who is also the author of the article on Sole24ore of 23 January 2023 which recalls the date of 28 February 2023.

So we have a first ruling of the judiciary on the entry into force of the cases not specifically listed by art. 41 c. 1 of Legislative Decree 149/22 (which instead go peacefully to 30 June 2023).

On 10 February 2023 Normattiva updated Legislative Decree no. 28 of 4 March 2010.

See https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-03-04;28!vig=

Normattiva is the database of the Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato that should give us legal certainty.

The amendments finally take into account the finance law that has renewed the art. 41 of the transitional rules of Decree 149/22 which in turn intervenes on Legislative Decree 4 March 2010 n. 28.

From the regulatory indication it would seem that some rules have already entered into force on 1 January 2023, while others will enter into force on 30 June 2023 (except for legislative deferrals).

I say it would seem because January 1, 2023 is derived only from the heading of the standard: those who update the database mostly use (v.ad eg art. 8-bis) sibilline indications: “The Legislative Decree 10 October 2022, n.  149, as amended by L. 29 December 2022, n. 197, no longer provides (with art. 41, paragraph 1) that the amendment referred to in this Article shall apply from 30 June 2023.”

Then followed the Circular of the Ministry of Justice Prot. n. 0001924 of 28-02-2023 from which the date of 28/2/2023 can be deduced even if reference is made to assisted negotiation.

Finally, on 1 March 2023, the following communication from the Ministry of Justice took place”

“Yesterday, February 28, the entry into force of the reform of the civil process, after the anticipation decided in the last budget law. This is one of the enabling reforms for the PNRR, with the aim of reducing the duration of trials by 40% in five years, reducing the backlog and rationalizing the different procedural models. A reform of the system, necessary to meet the commitments with Europe and meet the needs of citizens and businesses.

The innovations are accompanied by the recruitment of administrative staff (5 thousand units scheduled in 2023), in addition to the future entry of another 8 thousand employees of the Office for the trial, as established in the PNRR; three new competitions in the judiciary scheduled for the current year (two of which also with the use of PCs, to speed up the corrections of the tests); an acceleration on digitalisation (over 200 projects for judicial offices in the coming years) and  significant investments in construction (326 construction sites are currently open throughout Italy, for an investment of over 50 million).

After the entry into force already on 1 January 2023 of the reference for a preliminary ruling to the Court of Cassation, the reform of the judgment in the Court of Cassation and the alternative methods of holding civil hearings, the new ordinary rite now becomes operational – among other things – ; an enhancement of alternative forms of justice (mediation, assisted negotiation, arbitration) the simplified rite; simplification of labour judgments; changes to voluntary jurisdiction; the single rite for family proceedings (with the possibility of submitting a request for judicial separation and at the same time for divorce); the new competences for justices of the peace. Instead, the establishment of the Court for persons, minors and families remains in 2024.

“A justice that is not very efficient and does not respect the constitutional principle of the reasonable duration of trials – the Minister of Justice, Carlo Nordio has repeatedly recalled – costs Italy about 1.5/2 points of GDP”. From 2015 to 2022, between compensation and expenses provided for by the Pinto law (for compensation for the excessive duration of the trials), the State spent over 781 million euros.”

Also from this communication it seems to be clear that for mediation, assisted negotiation and arbitration the date of entry into force is February 28, 2023.

And therefore it would seem that some provisions of Legislative Decree no. 28 of 4 March 2010 (those not expressly indicated by Article 41 of Legislative Decree no. 149 of 10 October) entered into force on 28 February 2023.

The same goes for assisted negotiation: what is not expressly provided for by the last paragraph of art. 41 entered into force on 28 February 2023.

Without an amendment to Ministerial Decree 180/10, however, we will be able to go not far even on 30 June 2023 and the legislator is also well aware of this (see the parliamentary dossier on the financial).

Furthermore , it should be noted that the law merely penalises non-participation without justified reason. On the other hand, there are no sanctions for those who face the condition of admissibility in the mediation room without observing the new indications that will enter into force on 30 June 2023.

In the text below, in addition to ministerial considerations, references have also been left to the opinions that in recent days have been provided by the CNF, the Sole24ore and the parliamentary dossier commenting on paragraph 380 of the budget, which instead indicated the entry into force of the rules not provided for by art. 41 c. 1 to 28 February 2023/1 March 2023.

Gesetzesdekret geändert am 4. März 2010, n. 28

Stand der Technik des Gesetzesdekrets 4. März 2010 n. 28

Es ist wichtig zu betonen, dass das Berufungsgericht von Neapel mit Urteil Nr. 36 vom 09.01.2023 als Ausgangspunkt Art. 4 novellato vom 28. Februar 2023 (ex L. n. 197 von 2022) gegeben hat.

Der Autor ist Marinaro, der auch der Autor des Artikels auf Sole24ore vom 23. Januar 2023 ist, der an das Datum des 28. Februar 2023 erinnert.

Wir haben also eine erste Entscheidung der Justiz über das Inkrafttreten der Fälle, die nicht ausdrücklich in der Kunst aufgeführt sind. 41 c. 1 des Gesetzesdekrets 149/22 (die stattdessen friedlich bis zum 30. Juni 2023 gelten).

Am 10. Februar 2023 aktualisierte Normattiva das Gesetzesdekret Nr. 28 vom 4. März 2010.

Siehe https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-03-04;28!vig=

Normattiva ist die Datenbank des Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, die uns Rechtssicherheit geben soll.

Die Änderungen berücksichtigen schließlich das Finanzgesetz, das die Kunst erneuert hat. 41 der Übergangsbestimmungen des Dekrets 149/22, das wiederum auf das Gesetzesdekret vom 4. März 2010 Nr. 28 eingreift.

Aus den regulatorischen Angaben geht hervor, dass einige Vorschriften bereits am 1. Januar 2023 in Kraft getreten sind, während andere am 30. Juni 2023 in Kraft treten werden (mit Ausnahme von Gesetzgebungsverschiebungen).

Ich sage, es scheint, weil der 1. Januar 2023 nur von der Überschrift der Norm abgeleitet ist: Diejenigen, die die Datenbank aktualisieren, verwenden hauptsächlich (v.ad z. B. Art. 8-bis) Zischlautangaben: “Das Gesetzesdekret vom 10. Oktober 2022, n.  149, geändert durch L. 29. Dezember 2022, n. 197, sieht (mit Art. 41 Absatz 1), dass die in diesem Artikel genannte Änderung ab dem 30. Juni 2023 gilt.”

Dann folgte das Rundschreiben des Justizministeriums Prot. n. 0001924 vom 28.02.2023, aus dem das Datum des 28.2.2023 abgeleitet werden kann, auch wenn auf unterstützte Verhandlungen Bezug genommen wird.

Schließlich erfolgte am 1. März 2023 die folgende Mitteilung des Justizministeriums:

“Gestern, am 28. Februar, trat die Reform des Zivilprozesses in Kraft, nachdem die im letzten Haushaltsgesetz beschlossene Vorwegnahme beschlossen wurde. Dies ist eine der notwendigen Reformen für die PNRR, mit dem Ziel, die Dauer der Versuche innerhalb von fünf Jahren um 40 % zu verkürzen, den Rückstand zu verringern und die verschiedenen Verfahrensmodelle zu rationalisieren. Eine Reform des Systems, die notwendig ist, um die Verpflichtungen gegenüber Europa und die Bedürfnisse der Bürger und Unternehmen zu erfüllen.

Die Neuerungen gehen einher mit der Einstellung von Verwaltungspersonal (5.000 Einheiten, die für 2023 geplant sind) sowie der künftigen Einreise weiterer 8.000 Mitarbeiter des Amtes für den Prozess, wie in der PNRR festgelegt; drei neue Auswahlverfahren im Justizwesen, die für das laufende Jahr geplant sind (zwei davon auch mit dem Einsatz von PCs, um die Korrekturen der Tests zu beschleunigen); eine Beschleunigung der Digitalisierung (über 200 Projekte für Justizämter in den kommenden Jahren) und  erhebliche Investitionen in den Bau (derzeit sind 326 Baustellen in ganz Italien geöffnet, was einer Investition von über 50 Millionen entspricht).

Nachdem das Vorabentscheidungsersuchen an den Kassationsgerichtshof bereits am 1. Januar 2023 in Kraft getreten ist, die Reform des Urteils des Kassationsgerichts und die alternativen Methoden der Durchführung von Zivilverhandlungen ist der neue ordentliche Ritus nun unter anderem in Kraft getreten; eine Verbesserung alternativer Rechtsformen (Mediation, Verhandlungshilfe, Schiedsgerichtsbarkeit) des vereinfachten Ritus; Vereinfachung der Arbeitsurteile; Änderungen der freiwilligen Gerichtsbarkeit; der einheitliche Ritus für Familiensachen (mit der Möglichkeit, einen Antrag auf Trennung ohne Auflösung des Ehebandes und gleichzeitig auf Scheidung zu stellen); die neuen Zuständigkeiten für Friedensrichter. Stattdessen bleibt die Einrichtung des Gerichtshofs für Personen, Minderjährige und Familien im Jahr 2024 bestehen.

“Eine Justiz, die nicht sehr effizient ist und den Verfassungsgrundsatz der angemessenen Dauer von Prozessen nicht respektiert – hat Justizminister Carlo Nordio wiederholt in Erinnerung gerufen – kostet Italien etwa 1,5/2 Punkte des BIP”. Von 2015 bis 2022 gab der Staat zwischen Entschädigung und Ausgaben, die im Pinto-Gesetz vorgesehen sind (für die Entschädigung für die übermäßige Dauer der Prozesse), über 781 Millionen Euro aus.

Auch aus dieser Mitteilung scheint klar hervorzugehen, dass für Mediation, unterstützte Verhandlungen und Schiedsverfahren das Datum des Inkrafttretens der 28. Februar 2023 ist.

Daher scheint es, dass einige Bestimmungen des Gesetzesdekrets Nr. 28 vom 4. März 2010 (diejenigen, die nicht ausdrücklich in Artikel 41 des Gesetzesdekrets Nr. 149 vom 10. Oktober angegeben sind) am 28. Februar 2023 in Kraft getreten sind.

Gleiches gilt für die Verhandlungsbegleitung: was nicht ausdrücklich im letzten Absatz der Kunst vorgesehen ist. 41 trat am 28. Februar 2023 in Kraft.

Ohne eine Änderung des Ministerialerlasses 180/10 werden wir jedoch auch am 30. Juni 2023 nicht weit gehen können, und der Gesetzgeber ist sich dessen auch sehr wohl bewusst (siehe das parlamentarische Dossier zum Finanzen).

Darüber hinaus  ist zu beachten, dass das Gesetz lediglich die Nichtteilnahme ohne berechtigten Grund unter Strafe stellt. Auf der anderen Seite gibt es keine Sanktionen für diejenigen, die im Mediationsraum mit der Bedingung der Zulässigkeit konfrontiert sind, ohne die neuen Hinweise zu beachten, die am 30. Juni 2023 in Kraft treten werden.

Im nachstehenden Text wurde neben ministeriellen Erwägungen auch auf die Stellungnahmen verwiesen, die in den letzten Tagen vom CNF, dem Sole24ore und dem parlamentarischen Dossier zur Stellungnahme zu Ziffer 380 des Haushaltsplans abgegeben wurden, in denen stattdessen auf das Inkrafttreten der in Art. 41 c. 1 bis 28. Februar 2023/1. März 2023.

Enneagramma e Genogramma a Morsasco

Il 12 settembre 2021 condurrò la prossima giornata di studi sull’Enneagramma e Genogramma nel grande giardino del castello di Morsasco, un maniero meraviglioso circondato dal suo borgo medievale che si trova a circa 9 km da Acqui Terme. Quel che mi ha sempre intrigato di questo luogo è la leggenda legata al capostipite della casata ovvero ad Aleramo. Si dice che si fosse innamorato e fosse ricambiato da Adelasia, figlia dell’imperatore Ottone I di Sassonia. Ma come dirlo all’Imperatore? Di sicuro avrebbe opposto un rifiuto. Fuggirono così nel territorio di Acqui Terme, lei su un cavallo bianco e lui su un cavallo rosso. Ma il destino fu imprevedibile perché al contrario Ottone perdonò i due amanti e concesse ad Aleramo tante terre quante egli fosse riuscito a percorrerne cavalcando senza sosta. Egli usò tre cavalli. Il territorio che egli percorse è il Monferrato: tale nome deriva appunto da mun (mattone) e da frà (ferrare), ovvero dai mattoni utilizzati per ferrare i tre cavalli che Aleramo cavalcò. Il numero 3 è la base fondamentale dell’Enneagramma per mille motivi.

La giornata sarà strutturata in due momenti: il primo, nella mattinata, in cui fornirò le nozioni fondamentali per la conoscenza dello strumento, utili per individuare il proprio enneatipo, ossia il proprio carattere tra i 9 possibili. L’individuazione è di fondamentale importanza poiché permette alle persone di riflettere sulla bontà o meno del loro modo di interagire con gli altri.

Il senso dello studio dell’Enneagramma è quello di smussare le parti negative della personalità che ci limitano o ci impediscono di vivere a pieno le nostre relazioni. Se conosciamo il nostro enneatipo peraltro possiamo approfondire anche quello degli altri con risultati proficui per la relazione.

Se ad esempio so che il mio partner è un enneatipo 1 so pure che conosce benissimo i suoi errori e che quindi non sarebbe opportuno da parte mia sottolinearli (lo manderei solo più in crisi), ma piuttosto che è meglio consolarlo o comunque elogiare i suoi pregi. So anche che potrebbe essere geloso di chi mi circonda, che non lo fa per cattiveria, ma perché si sente spesso inadeguato ed in realtà mi ama tanto; so pure che ha bisogno di tempo per eseguire un compito al meglio e che io devo concederglielo se voglio ottenere i risultati che mi soddisfino. E dunque la conoscenza dell’Enneagramma può aiutarmi a stare in armonia cogli altri.

