<<Ti odio…>> questa parola assume spesso dei significati diversi: quando cedi le armi e ci riconciliamo di solito sostituisce un impronunciabile ti amo.
<<Ti odio quando vuoi farmi pena!>> Ma ho soltanto pena in fondo al cuore, amore mio, pena infinita e senza fine.
<<Ti odio quando fai la lagna!>>
<<Ti amo, ma ti detesto.>> Mi detesto anch’io amore mio, per non riuscire ad essere amato da te come vorrei, per non capire come tu vorresti essere amata o non amata.
<<Vorrei essere con te. In un letto…>> ed io ti attendo nell’anima perché so che il tuo rimarrà soltanto un desiderio, ma essere desiderato è già molto per me, è tutto quel che ho sempre cercato.
<<Non uscirò né questa sera, né mai!>> I primi tempi della nostra storia, se c‘è stata una storia visto che a tuo giudizio “non stiamo” e quindi non siamo mai stati insieme, mi chiedevi di uscire di frequente ed io di massima rifiutavo. Oggi mi rendo conto benissimo del fatto che ti umiliavo, ma tu continuavi a venirmi a cercare, e consideravi quella serata in cui facevamo l’amore come qualcosa di speciale. Se avessi mantenuto quelle abitudini forse mi cercheresti anche adesso che sono a tua completa disposizione.
<<Forse ci vediamo venerdì, ma poi tanto non esco.>>
<<Io non sono come te… non mi consolo con le parole… io sono pratica.>> Come fai ad essere sicura di come sono io? io che mi sfioro solo al pensiero dei tuoi baci e dei tuoi capelli…
<<Se ti dico che voglio vederti è qualcosa di irrazionale… poi se ti vedo è altra benzina sul fuoco…>>
<<Non essere patetico, se mi vuoi perché non hai altro, è meglio lasciar perdere…>>
<<Lo vedi che non mi ascolti mai? Io posso non abbandonarti, ma tu ed io non siamo in grado di andare d’accordo ed io non lo sopporto!>>
<<Lasciami stare… oggi non è proprio giornata!>> Quasi ogni giorno per te non è giornata.
<<Io non ti parlo più…nessuno può permettersi di alzare la voce con me!!>>
Ora credo davvero che non tornerai indietro ed io nemmeno lo desidero; troppa sofferenza ci vuole per riallacciare il legame che poi è così precario; mi hai preso per stanchezza e spero che questo mio stato duri a lungo tanto da dimenticarti.
<<Non sei patetico, sei di coccio… ti amo da morire, ma non voglio parlarti più.>>
E come fai ad amarmi da morire se non mi parli più? se non abbiamo mai parlato insieme sul serio? che cosa ami da morire di me? non riesco a comprenderlo. Potremmo anche fingere di essere muti, ma sarebbe un insulto per quelli che lo sono veramente. Pensa se fossimo muti davvero? non potresti nemmeno dirmi che mi ami da morire, anche se a dire il vero tu ora me lo hai solo scritto. Ed io che cosa me ne faccio di un messaggio elettronico che enuncia frasi astratte, che non potranno trovare esplicazione alcuna nella mia vita? ma questo è anche un tuo problema.
<<Va bene, è finita… sono stanca di bla, bla, bla>>.
<<Tu non sei niente… anzi sei meno di niente… sei un gran bastardo>>.
<<Degli altri non mi frega niente, ma te ti odio>>.
<<Mi hai riempito il cervello di fregnacce>>
<<Hai preteso… dico… preteso… che io avessi bisogno di te… e quando ho avuto bisogno di te… mi hai sempre lasciato nella merda>>.
<<I miei sentimenti sono cazzi miei, tu non sei un amico, non sei un conoscente…non sei niente… non esisti>>
<<Ti odio e ti ammazzerei… ti ammazzerei a schiaffi>>.
<<Se potessi ti sparerei…>>
<<Se io non ti do nulla allora non perdi nulla… non mi scocciare più!>>
<<Sono stufa di vedermi continuamente rinfacciato il tuo amore!>>
<<Basta…ti lascio… sono almeno due o tre giorni che non ti lascio…meglio così sennò ti adagi… a dire il vero mi sembri già adagiato…>>
<<Mi offende il fatto che tu voglia fare l’amore con me…tu non mi capisci, non mi conosci…ti odio anche umanamente…sei un figlio di puttana!>>
<<Ti amo e non ne conosco la ragione, ma la nostra è davvero una storia sbagliata.>>
<<Ti amo, ma la mia posizione rimane immutata, non voglio avere più niente a che fare con te.>>
<<Ci sono cose insuperabili… mi dispiace… ed io mi attengo alle mie decisioni… devo essere coerente.>>
<<Mi dispiace… a volte mi manchi talmente da non riuscire a trattenermi. Perdonami.>>
<<Le storie che non hanno futuro si tagliano… io non taglio te, ma la storia.>>
<<Hai avuto le tue occasioni… oramai ne riparliamo in un’altra vita…>> ma potrebbe non esserci un’altra vita amore mio.
Risparmio le mie repliche che peraltro sono state inutili, o meglio uno dei modi più tristi per fare lievitare la bolletta.
Quanto mi hanno addolorato queste frasi (per fortuna talvolta contraddittorie o interpretabili anche a mio favore) che vai digitando ormai meccanicamente (forse con la scrittura intelligente?): l’ultima ha davvero un che di tombale, non c’è che dire.
Ho studiato una vita per essere accettato, e mi pare di non aver imparato nemmeno l’ABC; quasi dovessi assorbire un’altra lingua dall’alfabeto ancora misterioso e che in fondo non mi hai mai voluto davvero insegnare.
Perché amore mio sei stata una padrona così esigente, hai preteso così tanto dal mio poco intuito?
L’amore si impara e si costruisce con pazienza e dolore (questa è una diceria messa in giro da tutti quelli che sono stati lasciati…).
Sul fatto che io mi dimostri spesso ottuso siamo comunque d’accordo in due, sennò non ti avrei perduto.
Ma probabilmente non ti ho mai avuto, almeno non nel senso in cui intendevo ed intendo io.
(Continua)