L’eremita Atto I (Scena unica-conclusione)


Confessionale


 Un uomo

Ma sì, tanto… morire in un modo o in un altro… posso anche aspettare. E dove mi consiglierebbe di andare?
Un confessore
C’è qui fuori un eremo famoso… ti dice niente il nome di Abelardo ed Eloisa?
Un uomo
Eccome se mi dice… lui è stato evirato come me… ma almeno da un convento all’altro con Eloisa… hanno continuato ad amarsi… trasformando il loro desiderio umano in un rapporto entusiasmante e profondo… è la storia d’amore più  affascinante del medioevo… direi un simbolo millenario
Un confessore
Perché dici che sei stato evirato?
Un uomo
Perché ho amato da impazzire… e colei che ho amato… ha preferito pensare che non fosse vero… o forse me lo ha fatto credere… non so… comunque sono stato spiritualmente evirato… in realtà mi sa che ho fatto il percorso inverso di Abelardo
Un confessore
Non capisco
Un  uomo
Lui è stato evirato fisicamente ma ha sublimato i suoi desideri e sentimenti… io ho perso il mio spirito ed ho cercato nel sesso fai da te o in altre donne… quello che avrebbe potuto donarmi solo lei… ora ho solo una gran nausea e voglia di morire…. grido alle stelle di venirmi a prendere… ma la notte mi fa sfogare e poi diventa ancora più profumata ed accogliente per la mia solitudine… per la mia sconfitta
Un confessore
Vorrei entrare nel tuo cuore per caricare un po’ di pena… ma ora ce n’è davvero troppa anche per me… hai bisogno di spurgare… facciamo così, fai conto che io e te siamo uomini del medioevo… ora non ti posso assolvere… ma se fai la penitenza… quando torni sarò felice di slegarti dal passato
Un uomo
Ciò presuppone che io sia ancora in vita… non ci giurerei… comunque proviamo… tanto è un’esperienza come un’altra… forse un fallimento da aggiungere agli altri… Abelardo del resto morì accusato di eresia  senza aver letto l’assoluzione scritta che l’abate di Cluny gli aveva fatto pervenire.
Un confessore
Ma morì comunque assolto…

L’uomo sorride e si alza dal confessionale con una certa fatica; poi con passo lento guadagna l’uscita.
Si chiude il sipario sul confessionale.
Fine atto primo

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

2 pensieri riguardo “L’eremita Atto I (Scena unica-conclusione)”

  1. Certo che é bello poter leggere il passato con il senno di poi, a volte mi rendo conto di essermi giá dimenticata memorie che pensavo restassero indelebili e inalterate, guardo le foto per esempio delle mie bambine, di soli pochi anni fa, e ho come l’impressione di vederle per la prima volta. Spesso é solo con il senno di poi che si puó distingure, che si puó capire la differenza per esempio tra l’essere innamorati e l’amare. L’eremita ha un gran dono nel ritrovare parte della sua vita scritta nero su bianco, puó ritornare al suo passato in modo critico, quasi distaccato e cercare in quell’inchiostro un percorso, il suo percorso e forse inizierá a vedere un senso anche fosse solo quello di non essere solo, qualcuno lo ha ascoltato, lo ha tenuto per mano…non é poco. Alberta

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  2. mi soffermo a fare alcune constatazioni su cosa vuol dire “amare da impazzire”. L’amore ha tante sfaccettature, ma è soprattutto dono continuo e gratuito di sè. La follia sta proprio nella gratuità, che al giorno d’oggi è sempre più rara e sempre rimane specchio della gratuità del Pagdre che ha mandato Suo Figlio per salvare gli uomini. L’amore non conosce incomprensioni, non conosce barriere, non conosce il non-perdono…non coosce finzioni l’amore. Quindi mi vien da dire che l’eremita forse non ha amato da impazzire, forse l’ha solo creduto, chissà…l’amore è molto diverso dall’innamoramento e temo che l’eremita stia facendo confusione tra i due concetti. Forse è stato follemente innamorato…ma ciò non significa affatto che abbia amato veramente!
    E probabilmente l’esperienza della gratuità in amore è quell’esperienza che ci avvicina maggiormente a Dio, alla gratuità che Egli esercita quotidianamente su di noi.
    Ad un anno di distanza da questo post vedo l’eremita cresciuto, anche il suo modo di esprimersi mi pare più maturo. La strada è lunga e lui procede con lentezza..in cuor mio vorrei che sentisse tutto l’affetto che oggi, 7 febbraio 2007, noi tutti nutriamo per lui.
    Che possa davvero amare, che veramente possa comprendere cosa è quella follia d’amore di cui qui parla senza comprenderne il vero significato. Donare la propria vita per qualcuno:in questo consiste la follia d’amore.

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