Che dire di questa giornata se non che è stata spesa bene e che stasera forse possiamo riporre la nostra lampada senza vegliare troppo. Ci consola molto la considerazione di Maria “forse solo apparentemente siamo sani… forse malati lo siamo un po’ tutti”. Ma dobbiamo ricordarcene più spesso e non solo per lamentarci ripiegati su noi stessi, come accade di frequente. Diamo il benvenuto ad Anna e Franco, a Federico e Laura, a Bianca e Paolo, ad Andrea e Sandra e infine a Stefano e Silvia: ci auguriamo che questo spazio diventi per loro come per tutti un punto di riferimento, un luogo dove poter esprimere sentimenti e bisogni in libertà, in presenza di amici e di fratelli.
Da Giulia…
Il libro della Vita
Io e te
siamo parole della
Lingua che ogni giorno
Qualcuno scrive:
ti chiamo per nome
ed è come una
preghiera.
E da me…
Nella tua creazione
Scivolato
nel soffio
fantastico
di una bolla
mi raccomando
al cerchietto
e alle tue labbra
insaponate.
Poco importa
se i tuoi occhi
chiusi resteranno
per devozione
o per paura
io esploderò comunque
nella tua creazione.
belle quelle labbra insaponate a cui l’uomo di affida…forse le parole sono scivolose come il sapone, ma quando a scriverle è Dio sono indelebili…voi sapete scrivere indelebili parole d’amore e di questo vi sono molto grata. Enrica F.
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sacro questo libro del quotidiano dove i nomi sono volontà divina e pronunciarli è una preghiera di ringraziamento per la Vita che ci sta accanto! Carlotta
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staticità nella prima lirica con quei nomi che rimangono come incisi in modo indelebile sulla carta, dinamicità nella seconda con quel soffio vitale che spinge al cielo la bolla :il tutto a creare una forza centrifuga e centripeda che è poi la vita stessa. Splendidi versi come sempre. Ammiratissimo. Luciano
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Io non appartengo a te e tu non appartieni a me ma siamo frutto di Qualcuno, rami verdi di una pianta, pagina bianca di un libro che appartiene sono a Lui. E’ Lui che gioca a fare le bolle…noi ci aggrappiamo, ad una donna, ad un uomo…per ripetere all’infinito il gesto solare della creazione. Alice
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La vita è precaria come una bolla di sapone, come una parola tremante, ma quando è la donna amata a giocare, quando è Dio a scrivere, ecco che la Vita viene rinnovata, giorno dopo giorno, bolla dopo bolla…all’infinito. Federico
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Dio e la donna:esseri creatori che l’uomo da sempre tende a incontrare, da sempre invidia (almeno personalmente) per la forza creativa e rigenerante che la loro parola possiede…avete scritto versi bellissimi! Mario
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“esploderò nella tua creazione…e sarà come una preghiera”. Bello intendere l’amore così. Paola
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anche a me viene in mente Dante…non so il perchè ma quel libro, quelle parole, quell’essere rigenerato da uno sguardo, da una frase…come un soffio caldo sul cuore, come una carezza all’anima…mi par di vedere Dante dinanzi a Beatrice e Beatrice che per la prima volta si accorge di Dante e lo chiama per nome:se così fosse accaduto Dante avrebbe conosciuto la felicità terrena. Maria
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il libro della Vita è quello che andate scrivendo voi ogni giorno, qui virtualmente, lasciando una traccia nel cuore di chi vi legge. Grazie. Marta
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A Giulia piace il nome…piace pronunciare il nome delle persone, probabilmente ama anche sentir pronunciare il suo, ama essere chiamata…perchè quando ci chiamano per nome in realtà chiamano la nostra identità…il nome rappresenta noi stessi e questa tematica più volte ritorna nei versi della poetessa…sarà per i suoi quattro bimbi ed il battesimo che è per forza di cose il sacramento che ha vissuto di più…io credo che sia importante questo particolare per comprendere bene la forza dei suoi versi.
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in quelle parole scritte da Qualcuno, in quel gioco di bolle io vedo un rito di morte e rinascita…nessuna interpretazione ironica, semmai è il grande mistero della vita e della creazione, l’unione primordiale di quell’io e tu a essere motivo ispiratorio di questa pagina a parer mio liricissima. Rossana
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a me invece piace leggere questo dialogo tra Giulia e Carlo, tra uomo e donna, una donna che quasi invoca per nome il suo uomo e lo fa come in una preghiera (sembra un passo del Cantico dei Cantici) e l’uomo che vede la donna vivificatrice grazie alla forza della sua parola, una parola che è effimera apparentemente come una bolla di sapone, ma nel vostro dialogo non c’è mai una fine per le parole. Bellissimi versi anche oggi. Salvatore
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io vedo un certo misticismo in entrambe: Giulia si vede chiamata per nome nel Libro della Vita, ma anche Carlo in realtà potrebbe essere in quella bolla che dio con il Suo Soffio vitale (pneuma) dà alla luce. E trovo entrambe le liriche molto belle
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Mistica la prima, marinista la seconda…molto profonde entrambe, perchè l’atto creativo, comunque esso sia, comporta comunque l’impegno totalizzante di una persona: vorrei solo concentrarmi sul primo verso della lirica di Giulia, su quel IO, TE e sul QUALCUNO:in effetti quando due sono uniti nel Suo nome non può che nascere una PREGHIERA ed in questa si esplode grazie alla forza della Creazione
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Quella voglia di mille bolle è come la voglia di mille baci…vi richiamate costantemente a distanza, come se ciascuno dei vostri discorsi non fosse terminato, ma ci fosse ancora qualcosa da dire, da aggiungere per dare un senso di completezza al dialogo che non vuole avere una fine, che teme di avere una fine! Le vosre liriche sono i tasselli di un enorme mosaico che alla fine andrà a disegnare L’Albero della Vita. Nicola P.