Nel secondo momento, durante il pomeriggio, si approfondisce il Genogramma, un particolare tipo di albero genealogico formato da tre sole generazioni che consente alle persone di comprendere a quale enneatipo appartengano e quindi di “sentire” durante una breve ricostruzione delle loro relazioni in tenera età con la propria famiglia quali siano i propri valori, credenze e criteri.

Ognuno di noi porta sulle spalle uno zaino in cui ci sono tutta una serie di esperienze che senza saperlo continua a praticare anche dopo l’uscita dalla famiglia d’origine. Aprire lo zaino ci aiuta a rivalutare il nostro passato e a guardare il futuro con ottimismo. 

L’origine dell’Enneagramma è molto incerta, la si fa risalire talvolta agli antichi Veda, o ai Sumeri e pare che anche Omero, Pitagora e Platone lo conoscessero. Nel mondo occidentale venne diffuso nel ‘900 da Gurdjieff e  dal suo allievo Ouspensky; dagli anni ‘60 dal sociologo Oscar Ichazo e dagli anni ’80 dal suo allievo, lo psichiatra Claudio Naranjo.

Ah dimenticavo. Io sono Carlo Alberto Calcagno, un avvocato genovese che si occupa da vent’anni della risoluzione delle liti con metodi alternativi al giudizio, sia come mediatore che come formatore. Ho ricevuto incarichi in varie università italiane (Pavia, Genova e Roma) ed ho formato centinaia di mediatori italiani. Il mio lavoro ha risonanza nazionale grazie anche alla pubblicazione di sei volumi sulla materia, ma è conosciuto e apprezzato anche all’estero tanto che sono membro per l’Italia dell’International Mediation Council con sede a Parigi.

Il seminario è rivolto dunque a tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza della propria personalità e il loro modo di interagire in pubblico e in privato.

La giornata prevede la possibilità di una pausa pranzo nel giardino e la visita del castello (entrambe a metà del percorso) .

È necessario prenotare. Per ulteriori informazioni: tel.3343769833, castellodimorsasco@gmail.comwww.castellodimorsasco.it

Allego qui comunque il programma dettagliato della giornata e vi attendo numerosi.

Aiuta le guide forestali

In Africa c’è un parco naturale dove non sanno come fare a proteggere gli animali dai bracconieri.

Molti guardiacaccia sono stati licenziati.

Così hanno piazzato delle telecamere presso le pozze d’acqua che permettono di controllare gli animali a tutti coloro che si collegano.

Se succede qualcosa di strano si possono condividere le immagini coi guardiacaccia rimasti.

Collegati anche tu e salva questi animali dall’estinzione

https://www.wildlife-watch.com/?lang=it#googtrans(it)

Dante Alighieri – Divina Commedia – Purgatorio – Canti XXXII-XXXIII

Dante Alighieri – Divina Commedia – Purgatorio – Canto XXXII

SINTESI

Nel canto XXXII D. è appena giunto, ormai purificato nella selva dei vari beati, e subito Beatrice gli propone immagini e motivi di riflessione sulla questione decisiva per le vicende della cristianità sulla terra, cioè il rapporto tra Chiesa ed Impero. Due sono le rappresentazioni allegoriche, necessariamente collegate, che sviluppano l’argomento: quella sull’accordo tra le due entità, e quella sulla corruzione della Chiesa:

a) l’accordo tra la Chiesa e l’Impero: è rappresentato nel gesto del grifone che lega il carro trionfale all’albero, spoglio, del bene e del male: subito i rami fioriscono meravigliosamente, e Beatrice si siede a guardia sulla radice dell’albero. Così Cristo conduce e unisce la Chiesa da Lui fondata all’Impero, garante della giustizia divina sulla terra, e subito l’unione dà i suoi fiori e i suoi frutti di Carità e Virtù, mentre Beatrice, la Verità rivelata della Teologia custodita dalla Chiesa, ha posto la sua sede a Roma, radice dell’Impero.

b) la corruzione della Chiesa: il carro trionfale simbolo della Chiesa è attaccato dall’aquila, simbolo dell’Impero, per riferirsi alle prime persecuzioni da Nerone a Diocleziano: esse fanno piegare il carro, feriscono la Chiesa, ma non la danneggiano. Quindi vi si insinua la volpe, cioè l’eresia, ma anche questa è cacciata facilmente. Poi, l’aquila depone le sue penne, ad indicare la donazione di Costantino con cui inizia il potere materiale del papato, e questo annuncia futuri mali. Ed ecco l’attacco decisivo del drago, Satana, che spacca il carro a fondo, insinuandosi ed intaccando la santità della Chiesa proprio grazie alla donazione di Costantino; infatti il carro viene completamente ricoperto da piume come il campo di grano dalla gramigna, ad indicare la corruzione dettata da avarizia e desideri terreni che devasta la Chiesa. Infine, la grandiosa metamorfosi del carro nel mostro apocalittico dalle sette teste e dieci corna, stanti ad indicare i vizi capitali; su di essa campeggiano le figure della lasciva puttana simbolo della curia romana ai tempi di D., e il geloso gigante simbolo della casata di Francia. Il gigante che stacca il carro dell’albero e lo trascina via nella selva, è l’atto conclusivo del trasferimento della corte papale, in terra di Francia, ad Avignone.

Dante Alighieri – Divina Commedia – Purgatorio – Canto XXXIII

COMMENTO

Ci troviamo nel Paradiso terrestre a mezzogiorno del 13 aprile 1300

La custode è sempre Matelda.

I personaggi sono: Beatrice, Matelda, Stazio, le sette donne-virtù

Gli elementi principali del canto sono:

1) La profezia di Beatrice: la trattazione delle grandi tematiche spirituali e politiche si conclude qui nel Purgatorio nel segno della speranza e nei termini altosonanti della profezia.

Essa si collega e completa la raffigurazione allegorica del canto precedente sulla corruzione della Chiesa, che aveva descritto e commentato la storia della depravazione originata dallo scorretto rapporto tra Chiesa e Impero fino ai tempi di Dante. Ora è il momento di annunciare i tempi nuovi del trionfo di Cristo, e ciò si sviluppa attraverso i vari momenti della profezia:

a) citazione evangelica delle parole di Cristo agli apostoli sulla sua scomparsa e sul suo ritorno;

b) il male fatto dal demonio non ha futuro, poiché giungerà la vendetta di Dio, cui nulla può opporsi;

c) l’Impero presto avrà una nuova e vera guida;

d) il corso delle stelle annuncia imminente la venuta di un messo di Dio, oscuramente indicato con l’espressione “cento diece e cinque”, che ucciderà la meretrice ed il gigante, cioè farà giustizia della corrotta curia pontificia e dei maneggi politici della casa di Francia;

e) maledizione e minaccia contro tutti coloro che osano opporsi alla volontà di Dio.

2) La sorgente dei fiumi Eunoè e Letè.  Nella seconda parte del canto D. viene condotto alla sorgente dei due fiumi del paradiso terrestre, per bere dell’acqua dell’Eunoè[1], che rinnova il ricordo ed il vigore delle buone azioni.

Si tratta dell’ultimo atto della cantica, con cui si completa la disposizione di D. a salire l’ultimo regno, il sublime regno dei beati. In questa ultima operazione purgatoriale vediamo per l’ultima volta agire anche i personaggi di Matelda e Stazio[2], di cui poi non verrà più detto nulla.

3) Il rapporto tra D. e Beatrice: quasi a preparare la nuova dimensione dei rapporti psicologici tra i due personaggi a partire dal primo canto del paradiso, qui il dialogo e la disposizione dei due personaggi si fanno più articolati e vari, rispetto ai canti precedenti.

I dati più rilevanti sono la maggior comprensione e la vicinanza di Beatrice alla condizione di Dante, che chiamerà a partire da ora frate, fratello, e a cui rivolge ancora rimproveri ma in toni più sensibili e pacati; e la capacità di D., sia pure esitante e bloccato da riverenza, di esprimere i suoi pensieri i suoi dubbi con voce comprensibile.

La mutata condizione è anche da mettere in relazione con il fatto che solo ora D., superato il Letè, può considerarsi davvero purificato e quindi partecipe alla condizione di beatitudine di Beatrice.

RIASSUNTO

Le sette donne-virtù intonano un salmo di doloroso commento allo strazio del carro della Chiesa, appena narrato nel canto preceden­te (il salmo accennato allude alla distruzione di Gerusalemme da parte dei Caldei); Beatrice si unisce nell’atteggiamento al loro dolore, per poi elevarsi a pronunciare parole (che poi sono le ultime parole di Cristo agli apostoli) di accesa e vigorosa speranza (vv. 1-12).

Mentre tutti si allontanano dall’albero, Beatrice si prende a fianco D., lo invita a parlare e ad esprimere i suoi pensieri, ed inizia il commento alla scena cui hanno appena assistito, in toni tra l’invettiva e la profezia. (vv. 13-33)

Beatrice spiega come presto sarebbe venuto qualcuno, mandato da Dio (misteriosamente indicato nel numero cinquecento diece e cinque), che avrebbe fatto vendetta della Chiesa corrotta e della malvagia casata di Francia, e invita D. a segnare ciò che lei afferma e a ridirlo sulla terra; dica inoltre a tutti quello che ha visto accadere alla pianta di Dio, cui nessuno può far danno senza subire una gravissima pena; e se egli stesso si fosse con maggiore virtù accostato alla verità, avrebbe già compreso quanto giustamen­te l’uomo fosse stato escluso dai frutti dell’albero del bene e del male (vv. 34-78).

D. chiede spiegazione sul fatto che le parole di Beatrice si elevino tanto al di sopra delle sue possibilità di comprensione, e Beatrice spiega che ciò avviene per dimostrargli quanto siano limitate la filosofia e la ragione umana, di cui egli si era fatto tanto ardente discepolo; ed all’obiezione del poeta di non ricordarsi di essersi mai allontanato dal pensiero di Beatrice, cioè dal retto insegnamento della Teologia, la donna rivela che questo è il primo segno della sua avvenuta purificazione nel fiume Letè, che gli ha fatto dimenticare i peccati compiuti (vv. 79-102).

Il corteo formato da D., Beatrice, Stazio, Matelda e delle sette donne-virtù giunge e si ferma ai limiti di una zona dove l’ombra è meno fitta, e qui il poeta si stupisce incantato di fronte ad una sorgente da cui si formano due rivi, i fiumi Letè ed Eunoè.

Su invito di Beatrice, Matelda conduce D. e Stazio a dissetarsi sublimamente nelle acque dell’Eunoè, quello che esalta il vigore delle buone azioni compiute.

Da questo santo abbeveraggio D. ritorna rinnovato a Beatrice, puro e disposto a salire alle stelle, pronto cioè ad ascendere al Paradiso (103-145).


[1] «Il fiume dei buoni pensieri», dal gr. êu, bene, e nûs, pensiero.

[2] Poeta latino, nato a Napoli attorno al 45 d.C. e morto nel 96; è il celebre autore della Tebaide e della Achilleide. Dante lo confonde, come tutto il Medioevo, con Lucio Stazio Orsolo, retore di Tolosa, vissuto sotto Nerone, poiché la sua origine napoletana è documentata nelle Silvae, le rime riscoperte solo nel 1417. D., come già sappiamo, lo incontra nella cornice degli Avari e prodighi (canti XXI e XXII) e poi Stazio lo seguirà negli altri canti con un ruolo non così approfondito; è colui che spiega a Dante la struttura morale del Purgatorio

L’Enneagramma e la Gematria

L’Enneagramma è uno strumento che si usa da tempo immemorabile in ogni campo del sapere: da ultimo in psichiatria, ma anche in mediazione o nell’attività d’impresa[1].

Per gli studiosi è una rappresentazione dell’Universo secondo gli occhi di Dio, ma è nello stesso tempo un viaggio che porta l’uomo alla conoscenza di se stesso. È  in ultimo un viaggio che dall’uomo porta a Dio.

Mi ha stupito di conseguenza un interessante documento del Pontificio Consiglio della Cultura[2] in cui se ne fornisce una valutazione decisamente negativa associandolo al movimento “New Age”: “Se ne può vedere un esempio nell’enneagramma, lo strumento per l’analisi del carattere secondo nove tipi, il quale, quando viene utilizzato come mezzo di crescita spirituale introduce ambiguità nella dottrina e nella vita della fede cristiana.”

A me consta, infatti, che nella storia sia stato uno strumento utilizzato pacificamente da diversi religiosi: Evagrio Pontico[3], il monaco beato Raimondo Lullo[4], il gesuita Athanasio Kircher, tanto per fare degli esempi.

E che dal suo utilizzo siano derivati grandi progressi per l’umanità. Detto ciò mi sembra di qualche interesse analizzarne i significati.

Per avvicinarsi alla numerologia dell’Enneagramma può essere opportuno richiamare il significato della parola gematria che noi italiani conosciamo grazie a Pico della Mirandola, uno dei più grandi umanisti.

La gematria è per gli Ebrei una disciplina teologica che assegna alle parole dei libri sacri un numero. Anche per i cattolici è lo studio numerologico delle parole in lingua greca contenute nel Nuovo Testamento.

Chi studia l’Enneagramma si imbatte subito in due leggi: la legge dei 3 che riguarda il Triangolo iscritto nel Cerchio (enneatipi 3-6-9) e la legge dei 7 che attiene all’Esagono irregolare (enneatipi 1-2-4-5-7-8) .

