Che cosa significa Enneagramma?
La parola deriva dal greco: ennea (nove) e gramma (segno)
Come lo conosciamo nel suo aspetto odierno?
Lo conosciamo grazie a Gurdjieff, un armeno che parlava 26 lingue (1872-1949).
Si diffonde dopo la morte di G. tramite Ouspensky, un suo allievo, Ichazo e l’allievo di quest’ultimo lo psichiatra Naranjo
Gurdjeff ci dice di aver conosciuto l’Enneagramma negli anni Venti in Afghanistan durante una sua visita a un monastero Sufi Naqshbandi. Lo stesso ci dice Ichazo (1964).
La provenienza è pertanto religiosa. I coltivatori attuali dell’Enneagramma in questo ambito sono i Gesuiti
Le idee sono molto antiche
Omero parla già di 9 caratteri nell’Odissea e li descrive
Per alcuno se ne occupò anche Pitagora: era la nona figura geometrica delle 10 della scuola pitagorica
Arriva nel cenacolo platonico ed è Platone a trovare una connessione tra numeri ed idee
Teofrasto descrive qualcosa di simile ne «I Caratteri»
La cabala ebraica prevede un disegno simile (Albero della vita)
Vi è un’idea dell’E. anche in Plotino.
Che cosa è in concreto l’Enneagramma?
È un antichissimo sistema che individua in 9 numeri gli enneatipi (ossia i caratteri) a cui un/a uomo/donna può appartenere
Perché ci serve?
La comprensione del carattere a cui apparteniamo può aiutarci ed eliminare quei comportamenti che ci limitano e conseguentemente a evolverci.
Per i professionisti (di qualsiasi genere) è importante intuire il carattere del cliente per metterlo a suo agio e dunque realizzare una comunicazione che sia in grado di aiutarlo.
La filosofia dell’Enneagramma
Gurdjieff scrive:
“Il risveglio di un uomo ha inizio nell’istante in cui si rende conto che non va da nessuna parte e che non sa dove andare…
….Altrettanto può dirsi dell’idea del bene e del male, la cui esistenza è legata ad uno scopo permanente, ad una direzione permanente, e a un centro di gravità permanente”.
Per capire dove andare, quale è il nostro scopo e sapere ciò che è male e ciò che è bene, dobbiamo dunque risvegliarci dal sogno in cui siamo immersi. E prendere consapevolezza di ciò che siamo
L’Enneagramma è uno strumento che serve a capire che cosa siamo, a trovare in primo luogo un centro di gravità permanente (come cantava Battiato, grande studioso dell’Enneagramma e dell’Oriente).
Per Gurdijeff i centri di gravità permanenti sono tre: intelletto, emotività ed istinto.
Primo passo è dunque quello di capire se abbiamo dedicato la nostra vita soprattutto a pensare, ad essere amati oppure ad agire.
Una volta scoperto a quale centro di gravità apparteniamo ci sono tre caratteri (enneatipi) che fanno capo ad ogni centro.
Se amo più che altro pensare posso essere un 5 o un 6 o un 7
Se preferisco agire posso essere un 8 o un 9 o un 1
Se mi piace soprattutto essere amato dagli altri sono un 2 o un 3 o un 4
Ogni numero (enneatipo) interpreta una passione specifica.
Ad es. l’1 la perfezione, il 3 il successo, l’8 il potere ecc.
Gurdjieff chiamava queste passioni “ammortizzatori” perché ci aiutano ad affrontare la vita.
Ma perché individuarli? Per cercare di superarli.
Gli ammortizzatori ci fanno sopravvivere, ma limitano la nostra possibilità di crescere e di recuperare quella che è la nostra essenza, essenza che abbandoniamo sempre di più alimentando la corazza con cui ci circondiamo.
Approfondire l’Enneagramma ci consente di “risvegliarci”, di liberarci dalle passioni che ci limitano.
Cristo nel suo percorso terreno è stato l’unico uomo che ha posseduto tutti e tre i centri di gravità, ma nello stesso tempo era libero dalle passioni, dagli ammortizzatori che limitano noi.