Fortuna/Ad Appio Claudio Cieco

Fortuna

Non può l’alterna
Fortuna dividere
l’essenza invisibile.
Rimangono i fatti
ed io con loro mi
attrezzo per la vita.
Perenne movimento
fu quello che mi onora
alla deriva in un raggio
di sole.

 

Ad Appio Claudio Cieco

Artefici bendati
talvolta siamo
noi
a non saper decifrare
illusi audaci
i tratti netti e decisi
del Suo disegno,
raggi di sole
tracciati sullo scuro
sentiero
della nostra storia.

Benedizione/Ad Deum

Benedizione

Ora non temo
la morte
perché mi hai
benedetto.
Fu una carezza
a rivelarci
il testamento di Dio.

Ad Deum

Con gli occhi
dipingi la morte
mentre le mani
cercano
nelle mie la quiete:
accompagnare
la tua anima da Dio
dona senso
all’intera spaventosa vita

L’eremita (Seconda parte) (Scena unica – parte ottantunesima)

L’eremita
Mi aiuti a trovare in me quella parte di Dio che non demorde… credo di averla perduta come una fiamma spenta irrimediabilmente. Mi capita di vivere in un altro mondo nel quale non esistono valori e forse non sono mai esistiti…e mi sento padrone di un nulla a cui non so rinunciare…sapessi almeno di che cosa si tratta! E invece gioca con me a nascondino…quante speranze, quanti pensieri sprecati inutilmente… cerco un porto che non esiste, un porto che mi faccia dimenticare il desiderio di andar per  mare…anche se in mare poi… alla fine sento tutta la stanchezza del mondo…non ho voglia di guardare né il sole, né il mare…mi sento sempre fuori luogo…e non cerco le vele per andare più lontano, non ho una rotta e non so riconoscere le stelle…mi sembrano tutte uguali e vuote come le promesse mai avverate. Solo il sale nella gola mi dice che sono vivo ed il caldo insopportabile, è un inferno anticipato e sempre eguale a se stesso…calma piatta! Almeno mi prendesse la tempesta una volta per tutte, quella tempesta di cui ho un profondo terrore, ma che è radicale e definitiva. Affogare finalmente o almeno sbattere le braccia nel tentativo di sopravvivere, di sentire la vita finalmente preziosa… anche se per pochi istanti. Forse sarei pronto per morire allora e dimenticherei tutto, il male e l’incertezza, l’incapacità di guardare nello specchio e di trovare almeno un altro me stesso. Così mi sento brocca, come un fiume di eventi che non portano certo il sangue di Cristo, nemmeno il mio a pensarci bene; è un dolore esangue ed immotivato che non porta amore, non è una strada che cerca di congiungersi al cuore, si perde in un deserto di libertà effimere e solitarie…non c’è bivio, non c’è bivio, così non posso che perdere me stesso…

Abelardo
Hai mai osservato un gregge di pecore?

L’eremita
Sì, infondono una certa tranquillità

Abelardo
Le pecore sono miti e si fidano del pastore. Hanno paura di tutto quel che non conoscono. Per esse la vita è molto semplice, è fatta di erba ed acqua corrente, di abitudine ai comandi. Loro sanno che il pastore le ama perché la vita del pastore dipende dalla loro sicurezza e dalla loro salute. Può capitare che qualcuna si allontani o si smarrisca, ma quando accade è quasi sempre involontario, sono circostanze che si impongono a scelte di fondo chiare. Così dovrebbe essere anche la tua vita: ricerca in primo luogo la semplicità. Non è una cosa facile perché le pecore sono a servizio dell’uomo mentre tu servi il Padre che è nei Cieli.  Ci vuole maggiore impegno per capire ciò che è utile alla salute della tua anima e che nel contempo ti fa gradito a Dio, ma non è un compito impossibile e Dio è un Pastore previdente: a secondo della tua spiritualità ti dona il terreno più fecondo. Impara la mitezza prima di chiedere al  Padre, la mitezza cambia il volto delle cose, la mitezza è un ponte su cui corre la fiducia; senza fiducia non puoi né vivere, né sopravvivere, cosa che talvolta richiedono le circostanze… la fiducia è una scelta di fondo imprescindibile…Cristo la provò anche nei confronti dei suoi carnefici, quando uno degli apostoli staccò l’orecchio al servo del sommo sacerdote… Gesù intervenne non tanto e non solo perché aborriva la violenza, ma perché desiderava che gli apostoli si fidassero del disegno di Dio, per quanto doloroso e orribile potesse sembrare. E se aveva fiducia un condannato a morte… la puoi nutrire anche tu… che sei destinato a vivere e a cantare le lodi del Signore. Osserva i comandi di Dio perché sono stati dati per la tua salute e sicurezza, sono comandi disinteressati. Il signore non si ciba delle carni delle sue pecorelle, né si appropria del frutto delle tue fatiche. Cristo ti offre  al contrario il Suo sangue ed il Suo corpo immacolato, perché il tuo sacrificio quotidiano fruttifichi sempre di più nella direzione dei fratelli e del Padre. La Parola di Dio fu scolpita nella pietra perché fosse chiara e immutabile nei millenni, perché potesse ingenerare l’abitudine ad un bene che non muta, ad una promessa che si coltiva in terra e trova assoluto compimento in Cielo.

L’eremita (Seconda parte) (Scena unica – parte ottantesima)

L’eremita
Pensa che a tutti gli uomini sia data la capacità di amare?  Ma se anche fosse così… perché Dio non ci  aiuta a capire come si fa ad amare? La risposta sta forse nella croce? Ma Cristo è morto per amore degli uomini e quindi anche la morte potrebbe avere una finalità ulteriore… l’accettazione del sacrificio della croce rimanda ad un’altra realtà… inespressa. Forse non se ne può spiegare la presenza, ma se ne può percepire l’assenza ed è anche questo un modo seppure doloroso…di amare.

Abelardo
Raggiungi il cuore e sentirai che il percorso non è né lungo né difficile…il mare ci cattura sempre con la sua magia, ma di notte ha una forza particolare, specie quando possiamo soltanto immaginarlo…così è per l’amore che attrae sempre il nostro cuore, ma ci rende particolarmente sensibili quando seguiamo un percorso interiore che non possiamo vedere cogli occhi…la sua essenza sfugge all’immediata percezione dei sensi  e si dipana nella ricerca che ognuno di noi può compiere…la distanza è breve, tra mente e cuore ci sono pochi centimetri, ma bisogna stendere una via dolce e dolorosa, dimentica del tempo e dello spazio, colma soltanto del desiderio di condividersi. L’effetto è incontenibile, come per un vaso che allo stesso tempo cerchi la botte per riempirsi e le coppe per traboccare… Amare vuol dire essere tramite tra la Salvezza ed il Suo dono irrefrenabile…che sei tu ma tu non sei…è il sangue di cristo che ti impregna e poi cade sul mondo per benedirlo, preservarlo, costruire una serie infinita di strade che portino a Dio ed agli uomini. E se ti senti vuoto vuol dire soltanto che puoi essere riempito,  che puoi gustare con maggiore entusiasmo il passaggio della Vita in te e per i tuoi fratelli.

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