La legge dei 3 stabilisce che ogni fenomeno risulta dall’incontro di tre differenti forze. Gurdjieff chiama queste forze: Santa-Affermazione (il n. 6), Santa-Negazione (il n. 3) e Santa-Riconciliazione (il n. 9).[5]

Secondo la gematria le tre componenti in ebraico della legge danno origine al numero 2039 che indica un meraviglioso messaggio: il potere dell’amore.

La legge dei 7 prevede poi che perché una forza determini un fenomeno, debba passare da 7 gradi, fasi o “note” disposte lungo una scala armonica, con due prevedibili punti di stallo. Se facciamo riferimento alla musica (da cui la riscoperta nel ‘900 dell’E. deriva) i punti di stallo si trovano tra il SI ed il DO (tra l’8 e il 9) ed il MI ed il FA (fra il 2 e il 4). Ci sono in altre parole due punti in cui qualsiasi vibrazione rallenta. Se non vi è uno shock il percorso della vibrazione cambia direzione: ogni scopo umano che ci prefiggiamo non verrà raggiunto senza uno shock al momento opportuno.

Per cercare di comprendere queste leggi si potrebbe chiedere aiuto ad una famosa raffigurazione di Raimondo Lullo dell’alfabeto dell’Arte magna[6] che si ispirò alla dottrina dei Sufi e che peraltro Gurdjieff stesso scrive di aver trovato (una stella a nove punte)  ovunque nel monastero Sufi Naqshbandi  ove avrebbe conosciuto l’Enneagramma[7].

L’8 rappresenta la H ossia l’attributo di Dio della Virtù mentre il 9 identifica l’IO e dunque non si stenta a comprendere il concetto per cui l’Adulto dell’uomo (così lo chiamerebbe Berne), ossia la parte razionale a contatto con la realtà, debba essere in qualche modo aiutata a raggiungere la Virtù.

Più complessa invece pare la legge dei 7: in base alla gematria il 2 rappresenta la Bonitas (la bontà) mentre la D la Duratio ossia l’eternità. La legge sembra dirci che il passaggio dalla bontà di Dio all’eternità necessita di uno stallo: potrebbe essere la morte?

Oltre a ciò si possono fare altre considerazioni?

Premetto che Zoroastro, Platone, Pitagora, Raimondo Lullo, Dante, Giordano Bruno, Tommaso Hobbes, Cartesio, Athanasio Kircher, Leibniz, Christian Wolff sono solo alcuni dei grandi saggi che partivano da un presupposto che qui rileva, ossia dall’idea che il pensiero fosse essenzialmente calcolo matematico.

L’Enneagramma che fu conosciuto da tutti questi grandi sapienti deriva in qualche modo da questo concetto.

La parola Ennegramma in ebraico אניגרמה corrsiponde al numero 309 che è lo stesso numero con cui si identifica la parola tedesca Heureka, ossia la esclamazione “Ho trovato!” che si dice pronunciata da Archimede alla scoperta del suo famoso principio. In psicologia si parla di insight.

Il numero 18 del triangolo presente nell’Enneagramma (6+3+9) significa “Grande”.

La Grandezza per i monaci antichi era una degli attributi di Dio. Gli Ebrei considerano il 18 peraltro un numero molto fortunato.

Se si sommano tutti i numeri da 1 a 9 e dunque si compie un giro della sfera si ottiene il numero 45 che rappresenta la Kabbalah, la disciplina ebraica che studia il rapporto tra l’infinito ed il finito.

Sulla scorta degli insegnamenti di Raimondo Lullo, Athanasio Kircher ci insegna che alcune combinazioni dei primi 9 numeri (ossia delle prime 9 lettere dell’alfabeto ebraico, greco e arabo) che identificano il pianeta Saturno, danno sempre lo stesso risultato anche in diagonale ossia 15 che significa “alimentato, nutrito”.

49215
35715
81615
15151515

Le possiamo moltiplicare per uno stesso numero all’infinito ed otterremo sempre la stessa somma (non 15 ovviamente ma comunque lo stesso numero sia in diagonale sia verticale ed in orizzontale).

Stesso ragionamento vale per i numeri connotanti per gli antichi gli altri pianeti (Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio e Luna).

Da questo probabilmente gli antichi dedussero che i primi nove numeri sono in realtà le parti semplici dell’infinito.

Per i sapienti Egizi i numeri che abbiamo sino ad ora indicato ossia 3-9-15 e 45 stavano ad indicare il pianeta Saturno.

Da questa intuizione partì il calcolo combinatorio che Raimondo Lullo definì Ars magna e che arrivò sino al nostro computer.

Se si sommano tutti i valori fissi dei numeri corrispondenti ai pianeti (15,34,65,111,175,260, 369) peraltro si ottiene 1029 che è il numero con cui gli Ebrei identificano Gesù Bambino.

Queste combinazioni dei primi nove numeri corrispondono anche agli attributi di Dio secondo Raimondo Lullo (1276) che rendono tutti gli uomini nutriti, alimentati.

4 S9  B2 D15
3 P5 V7 V15
8 G1 M6 V15
15151515

4+9+2 Sapienza + Bontà + Eternità = Alimentato (15)

3+5+7 Potenza + Volontà + Verità = Alimentato (15)

8+1+6 Gloria + Grandezza + Virtù = Alimentato (15)

4+5+6 Sapienza + Volontà + Virtù = Alimentato (15)

2+5+8 Eternità + Volontà + Gloria = Alimentato (15)

Ogni Enneatipo secondo l’Enneagramma può fare “due viaggi” ossia i viaggi possibili (sarebbe meglio parlare di “danze” per usare la terminologia di Gurdjieff)  sono 12.

Il viaggio può avvenire, secondo i parametri antichi[8] seguendo gli attributi di Dio ovvero i vizi che ad essi si contrappongono (passione, peccato ecc.)

Anche gli enneatipi 3-6-9 corrispondenti al triangolo “fanno due viaggi” e così si arriva a 18 che indica come abbiamo detto uno degli attributi di Dio, la Grandezza.

Le possibili combinazioni di 3-6-9 che danno luogo ai viaggi portano allo stesso numero, ossia a 36 che secondo la gematria identifica Adamo.

369
396
639
693
936
963
363636

Se si sommano i numeri che si incontrano nel viaggio degli enneatipi diversi dalla triade 3-6-9 si vedrà che si ottiene sempre il numero 27.

27 è il numero corrispondente sempre al termine Cabala.

27 è del resto il numero delle lettere dell’alfabeto ebraico.

27 è anche il numero che rappresenta Euterpe la musa che ha inventato la musica. Il suo nome è “bene unito a piacere” e significa “colei che rallegra”.

Viene sempre rappresentata con uno strumento (un aerofono doppio detto aulos) che Platone associava al culto di Dioniso e che secondo Aristotele non doveva essere usato che nelle cerimonie di purificazione.

Non deve apparire strano il collegamento “pagano” con la musa Euterpe: ancora nel XVIII secolo c’era la seguente corrispondenza tra le 9 facoltà umane, le 9 muse e le 9 gerarchie angeliche[9].

SerafiniMenteUraniamusa dell’astronomia e della geometria.
CherubiniIntellettoPolimniaMusa della memoria e della retorica
TroniRagioneEuterpeMusa della musica
DominazioniImmaginazioneEratoMusa del canto corale
PotestàUditoMelpomeneMusa della tragedia
VirtùVistaTersicoreMusa della danza
PrincipatoOlfattoCalliopeMusa della poesia epica
ArcangeliGustoClioMusa della storia
AngeliTattoTaliaMusa della poesia bucolica

Le gerarchie angeliche venivano rappresentate con il simbolo che segue che assomiglia molto al nostro Enneagramma.

Athanasio Kircher ci racconta  del resto che Adamo imparò per prima cosa la matematica e poi la musica.  

La musica che rallegra è anche uno strumento di purificazione dato che le stesse note secondo Guittone d’Arezzo nascono dal salmo: «Ut queant laxis Resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum Solve polluti Labii reatum, Sancte Iohannes» che significa: “Affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o santo Giovanni, dalle loro labbra indegne”.

L’enneagramma è uno strumento di purificazione che si costruisce appunto attraverso l’ottava musicale.

14285727
ReFaMiSiSolLa 
17582427
ReLaSolSiMiFa 
28571427
MiSiSolLaReFa 
24175827
MiFaReLaSolSi 
41758227
FaReLaSolSiMi 
42857127
FaMiSiSolLaRe 
58241727
SolSiMiFaReLa 
57142827
SolLaReFaMiSi 
71428527
LaReFaMiSiSol 
75824127
LaSolSiMiFaRe 
85714227
SiSolLaReFaMi 
82417527
SiMiFaReLaSol 
      567

La somma di tutti i possibili viaggi degli enneatipi (27×12) non è insomma altro che una melodia e la somma di tutte le melodie dà 567 che secondo la gematria indica lo Zodiaco.

Note, uomini ed astri sono accomunati dallo stesso viaggio come rappresenta Athanasio Kircher nel frontespizio della famosa opera Arithmologia che in ebraico אריתמולוגיה  indica il numero 711 che significa “calcolatore della gematria” o anche “Spiriti angelici della Luce”.


[1] Cfr. J. G. BENNETT. Studi sull’Enneagramma, p. 43, Atanor, 2009.

[2] GESÙ CRISTO PORTATORE DELL’ACQUA VIVA Una riflessione cristiana sul “New Age”.

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/interelg/documents/rc_pc_interelg_doc_20030203_new-age_it.html

[3] Secondo Evagrio gli uomini nascono puri, ma poi si ammalano per una passione (in termini moderni psicopatologia);

il primo passo per guarire è quello di riconoscere di essere malati. Poi di sperimentare la virtù al posto della passione per raggiungere la salute dell’anima (apàtheia). Con Evagrio Pontico che abbiamo un elenco di nove fissazioni dell’anima che impediscono la vocazione alla santità e le corrispondenti grazie per superarle. Questa prospettiva è stata ripresa da ultimo da Naranjo. Evagrio peraltro si rifà all’epistola paolina Gal 5-22 (Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé).

[4] Il suo pensiero ebbe influssi nella teologia e spiritualità ad esempio di Ignazio di Loyola, del Concilio di Trento, del cardinale Federico Borromeo e di Pio XI.

[5] Cfr. P.D. OUSPENSKY, La quarta via, Astrolabio, 1974; P. D. OUSPENSKY, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio, 1976

[6] Cfr. Trattato di astrologia di Raimondo Lullo, a cura di Giuseppe Bezza, Milano, Mimesis, 2004.

[7] Cfr. G. I. GURDJIEFF, Incontri con uomini straordinari, Adelphi, 1977

[8] Quelli attuali che fanno capo a Naranjo sono differenti perlomeno con riferimento alle posizioni dei vizi.

[9] Cfr.Athanasii Kircher, Arithmologia sive de abditis Numerorum mysterijs, Roma, 1665.

Dante Alighieri – Divina Commedia – Purgatorio – Canto XXXI

Introduzione

Abbiamo superato la quarta cornice dedicata agli accidiosi (canti XXVII-XVIII-XIX), la quinta cornice riservata agli avari e prodighi (canti XIX-XX-XXI-XXII), la sesta propria dei golosi (canti XXII-XXIII-XXIV- XXV), la settima ed ultima cornice in cui si purgano i lussuriosi (XXV-XXVI-XXVII): Siamo poi approdati nel Paradiso Terrestre già a cavallo del XXVII canto. Dante ha incontrato diversi angeli custodi: quello della pace (XVII), quello della misericordia (XVII) quello della sollecitudine (XVIII-XIX), quello della giustizia (XIX-XX-XXI-XXII), quello dell’astinenza (XXII-XXIII-XIV), quello della castità (XXV-XXVI-XVII), quello della carità (XXVII). Bisogna poi sottolineare alcuni avvenimenti: l’apparizione e la guida di Stazio (v. in particolare XXI e XXII) un intermediario (assieme a Matelda) tra Virgilio e Beatrice; il congedo dello stesso Virgilio (XXVII) perché D. è ormai libero dal peccato e la sua definitiva scomparsa (XXX); il sogno profetico di Dante concernente Lia (XXVII)  l’incontro con Matelda (guida, ministra, vita attiva e contemplativa insieme) prima (dal canto XXVIII) e con Beatrice poi nel Paradiso terrestre (XXX), la mistica processione del canto XXIX.

COMMENTO

 Ci troviamo nel Paradiso terrestre tra le nove e le dieci del 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua.

Il Paradiso terrestre è una foresta di erbe, fiori e alberi di ogni tipo, ricca di profumi e di colori, rinfrescata da una dolce brezza che, spirando sempre uguale, piega le fronde verso occidente, rallegrata dal canto degli uccelli che salutano il mattino: l’ambiente ricorda la pineta di Classe, vicino a Ravenna, quando soffia lo scirocco. Nella foresta si trova una fonte perenne e immutabile, da cui sgorgano due fiumi che procedono in direzione opposta: il Lete e l’Eunoè, dalle acque così limpide e pure che non se ne vedono di uguali su tutta la terra.è

La custode del paradiso terrestre è Matelda.

Donna bellissima dagli occhi più splendenti di Venere quando fu trafitta da Cupido, è posta alla custodia del Paradiso terrestre (compare nel canto XXVIII) con il compito di tuffare le anime nel Lete, che cancella il ricordo dei peccati, e nell’Eunoè che suscita la memoria delle buone azioni. Non è identificabile con alcun personaggio storico ed è prefigurazione di Beatrice alla quale accompagna D.; rappresenterebbe la vita attiva che conduce l’anima alla santità e alla salvezza.

