Resurrezione/Mattino


Resurrezione

 

Rende onore
il cielo
alla pace
e la luce
culla discreta
una croce:
per chi muore
una goccia nel
mare profuma
di resurrezione

  

 Mattino

 

Il mattino
mette in croce
la luce.
Come i gabbiani
la inseguo
in ogni punto
cardinale.
Anche oggi
cerco un nido
di quiete
dove attendere
il tramonto.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

30 pensieri riguardo “Resurrezione/Mattino”

  1. credo che per la fede non sia naturale morire:l’uomo è stato creato per la vita, non per la morte (metaforicamente è proprio il peccato la vera morte). Se leggiamo la Bibbia vediamo che non si compatisce la sofferenza e nemmeno si ama il dolore..e il dolore non si ricerca, ma si accetta nel nome di Colui che solo può vincerlo.

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  2. mi pare assai importante sottolineare come la fede proponga una scelta tra un dolore INSENSATO ed un dolore con un SIGNIFICATO, una scelta tra disperazione e una speranza conquistata attraverso la sofferenza. Ecco, entrambe le liriche mettono molto bene in luce questo aspetto particolare caratterizzante le fede cristiana.

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  3. la Chiesa addita la sua speranza nella resurrezione senza dimenticare che essa passa attraverso quella croce dolorosa a tutti nota;non ignora che qui tutto ciò che si desidera e si spera è velato dal manto opaco della carne e delle lacrime

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  4. Leggendo questo post ho pensato che è la maturità psicologica, e non anagrafica, che fa capire che poeti e filosofi veri, così come il popolo con la sua saggezza istintiva, non sbagliando individuando due realtà fondamentali tra tutte, due misteri attorno ai quali gli altri ruotano:l’amore e la morte. Ed è proprio su queste due realtà che la Chiesa si è preoccupata fin dall’inizio.

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  5. L’eremita
    (Parte seconda)
    (Scena unica-decima parte)
    Abelardo
    Devi pensare ai quattro punti cardinali ed al fatto che la terra è rotonda…

    L’eremita
    Non ti seguo…

    Abelardo
    Se pensi bene al fatto che la terra è rotonda… ti rendi conto che i punti cardinali esistono e… non esistono, ognuno di essi in fondo rimanda agli altri e seguendo qualsiasi direzione si arriva solo per un attimo ed apparentemente a quella che le è più distante…

    L’eremita
    Così è per Dio?

    Abelardo
    Sì, Dio è infrazionato… perché qualsiasi direzione tu voglia prendere arrivi sempre a Lui… e Lui raggiunge sempre la Sua particella… grande o piccola che sia…
    Tu percorri all’infinito una sfera nelle direzioni più disparate… ma tutti i tragitti sono intersecati nel punto più esatto dai raggi e tutti i raggi portano al Centro… anche se, mentre cammini, ti sembra di essere sempre nel luogo più lontano…
    E dal Centro che è unico si dipartono tutti i raggi le cui estremità si congiungono in ogni momento ad ogni cammino… Dio è sempre inizio e conclusione di ogni esplorazione, ed il bello è… la fonte di straordinaria speranza è… che su questa sfera… non puoi mai sapere veramente dove inizia e dove finisce il percorso…sì… ogni punto va diretto al cuore di Dio, Uno e Trino…
    E quando ti fai il segno della croce – pensaci un attimo – sfiori quattro punti del tuo corpo…

    Ci ho messo un pó a trovarlo ma ce l’ho fatta!…E’ decisamente la pagina dell’eremita che piú ho amato e visto il tema ho pensato di riproporla, un salto nel passato per rileggere il presente. Alberta

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  6. Signore,
    abbi pietà del cristiano che dubita,
    dell’incredulo che vorrebbe credere,
    di noi, prigionieri della vita,
    che andiamo avanti da soli nella notte,
    sotto un cielo non più illuminato
    dalle fiaccole dell’antica speranza.

    J. K. Huysmans

    …mi pareva in tema.

