Dido
Nel giardino delle Esperidi
ti avrei condotto a lungo
più facile per me risalire
la corrente, magia inutile.
Subito riconobbi Amore
ma aveva gli occhi tuoi
Nume accarezzato in preghiera
nella notte golosa e profumata.
Bruciò la morte solo
un sogno, ma feci
in tempo ad esistere.
All’ospite lontano
Fuori di me guardo
prepotenti i segni dell’antica
fiamma
ora indicibili.
Lontano tu bevi dal mare
questo fuoco
che invendicato uccide
chi coraggio ebbe
di morire
non di perdonare.
Fuori di me io guardo
infelice la mia follia
e quel che resta di una vita
che ingrato hai tradito
non riconosciuta.