I personaggi sono: Beatrice, il Grifone, le sette donne.

Beatrice è una giovane donna fiorentina (1266-1290) figlia di Folco Portinari e di Simone de’ Bardi. É la donna amata da Dante, il personaggio storico che assunse per il poeta il sommo valore simbolico della Grazia e della Teologia, come risulta in modo particolarmente evidente nella trasfigurazione e santificazione della sua immagine negli ultimi canti del Purgatorio.

Il Grifone è il simbolo di Gesù Cristo, per la sua duplice natura di leone ed aquila, corrispondente alla duplice natura umana e divina di Cristo.

Le sette donne simboleggiano le virtù, divise in un gruppo di quattro (virtù cardinali) ed in un altro gruppo di tre (virtù teologali).

Gli elementi principali del canto sono:

A) Tema morale: la confessione di Dante: iniziata già nel canto precedente con la denuncia dei peccati di Dante per bocca di Beatrice, l’atto di confessione di D. occupa per intero questo canto. Prima la richiesta da parte di Beatrice affinché D. dichiari il proprio pentimento, quindi il turbamento del poeta, il timido riconoscimento dei propri peccati, la predica di Beatrice su quale sarebbe dovuto essere il comportamento di D. da quel momento in avanti, il prorompere del rimorso e del pentimento alla vista miracolosa e diretta di Beatrice, cui segue lo svenimento di D.

Infine l’immersione nelle acque del Lete che purifica da tutti peccati, come l’assoluzione finale della confessione che restitui­sce la purezza morale all’uomo e lo rende degno di attingere alla beatitudine divina.

B) Tema allegorico. Anche in questo canto continua il concentrarsi di elementi simbolici. A parte tutta l’allegoria della confessione, essi si concentrano nella seconda parte del canto: Beatrice-teologia che guarda fisso al Grifone-Cristo, le quattro donne rappresentanti le virtù cardinali che accolgono D. sulle rive del Lete e gli mostrano gli occhi di Beatrice, il mistero dell’Incar­nazione di Cristo nello sdoppiarsi delle due nature del grifone riflesso negli occhi di Beatrice, le tre donne simboleggianti le  virtù teologali che mostrano a Dante il sorriso di Beatrice.

C) Tema autobiografico: nelle parole di Beatrice e Dante, si indica l’importanza che ebbe nella vita del poeta la morte della donna: essa determinò il suo smarrimento ed il suo traviamento, quando invece egli avrebbe dovuto ricavare insegnamento ed indicazione ad una vita di più alti ed incorruttibili valori morali.

Nell’ultima parte del canto, poi, l’emozione per la vista degli occhi e del sorriso di Beatrice, sia pure nel loro significato allegorico e nelle loro tipicizzazioni letterarie, riporta a quell’esperienza d’amore che dominò la sua vita giovanile.

D) Tema psicologico: sia pure all’interno di una costruzione rigorosamente simbolica e religiosa, risulta evidente anche in questo canto il fondamentale contrasto psicologico tra i due personaggi: da una parte una Beatrice rigorosamente severa e disposta al suo compito morale, dall’altro un D. profondamente turbato, debole, e che nello stesso tempo però manifesta i suoi sentimenti umani in modo più diretto, in particolare quello dell’amore per Beatrice, per i suoi occhi, la sua bellezza, il suo sorriso.

RIASSUNTO

Dopo l’aspro rimprovero del canto precedente, Beatrice chiede a Dante di confessare le sue colpe e di dire per quale motivo egli si fosse allontanato da lei, cioè dalla retta strada della Fede.

D., confuso e umiliato, con fatica e tra i sospiri mormora che furono le tentazioni delle cose terrene e passeggere a traviarlo, dopo che Beatrice era morta (vv. 1-36).

Beatrice, promessa la misericordia divina per il sincero pentimento di D., lo richiama a quello che avrebbe dovuto essere il suo comportamento dopo la morte di lei: poiché nulla di tanto bello e santo gli si sarebbe potuto mostrare nella vita terrena, più nessun desiderio avrebbe dovuto attrarlo verso le cose mondane, dato che sarebbe stato da meno, e anzi egli si sarebbe dovuto elevare al di sopra di tutte le caduche e fallaci tentazioni del mondo per volgere il pensiero e l’amore alle cose del cielo, cioè ancora a Beatrice (vv. 37-63).

Dante sta con gli occhi chini e vergognosi, quando Beatrice lo invita a guardarla fisso per provare fino in fondo il dolore per il rimorso di essersi distolto dalla sua bellezza.

Solo con gran fatica il poeta riesce ad alzare il volto, e quando la vede, ritta sul carro e fissa a guardare il grifone, gli si mostra di una bellezza tanto sublime che nell’anima gli scoppia la sofferenza del pentimento con tanta forza da farlo svenire (vv. 64-90).

Quando rinviene, già Matelda lo ha tratto con leggerezza nelle acque del Lete, fino ad immergerne anche il capo finché ne beva le acque purificatrici.

Lo conduce quindi sull’altra sponda del fiume dove viene accolto e riparato dalle quattro donne simbolo delle virtù cardinali; queste si dichiarano ancelle di Beatrice, e cantando lo conducono vicino al grifone e lo invitano a guardare diritto Beatrice negli occhi.

Il cuore del poeta si ricolma di grazia nel fare ciò, mentre negli occhi risplendenti della donna si rispecchia il grifone in modo miracoloso: ognuna delle sue nature, umana e divina, di aquila e di leone, si muove autonoma e separata nello <<specchio>> degli occhi di Beatrice, mentre l’animale resta immobile (vv. 91-126).

Le tre donne simbolo delle virtù teologali si avvicinano a D., e invocano Beatrice di volgere a lui gli occhi e di concedere a sublime grazia del suo sorriso. Così allora, sorridente, la donna si rivolge al poeta, e la sua bellezza si fa tanto divina da non potere essere descritta da voce umana e da parola di artista. (vv- 127-145).

Dante Alighieri – Divina Commedia – Purgatorio – Canto XXXI

Abbiamo superato la quarta cornice dedicata agli accidiosi (canti XXVII-XVIII-XIX), la quinta cornice riservata agli avari e prodighi (canti XIX-XX-XXI-XXII), la sesta propria dei golosi (canti XXII-XXIII-XXIV- XXV), la settima ed ultima cornice in cui si purgano i lussuriosi (XXV-XXVI-XXVII): Siamo poi approdati nel Paradiso Terrestre già a cavallo del XXVII canto. Dante ha incontrato diversi angeli custodi: quello della pace (XVII), quello della misericordia (XVII) quello della sollecitudine (XVIII-XIX), quello della giustizia (XIX-XX-XXI-XXII), quello dell’astinenza (XXII-XXIII-XIV), quello della castità (XXV-XXVI-XVII), quello della carità (XXVII).

Bisogna poi sottolineare alcuni avvenimenti: l’apparizione e la guida di Stazio (v. in particolare XXI e XXII) un intermediario (assieme a Matelda) tra Virgilio e Beatrice; il congedo dello stesso Virgilio (XXVII) perché D. è ormai libero dal peccato e la sua definitiva scomparsa (XXX); il sogno profetico di Dante concernente Lia (XXVII)  l’incontro con Matelda (guida, ministra, vita attiva e contemplativa insieme) prima (dal canto XXVIII) e con Beatrice poi nel Paradiso terrestre (XXX), la mistica processione del canto XXIX.

Ci troviamo nel Paradiso terrestre tra le nove e le dieci del 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua.

Il Paradiso è una foresta di erbe, fiori e alberi di ogni tipo, ricca di profumi e di colori, rinfrescata da una dolce brezza che, spirando sempre uguale, piega le fronde verso occidente, rallegrata dal canto degli uccelli che salutano il mattino: l’ambiente ricorda la pineta di Classe, vicino a Ravenna, quando soffia lo scirocco.

Nella foresta si trova una fonte perenne e immutabile, da cui sgorgano due fiumi che procedono in direzione opposta: il Lete e l’Eunoè, dalle acque così limpide e pure che non se ne vedono di uguali su tutta la terra.

La custode del paradiso terrestre è Matelda. È una donna bellissima dagli occhi più splendenti di Venere quando fu trafitta da Cupido, è posta alla custodia del Paradiso terrestre (compare nel canto XXVIII) con il compito di tuffare le anime nel Lete, che cancella il ricordo dei peccati, e nell’Eunoè che suscita la memoria delle buone azioni. Non è identificabile con alcun personaggio storico ed è prefigurazione di Beatrice alla quale accompagna D.; rappresenterebbe secondo alcuno la vita attiva che conduce l’anima alla santità e alla salvezza.

I personaggi sono: Beatrice, il Grifone e le sette donne.

Beatrice è una giovane donna fiorentina (1266-1290) figlia di Folco Portinari e di Simone de’ Bardi. É la donna amata da Dante, il personaggio storico che assunse per il poeta il sommo valore simbolico della Grazia e della Teologia, come risulta in modo particolarmente evidente nella trasfigurazione e santificazione della sua immagine negli ultimi canti del Purgatorio.

Il Grifone è il simbolo di Gesù Cristo, per la sua duplice natura di leone ed aquila, corrispondente alla duplice natura umana e divina di Cristo.

Le sette donne sono il simbolo delle virtù, divise in un gruppo di quattro (virtù cardinali) ed in un altro gruppo di tre (virtù teologali).

  • Gli elementi principali del canto sono:

A) Tema morale: la confessione di Dante che è iniziata già nel canto precedente con la denuncia dei peccati di Dante per bocca di Beatrice, l’atto di confessione di D. occupa per intero questo canto. Prima la richiesta da parte di Beatrice affinché D. dichiari il proprio pentimento, quindi il turbamento del poeta, il timido riconoscimento dei propri peccati, la predica di Beatrice su quale avrebbe dovuto essere il comportamento di D. da quel momento in avanti, il prorompere del rimorso e del pentimento alla vista miracolosa e diretta di Beatrice, cui segue lo svenimento di D.

L’immersione infine nelle acque del Lete che purifica da tutti peccati, come l’assoluzione finale della confessione che restituisce la purezza morale all’uomo e lo rende degno di attingere alla beatitudine divina.

B) Tema allegorico. Anche in questo canto continua il concentrarsi di elementi simbolici. A parte tutta l’allegoria della confessione, essi si concentrano nella seconda parte del canto: Beatrice-teologia che guarda fisso al Grifone-Cristo, le quattro donne rappresentanti le virtù cardinali che accolgono D. sulle rive del Lete e gli mostrano gli occhi di Beatrice, il mistero dell’Incarnazione di Cristo nello sdoppiarsi delle due nature del grifone riflesso negli occhi di Beatrice, le tre donne simboleggianti le virtù teologali che mostrano a Dante il sorriso di Beatrice.

C) Tema autobiografico: nelle parole di Beatrice e Dante, si indica l’importanza che ebbe nella vita del poeta la morte della donna: essa determinò il suo smarrimento ed il suo traviamento, quando invece egli avrebbe dovuto ricavare insegnamento ed indicazione ad una vita di più alti ed incorruttibili valori morali.

Nell’ultima parte del canto, poi, l’emozione per la vista degli occhi e del sorriso di Beatrice, sia pure nel loro significato allegorico e nelle loro tipicizzazioni letterarie, riporta a quell’esperienza d’amore che dominò la sua vita giovanile.

D) Tema psicologico: sia pure all’interno di una costruzione rigorosamente simbolica e religiosa, risulta evidente anche in questo canto il fondamentale contrasto psicologico tra i due personaggi: da una parte una Beatrice rigorosamente severa e disposta al suo compito morale, dall’altro un D. profondamente turbato, debole, e che nello stesso tempo però manifesta i suoi sentimenti umani in modo più diretto, in particolare quello dell’amore per Beatrice, per i suoi occhi, la sua bellezza, il suo sorriso.

Riassunto

Dopo l’aspro rimprovero del canto precedente, Beatrice chiede a Dante di confessare le sue colpe e di dire per quale motivo egli si fosse allontanato da lei, cioè dalla retta strada della Fede.

D., confuso e umiliato, con fatica e tra i sospiri mormora che furono le tentazioni delle cose terrene e passeggere a traviarlo, dopo che Beatrice era morta (v. 1-36)

Beatrice, promessa la misericordia divina per il sincero pentimento di D., lo richiama a quello che avrebbe dovuto essere il suo comportamento dopo la morte di lei: poiché nulla di tanto bello e santo gli si sarebbe potuto mostrare nella vita terrena, più nessun desiderio avrebbe dovuto attrarlo verso le cose mondane, dato che sarebbe stato da meno, e anzi egli si sarebbe dovuto elevare al di sopra di tutte le caduche e fallaci tentazioni del mondo per volgere il pensiero e l’amore alle cose del cielo, cioè ancora a Beatrice (v. 37-63).

D. sta con gli occhi chini e vergognosi, quando Beatrice lo invita a guardarla fisso per provare fino in fondo il dolore per il rimorso di essersi distolto dalla sua bellezza.

Solo con gran fatica il poeta riesce ad alzare il volto, e quando la vede, ritta sul carro e fissa a guardare il Grifone, gli si mostra di una bellezza tanto sublime che nell’anima gli scoppia la sofferenza del pentimento con tanta forza da farlo svenire (v. 64-90).

Quando rinviene, già Matelda lo ha tratto con leggerezza nelle acque del Lete, fino ad immergerne anche il capo finché ne beva le acque purificatrici.

Lo conduce quindi sull’altra sponda del fiume dove viene accolto e riparato dalle quattro donne simbolo delle virtù cardinali; queste si dichiarano ancelle di Beatrice, e cantando lo conducono vicino al Grifone e lo invitano a guardare diritto Beatrice negli occhi.