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  7. rendono onore alla vita queste due liriche, alla vita che guarda all’oggi e al domani, alla terra e al cielo, che dalla terra si libra verso il cielo e dall’alba attraversa in volo la distesa delle acque sino al tramonto. I miei più sentiti complimenti per il concerto d’anime che leggo in questi versi, per la prima proposta così profonda e la risposta così puntuale, così modesta nel tener silenziosamente in serbo tutto ciò che si è detto da tempo immemorabile sino ad ora….racchiude molto bene il cammino di tutti questi mesi! Complimenti. Nicola P.

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  8. piena è la realizzazione dell’uomo quando egli non si limita al solo orrizzonte temorale, vivendo nella storia umana, ma conservi integralmente la sua vocazione eterna.

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  9. tante volte Abelardo ha parlato di questo…non l’abbiamo mai commentato però in questo modo…forse ci voleva la poesia per suscitare in noi tali considerazioni…ma questo mi fa pensare che tutto è legato nelle menti dei nostri due amici e le loro anime cantano all’unisono…

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  10. perchè il senso è che non si muore! Quella croce di luce s’irradia in tutti e quattro i punti cardinali. Se l’uomo fosse ridotto alla sola dimensione orizzontale sarebbe dannato all’espiazione atroce di non poter uscire dalla trappola della storia, a girarci dentro come una trottola impazzita. Ma l’uomo che si eleva anche alla dimensione verticale si gioca il suo destino di eternità.

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  11. Mi concentro sull’immagine della croce, come quella che sembra disegnare il sole nel “forare” le nubi e riflettendosi nelle acque del mare. ebbene, una croce è formata da due pali, lo staticulum, il palo verticale ed il patibulum, il palo orizzontale. La croce tocca tutti e quattro i punti cardinali, essa è un segnale che avverte di guardare in tutte le direzioni.
    Forse è anche questo il senso intrinseco di questo post (che Filippo ha scovato tra le righe del dialogo): al cristiano si richiede una continua sintesi tra “orizzontale” e “verticale”…non si può mirare solo in alto, non si deve avere solo un orizzonte terreno. Guardate che è di una profondità teologica non male…al di là della bellezza dei versi, è questo che mi colpisce profondamente di queste vostre poesie e del vostro dialogare, sommesso, timido…ritmico (tanto per non dimenticare quanto detto ieri!)
    Grazie davvero!
    Rodolfo

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  12. versi rapidi, scanditi da pause sapienti, versi meditati, che sgorgano dall’anima spontanei…culla…nido…tutta quella luce…il mare…i gabbiani….sì, sembra un quadro, un quadro interiorizzato.
    Quello che avverto è che al centro, al centro delle vostre anime sta l’ascolto. Voi riuscite a comunicare autenticamente in profondità, e questa vale a dire essere in comunione. Non si dialoga in profondità quando si parla molto…si dialoga in profondità quando c’è ascolto. La risposta presuppone sempre, tra di voi, un ascolto attento. Ed il tramonto è sempre poi un’alba…è sempre resurrezione

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  13. grazie! Volevo solo esprimere le sensazioni così diverse e apparentemente in contrasto che questi versi hanno saputo donarmi. Il senso del nido, ma anche il senso di libertà che mi dà l’idea del gabbiano e della morte stessa, il senso della vita che c’è nella croce e nello stesso tempo nella luce, che culli o che sia crocifissa rimane luce…

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  14. Carissimo Paolo,lei si sente si come una goccia in mezzo al mare, ma quella goccia profuma di resurrezione, e quel profumo riempie il suo nido, non é vuoto, forse lo é per gli occhi, per il tatto, tutto é un’illusione, ma il profumo é vero, l’amore che non c’é piú é in realtá piú vicino a noi, é dentro di noi proprio perché crediamo. Il Credo é Resurrezione ed é con esso che costruiamo il nostro nido, la nostra nicchia, per aspettare e nutrire quest’attesa che ci dá pace, ci fa sentire protetti in quella croce che la luce culla discreta. Grazie di questi versi che ognuno di noi sente cosí veri perché sono la Vita stessa. Alberta

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  15. …sapete quando il tuo nido è vuoto, ti senti una goccia in mezzo al mare…vaghi tra la gente nella speranza di riconoscere qualcuno che non puoi più incontrare se non nei sogni..ed allora scappi, voli il più lontano possibile, un volo onirico che ti possa portare accanto a chi ami e non c’è più…in un nido di pace che profuma di resurrezione…ho gli occhi velati…grazie!

