PRIMA CORNICE: SUPERBI
CANTO X
Riassunto: D. e V. salgono per una stretta e tortuosa via alla prima cornice, dove ammirano insigni esempi di umiltà[1] scolpiti nel marmo candidissimo.
I due Poeti vedono da lontano le anime dei superbi, che avanzano lentamente gravati da enormi e pesanti massi.
CANTO XI
Riassunto: Le anime avanzano curve recitando la parafrasi del Padre nostro[2]. Incontro con Olberto Aldobrandeschi[3], che condanna la superbia dei nobili. Colloquio con Oderisi[4], che mostra la vanità della gloria umana. Infine Provenzan Salvani[5] che racconta il suo atto di umiltà sulla terra[6] e accenna all’esilio di D.
CANTO XII
Riassunto: D. su aiuto di Virgilio, contempla gli esempi di superbia punita[7], di cui è scolpito il ripiano sul quale camminano. Appare l’angelo dell’umiltà, che rade la prima P dalla fronte del poeta e avvia i due pellegrini alla scala che conduce alla seconda cornice. Salendo lungo il ripido declivio, D. si sente più leggero di prima e V. gliene spiega il motivo[8]. D. si tocca la fronte e scopre che una P. è stata cancellata: V. sorride per l’ingenuità del suo discepolo.
SECONDA CORNICE: INVIDIOSI
CANTO XIII
Riassunto: I due Poeti giungono alla seconda cornice, dove stanno gli invidiosi. Non vedono anime, ma odono risuonare nell’aria esempi di carità[9]. D. guardando innanzi si accorge che gli invidiosi stanno immobili, seduti lungo la parete, coperti di cilicio del colore della pietra, con le palpebre cucite (come si usa fare agli sparvieri per addomesticarli): si sorreggono a vicenda recitando le litanie dei santi, ascoltando voci cortesi che recitano esempi di carità e voci spaventose che recitano esempi di invidia punita. Incontro con Sapia[10], che ricorda la sua colpa e deride la vanità dei Senesi.
CANTO XIV
Riassunto: Due altri spiriti chiedono a D. di dove egli sia. Il poeta accenna con una perifrasi alla Valle d’Arno. Guido del Duca[11] allora pronuncia una fiera invettiva contro gli abitanti della Toscana e dice che il suo compagno è Rinieri da Calboli[12]. Descrive poi le dolorose condizioni della sua Romagna. I due Poeti riprendono il cammino e odono voci che gridano esempi di invidia punita (ad es. le parole di Caino “Chiunque mi incontrerà, mi ucciderà”).
SECONDA CORNICE: INVIDIOSI -TERZA CORNICE: IRACONDI
CANTO XV
Riassunto: mentre i due Poeti sono volti ad occidente, vengono investiti da una luce intensissima: è l’Angelo della misericordia, che toglie a D. un’altra P. ed avvia i due pellegrini alla cornice superiore.
Mentre salgono, Virgilio chiarisce un dubbio di D. circa le parole di Guido del Duca ma D. non è soddisfatto della spiegazione che gli sembra un paradosso. Sulla terza cornice D. è rapito da visioni estatiche[13], che gli presentano esempi di mansuetudine. Dopo tali visioni i due Poeti sono avvolti da una nera nube di fumo.
[1] L’Annunciazione; David danzante per riconoscenza a Dio; la regina Micol (figlia di Saul, fu data in sposa a David; derise l’entusiasmo del marito davanti all’arca dell’Alleanza e in punizione di questo fu da Dio resa sterile); l’imperatore Traiano ed una vedova che ottiene giustizia.
[2] Lodano e ringraziano Dio, uno e trino, offrendogli la propria volontà, quindi invocano la grazia necessaria alla redenzione ed il perdono dei peccati e Lo pregano di liberare gli uomini dalle tentazioni.
[3] Conte di Santa Flora nel Grossetano, ghibelino, che morì combattendo contro i guelfi.
[4] Famoso miniatore, amico di D. a Bologna.
[5] Senese, ghibellino, che propose di distruggere Firenze al concilio di Empoli e morì sconfitto proprio dai Fiorentini.
[6] Elemosinare per un amico in prigione che gli valse il condono del periodo da trascorrere nell’Antipurgatorio.
[7] Lucifero che precipita dal cielo; Briareo (Gigante con cento braccia e cinquanta teste) trafitto dal dardo divino di Giove per aver aiutato i Titani; Apollo Pallade e Marte insieme al padre Giove che guardano la disfatta dei Giganti, la distruzione della superba Troia ecc.
[8] Quando le sette P saranno cancellate D. non proverà più fatica alcuna, ma il salire sarà piacere.
[9] I P. odono tre voci: la prima grida le parole di Maria alle nozze di Cana; la seconda ricorda il sacrificio di Pilade in luogo dell’amico Oreste; la terza grida le parole di Cristo agli apostoli: “Amate i vostri nemici”.
[10] Gentildonna senese (zia di Provenzan Salvani) di parte guelfa che odiava i ghibellini a tal punto da augurare la sconfitta ai concittadini di quella parte, poi avvenuta ad opera dei Fiorentini a Colle Val d’Elsa (1269).
[11] Visse tra il 1170 ed il 1250. Fu giudice e podestà in diversi Comuni della Romagna ed ebbe fama di uomo giusto e ospitale.
[12] Partecipò attivamente alle lotte che si svolsero in Romagna nel XIII secolo. Fu podestà di Parma e di molte città dell’Italia centrale.
[13] Ad es. la Vergine al Tempio quando cerca Gesù tra i Dottori.