L’eremita
Eppure si impegna a dare ospitalità alle lucertole, e i grilli e le cicale le fanno compagnia di buon grado…
Abelardo
Per lo spazio di una stagione.. poi cala il sipario e arriva il freddo dell’inverno e la solitudine…
L’eremita
La vita è comunque assai breve…
Abelardo
Senza compassione lo è anche di più… perché non ci sono momenti da salvare… non ti rendi conto che tutto è vano?… che la gioia è una danza di pochi istanti che rilascia alla fine soltanto un ricordo di piroette nell’aria… e che ci fai col ricordo se non un pensiero malinconico… la compassione invece è un legame che hai stretto con Dio… un vincolo che può renderti fiero e fiducioso, capace di affrontare il tempo che scorre… ogni istante può rivelarti il vero volto dell’uomo che s’accende di bisogno e gratitudine… può svelarti la tua immagine così offuscata da false quanto radicate credenze… è una banale e comoda superstizione quella che ti fa credere di essere ormai incapace di amare.
L’eremita
Sarà… ma io sciolgo ormai le vele a venti tempestosi e distruttivi… sento l’inferno che incombe irrimediabilmente sul mio capo… sono oltre l’incapacità di amare… ora credo che tutto l’amore del mondo non potrebbe salvarmi… sai che ti dico… spesso penso che quando l’Onnipotente mi giudicherà indegno del Paradiso, sarò io che Lo manderò al diavolo… e non è una battuta…
Perché non riesco a concepire che Dio abbia compassione di me?… eppure se è vero che io sono a immagine e somiglianza di Dio… come è possibile che alla fine condanni all’inferno una parte di Sé stesso?… Dio è la Pars infrazionata… non può disperdere le Sue particelle… così mi hai insegnato anche tu…
Abelardo
Se tu fossi il giudice ed il condannato insieme ti assolveresti o ti condanneresti?
L’eremita
Mi sto già condannando all’infelicità prima ancora di sapere quale sarà il mio destino… la tua è una domanda retorica… certo che mi condannerei, ma mi rattrista il fatto che lo voglia fare anche Dio… non potrebbe bastare questa vita di stenti, di rimorsi, di rimpianti, di assoluta sfiducia nell’uomo e nelle cose?
Abelardo
E questo dolore che ora stai provando placherebbe il tuo cuore nella vita di là?
L’eremita
Io non so risponderti… dovrei potermi calare nei panni di Dio e la cosa mi sembra molto difficile
Abelardo
Difficile, ma non impossibile… pensa ai fiori di campo, se la falce li miete il loro colore sbiadisce rapidamente……. ma i fiori non hanno un’anima… la loro vita è un ciclo predeterminato… la falce anticipa ciò che sarebbe comunque di lì a poco.
Se tu fossi un fiore di campo non avrei dubbi circa la sorte… anche se Dio in modo inspiegabile raccoglie anche le corolle recise…
Ma sei un essere che è stato creato per l’eternità e quindi la falce del mietitore può solo arrecarti un grande dolore momentaneo… di certo momentaneo rispetto all’eternità, la tua vita è dunque giusto un momento in cui la falce fa giustizia…
Se ci pensi bene…. che male fanno i fiori di campo al mietitore?… eppure diventeranno cibo per le bestie, senza nessuna colpa.
Tu invece incolpevole non lo sei e lo dimostra il fatto che non riesci a perdonarti, ma hai una funzione più importante rispetto a quella dei fiori.
Quindi il mietitore ha le sue ragioni per colpirti, ma ne ha altrettante per conservarti dopo averti colpito.
L’Eremita
E cosa deciderà… il mietitore?
(continua)