Commiato

Vento sul mare di Arenzano

Dalla poetessa…

Commiato

 Rivesto l’anima
dei tuoi sguardi
per sopravvivere
alla solitudine.
Ciò che è stato
è una conchiglia
che sempre conserva
la voce dello
scirocco.

E da me… Perché Didone non muoia più…

Gli imenei ventosi

 

Aggiorna
il cuore
all’ultima
carezza
e salverai
ancora
gli imenei
ventosi
che ti han
sottratto
al mare.

Un sorriso Atto unico (Scena unica-prima parte)

Al largo

Mi dispiace che Pascoli non riesca a scaldarvi un po’ il cuore, ma grazie a Dio non siamo tutti uguali: che mondo sarebbe se i miei gusti combaciassero in tutto e per tutto con quelli degli altri? Probabilmente una noia mortale…
Prima del ritorno di Abelardo, vorrei sottoporvi un altro dialogo filosofico nella sua versione originaria. Quella attuale è un po’ diversa, ma dicono faccia perdere la concentrazione perché ci sono pezzi poetici che si alternano a brani di prosa e spezzano forse un po’ il filo…
Spero che sia di vostro gradimento come lo è stato l’Eremita.

Un sorriso

Atto unico

Personaggi

Un uomo

Una donna

Una voce fuori campo

 All’interno di una carrozza ferroviaria viaggiante sulla linea Roma-Genova in un primo e grigio pomeriggio di fine novembre 2002.
Seduto nel senso di marcia del treno, un uomo osserva il mare della costa laziale ed un taccuino nel quale sta annotando qualche pensiero; ha in testa delle cuffiette: sta ascoltando l’ultimo cd di Roberto Vecchioni.
Una donna entra nello scompartimento e gli siede di fronte: è molto bella, ha i capelli e gli occhi scuri, seni abbondanti e compressi verso il basso dalla camicetta bianca, labbra rosse e carnose ed uno splendido sorriso che non lesina di dispensare.
L’uomo, scavato in volto, possiede occhi verdognoli e capelli corti tagliati approssimativamente, è un poco ingobbito e goffo nei movimenti: sta seduto in maniera scomposta tanto da non trattenere una discreta pancetta.
Nonostante l’età non più giovanissima conserva un viso dai tratti delicati, quasi da bambino; imbarazzato continua a guardare con la coda dell’occhio la forfora depositata sulla giacca del suo vestito blu.
Quando la donna inizia a parlare, l’uomo smette di ascoltare la musica e ripone le cuffiette nella borsa, chiude lentamente il taccuino, incrocia timidamente gli occhi della sua interlocutrice e risponde con galanteria inaspettata.
Durante la conversazione intreccia nervosamente le dita e si porta di tanto in tanto una mano alla bocca per annusare l’odore del proprio alito, che non gli sembra gradevole, anche se la donna non pare esserne disturbata. 

Una donna
Che cosa ascolti?
Un uomo
Ascolto il tuo sorriso
Una donna
Che cosa leggi?
Un uomo
Leggo il tuo sorriso
Una donna
E che cosa ne ricavi?
Un uomo
Nulla, solo un sorriso.
Una donna
Ed è piacevole?
Un uomo
Sì. È come una musica che contorce le budella, come un libro che per la profondità e la bellezza fa sorridere anche me.
Una donna
E tu ci trovi tutto questo in un sorriso?
Un uomo
No. Ci trovo assai di più, ma non so dirlo, non so descrivere il bianco. Il bianco è un colore che rischierei di macchiare con qualsiasi altro.
Una donna
Anche io vorrei descrivere il tuo sorriso…
Un uomo
Niente di più facile, è qui per te, ma ti avverto che non riesco a sorridere molto bene.
Una donna
Che cosa vuoi dire?
Un uomo
Che quando sorrido la bocca si contorce in una smorfia, come le viscere quando sorridi tu.
Una donna
Dovresti metterti davanti allo specchio ed esercitarti per diventare più naturale.
Un uomo
Ma poi lo specchio potrebbe ridere di me, perché sarei buffo. Ho perso ogni naturalezza da tanto tempo.
Una donna
Una volta riuscivi a sorridere?
Un uomo
Sì, anche se non ricordo con precisione quando. Ma torniamo a te. Come fai a sorridere in questo modo che incanta?
Una donna
Non lo so, forse ho imparato ad aprirmi alla vita.
Un uomo
E chi ti ha insegnato?
Una donna
La vita stessa probabilmente. Non le ho mai chiesto… ed essa mi ha dato tutto ciò di cui ho avuto bisogno. Per questo sorrido.
Un uomo
E come si fa a non chiedere alla vita?
Una donna
Si vive, semplicemente. Ti alzi di mattino e vai a dormire di sera senza domandarti il perché, dato che non puoi individuare la ragione.
Un uomo
Non ti sembra un po’ semplicistico?
Una donna
Semplice, non semplicistico; finisco soltanto per adeguarmi ai ritmi della natura.
Un uomo
Ma tu non sei a tua volta natura?
Una donna
Proprio per questo osservo le leggi interne al mio organismo; del resto potrei fare altrimenti solo con grande difficoltà e di certo non avrei più molta voglia di sorridere.
Un uomo
Anch’io dormo di notte e mi alzo di giorno, ma non riesco a sorridere, ad aprirmi al mondo. C’è qualcosa che hai voglia di consigliarmi perché possa sentirmi come te?
Una donna
Non c’è una risposta, la vita non è matematica… ma ci vuole convinzione almeno per quanto riguarda l’essere vivi.

