Il PD ha presentato due ordini del giorno dall’identico tenore per il rinvio della mediazione (G/2518/1 e 5/19 e 5/20)
Il Senato, premesso che: tra le uniche disposizioni di legge emanate dal Governo in adempimento della delega in materia civile, di cui alla legge 18 giugno 2009, n. 69, vi sono quelle del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, sulla conciliazione obbligatoria per controversie civili e commerciali che, a partire dal marzo 2011, investirà negli ambiti civilistici anche settori economicamente e socialmente crociali, come il condominio, le locazioni, il comparto assicurativo;
si tratta di un intervento che presenta numerosi elementi di preoccupazione. L’avvocatura ha posto in evidenza numerosi profili critici della normativa attuativa della delega, sostenendo che la media conciliazione obbligatoria è palesemente incostituzionale e danneggia i cittadini e che il regolamento attuativo che la disciplina è da abrogare. L’avvocatura ha altresì sottolineato che la direttiva europea che detta le linee da seguire in materia di giustizia civile prevede espressamente la facoltatività della mediazione, così come avviene in tutti i paesi dell’Unione europea;
per tali ragioni, l’organismo unitario dell’avvocatura ha presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio e sta preparando un ulteriore ricorso alla Corte europea, azioni che si aggiungono alle migliaia di ricorsi presentati autonomamente dagli avvocati. Nei ricorsi si contestano numerose violazioni del legislatore di norme di carattere costituzionale, come la lesione del diritto di difesa e del diritto di accesso alla tutela giurisdizionale, l’eccesso di delega, la violazione del principio di ragionevolezza e della riserva di legge sulle prestazioni personali. Inoltre si sottolinea che, con ogni probabilità, la normativa introdotta renderà i costi monetari, che dovranno sostenere i cittadini in sede conciliativa, addirittura superiori al costo di un intero processo;
l’aspetto più grave sta nel fatto che la formulazione da parte del mediatore della proposta di conciliazione e la sua accettazione o meno da parte dei cittadini (peraltro privi di assistenza legale) influenzano inderogabilmente l’esito del successivo processo (soprattutto in sede di valutazione sulle spese), caratterizzando si come veri e propri atti paragiurisdizionali, in quanto tali riservati all’autorità giudiziaria;
il 12 gennaio 2011 si è già tenuta innanzi al Tar di Roma l’udienza per la sospensiva del decreto ministeriale attuativo della mediazione, ed è stata fissata l’udienza per il merito il 9 marzo 20 Il, prima quindi dell’entrata in vigore della normativa;
i rilievi mossi dall’avvocatura, e già in parte anticipati in sede di esame parlamentare nelle Commissioni di merito, appaiono in gran parte condivisibili. Occorre quindi che il Governo intervenga per correggere un intervento che potrebbe avere ulteriori effetti negativi sulla già grave situazione in cui versa l’amministrazione della giustizia civile,
impegna il Governo: a prevedere la proroga per ulteriori dodici mesi delle disposizioni di cui all’articolo 24 del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, al fine di utilizzare questo ulteriore lasso di tempo per modificare gli aspetti critici della normativa, procedendo a una revisione complessiva dell’ambito oggettivo di applicazione dell’istituto (rivalutando le materie per le quali può trovare applicazione), introducendo criteri precisi per l’individuazione della competenza territoriale degli organismi di conciliazione; eliminando l’obbligatorietà del procedimento di conciliazione; garantendo l’obbligatorietà dell’assistenza tecnica, per l’oggetto del procedimento, la natura procedimentale dell’istituto e la funzione preliminare rispetto al procedimento dinanzi all’autorità giudiziaria, su cui possono incidere pesantemente le vicende della fase mediatoria; per prevedere requisiti di qualificazione, formazione, professionalità e competenza per l’accesso all’albo dei mediatori; per valorizzare la funzione e il ruolo di terzietà del mediatore, che deve facilitare la ricerca della soluzione, abolendo, in conseguenza, la facoltà di formulare una proposta «contumaciale» e comunque quando le parti non ne facciano richiesta; eliminare ogni contaminazione tra mediaconciliazione e processo. E ciò al fine di garantire che gli istituti della mediazione e della conciliazione, così come disciplinati dal decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, che ha dato attuazione alla delega contenuta nella legge n. 69 del 2009, siano realizzati non come alternativi al processo e come mezzi di «liquidazione» dei conflitti, ma come tramite per il loro superamento.1], il PDL
[2] ed il PD[3] hanno presentato tre identici emendamenti alla legge mille proroghe per rinviare la mediazione di un anno.
E la Commissione Giustizia del Senato, seppure in sede consultiva, ha adottato un parere favorevole al rinvio[4].