Il cuore del poeta si ricolma di grazia nel fare ciò, mentre negli occhi risplendenti della donna si rispecchia il Grifone in modo miracoloso: ognuna delle sue nature, umana e divina, di aquila e di leone, si muove autonoma e separata nello <<specchio>> degli occhi di Beatrice, mentre l’animale resta immobile (v. 91-126).

Le tre donne simbolo delle virtù teologali si avvicinano a D., e invocano Beatrice di volgere a lui gli occhi e di concedere a sublime grazia del suo sorriso. Così allora, sorridente, la donna si rivolge al poeta, e la sua bellezza si fa tanto divina da non potere essere descritta da voce umana e da parola di artista. (v- 127-145).

Le tre domande della mediazione

Le considerazioni che seguono discendono da una personale riflessione sulla Gestalt, indirizzo terapeutico che secondo me reca ottimi spunti anche per la mediazione.

Quando pensiamo alle persone che vengono in mediazione civile e commerciale si presentano già delle difficoltà perché non sappiamo come definirle: non sono clienti, non sono pazienti, le chiamiamo parti.
E’ dunque un mestiere difficilissimo quello di uno, il mediatore, che non sa come definire il suo interlocutore: di uno che ha a disposizione solo un nome ed un cognome.
Ma che cosa vuol dire essere parti? che perseguono un interesse di parte, ma pure che in questo perseguire il loro interesse sono lontane anche da noi, nella relazione con noi; così come sono lontane tra di loro.
Le difficoltà aumentano.
Aumentano esponenzialmente se poi pensiamo che non abbiamo un interesse comune: c’è un interesse di ogni parte e delle parti e del mediatore.
Al contrario noi spesso siamo portati a pensare, per pigrizia, rassegnazione od altro, che la mediazione stia tutta in una domanda: ma ogni parte che cosa vuole dal mediatore?
Vero o no, per capirlo bisogna ascoltarla, ma non dobbiamo avere già la testa piena di quello che la parte dovrebbe provare e che dovrebbe dirci.
Per avere la testa libera dobbiamo metterci nei suoi panni e vedere che cosa sente quando ci racconta cose che abbiamo già ascoltato.
Dobbiamo essere curiosi e pensare: “Vuoi portarmi qui e allora andiamo a vedere ciò che c’è”.
Sì perché quel che c’è è invisibile da fuori.
La relazione tra due persone non è la pura sommatoria di due persone, è qualche cosa di più.
Così noi cerchiamo di raggiungere l’intero dell’altro attraverso le domande.
Un’automobile non è solo un insieme di pezzi di ferro, ma è una cosa che si muove e quel che la muove, che è natura della sua funzione, la benzina, l’energia, è invisibile ad una prima occhiata.
Nella ricerca ci capita poi di incontrare i suoi comportamenti: ora un comportamento non può essere giusto o sbagliato, diversamente non sarebbe un comportamento, ossia il prodotto di una data emozione (emozione deriva da emovere). Per questo noi non giudichiamo la parte, ma la aiutiamo a capire se può essere per lei proficuo sostenere o meno davanti al mondo quel mondo invisibile che abbiamo scoperto, il suo interesse che muove il comportamento.
Non è però davvero corretto ritenere che in mediazione ci sia solo da soddisfare la domanda “ma ogni parte che cosa vuole dal mediatore?”.
Gli interrogativi sono tre: certo è importante chiedersi poi che cosa vogliono le parti insieme, ma prima, forse prima di tutto, dovremmo interrogarci su ciò che vogliamo come mediatori da coloro che si siedono al nostro tavolo.
Il mediatore che non vuole niente dalla parte le impedisce di fare progressi: la mediazione, così come del resto ogni forma di comunicazione, si svolge tra persone che hanno tutte delle intenzioni.
Se tu mediatore non vuoi nulla dalla parte (a parte che inizi la mediazione e paghi l’indennità di mediazione), la relazione rimane impersonale.
Bisogna che il mediatore scopra che cosa la parte può dargli, ossia l’interesse suo proprio (al di là di quello economico).
E perché un essere umano interessa ad un altro essere umano? interessa perché è diverso. Vuole delle cose diverse.
Il mediatore deve smetterla di pensare che la sa più lunga della parte, deve iniziare a pensare che la sa solo diversa.
E che lo soddisfa, gli dà piacere aiutare colui che è diverso da lui, a soddisfarsi.

Corso di aggiornamento per mediatori a Reggio Emilia

CORSO DI AGGIORNAMENTO PER MEDIATORI CIVILI E COMMERCIALI 18 ORE – DICEMBRE 2019

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, in collaborazione con l’Ente di Formazione DPL Mediazione & Co., organizza l’evento:

CORSO DI AGGIORNAMENTO PER MEDIATORE CIVILE E COMMERCIALE 18 ORE

DocenteAvv. Carlo Alberto Calcagno

5 – 6 dicembre /12 – 13 dicembre 2019 dalle ore 14.30 alle ore 19.00 il giovedì e venerdì pomeriggio, c/o la Sala Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Via Paterlini, 1 a Reggio Emilia

 

Per iscrizioni e pagamenti si prega di fare riferimento alla Segreteria dell’Organismo di Mediazione, tel. 0522-276351, e-mail: mediazione@ordineforense.re.it . 

La quota di partecipazione prevista è di euro 220,00 oltre IVA per ogni partecipante, e sarà da versare entro il 29 novembre 2019

http://www.ordineforense.re.it/node/2279

Dante Alighieri – Divina Commedia – Purgatorio – Canto XXVIII-XXX cenni

Matelda

Canto XXVIII

La foresta e il fiume Lete: D. ne gode la meravigliosa bellezza.

Giunge ad un rivo limpidissimo dove sta una donna bellissima, che va cantando e cogliendo dei fiori.

­ Matelda[1] spiega a Dante l’origine del vento, la virtù generativa e la natura dei due fiumi, il Leté e l’Eunoè.

CANTO XXIX

– Matelda e D. giungono lungo le rive del Lete.

­ Per tutta la foresta si propaga una gran luce e un canto melodiosissimo.

­ Appare una mirabile e mistica processione (che rappresenta la Chiesa) costituita da: i sette candelabri (i sette doni dello spirito santo), i 24 seniori biancovestiti (il libri dell’Antico Testamento),  quattro animali (i quattro vangeli), il carro (la Chiesa trionfante e militante) a due ruote (il Vecchio ed il Nuovo Testamento o le virtù attiva e e contemplativa)  trainato dal grifone (il Cristo), con tre donne a sinistra (le virtù  teologali) e quattro a destra (le virtù cardinali), tutte vestite di porpora (lo spirito di carità). Appreso al carro ci sono due vecchi (San Luca e San  Paolo), quattro uomini (San Giacomo, San Pietro, San Giovanni, San Giuda) ed infine un vecchio (l’Apocalisse).

­ Si sente un tuono e la processione si ferma.

CANTO XXX

­ Apparizione di Beatrice che discende dal cielo tra il lieto trionfo degli angeli. Virgilio scompare.

­ D. piange per questa scomparsa e  Beatrice lo rimprovera.

­ Beatrice espone agli angeli il traviamento del poeta: gli angeli cantano parole di compassione per Dante.

 ­Altri rimproveri di Beatrice.

[1] Così scrive il Petrocchi (Vita di Dante, cap. XIV, L’immagine del Purgatorio) con riferimento a Matelda: “La presentazione emblematica, allusiva ma in un cerchio affatto indeterminabile, vaghissimo, di Matelda ha indotto gli studiosi a sforzare il testo alla ricerca dell’identificazione storica, anziché sconsigliare o relegare in un angolo non importante la necessità dell’investigazione. Se Dante ha voluto esprimersi per enigmi, il volerli risolvere ad ogni costo è andare contro le intenzioni dello scrittore, soprattutto quando non esista una prova, interna o esterna, concretissima della persona storica: la contessa Matilde di Canossa (cui credevano il Lana e anche Pietro di Dante), santa Matilde regina, santa Matilde di Hackenborn, Matilde di Magdeburgo: e s’è giunti persino a formulare ipotesi fuori della denominazione Matelda-Matilde cioè Maria Maddalena o altri personaggi delle Sacre Scritture e della vita religiosa medievale. Se dobbiamo respingere seduzioni di “realtà” storica, ciò non significa che dietro il simbolo di Matelda venga fatto divieto di scorgere il riflesso d’un’esperienza giovanile del poeta che trovi il grande corrispettivo e risolvente nel personaggio di Beatrice, cui Matelda è strettamente connessa anche nella fabula simbolico-narrativa del Paradiso terrestre, in un parallelismo Lia-Rachele da un lato, Matelda-Beatrice dall’altro, che consente di risolvere altre cruces della processione mistica. In tal senso sono stimolanti le pagine del Contini, là dove sottolinea una “solidarietà onomastica nella prima quanto nella seconda coppia”, in modo da poter sostenere “l’opinione di chi tende a ravvisare in Matelda una delle amate subalterne di Dante, verisimilmente una di quelle della Vita Nuova“, in netta opposizione al diniego del Barbi che in Matelda s’identificasse una delle “fiorentinelle” amate dal poeta in gioventù.

Il rapporto tra il protagonista e la bella donna, provenga esso da un remoto ricordo, o sia effetto d’una costruzione simbolica che tragga nascita addirittura dal decennale della morte di Beatrice (cioè significhi per il personaggio una mera presenza ideale che completi quella di Beatrice), spiega le ragioni dell’apparizione di un'”altra” donna prima e accanto alla gentilissima, il perché del salmo Delectasti cantato dalla donna soletta, che solo più tardi s’inserisce, guidando Dante, vicino alle quattro belle, le ancelle di Beatrice (Purg., XXIX, 103-104), fa bere a Dante le acque del Letè e dell’Eunoè. Matelda è, dunque, una “guida”, una ripetizione del simbolo di Lia, figura della vita attiva, e una ministra liturgica (simbolo della Chiesa cui è stato affidato da Cristo il compito di amministrare i sacramenti da Lui istituiti). Si può privilegiare uno dei tre compiti di Matelda, sottolineando in modo particolare l’accostamento a Lia e quindi parlando di una vita attiva “perfetta”, ovvero ponendo in maggiore risalto la funzione culturale: immersione nell’acqua (nuovo battesimo) e dissetamento dell’anima con l’acqua, un rito non consueto, non legato alla pratica sacramentale dei fedeli che vivono nella Chiesa, ma inventato e orchestrato appositamente per un pellegrino d’eccezione qual è il poeta.

Quale ministro rituale e simbolo dell’azione carismatica, Matelda è una ravvivatrice della virtù, facendo riemergere la coscienza morale dell’uomo ad un livello di auto-conoscenza e costringendo (con l’immersione, con la potazione) a purificare la coscienza ora tutta cognita, tutta impegnata nello sforzo di mortificazione ascetica e di purezza spirituale. All’interno di questa esegesi del simbolo, e non come sostituzione d’una figura ad altra, possono ancora trovare spazio altre ipotesi: Matelda come la Sapienza personificata, ovvero come la Filosofia (in un rapporto, quindi, non acclarabile rispetto ai simboli della Donna Gentile e di Virgilio), o la felicità temporale, o infine l’innocenza originaria che godé l’uomo nel Paradiso terrestre prima del peccato originale, ovvero (qui entra il modo di leggere Dante tipico di Giovanni Pascoli) l’Arte nel senso propugnato da san Tommaso. Tutti questi complessi interrogativi, ognuno dei quali non è del tutto privo di qualche favilla d’ammissibilità, non debbono peraltro vietarci di godere la figura poetica del personaggio, in quell’incantato paesaggio pittorico e musicale della divina foresta e di tutto il panorama figurativo del Paradiso terrestre, realizzato, come ebbe a scrivere il Croce, “in una nuova forma di squisita perfezione, in cui il fascino della gioventù, della bellezza, dell’amore e del riso si esalta in ogni immagine”.

Nel racconto del viaggio nel Paradiso terrestre Matelda ha inoltre un’altra funzione, la quale per sé sola non sarebbe sufficiente a spiegare il simbolo che la bella donna esprime, anche nel caso in cui si volesse far coincidere in Matelda tanto il valore della vita attiva quanto quello della vita contemplativa (Lia che va intorno tessendosi una ghirlanda di fiori, e la sorella Rachele che non si disgiunge mai dal suo specchio). È la funzione dell’attesa di Beatrice, il rito preparatorio del ritorno del poeta alla sua stessa origine emotiva e concettuale, la “messa dei catecumeni” celebrata da una donna bella e prototipica sì, ma che è destinata a dileguarsi, sebbene lentamente, da un territorio dottrinario che d’ora in poi dovrà essere occupato soltanto da Beatrice. Tutti i primi sessantatré canti della Commedia (sessanta multiplo di sei e di tre, e tre numero perfetto) altro non sono che una faticosa preparazione al ritorno di Beatrice, ma dalle fiamme dei lussuriosi all’apparizione di Matelda il ritmo che precede il ritorno della gentilissima si fa più incalzante. Scoprire i tempi di questo ritmo nella complicata simbologia della processione mistica, è anzitutto affidare un reale valore poetico ad uno scenario così sovraccarico di figure e riferimenti allegorici, diviso nei due atti della processione mistica, al cui centro vibra la requisitoria della riapparsa Beatrice contro il traviamento del poeta.

Una breve nota sul Contratto per il governo del cambiamento e gli strumenti negoziali

 

Nell’ultima bozza datata 17 maggio ore 11 del “Contratto per il governo del cambiamento” si legge a pagina 15:

“Si propone di rendere alternative tra loro (e non entrambe esperibili), anche se obbligatorie, la mediazione e la negoziazione assistita per tutte le materie e, nel caso la richiesta di esperimento della mediazione avvenga da parte del giudice a causa già iniziata (c.d. mediazione delegata), che questa possa avvenire solo su richiesta concorde delle parti e non sia dunque obbligatoria. Diversamente, per le questioni in cui sono coinvolti figli minorenni, si ritiene necessaria l’obbligatorietà della mediazione civile”.