(continua)

Fior da Fiore (seconda parte)

farfalla bianca
Or siccome Matelda è l’ARTE, <<Dunque>> direte << noi siamo così vicini all’arte?>>
Sicuro! Che cosa è, in fin dei conti, l’Eden, dove è Matelda, la vostra vicina? È la natura stessa nostra che è, nelle sue origini, come Dante leggeva ne’ sacri libri, buona. E voi siete più presso all’origine, perché siete da poco al mondo a ber la luce. E siete dunque più presso alla natura, e perciò all’arte; perché l’arte è figlia della natura. Tutto l’operar dell’uomo è un cercar d’imitare ciò che vede intorno a sé; egli imita il vento, nel seminare, e il torrente, nello scavare la roccia. E tutto l’operare dell’uomo si riassume in questa parola arte. L’arte consiste per l’uomo, nel far da sé quello che vede nato fatto intorno a lui. E ce ne sono tante, di arti; ma si riducono tutte ad operare il bene per l’utile suo e altrui, con altrui e sua gioia.
Voi sapete quale fu l’arte di Dante: la poesia. Oh! L’arte per eccellenza! Perché, se mai altra, codest’arte è quella che diletta e l’autore e il lettore, e fa il bene…
Qui mi fermate. <<Fa il bene?>> dite. E soggiungete: <<Sappiamo (per udita) che c’è una poesia proprio e deliberatamente malefica, sozza e velenosa. E sappiamo che c’è chi proclama che deve celebrar l’arte per l’arte, e seguire il bello senza curarsi del buono, e poetare, non predicare>>. Oh vedete, fanciulli, che Dante può insegnare con la sua voce tuttora viva? No- egli grida dal suo volume eterno- no e no! L’arte non è arte e la poesia non è poesia, se non pura, se non è innocente, se non ha gli occhi luminosi ed il cuore mondo, se non sa e non insegna, se non è buona e non è benefica. Ogni arte, ma specialmente la poesia: come la poesia quasi compendio e simbolo d’ogni arte, è raffigurata dal poeta in Matelda. Ché Matelda par donna che balli, e Matelda canta, e Matelda coglie i fiori.
E voi le siete vicini a Matelda: all’arte dunque e  alla poesia. Le siete vicini. Sapeste! Noi, per vederla, come voi la vedete, sapeste quanto viaggio dobbiamo fare! Quello di Dante, presso a poco. Dobbiamo morire a tante cose! Cancellarne sin la memoria! E poi dobbiamo mondarci il cuore e l’occhio come attraverso un fuoco purificatore! E allora un po’ da lungi, di là del fiumicello, la vediamo la donna che canta e danza e coglie i fiori. E quel gran viaggio, ci accorgiamo che è un ritorno: un ritorno alla nostra fanciullezza. Noi camminiamo e camminiamo per tornare a vedere ciò che vedevamo da fanciulli, con gli occhi e col cuore d’allora. E Dante, codesto lo dice: anch’esso lassù torna fanciullo,
Or voi, fanciulli, rispetto a quest’arte dell’arti che è la poesia… E voi m’interrompete, chiedendo:<<Vorresti dunque che noi diventassimo poeti? Tutti? Non ce n’è già assai, di poeti?>>

Giovanni Pascoli
(Continua)

Sono un respiro affannato

Sole e mare

Ti lascio questa per la tua antologia

 

Sono un respiro affannato
rimbalzo tra i confini del mare
sono un suono trattenuto
una corda di violino
sono io
un bambino che non sa ancora parlare

                                                                                          Alex Vettori

A mio parere ecco un altro bellissimo modo di partecipare a questo spazio.

Vorrei ringraziare dal profondo Daniele, Cris, Lucia, Alberto e Marta, nella speranza di poterlo fare un giorno personalmente,  e tutti gli altri amici che contribuiscono a far di questo blog qualcosa di speciale.

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