
E’ possibile che io sia davvero come tutti gli altri, pronto solo a pretendere un sentimento che non ho fatto alcunché per coltivare? eppure è così, e non riesco a comportarmi diversamente. <<Mi chiedo perché a Natale mi hai chiamato?… La sera di Natale non è un giorno come gli altri!>>
Ti risenti quasi io non volessi capire. <<Credi che non ci siano altri ragazzi che mi cercano, le mie soddisfazioni, se volessi, me le prenderei! da te volevo qualcosa di diverso…>>
A parte che il condizionale ti va un po’ stretto… ma che cosa desideravi da me? se non permetti nemmeno che io ti veda o ti senta, se devo elemosinare ogni appuntamento come l’ultimo degli accattoni e quando finalmente ti concedi, si fa per dire, è come se l’incontro fosse già finito?
<<E allora perché adesso non mi chiami?>>
<<Perché io su tutte le cose ci rifletto: da una parte ho voglia di chiamare e dall’altra ho paura d’illuderti, di farti soffrire… così mi blocco.>>
<<Guarda che io soffro di più se non mi chiami: io ti voglio bene a prescindere da quello che pensi tu di me; non m’illudi, sto decisamente più male se non ti sento.>>
<<Un amico una volta mi ha detto che sono proprio stupida… forse è vero, sono soltanto una stupida.>>
<<Sei tutt’altro che stupida… no, non sei stupida>> anche perché se lo fossi io sarei più stupido di te ad essermi innamorato di una stupida, ed è un’ipotesi che mi spiacerebbe prendere in considerazione.
<<Andiamo, è tardi…>>
<<Hai ragione, è buio e fa anche freddo.>>
Immagino che la notte non sia mai scesa più gradita alla nostra timidezza.
<<Quest’estate non eri il solo a stare male, quando sono andata a Lecce sembravo un cadavere, mi avevi sconvolta…>>
<<Avevi i motivi per esserlo: in tre giorni ti ho fatto passare dalla più completa estraneità ad una proposta di matrimonio… però ci credevo davvero!>>.
<<E’ proprio questo il fatto che mi sconvolgeva… gli uomini si dividono solitamente in due categorie: quelli che vengono con te senza dirti niente e sai già cosa cercano… e quelli che dicono:”Sei la donna della mia vita!” e poi vogliono le stesse cose della prima categoria… della tua sincerità invece io non ho mai dubitato… per questo mi terrorizzavi…>>
<<Io ero pienamente convinto.>>
<<Come facevi ad esserlo? è questo che mi sconvolge… voglio dire… non mi conoscevi… e ancora adesso non sai niente di me.>
<<Chi è innamorato non ha bisogno di conoscere, sente e va dietro alle sue emozioni.>>
<<Sarà che io non sono mai stata innamorata…>>
<<E poi io mi fido delle prime impressioni… e difficilmente mi sbaglio…>>
<<Anche in Francia pensavo con rammarico che non t’avevo potuto conoscere, stavo male.>>
<<Pure io ho passato un agosto tremendo… non avevo più voglia di vivere… è stato allucinante.>>
<<A parte che comunque ho delle idee tutte particolari sul matrimonio… mi sposerò solo quando sentirò veramente di amare qualcuno.>>
<<Ah, se per questo sono d’accordo con te… mi sembra giusto>> ed anche molto triste.
<<Lo so anch’io che persone come te si incontrano forse una sola volta nella vita.>> Sembra quasi tu ripeta, come un automa, le parole di un’altra, senza la benché minima partecipazione… non parliamo poi di convinzione.
Mi fai una rabbia che ti strozzerei: un giorno ti pentirai di avermi svalutato in questo modo! stai tranquilla… ora mi calmo, sono consapevole che non accadrà, è stato solo un residuo dell’orgoglio che ancora mi è rimasto; so bene che sei troppo impegnata ad amare te stessa per avere rimorsi o cose del genere.
<<Cosa perdi a darmi qualche opportunità in più di vederti? non significa ipotecare il futuro: voglio dire, se poi ti innamorerai di me io sarò l’uomo più felice della terra, ma se non dovesse accadere… pace!>> una pace a cui non voglio pensare e di cui entrambi conosciamo l’inevitabilità.
<<Anch’io sarei molto felice se potessi innamorarmi di te… è quello che voglio…>> detto con l’aria di riferirsi all’amore in generale, non certo alla mia persona; aspiri soltanto ad innamorarti… poi di chi, non lo sai nemmeno tu, o forse sì?
<<Capisci non rischi niente a darmi queste opportunità: tanto lo so che se non ti innamori, con me non esci.>>
<<Infatti…>> pronunciato con un certo compiacimento e con tutta la lucida, calma e compiaciuta perfidia di cui una donna può essere capace.
<<Senti, provi fastidio al pensiero che io scriva racconti per te?>>
<<Un po’… so che tutto quello che dico o che faccio verrà registrato, analizzato… sei incredibile… lo fai per prendermi in giro?>>
<<No, non lo faccio per prenderti in giro, è che tutta la settimana sono seduto al mio computer… allora cerco di imprimere questi momenti il più possibile nella mia mente per avere una tua immagine con cui dialogare… anche se tu non ci sei… so di essere soltanto in compagnia di me stesso… ma almeno ho qualcuno, qualcosa da raccontarmi…>>
Credo che tu abbia poco da replicare a una risposta così assurda; forse stai pensando che siano le parole di un ipocrita o di un folle o più semplicemente di un uomo solo; ma non trovi di meglio che chiuderti nel più assoluto silenzio.
E sulle ali del tuo eloquente mutismo arriviamo sotto casa: hai fretta di scendere!
Mi lasci con una frase davvero poco confortante.<<Ci sentiamo in settimana… ma non ti prometto che chiamerò… perché poi non mantengo la promessa.>>
(Continua)