La teologia ecclesiale di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Santo Volto
“Senza scoraggiarmi continuai la mia lettura e questa frase mi diede sollievo: <Cercate con ardore i doni più perfetti, ma vi mostrerò una via ancora più eccellente> [1Cor 12,31]. E l’Apostolo spiega come tutti i doni più perfetti sono nulla senza l’Amore…Che la Carità è la via eccellente [1 Cor 13, 1-3] che conduce sicuramente a Dio.
Finalmente avevo trovato il riposo… Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero riconosciuta in nessuna delle membra descritte da S. Paolo, o piuttosto volevo riconoscermi in tutte… La Carità mi diede la chiave della mia vocazione. Compresi che la Chiesa aveva un corpo, composto da diverse membra [1 Cor 12,14], il più necessario, il più nobile di tutte non le mancava, compresi che la Chiesa aveva un Cuore, e che questo Cuore era ardente d’Amore. Compresi che l’Amore soltanto faceva agire le membra della Chiesa, che se l’Amore venisse a spegnersi, gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue… Compresi che l’Amore racchiudeva tutte le vocazioni, che l’Amore era tutto, che esso abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi… In una parola che esso è Eterno!…
Allora nell’eccesso della mia gioia delirante, ho esclamato: O Gesù, Amore mio… la mia Vocazione, finalmente l’ho trovata, la mia Vocazione, è l’Amore!…
Sì ho trovato il mio posto nella Chiesa e questo posto, o mio Dio, sei tu che l’hai dato… nel Cuore della Chiesa, mia Madre, sarò l’Amore… così sarò tutto… così il mio sogno sarà realizzato!!!…” (M 3v).
Nel brano riportato e tratto dal testo curato da Conrad De Meester che ho inteso adottare, per i motivi enunciati nel precedente post cui faccio rimando, si coglie, forse con maggiore intensità rispetto ad altri scritti, la teologia di Teresa.
Il manoscritto, comunemente indicato come B e che De Meester segnala, utilizzando le iniziali della destinataria – Maria del Sacro Cuore, sorella -, come M, è assai differente, nel contenuto, dagli altri due manoscritti e risponde alla richiesta, che Teresa accoglie, proveniente dalla destinataria: quella di spiegare la sua dottrina, la sua esperienza spirituale.
Come si noterà, i destinatari dello scritto, in verità, sono due: la richiedente Maria e Gesù.
Si dispiega in cinque fogli recto-verso, che rompono l’unità discorsiva degli altri manoscritti.
Sotto un profilo letterario, ogni classificazione, come spiega De Meester, appare inadeguata: insegnamento, lettera, testamento.
Teresa comprende l’essenza della sua vocazione muovendo dal famoso Inno alla Carità di Paolo e soddisfacendo, con la gioia di chi giunge al traguardo, il desiderio della sua ricerca.
Comprende che la sequela di Gesù esiste solo all’interno del Corpo Mistico, della Chiesa.
Si tratta di una dimensione importante, soprattutto con riguardo al contesto storico in cui si inserisce, in cui la tendenza individualista, nella sequela e nell’esperienza spirituale, è forte.
Teresa capisce che solo all’interno della Chiesa, dentro il Corpo definito da Paolo, è possibile realizzare ogni vocazione.
E la Chiesa è Amore, è un Corpo fatto da molte membra legate tra di loro.
Non vi è dunque per Teresa altra collocazione, altro luogo per la sequela, che non sia la Chiesa.
Il messaggio si rivela quanto mai attuale, e ci induce a riflettere, guidati dalla piccola Santa, sul nostro vissuto spirituale, sui nostri carismi, sulla nostra esistenza.
Si tratta, semplicemente, di una riflessione sulla realtà dell’Amore, una realtà che ci unisce al Capo del Corpo di cui siamo membra e che ci costituisce come cristiani, secondo i doni ricevuti.
Giorgio Pernigotti
Grazie per l’accoglienza. Giorgio
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Sempre a disposizione, Giorgio.
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