A questo punto manca solo il voto dell’Aula.
C’è anche chi parla in queste ore di un rinvio parziale con riferimento ad alcune materie per cui dunque la mediaizone resterebbe facoltativa.
Personalmente ritengo che il rinvio sia assolutamente inutile e che nel 2012 ci troveremo nella migliore delle ipotesi nell’identica situazione.
E tu che cosa ne pensi?
Fonte: http://www.senato.it
Dopo l’articolo, inserire il seguente: «Art. 1-bis.(Ulteriore proroga non onerosa di termine in scadenza)
1. Al comma 1 dell’articolo 24 del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, ”Attuazione dell’articolo 60 della legge 18 giugno 2009, n. 69, in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali”, sostituire le parole: ”dodici mesi” con le seguenti: ”ventiquattro
Dopo l’articolo, inserire il seguente:«Art. 1-bis. (Proroga del termine a decorrere dal quale acquistano efficacia disposizioni in materia di mediazione e conciliazione) 1. Il termine previsto dall’articolo 24 del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, a decorrere dal quale acquistano efficacia le disposizioni di cui all’articolo 5, comma 1, del predetto decreto legislativo, è prorogato al 31 marzo 2012».
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: «2-bis. Al comma 1 dell’articolo 24 del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, le parole: ”dodici mesi” sono sostituite dalle seguenti: ”ventiquattro mesi”.».
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 251
La Commissione, esaminato per quanto di competenza il provvedimento in titolo, pur esprimendo una riserva sul meccanismo previsto dall’articolo 1, comma 2, che attribuisce ad una fonte di rango secondario (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) la possibilità di disporre un ampliamento delle proroghe previste da fonti legislative fino al 31 dicembre 2011, al di fuori delle procedure e delle garanzie previste per i provvedimenti di delegificazione, e sottolineando la necessità di garantire la massima pubblicità a tali decreti attraverso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, in una prospettiva di piena conoscibilità delle norme nuovamente prorogate, esprime per quanto di competenza parere favorevole, alle seguenti condizioni:
– che la proroga del termine per l’esercizio delle funzioni per i magistrati onorari attualmente in servizio, termine già prorogato dall’articolo 2, commi 1 e 2 del decreto-legge n. 2009 – anche in conformità alla riserva di legge prevista dall’articolo 108 della Costituzione in materia di ordinamento giudiziario – divenga oggetto di un apposito articolo, che intervenga sul comma 1 dell’articolo 245 del decreto legislativo 19 febbraio 1998, n. 51 e sul comma 2 dell’articolo 1 del decreto-legge 29 dicembre 2009, n. 193, convertito con modificazioni dalla legge 22 febbraio 2010, n. 24, in modo da tener conto dell’articolato regime dei termini di scadenza del mandato dei magistrati onorari ivi previsto;
– che sia introdotta con apposito articolo una congrua proroga del termine a decorrere dal quale acquistano efficacia le disposizioni di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto-legislativo 4 marzo 2010, n. 28, in materia di mediazione e conciliazione, in considerazione dell’ampio consenso intorno alla necessità di una revisione di questa materia prima della sua definitiva entrata in vigore.
Notizia dell'ultimo minuto. Durante il Consiglio dei Ministri il Ministro della Giustizia ha affermato che la mediazione civile e commerciale partirà il 20 di marzo 2011. Notizia importante, anche se non si dice come partirà.
"Mi piace""Mi piace"
Mi stringo al vostro rammarico amici miei, ma non disperiamo.
Con un documento congiunto, inviato al Ministro di Giustizia, Angelino Alfano, che è stato sottoscritto dai vertici di Unioncamere, di tutte le Confederazioni imprenditoriali (Cia, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confagricoltura, Confapi, Confcooperative, Confindustria, Lega delle cooperative, Rete Imprese Italia) e degli Ordini professionali (Consiglio nazionale degli Architetti, Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti ed esperti contabili, Consiglio nazionale dei Geometri e dei Geometri laureati, Consiglio nazionale degli Ingegneri) si è richiesto di non procedere al rinvio della mediazione obbligatoria.
In pratica la politica si trova contro quasi tutto il mondo degli operatori.
Non sarà quindi facile giustificare il rinvio qualora dovesse essere accolto.
C'è chi parla anche di intraprendere una class action contro chi pretende di affossare la riforma solo per vedere garantiti i propri privilegi.
Insomma c'è un bel fermento che vorrei continuasse anche su questo post.