Un primo facile rilievo a questo programma riguarda la generica estensione a tutte le materie.

È noto che allo stato attuale in Italia la mediazione civile e commerciale e la negoziazione assistita possono venire in campo soltanto qualora la controversia verta su diritti disponibili[1]. E dunque coerenza normativa vorrebbe perlomeno di inserire l’inciso “su diritti disponibili”.

L’estensione a tutte le materie della negozialità, che con le opportune cautele, non sarebbe per la verità un male, sembrerebbe poi allo scrivente di ispirazione transalpina, ma, se così è, bisogna evidenziare che in Francia i mezzi alternativi riguardano in genere diritti disponibili. Quando sono in ballo materie come la separazione, il divorzio od il lavoro, c’è sempre e comunque un controllo giudiziale (omologazione) se non un procedimento giudiziale nel quale la volontà delle parti viene vagliata dal giudice.

L’alternatività delle misure come prevista dal Contratto, è sempre prevista in Francia, ma qui non esiste la condizione di procedibilità. Viene fatta salva la volontarietà di tutti i tipi di tentativi di componimento (non solo della mediazione civile e della negoziazione assistita), e si stabilisce che se le parti non hanno provato a comporre la controversia, non ci sono sanzioni: è il giudice che semplicemente suggerisce un percorso mediatorio o conciliatorio.

L’Italia ha scelto invece la obbligatorietà e dunque non si capisce perché ora si debba seguire la logica di applicare distorcendolo un meccanismo che è nato, in base ad un ragionamento politico, per far salva la volontarietà e l’autonomia dei privati e nello stesso tempo non recare fastidio agli avvocati.

Peraltro gli stessi Francesi ritengono che la loro sia una disciplina inefficace, tanto che ad esempio in un buon settore del lavoro pubblico è ora previsto un mezzo alternativo, addirittura a pena di inammissibilità dell’azione.

L’Italia in altre parole ha scelto di affrontare con la mediazione civile 200.000 controversie all’anno, in Francia se va bene se ne affrontano 20.000: non si comprende perché Lega e 5 Stelle vogliano annullare in un solo colpo il cammino fatto sin qui dal nostro paese.

Stabilire poi l’alternatività delle due misure avrebbe delle ricadute pesantissime, non solo sulla deflazione del contenzioso, ma anche sugli organismi privati.

La negoziazione assistita in Italia non ha preso campo se non in materia di famiglia (ma forse nemmeno), così come è avvenuto del resto in Francia.

Avrebbe come unico effetto quello di far chiudere in un lampo tutti gli organismi privati che sono già peraltro con l’acqua alla gola.

I due strumenti, mediazione e negoziazione assistita, non implicano, infatti, le stesse ricadute in termini di tempo e denaro.

La negoziazione assistita al legale costa in sostanza solo il tempo ed il denaro dell’invio di una raccomandata; la mediazione comporta invece il versamento delle spese d’avvio.

Nell’ipotesi in cui il legale si trovi semplicemente a voler adempiere la condizione di procedibilità, non c’è dunque partita tra i due strumenti.

Per la mediazione ci sarebbe una caduta verticale dell’utilizzo. Resterebbero in piedi soltanto gli organismi degli avvocati presso i Tribunali perché questi si fregiano di locali messi a disposizione dal Presidente del tribunale e comunque i loro dipendenti vengono già pagati per altre mansioni.

Questo è dunque lo scenario che Lega e 5 Stelle intendono auspicare, la rovina di molte famiglie che si sono messe in buona fede a disposizione dello Stato e l’esplosione del contenzioso giudiziale.

La stessa previsione della mediazione delegata volontaria interrompe un processo virtuoso del nostro paese.

Non si comprende poi perché negoziazione assistita e mediazione non possano anche cumularsi volontariamente: forse si vuole imporre a tutti i costi il giudizio e non tenere in nessun conto l’autonomia privata?

Nel contratto si legge ancora che per le questioni in cui sono coinvolti figli minorenni, “si ritiene necessaria l’obbligatorietà della mediazione civile”: personalmente preferirei che continuasse ad essere necessario il giudice; nella mia esperienza di mediatore ho visto troppe coppie che trincerandosi dietro alla materia (diritto reale, divisione etc,) mi sono venute davanti in casi in cui erano coinvolti minori di 14 anni! Senza contare che il mediatore civile e commerciale non ha gli strumenti né la conoscenza per occuparsi delle questioni familiari. Semmai dovrebbe proporsi la mediazione familiare sotto al controllo del giudice.

Ancora una parola sulla mediazione familiare, visto che l’ho evocata: da mediatore familiare potrebbe anche andarmi bene la previsione dell’obbligatorietà. Ma potrebbe rilevarsi anche un boomerang per i miei clienti che “obbligati a dover prendere coscienza di essere genitori”, potrebbero vedere l’istituto come una formalità da assolvere e non come la grande opportunità che è.

Nei paesi ove si è resa obbligatoria la mediazione familiare, generalmente ci si è riferiti solo all’obbligo di un incontro informativo, e non alla mediazione propriamente detta.

[1] Art. 2 decreto legislativo 28 del 4 marzo 2010 n. 28

Controversie oggetto di mediazione

Chiunque può accedere alla mediazione per la conciliazione di una controversia civile e commerciale vertente su diritti disponibili, secondo le disposizioni del presente decreto.

Art. 2 TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 12 settembre 2014, n. 132

b) l’oggetto della controversia, che non deve riguardare diritti indisponibili o vertere in materia di lavoro.

L’Enneagramma

Che cosa significa Enneagramma?

La parola deriva dal greco: ennea (nove) e gramma (segno)

Come lo conosciamo nel suo aspetto odierno?

Lo conosciamo grazie a Gurdjieff, un armeno che parlava 26 lingue (1872-1949).
Si diffonde dopo la morte di G. tramite Ouspensky, un suo allievo, Ichazo e l’allievo di quest’ultimo lo psichiatra Naranjo
Gurdjeff ci dice di aver conosciuto l’Enneagramma negli anni Venti in Afghanistan durante una sua visita a un monastero Sufi Naqshbandi. Lo stesso ci dice Ichazo (1964).
La provenienza è pertanto religiosa. I coltivatori attuali dell’Enneagramma in questo ambito sono i Gesuiti

Le idee sono molto antiche

Omero parla già di 9 caratteri nell’Odissea e li descrive
Per alcuno se ne occupò anche Pitagora: era la nona figura geometrica delle 10 della scuola pitagorica
Arriva nel cenacolo platonico ed è Platone a trovare una connessione tra numeri ed idee
Teofrasto descrive qualcosa di simile ne «I Caratteri»
La cabala ebraica prevede un disegno simile (Albero della vita)
Vi è un’idea dell’E. anche in Plotino.

Che cosa è in concreto l’Enneagramma?

È un antichissimo sistema che individua in 9 numeri gli enneatipi (ossia i caratteri) a cui un/a uomo/donna può appartenere

Perché ci serve?

La comprensione del carattere a cui apparteniamo può aiutarci ed eliminare quei comportamenti che ci limitano e conseguentemente a evolverci.
Per i professionisti (di qualsiasi genere) è importante intuire il carattere del cliente per metterlo a suo agio e dunque realizzare una comunicazione che sia in grado di aiutarlo.

La filosofia dell’Enneagramma

Gurdjieff scrive:

“Il risveglio di un uomo ha inizio nell’istante in cui si rende conto che non va da nessuna parte e che non sa dove andare…
….Altrettanto può dirsi dell’idea del bene e del male, la cui esistenza è legata ad uno scopo permanente, ad una direzione permanente, e a un centro di gravità permanente”.

Per capire dove andare, quale è il nostro scopo e sapere ciò che è male e ciò che è bene, dobbiamo dunque risvegliarci dal sogno in cui siamo immersi. E prendere consapevolezza di ciò che siamo

L’Enneagramma è uno strumento che serve a capire che cosa siamo, a trovare in primo luogo un centro di gravità permanente (come cantava Battiato, grande studioso dell’Enneagramma e dell’Oriente).

Per Gurdijeff i centri di gravità permanenti sono tre: intelletto, emotività ed istinto.

Primo passo è dunque quello di capire se abbiamo dedicato la nostra vita soprattutto a pensare, ad essere amati oppure ad agire.

Una volta scoperto a quale centro di gravità apparteniamo ci sono tre caratteri (enneatipi) che fanno capo ad ogni centro.

Se amo più che altro pensare posso essere un 5 o un 6 o un 7
Se preferisco agire posso essere un 8 o un 9 o un 1
Se mi piace soprattutto essere amato dagli altri sono un 2 o un 3 o un 4

Ogni numero (enneatipo) interpreta una passione specifica.

Ad es. l’1 la perfezione, il 3 il successo, l’8 il potere ecc.

Gurdjieff chiamava queste passioni “ammortizzatori” perché ci aiutano ad affrontare la vita.

Ma perché individuarli? Per cercare di superarli.

Gli ammortizzatori ci fanno sopravvivere, ma limitano la nostra possibilità di crescere e di recuperare quella che è la nostra essenza, essenza che abbandoniamo sempre di più alimentando la corazza con cui ci circondiamo.

Approfondire l’Enneagramma ci consente di “risvegliarci”, di liberarci dalle passioni che ci limitano.

Cristo nel suo percorso terreno è stato l’unico uomo che ha posseduto tutti e tre i centri di gravità, ma nello stesso tempo era libero dalle passioni, dagli ammortizzatori che limitano noi.

La mediazione familiare: Bulgaria

La Bulgaria ha una tradizione almeno secolare di componimenti bonari.

A Plovdiv[1], la seconda città della Bulgaria dopo Sofia, tra il 1880 e il 1930 i più nobili, autorevoli e rispettati cittadini mediavano le dispute tra concittadini.

Erano chiamati “intercessori” e praticavano la mediazione (медиацията) negli uffici che si trovano sulla strada principale della città[2].

L’accordo è così importante per i bulgari che le parti hanno a disposizione un mese dalla pubblicazione di una sentenza per comporre bonariamente la vertenza che li oppone (con il limite del buon costume e del rispetto della legge); in caso di intesa il tribunale annulla su richiesta la sua decisione[3].

Sempre più persone cercano anche oggi di comporre le loro controversie con la procedura negoziata. Ciò accade per le questioni civili ma soprattutto con riferimento alle questioni familiari, specie per iniziativa del Tribunale della città di Sofia ove la mediazione è gratuita.

Il tempo medio necessario per la mediazione è di un mese, mentre quello per un giudizio di primo grado è di un anno: e dunque in Bulgaria c’è un notevole risparmio di tempo rispetto ad un giudizio ordinario[4]. Dal 2000 si è iniziato nel Paese a formare dei mediatori[5] anche se solo nel 2004 è stata varata una legge[6] sulla mediazione che è poi stata emendata nel 2006 e nel 2011[7] per far fronte al disposto della Direttiva 52/08[8].

In generale vi è un unico limite alla mediazione: non ha luogo solo se la legge od un regolamento prevedono un’altra modalità per raggiungere un accordo[9].

La procedura è soggetta ai principi di riservatezza, di uguaglianza, di neutralità e d’imparzialità del mediatore[10].

La mediazione è poi condotta anche nei casi previsti dal codice di procedura penale (НАКАЗАТЕЛНО-ПРОЦЕСУАЛЕН КОДЕКС)[11]. L’art. 24 del C.p.p. stabilisce che se le parti hanno raggiunto un accordo transattivo il procedimento penale si chiude[12]; all’ultimo comma si aggiunge che nel caso di reato perseguibile a richiesta della persona offesa, l’azione penale termina qualora reo e vittima si siano riconciliati, a meno che il reo non abbia adempiuto l’accordo senza una buona ragione[13].

Anche il Codice di procedura civile (ГРАЖДАНСКИ ПРОЦЕСУАЛЕН КОДЕКС)[14] ricomprende la possibilità di partecipare ad una mediazione.

Una modifica al Codice di procedura civile entrata in vigore il 1° marzo del 2008 prevede che le controversie civili e commerciali di competenza del Tribunale possano portarsi in mediazione giudiziale preventiva.

La norma è stata emanata dopo un lungo percorso: nel 2005 abbiamo avuto in Bulgaria il primo programma di judicial mediation ad opera della Tribunale regionale di Sofia.

Nel 2007 tre giudici del predetto tribunale hanno deciso di operare in proprio come mediatori.

Ma i risultati sono stati modesti perché non avevano una sufficiente competenza.

Così in coincidenza con la nuova formulazione normativa del 2008 il sistema giudiziario bulgaro si è affidato agli esperti della scuola di Harvard e nel 2009 ci sono stati 12 giudici che hanno partecipato ad un corso di 32 ore; il risultato di ciò è stato che sono partiti 11 programmi di mediazione in cui ogni giudice si metteva disposizione come mediatore per un giorno alla settimana; ai giudici col tempo si sono affiancati mediatori volontari[15].

In oggi i giudici possono informare le parti della possibilità di partecipare ad una mediazione o ad altri mezzi di composizione bonaria dei conflitti[16].

Così accade anche in sede di procedimento di divorzio ove il giudice alla prima udienza con comparizione personale obbligatoria è tenuto in prima battuta a provare la conciliazione; se la conciliazione fallisce è tenuto a “spingere le parti” verso la mediazione[17]; se le parti convengono di avviare la mediazione o ad altri mezzi di composizione amichevole della controversia, il processo è sospeso.