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  16. credo anche che quella luce che culla questa nostra vita affannosa ci provenga non solo da Dio ma anche da quanti ci amano davvero e che da lassù in un qualche modo ci proteggono…e dirigono il nostro volo di gabbiani.
    Anche io, ogni giorno, cerco il mio nido di quiete, la mia resurrezione!

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  17. carissimi, per chi muore c’è il profumo della resurrezione in quella luce che il Cielo riflette nel mare, per chi sopravvive il mattino mette il croce la luce e davvero si spera nel tramonto, perchè forse con la resurrezione ci ricongiungeremo a quanti dei nostri cari ci hanno preceduto nella pace.

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  18. guardo solo la foto e penso che come i gabbiani dopo tanto volare ci si riposa su uno scoglio…poi apriamo grandi le ali e il nostro corpo si libra…sembra una croce in cielo..e il mare culla il volo

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  19. La luce è un qualcosa, in entrambe le liriche, di estremamente positivo, qualcosa che viene dal Cielo e che è al di sopra della dimensione umana…l’uomo forse ne tiene un capo, l’altro lo tiene Dio – come ha detto poco fa Abelardo!
    Questa luce però viene messa in croce:è la vita stessa ad essere crocifissa, l’uomo fa del mattino la sua stessa crocifissione:muore vivendo, vive alla ricerca di una luce che sa essere ovunque ma non pare essere raggiungibile:nella prima lirica la si raggiunge e si trova quiete, nella seconda la quiete ci sarà solo con la morte…impareremo a vivere solo nel momento estremo.
    Non vi nascondo che il senso profondissimo di questi belissimi versi mi ha molto commosso.

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  20. cielo e luce stanno a vita, pace e croce a morte:su tutto la speranza, la certezza della resurrezione.
    Il nuovo giorno crocifigge la luce, con la vita, ma è una vita di cui si è avidi…o forse no…forse cerchiamo solo la pace che raggiungeremo nella morte?

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  21. Echi di Leopardi nella prima, di Pascoli nella seconda:l’inquietudine romantica nella prima, male di vivere nella seconda…la storia, il passato non si dimentica, si rielabora. In ogni forma d’arte accade ciò. Grazie per questo bell’esempio di rielaborazione in poesia!

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  22. e dopo il tramonto sorge sempre una nuova alba, simbolo di vita e nello stesso tempo di resurrezione. Qui vita e morte sono strettamente associate, luce e buio, alba e tramonto si alternano con quell’equilibrio perfetto che solo in natura si ritrova…l’uomo guarda, ai margini della vita e si abbandona a questa vita, a questa morte, a questa speranza di una vita nuova che pace vera sarà.
    Complimenti vivissimi per questa pagina che tocca il cuore e per quella di ieri che è stata a parer mio un interessante dibattito sull’importanza della musica per l’essere umano. Buona domenica a tutti.
    Furio

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  23. un’immagine potente! Il mattino è resurrezione! Ecco come l’immagine è in sè poesia e come versi ed immagine insieme possano trasformarsi in musica.
    E’ metafisico questo post:nella prima lirica c’è una morte che vive di speranza, la speranza di una nuova vita. Nella seconda c’è una vita che è crocifissa, l’alba è l’annuncio di un nuovo giorno che è simbolo di affanno…il tramonto porterà la pace

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  24. Se l’uomo partecipa alla vita e al ciclo della natura è anche vero che la natura partecipa al sentimento umano:Carlo e Giulia riescono a trasmettere come ci possa essere a tratti una simbiosi tra uomo e natura e come da tale simbiosi possa nascere un ritmo, una melodia che è davvero armonia specchio dell’Amore creatore

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  25. In quei gabbiani vedo invece riflessa un grande desiderio di vita:la luce viene come “sparata”, e così la vita e il poeta la ricerca, cerca d’afferrarla con ingordigia

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  26. che bellissimo post…così denso di spunti! Quella luce che culla la croce mi infonde nell’anima un sentimento di immensa pace…come se nel “dopo” ci fosse la certezza di una speranza

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