Nell’Età dei Lumi vi è in primo luogo una rivoluzione della civiltà: si passa dal mondo agricolo ed artigianale al mondo capitalistico ed industriale; ciò comporta che vacilli la posizione del sovrano assoluto e dei ceti (nobiltà, clero) su cui esso basava il suo potere, a favore della borghesia.
Le Rivoluzioni segnano la fine dei regimi assoluti e l’inizio di una nuova società civile.
Il primo paese a conoscere l’esigenza del rinnovamento è sicuramente l’Inghilterra, dove una mentalità pratica e razionale mette in discussione sia la tradizione sia l’autorità.
Dall’Inghilterra l’esigenza di rinnovamento si diffonde in Francia, Prussia, Austria, Italia, Russia ed altri: in ogni luogo ha però diversi sviluppi e fortuna.
In Francia abbiamo gli sviluppi più interessanti, con l’Enciclopedia (1751-1772) il veicolo privilegiato del nuovo movimento chiamato Illuminismo; anche se in questo paese vi sarà un’ostinata chiusura da parte del ceto dominante che poi porterà alla Rivoluzione del 1789.
In Austria, Prussia e Russia, il tentativo di rinnovare la società trova consenso per la presenza di sovrani particolarmente illuminati (Maria Teresa e Giuseppe II d’Austria; Federico II di Prussia e Caterina II di Russia) che favoriscono il rinnovamento economico e amministrativo.
Anche la letteratura attraversa un momento di gran rinnovamento e di forti discussioni: in Inghilterra e in Francia abbiamo due eccezionali stagioni letterarie.
In Inghilterra il dibattito è anche politico: si afferma come strumento di lotta la saggistica e il giornalismo (di stampo fortemente polemico) e quindi nasce la cosiddetta pubblica opinione (la capacità e la possibilità cioè di discutere liberamente dei problemi fondamentali del paese, anche in aperto contrasto con chi detiene il potere).
Tale pubblica opinione va indirizzata e ne vanno interpretate le esigenze: ed ecco allora che prendono campo le associazioni ed i partiti politici.
Il romanzo inglese affronta in tono più pacato ma non certo meno esaustivo tutti gli aspetti della società e fornisce una critica degli elementi negativi.
I grandi romanzieri del tempo (DEFOE e SWIFT) furono anche dei grandi giornalisti e si trovarono coinvolti nelle polemiche tra i partiti (Whig e Tory): le loro opere (Robinson Crusoe e I Viaggi di Gulliver) sono fantastiche ma nascono anche dalla concretezza dei problemi reali e quindi non mancano i riferimenti al mondo contemporaneo.
In Francia l’interesse culturale passa dalla Corte ai “salotti”, dove i rappresentanti più aperti della nobiltà discutono con i borghesi.
Il secolo dei Lumi vide alcuni letterati-pensatori di gran valore: Voltaire che fu il più gran diffusore dell’Illuminismo in Europa; Diderot che diresse l’Enciclopedia e raccolse intorno ad essa i più vivi ingegni contemporanei; Rousseau, campione della democrazia diretta e rappresentante dell’Illuminismo che apre la strada al Romanticismo; Montesquieu campione della democrazia parlamentare (sul modello inglese), grande autore di opere filosofiche e giuridiche e teorizzatore del ritorno alla natura per far fronte ai guasti causati dalla civiltà.
Anche in Francia il romanzo riflette i problemi della società ma si fa strada soprattutto un nuovo genere letterario: il romanzo filosofico, che cerca di trattare in modo fantastico problemi filosofici; di questo genere furono maestri Voltaire (CANDIDO) e Diderot.
Nell’Europa centrale sotto l’influsso di questi ultimi letterati vengono a formarsi personalità come quella di Lessing.
In Italia abbiamo nella Lombardia austriaca di Maria Teresa, il Parini e soprattutto il Beccaria interessante non solo sotto il profilo, puramente letterario; in Piemonte troviamo l’Alfieri, anche se vedremo che per certi versi è preromantico se non addirittura romantico (nel momento in cui teorizza embrionalmente il Risorgimento).