Ciascuna delle parti può chiedere la riapertura del procedimento entro sei mesi. Se tale richiesta non viene effettuata, il caso è chiuso.

Se è raggiunto un accordo, in base al contenuto, può accadere che il procedimento termini o che prosegua nelle forme del divorzio per mutuo consenso.

Se le parti non hanno convenuto di partecipare ad una mediazione o ad altri mezzi di composizione amichevole, l’udienza prosegue.[18]

Ancora in materia di controversie commerciali il giudice informa le parti che possono partecipare ad una mediazione o ad altri mezzi di composizione bonaria dei conflitti[19].

L’art. 234 c. 1 e 3 del Codice di procedura civile bulgaro prevede oggi che l’accordo extragiudiziale sia omologato dal giudice se non è contrario al diritto e alla morale e che abbia il valore di una transazione giudiziaria[20].

Tale recente modifica normativa è assai utile dal momento che le transazioni giudiziarie su diritti disponibili hanno in Bulgaria la forza di una sentenza passata in giudicato ossia di una decisione definitiva che non è soggetta a ricorso davanti a un tribunale superiore[21].

Si aggiunga che gli avvocati bulgari hanno una certa dimestichezza con la materia degli ADR.

Sin dal 2005 il codice etico degli avvocati bulgari si occupa di ADR.

L’art. 18 (Mezzi alternativi di risoluzione delle controversie. Gratuito patrocinio) prevede che: “(1) L’avvocato cerca di pervenire ad una risoluzione efficace della controversia per il suo cliente. L’avvocato informa e assiste i propri clienti sulla opportunità di utilizzare una mediazione, una transazione, una conciliazione e/o altri mezzi alternativi disponibili di risoluzione delle controversie. (2) Nei casi in cui il cliente abbia il diritto all’assistenza legale o ad altre forme compatibili è tenuto a informarlo di queste opportunità[22].

La cultura negoziale è radicata anche per i rapporti con la Pubblica Amministrazione come recita il Codice amministrativo (АДМИНИСТРАТИВНОПРОЦЕСУАЛЕН КОДЕКС) all’art. 20: “Art. 20. (1) Nei procedimenti dinanzi alle autorità amministrative le parti possono stipulare un accordo, se ciò non è contrario alla legge. (omissis) (8) L’accordo sostituisce l’atto amministrativo[23]. L’accordo può intervenire prima che l’atto amministrativo sia emanato, in sede di impugnazione e davanti al giudice amministrativo (art. 178)

Se scendiamo in maggiore dettaglio possiamo ricordare che in Bulgaria la mediazione è una procedura volontaria e riservata per la risoluzione alternativa delle controversie in cui un mediatore terzo assiste le parti in causa nel raggiungere un accordo[24].

La mediazione non è dunque mai condizione di procedibilità[25].

In materia di consumo si aggiunge che “la riluttanza a partecipare al procedimento di mediazione non può portare a conseguenze negative”.

L’ambito in cui la procedura risulta esperibile è quello civile, commerciale, del lavoro, della famiglia[26] e delle controversie legate ai diritti dei consumatori[27] e pure di altre controversie tra gli individui e/o le persone giuridiche, anche in ambito transfrontaliero[28].

Al di là del tenore esplicito della norma la mediazione viene utilizzata anche per il diritto scolastico, per le pratiche d’intermediazione finanziaria, per le controversie collettive di lavoro e nelle questioni sanitarie.

Degno di rilievo in materia è in primo luogo il regolamento attuativo della legge sulla mediazione, l’ordinanza del 15 marzo 2007 n. 2[29] che si occupa dei termini e delle condizioni per il riconoscimento delle organizzazioni che formano i mediatori, dei programmi di formazione dei mediatori, del loro codice etico e delle regole di procedura ed infine dei termini e delle condizioni per l’accesso, l’uscita e la cancellazione dei mediatori dal Registro unico dei Mediatori.

La domanda di mediazione è presentata da una o da entrambe le parti della controversia a un mediatore, e contiene:

  1. I nomi delle parti;
  2. l’indirizzo, il telefono, il fax;
  3. una breve descrizione della controversia[30].

Quando i mediatori sono associati la proposta di mediazione deve essere presentata all’associazione[31].

Non esiste dunque un obbligo di appartenenza ad un organismo che eroghi mediazione.

Le parti hanno pari opportunità di partecipare alla procedura di mediazione[32].

Possono ritirarsi dalla procedura in qualsiasi momento se lo desiderano[33].

L’ordinanza 2/2007 specifica al proposito che il mediatore si impegna a mediare tra le parti in causa a condizione che possa mantenere la sua imparzialità[34].

Durante la procedura egli non dovrebbe mostrare pregiudizio o preconcetto basato sulle qualità personale delle parti o sul loro passato che viene presentato in mediazione[35].

La mediazione avviene all’interno di una o più riunioni[36].

Sono previsti incontri di concerto con ciascuna delle parti nel tempo che ritengono più comodo[37].

Il mediatore informa le parti circa la natura della mediazione e i suoi effetti, all’inizio del primo incontro[38].

Nel presentarsi rivela alle parti eventuali circostanze che possono portare ad un conflitto di interessi[39].

Il mediatore chiede alle parti di prestare consenso orale o scritto a partecipare alla mediazione dopo essersi accertato che hanno compreso la natura e le conseguenze della mediazione[40].

Nella mediazione del consumo vengono messi a fuoco anche i principi di correttezza e trasparenza[41], di legalità[42] e di efficacia od effettività[43].

Ogni mediazione è disciplinata unicamente dallo scambio dei consensi tra le parti[44].

Il mediatore avvia il processo di mediazione, una volta che le parti hanno concordato le condizioni per il pagamento del suo lavoro[45].

Interessante è che la legge disponga che il compenso non può essere commisurato al risultato raggiunto[46]: non si può in altre parole stipulare una specie di patto di quota lite.

Il mediatore crea un ambiente favorevole per la comunicazione libera delle parti in causa in modo che possano migliorare la loro relazione e raggiungere un accordo[47].

Il mediatore mette le parti nelle condizioni di raggiungere un comune accordo e di comprenderne le disposizioni[48].

L’ordinanza aggiunge al proposito che il mediatore deve promuovere attività che possano informare circa la reale portata della procedura di mediazione[49].

Il mediatore non può fornire consulenza legale, ma assiste solo le parti nel raggiungere un accordo reciprocamente accettabile[50].

Il mediatore rispetta il parere di ciascuna delle parti della controversia e esige il rispetto da loro[51].

Il mediatore può terminare la mediazione, se proprio l’apprezzamento del caso e l’etica suggeriscono che la mediazione non procede in modo legale ed etico[52].

Sempre in materia di consumo viene descritta in dettaglio la prima riunione congiunta anche se ovviamente alcuni elementi valgono anche per le atre forme di mediazione: il mediatore porge il benvenuto ai partecipanti e specifica le regole di procedura, e quindi fornisce alle parti la possibilità di esporre i diversi punti di vista sul conflitto. Scopo di questo primo incontro è quello di introdurre i partecipanti alla procedura per raccogliere informazioni, individuare i problemi e iniziare a generare possibili soluzioni. L’obiettivo principale del mediatore è quello di realizzare un dialogo costruttivo tra le parti. Il mediatore deve garantire il tono pacifico della riunione e guidare le parti ad esporre le opinioni in modo giustificato. Il mediatore preliminarmente comunica alle parti che il suo compito è quello di facilitare il dialogo tra loro per ottenere una risoluzione volontaria del conflitto sulla base di reciproche concessioni; aggiunge inoltre che non sostiene alcuna delle parti, che ciascuna delle parti è responsabile per un eventuale l’accordo e che al contrario il mediatore non può ritenersi responsabile per il suo contenuto; infine precisa che se lo si desidera, qualsiasi parte può consultarsi con gli esperti sia in merito alla definizione della procedura che alla possibilità di impegno in essa.

Sulle sessioni separate il regolamento del consumo così si esprime: il mediatore ha la facoltà, a sua discrezione, di tenere riunioni con ciascuna parte separatamente. Lo scopo di questi incontri è quello di chiarire le posizioni di ciascuna parte e di ottenere maggiori informazioni che potrebbero essere utili per il conseguimento dell’oggetto del procedimento, e di esaminare se talune conclusioni della controversia siano o meno accettabili.

E con riferimento alla congiunta finale: il mediatore promuove la composizione amichevole della controversia di comune accordo tra le parti interessate. Se le parti sono d’accordo redige una ricognizione di accordo e la presenta alle parti per la firma. Il mediatore firma solo il documento originale. Una copia autentica dell’accordo può essere emessa su richiesta. Il mediatore informa i partecipanti che, se una parte non adempia agli obblighi derivanti dal contratto, l’altra parte può rivolgersi al tribunale.

Sempre in materia di consumo il mediatore può, a sua discrezione o su richiesta di una delle parti, a condizione che l’altra parte non si opponga, tenere alcune o tutte le riunioni in remoto utilizzando un mezzo di comunicazione a distanza.

Le discussioni in relazione alla controversia sono confidenziali. I partecipanti in mediazione sono tenuti a mantenere il segreto su tutte le circostanze, fatti e documenti che sono diventati notori durante la procedura[53].

Il mediatore non può essere chiamato come testimone sulle circostanze per cui gode della fiducia delle parti che siano rilevanti per risolvere la controversia oggetto della mediazione, se non con il consenso espresso della parte che ne ha fiducia[54].

La testimonianza è consentita nei casi in cui:

  1. È necessaria per esigenze del processo penale[55] o per la tutela dell’ordine pubblico;
  2. si deve garantire la tutela degli interessi dei bambini o è necessario scongiurare un danno all’integrità fisica o mentale di una persona, o 3. la divulgazione dell’accordo raggiunto a seguito della mediazione, è necessaria per attuare e applicare tale accordo[56].

In caso di interruzione della mediazione il mediatore non va esente dall’obbligo di mantenere il segreto relativamente alla sua attività di mediazione[57].

Interessante è quanto previsto dal regolamento del consumo in ordine alle richieste e proposte che le parti possono scambiarsi: il mediatore deve richiedere alle parti di formulare chiaramente le loro richieste e proposte. Deve astenersi da stime e pareri su tali richieste e proposte. Nel caso in cui una richiesta o una proposta sia contraria alla legge, il mediatore ne informa le parti e specifica che un accordo sul punto sarebbe nullo.

L’accordo vincola soltanto le parti.

In Bulgaria esiste un registro unificato[58] per i mediatori: coloro che vi sono iscritti possiedono una certificazione di qualità ed il solo fatto dell’iscrizione implica la riservatezza degli operatori[59].

Il registro ministeriale contiene una lista di 1.865 mediatori[60] ed è pubblicato online[61].

Sia l’iscrizione dei mediatori, sia quella degli enti di formazione avviene online.

I mediatori pagano una tassa di iscrizione di 20 LEV (10,19 €); gli enti di formazione di 100 LEV (50,94 €).

I soggetti che svolgono funzioni in materia di giustizia (magistrati/giudici, procuratori, investigatori) non possono operare come mediatori.

Non esiste un codice di condotta specifico per i mediatori. Però le norme etiche sono contenute nella legge sulla mediazione e nel già analizzato regolamento n. 2 del 15 marzo 2007 che stabilisce le condizioni e la procedura di abilitazione delle organizzazioni che prestano servizi di mediazione[62].

Le organizzazioni che offrono formazione per mediatori provengono dal settore privato e devono essere approvate dal Ministero della Giustizia[63], come in Italia.

Gli organismi di formazione che sono attualmente 39, devono all’uopo presentare domanda per essere inseriti nel registro tenuto dal Ministero della Giustizia con apposito modulo[64].

Il Ministro ha 30 giorni di tempo per approvare l’organizzazione[65].

Nel caso di irregolarità documentali esse vanno corrette entro 14 giorni dal ricevimento della notifica[66].

La formazione dei mediatori viene attuata attraverso un monte di 60 ore ed è pratica e teorica nelle stesse proporzioni[67].

Il programma da rispettare è molto puntuale e si evince dalla appendice n. 2 all’ordinanza[68].

La formazione dei mediatori si conclude con un esame che viene condotto da un comitato: comprende un test ed una simulazione di mediazione[69].

Le persone che superano l’esame ricevano apposito certificato di compiuta formazione[70].

Dal 2011 il mediatore deve svolgere anche un aggiornamento periodico di 30 ore a cui segue lo stesso esame precedentemente descritto ed il rilascio di apposito certificato di specializzazione[71].

I contenuti di quest’ultima formazione che viene definita “formazione supplementare mediante specializzazione” prevede l’acquisizione di competenze teoriche e pratiche specifiche per condurre la procedura di mediazione nei seguenti tipi di controversie:

-contenzioso civile, comprese le controversie relative ai diritti dei consumatori;

– controversie amministrative;

– controversie del lavoro;

– controversie familiari;

– controversie commerciali;

– mediazione in casi criminali;

– controversie transfrontaliere;

– altri tipi di controversie.

È prevista una parte teorica ove si affrontano:

  1. La possibilità di applicare la procedura di mediazione.
  2. Il quadro legislativo e l’applicazione pratica della mediazione.
  3. Le particolarità della procedura di mediazione nelle controversie specializzate e la costruzione delle competenze specifiche del mediatore nella conduzione della procedura.
  4. L’effetto dell’accordo raggiunto in mediazione specializzata e la sua esecutività.

La parte pratica è destinata a simulazioni, lezioni individuali, seminari pratici.

[1] Detta la Firenze bulgara.