Io sono avvocato e capisco i timori dei colleghi, ma mi sento di rassicurarli perché il loro lavoro non verrà penalizzato dalla mediazione. C'è un unico scoglio da superare che quello di cambiare mentalità. Bisogna riscoprire il fatto che si è liberi professionisti e che quindi si è pagati non per pensare esclusivamente al processo, per vedere la controparte come un nemico da abbattere o comunque da vincere. L'avversario è una risorsa che bisogna ascoltare e con cui bisogna parlare se si vuole ottenere un risultato che sia di soddisfazione reciproca (non solo delle parti, ma anche del consulente).
"Mi piace""Mi piace"
A quanto pare gli avvocati hanno il terrore di essere deligittimati nel loro ruolo di difensori virtuosi e quindi, snellendo le procedure giudiziarie, a loro giudizio,diminuirebbe il loro lavoro (con conseguente perdita di lauti guadagni).
Che importanza vuoi che abbia il fatto che sia la volontà delle Parti a dirimere la propria questione, le Parti non sono adatte per queste cose! Che importanza vuoi che abbia il fatto che il conflitto si possa risolvere entro novanta giorni e non entro cinque anni come avviene in una causa giudiziale dove è obbligatoria l'assistenza di un avvocato! ( causa che dura, parcella sicura). La richiesta di rinvio di un istituto che alleggerirebbe, e non poco, l'affollamento delle cause nelle aule giudiziarie, altri non è che un espediente cavilloso volto a contrastare l'attuazione di una riforma che da tempo i cittadini (vessati da cause interminabili) invocano.
E la malafede di costoro si fa molto più evidente allorchè ( con mero atto di terrorismo) affermano che una mediazione viene a costare più di una causa. Ponetevi una domanda: quanto vi prende un avvocato per scrivere una raccomandata a nome vostro? Ebbene, se consultate le tariffe allegate alla Legge, vi accorgerete che una conciliazione media vi potrà costare all'incirca quanto tre o quattro raccomandate di un avvocato.
Purtroppo, a quanto pare, il tempo delle lobbie non è finito e a questa dolorosa constatazione va aggiunta anche quella del pregiudizio a priori da parte degli avvocati che ignorando ciecamente cosa è e come si effettua una mediazione, se ne approfondissero la procedura, si accorgerebbero che anche per loro è una ulteriore occasione di lavoro professionale.
Prova ne sia che quegli avvocati che, intelligentemente, hanno fatto il corso di mediatori, si dissociano dai loro colleghi e la pensano esattamente come me.
Adesso però, mi sovviene un pensiero inquietante: Angelino Alfano è un avvocato. Speriamo bene!
"Mi piace""Mi piace"
E' mai possibile che quando arriva una riforma che porta un qualche interesse ai cittadini debbeano subito intevenire le "lobbies" per bloccarlo?
Nel caso della mediazione obbligatoria, finalmente, i contribuenti potevano trovare una forma alternativa (veloce ed economica) alla Giustizia (nei Tribunali) per la soluzione delle controversie ma, guarda caso, visto che sembrerebbe toccare degli interessi economici di qualcuno, la cosa minaccia di essere ulteriormente rinviata se non addirittura bloccata!
Facciamo sentire la nostra voce ed andiamo avanti!
Giovanni
"Mi piace""Mi piace"
Situazione singolare e alquanto allarmante, a mio parere, sotto due doversi profili.
In primo luogo, il sistema giustizia è al quasi totale collasso nel nostro Paese. Basti pensare che la World Bank ha rilevato che l'Italia è collocata al 153 posto su 180 per il recupero del credito. Siamo gli ultimi in Europa e avanti a noi ci sono paesi che consideriamo del terzo mondo.
Questa situazione, ovviamente, genera profonde ingiustizie per gli utilizzatori finali del sistema giustizia, ossia i cittadini coinvolti nelle controversie.
La mediazione/conciliazione ha un'efficacia di successo pari al 75% circa. Garantendo lo sviluppo di questa procedura (già conosciuta ed utilizzata in tantissimi altri paesi del mondo) si ridurrebbe il numero dei contenzioni notevolmente. Garantendo, così, un più rapido accesso alla giustizia, che potrebbe finalmente tornare ad essere tale.
Domanda: perché tanta resistenza di fronte ad una tale opportunità?Perché non incentivare l'utilizzo di uno strumento che può agevolare la soddisfazione degli interessi dei cittadini?
In secondo luogo, il Governo ha introdotto la mediaizone nel nostro sistema giurico nel 2010 e a distanza di un anno si parla di rinviare il tutto (con il vero e non tanto velato intento di sabotare il tutto). Francamente, è alquanto inconcepibile l'agire politico, specialmente se si pensa che in questo anno molti privati si sono attivati (e con notevoli spese) per essere pronti alla partenza della conciliazione obbligatoria. Domanda: chi rimborserà tutti questi soggetti?
Enrico Ottogalli
"Mi piace""Mi piace"