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Dante…non so perchè queste due liriche mi ricordano Dante, la sua ansia d’amore, il suo desiderio inappagato ed inappagabile di Beatrice…come se la fiamma non dovesse mai spegnersi, il sapone non dovese mai finire, le pagine del Libro non avessero mai fine..vi leggo così oggi..con estrema tenerezza! Alberto
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E’ interessante ciò che Feboapollo ha detto sulla relazione:in realtà basta essere in due per crearla, io e te, ma ciò che è importante è il fatto che da una relazione a due il cerchio si possa allargare, si possano rendere partecipi altre anime, altre voci, per creare così un coro universale…ed è il senso di questo vostro blog! Alessandra
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Trovo breve, concisa e significativa la prima, molto delicata per le immagini la seconda:la lirica di Giulia pare scritta da un vecchio saggio, un uomo anziano che prima di morire proclama di aver imparato a leggere, la lirica di Carlo invece nasce dalla fantasia di un bimbo che scopre estasiato la bellezza della vita. I poli opposti della creazione sono qui magistralmente rappresentati e ne scaturisce ancora una volta un mirabile dialogo a due voci. emilio
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ed in primis lo siete voi, protagonisti, che in una bolla di sapone vi generate per scoppiare e poi rigenerarvi ancora a vicenda. Daniele
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Giulia parla del Poema dell’Amore di cui ogni giorno ciascuno di noi è a suo modo protagonista. Cris
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E’ sempre bello passare da qui. Una boccatra di aria fresca!
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nella tua, abe, è possibile sperimentare diverse interpretazioni. purtroppo, il mio cattivo gusto mi porta a soluzioni oltremodo ironiche (e non credo fosse il tuo intento). è, comunque, un sorriso il miglior modo per iniziare la giornata. saluti.
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Quell’io e te presuppone tante persone: può essere un padre e un figlio, una madre e una figlia, un un marito e una moglie o comunque un uomo e una donna, due creature, insomma, che avvertono il mistero e la grandezza della Creazione perchè hanno tra loro creato una relazione. Ieri dicevo a Carlo di quanto sia unico non solo generare ma anche rigenerare e mi pare che lui abbia colto questo aspetto con l’icona della BOLLA DI SAPONE…un bimbo con le bolle di sapone in mano non si ferma ad una bolla, ma ne fa cento, mille e si stupisce ogni volta dell’arcobaleno che in esse vede riflesso.Così per l’amore: ad ognuno di noi piace essere generato e rigenerato nell’amore…e ne abbiamo un bisogno immenso per dare conferma a noi stessi che la nostra vita ha un senso. Buona giornata a tutti. Paolo
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Mi ha sempre affascinata molto il mistero dello Scritto; fin da piccola ho immaginato un libro infinitamente grande scritto con lettere di luce e tanti, tanti piccoli libri animati che srivono se stessi di giorno in giorno, come i cerchi concentrici di un albero, non é affascinante come, nonostante il caso e l’imprevisto tutto combaci, tutto sia giá inciso nella luce?
La poesia di Carlo mi ha fatto sorrideree le sensazioni mi hanno portata al ricordo della procreazione, alla prima volta in cui ho avvertito la presenza di una vita dentro il mio utero , un movimento impalpabile e delicato, proprio come quello di una bolla di sapone che si posa dopo aver giocato con il vento e svanisce lasciando di se il ricordo di un cerchio…tutto é giá scritto e il miracolo si ripete. Siete bravissimi ma a questo punto direi che lo sapete anche voi. Alberta
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penso al mistero della creazione, alla sua bellezza, al fatto che da quel gesto prenda forma una vita, u cuore che palpita. Penso che tutti a modo nostro creiamo, anche con la malattia, anche nel silenzio..soprattutto nel silenzio. La Creazione dev’essre avvenuta nel silenzio di una preghiera, anche i grandi artisti creano nel silenzio della loro anima, o forse ascoltando il loquace silenzio della loro anima. In quella bolla di sapone vedo un uomo appeso alle lebbra della sua donna che all’infinito lo chiama per nome. Costanza
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