[2] http://www.baadr.com/history.php

[3] Спогодба след приключване на съдебното дирене

Чл. 249. Съдът обезсилва постановеното от него решение, ако преди влизането му в сила страните заявят, че са се спогодили и молят да се прекрати делото.

[4] http://dariknews.bg/view_article.php?article_id=1167786

[5]  V. E. GEORGIEV, Is enthusiasm sufficient to promote mediation?, in Overview of judicial mediation in the world, L.’Harmattan, 2010, Paris, p. 66 e ss.

[6] Legge sulla mediazione promulgata SG. 110 del 17.12.2004 In Coll – APIS, vol. 1 / 2005, p. 320. Il testo è stato successivamente integrato (No. 86 del 24.10.2006,  No. 9 del 28.01.2011,. No. 27 del 04.01.2011).

ЗАКОН за медиацията Обн., ДВ, бр. 110 от 17.12.2004 г., изм. и доп., бр. 86 от 24.10.2006 г., доп., бр. 9 от 28.01.2011 г., изм. И доп., бр. 27 от 1.04.2011 г. Сборник закони – АПИС, кн. 1/2005, стр. 320

http://www.lex.bg/bg/laws/ldoc/2135496713

[7] Legge promulgata SG. 27 del 1°.04.2011.che modifica Legge sulla mediazione promulgata SG. 110 del 17.12.2004. ЗАКОН ЗА ИЗМЕНЕНИЕ И ДОПЪЛНЕНИЕ НА ЗАКОНА ЗА МЕДИАЦИЯТА (ДВ, БР. 110 ОТ 2004 Г.). Обн. ДВ. бр.27 от 1 Април 2011г. In http://www.citybuild.bg/act/zakon-izmenenie-dopylnenie/2135725431

[8] http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:136:0003:0008:it:PDF

[9] Art. 3 c. 3 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110.

[10] Artt. 6 e 7 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110.

Nell’ambito del consumo viene data dal regolamento sulla procedura questa definizione: la mediazione è un procedimento in cui le parti di una controversia (consumatore / utente e concessionario) cercano di comporre amichevole con l’assistenza di una terza parte indipendente qualificato – un mediatore (art. II).

[11] Art. 3 c. 2 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110.

[12] Чл. 24. (3) Производството по дела от общ характер се прекратява и когато съдът одобри споразумение за решаване на делото.

[13] Чл. 24. (5) 3. пострадалият и деецът са се помирили, освен ако деецът не е изпълнил условията на помирението без уважителни причини;

[14] http://lex.bg/laws/ldoc/2135558368

[15] E. GEORGIEV, Is enthusiasm sufficient to promote mediation?, in Overview of judicial mediation in the world, L.’Harmattan, 2010, Paris, p. 66 e ss.

[16] Чл. 140. (3) Съдът насрочва делото в открито заседание, за което призовава страните, на които връчва препис от определението по ал. 1. Съдът може да съобщи на страните и проекта си за доклад по делото, както и да ги напъти към медиация или друг способ за доброволно уреждане на спора.

[17] Разглеждане на делото

Чл. 321. (1) В първото заседание за разглеждане на делото по иск за развод страните трябва да се явят лично. При неявяване на ищеца без уважителни причини производството се прекратява.

(2) След разрешаването на предварителните въпроси и тези по редовността на исковата молба съдът е длъжен отново да напъти страните към медиация или друг способ за доброволно уреждане на спора.

(3) Ако страните постигнат съгласие за започване на медиация или друг способ за доброволно уреждане на спора, делото се спира.

(4) Всяка от страните може да поиска възобновяване на производството по делото в 6-месечен срок. Ако такова искане не бъде направено, делото се прекратява.

(5) Когато се постигне споразумение, в зависимост от съдържанието му делото или се прекратява, или се преминава към производство за развод по взаимно съгласие.

(6) Ако страните не постигнат съгласие за процедура по медиация или друг способ за доброволно уреждане на спора, разглеждането на делото продължава.

Cfr. anche l’art. 49 del Codice della famiglia (СЕМЕЕН КОДЕКС) sempre in tema di divorzio che fa riferimento alla conciliazione, alla mediazione e ad altri strumenti alternativi. http://lex.bg/bg/laws/ldoc/2135637484

[18] Art. 321 C.p.c.

[19] Art. 374 c. 2 C.p.c.

(2) Съдът насрочва делото в открито заседание, като изпраща на ищеца допълнителния отговор. Съдът съобщава на страните определението си по ал. 1. Той може да им съобщи и проекта си за доклад по делото, както и да ги напъти към процедура по медиация или друг способ за доброволно уреждане на спора.

[20] Съдебна спогодба

Чл. 234. (1) За всяка спогодба, която не противоречи на закона и на добрите нрави, се съставя протокол, който се одобрява от съда и се подписва от него и от страните.

(2) Когато прокурорът участва като страна в делото, съдът одобрява спогодбата, след като вземе и неговото мнение.

(3) Съдебната спогодба има значението на влязло в сила решение и не подлежи на обжалване пред по-горен съд.

(4) Когато спогодбата се отнася само за част от спора, съдът продължава разглеждането на делото за неспогодената част.

[21] Art. 234 c. 3 del Codice di procedura civile: “La transazione giudiziaria ha il valore di una decisione definitiva e non soggetta a ricorso davanti ad un tribunale superiore.

[22] http://lex.bg/bg/laws/ldoc/2135507578

[23] http://lex.bg/bg/laws/ldoc/2135521015

[24] Art. 2 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110

[25] V. anche art. 5 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110.

[26] Limitatamente ai diritti disponibili.

[27] Molto utilizzata è la mediazione nell’ambito del danno da vacanza rovinata.

[28] Art. 3 c. 1 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110.

[29] Ordinanza n. 2 del 15.03.2007 dettante i termini e le condizioni di riconoscimento delle organizzazioni che formano i mediatori, l’iscrizione, la cancellazione e la revoca dei mediatori dal Registro unificato dei mediatori e le regole procedurali ed etiche di condotta dei mediatori.

НАРЕДБА № 2 от 15.03.2007 г. за условията и реда за одобряване на организациите, които обучават медиатори; за изискванията за обучение на медиатори; за реда за вписване, отписване и заличаване на медиатори от Единния регистър на медиаторите и за процедурните и етични правила за поведение на медиатора. http://www.mjeli.government.bg/new/Pages/Legislation/Default.aspx

[30] Articolo. 21 c. 1 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[31] Art. 21 c. 2 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[32] Art. 5 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110.

[33] Art. 5 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110.

[34] Articolo 30 c. 1 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[35] Art. 30 c. 2 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[36] Articolo 22 c. 1 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[37] Articolo 22 c. 2 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[38] Articolo 23 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[39] Articolo 31 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[40] Articolo 24 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[41] Il principio di correttezza e trasparenza richiede che entrambe le parti in causa siano messe in grado di partecipare pienamente e ugualmente nel procedimento.

Il mediatore deve consentire a ciascuna parte di prendere una posizione sui fatti e sulle prove addotte.

Il mediatore deve informare le parti nel procedimento, che il suo obiettivo è quello di far raggiungere a loro un compromesso reciprocamente accettabile e nel quale siano in grado di raggiungere un livello elevato di tutela dei loro diritti e interessi, qualora si debba approdare in tribunale.

Il mediatore comunica alle parti che la procedura è volontaria e che possono scegliere di allontanarsi in qualsiasi momento.

Altro corollario del principio di correttezza e trasparenza è quello per cui le parti devono avere tempo sufficiente per affrontare in collaborazione il testo del futuro accordo prima della firma.

Rientra ancora principio di correttezza e trasparenza il dovere del mediatore di garantire che ciascuna parte abbia compreso la natura del procedimento di mediazione e sia in grado di partecipare pienamente e proteggere i propri diritti. Il mediatore è tenuto a sospendere il procedimento nel caso in cui una delle parti non sia in grado di prendere le proprie decisioni causa di una malattia, di una disabilità fisica o mentale, alla presenza di timore per qualsiasi altra ragione (art. 2 regolamento).

[42] Il principio di legalità impone al mediatore di informare le parti in merito al processo di mediazione e di orientarle per raggiungere un accordo pienamente coerente con le norme imperative di diritto. Il mediatore deve garantire il rispetto del diritto nel procedimento e la prevenzione di comportamenti illeciti da entrambe le parti. Nel caso in cui sussistesse un tale comportamento ovvero l’accordo violi la legge, il mediatore deve informarne le parti, e se il reato non viene si protrae è tenuto a terminare la procedura (art. 3 regolamento).

[43] Il principio di effettività richiede un rapido ed efficiente procedimento di mediazione. Il mediatore deve chiedere alle parti quale tipo di procedimento preferiscano, se scritto od orale, se di persona o per mezzo elettronico, tenendo conto dei mezzi che siano più produttivi per il caso concreto. Le sessioni devono effettuarsi senza indebito ritardo; il mediatore mette a disposizione i mezzi che siano più efficaci e finanziariamente vantaggiosi per le parti. Elemento del principio di effettività è la possibilità delle parti di farsi rappresentare mediante delega.

[44] Art. 6 c. 2 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110.

[45] Articolo 34 c. 1 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

I mediatori bulgari del Centro di mediazione di Sofia guadagnano un compenso di 80 lev all’ora (40,74 €) e nei fine settimana o festivi c’è una maggiorazione del 25%. La prima ora viene pagata in anticipo e le altre alla fine della mediazione. Se il mediatore è chiamato fuori sede ha diritto alle spese di vitto ed alloggio.

E tutto ciò al netto delle spese di procedimento: ad esempio copia del verbale costa 5 lev (2,5 €).

[46] Articolo 34 c. 2 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[47] Articolo 25 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2..

[48] Articolo 26 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[49] Articolo 35 c. 1 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[50] Articolo 27 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[51] Articolo 28 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[52] Articolo 29 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[53] Art. 7 c. 1 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110. Il principio è ribadito dall’art. 32 dell’Ordinanza:”Il mediatore deve mantenere segrete le circostanze, fatti e documenti che sia venuto a conoscenza nel corso della mediazione”.

[54] Art. 7 c. 2 Legge sulla mediazine 17.12.2004 Prom. SG. 110 (inserito nel 2011).

[55] In materia di consumo si sottolinea che il principio della riservatezza impone al mediatore di mantenere riservati tutti i dati che dovessero emergere nel corso del procedimento, e a non usarli per scopi diversi da quelli ai fini del procedimento. Un’eccezione a questo principio riguarda i casi in cui la legge richiede al mediatore di fornire informazioni alle autorità governative (art. 4 regolamento).

[56] Art. 7 c. 3 Legge sulla mediazione 17.12.2004 Prom. SG. 110 (inserito nel 2011).

[57] Articolo 33 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[58] http://www.justice.government.bg/MPPublicWeb/default.aspx?id=2

[59] V. articoli da 13 a 20 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[60] A giugno 2014.

[61] http://mediator.mjs.bg/Users/MList.aspx

[62] V. articoli 21 e ss. Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[63] Art. 2 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2. Il Ministero peraltro esercita un controllo sugli Enti di formazione che può portare alla revoca dell’approvazione nel caso di violazioni sulla formazione dei mediatori (articolo 12 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2).

[64] Che contiene elementi simili a quelli richiesti dal decreto 180/10 nostrano tra cui il nome del rappresentante dell’organizzazione e dei dati della stessa, un certificato di buona reputazione, un programma per la formazione dei mediatori conforme all’Ordinanza; un elenco di esperti e di documenti attestanti l’istruzione e la qualificazione (articoli 3 c. 2 e 3 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2).

[65] Articolo 3 c. 4 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2. Il nome e numero d’ordine dell’organizzazione sono pubblicati sul sito web del ministero della Giustizia (articolo 6 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2).

[66] Articolo 5 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[67] Articolo 8 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[68] Quello che è il programma minimo di formazione contiene una parte teorica in cui si devono toccare i seguenti argomenti:

  1. Il concetto di conflitto. Rimedi giuridici per gestire la controversia – tribunale, arbitrato, riconciliazione e altri.
  2. Il concetto di accordo – giudiziario e stragiudiziale. Contenuto essenziale e legale

conseguenze.

  1. Il significato della mediazione. Implementazione pratica della mediazione come mezzo di risoluzione delle controversie. Criteri di ammissibilità
  2. I partecipanti alla procedura di mediazione. Poteri della corte o di un’altra autorità competente dinanzi alla quale la controversia sia stata sottoposta per la risoluzione.
  3. I principi della mediazione.
  4. Le regole procedurali ed etiche per la mediazione ed in particolare:
  5. Apertura della procedura di mediazione. Selezione di un mediatore.
  6. Fasi della procedura di mediazione.
  7. Ruolo e funzioni del mediatore. Metodi per migliorare la comunicazione. Strategie per affrontare situazioni problematiche.
  8. La sospensione e la definizione della procedura.
  9. L’accordo. Contenuto dell’accordo, azionabilità.

  Mediazione sui singoli tipi di controversie

  1. Panoramica giuridica comparativa della legislazione e delle pratiche in vigore

circa l’applicazione della mediazione.

  1. Specificità della procedura di mediazione in alcuni tipi di controversie:
  • controversie civili, comprese controversie sui diritti dei consumatori.
  • controversie amministrative,
  • controversie di lavoro,
  • mediazione familiare,
  • mediazione commerciale (business),
  • Mediazione in casi criminali e altri.

Vi è poi una parte pratica che si svolge attraverso simulazioni e giochi di ruolo; l’analisi e la partecipazione alle simulazioni deve riguardare almeno tre casi.

[69] Articolo 10 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[70] Il facsimile è in allegato 3 all’ordinanza. Articolo 11 Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

[71] Articolo 11 bis Ordinanza del 25 marzo 2007 n. 2.

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