L’eremita
Mi aiuti a trovare in me quella parte di Dio che non demorde… credo di averla perduta come una fiamma spenta irrimediabilmente. Mi capita di vivere in un altro mondo nel quale non esistono valori e forse non sono mai esistiti…e mi sento padrone di un nulla a cui non so rinunciare…sapessi almeno di che cosa si tratta! E invece gioca con me a nascondino…quante speranze, quanti pensieri sprecati inutilmente… cerco un porto che non esiste, un porto che mi faccia dimenticare il desiderio di andar per mare…anche se in mare poi… alla fine sento tutta la stanchezza del mondo…non ho voglia di guardare né il sole, né il mare…mi sento sempre fuori luogo…e non cerco le vele per andare più lontano, non ho una rotta e non so riconoscere le stelle…mi sembrano tutte uguali e vuote come le promesse mai avverate. Solo il sale nella gola mi dice che sono vivo ed il caldo insopportabile, è un inferno anticipato e sempre eguale a se stesso…calma piatta! Almeno mi prendesse la tempesta una volta per tutte, quella tempesta di cui ho un profondo terrore, ma che è radicale e definitiva. Affogare finalmente o almeno sbattere le braccia nel tentativo di sopravvivere, di sentire la vita finalmente preziosa… anche se per pochi istanti. Forse sarei pronto per morire allora e dimenticherei tutto, il male e l’incertezza, l’incapacità di guardare nello specchio e di trovare almeno un altro me stesso. Così mi sento brocca, come un fiume di eventi che non portano certo il sangue di Cristo, nemmeno il mio a pensarci bene; è un dolore esangue ed immotivato che non porta amore, non è una strada che cerca di congiungersi al cuore, si perde in un deserto di libertà effimere e solitarie…non c’è bivio, non c’è bivio, così non posso che perdere me stesso…
Abelardo
Hai mai osservato un gregge di pecore?
L’eremita
Sì, infondono una certa tranquillità
Abelardo
Le pecore sono miti e si fidano del pastore. Hanno paura di tutto quel che non conoscono. Per esse la vita è molto semplice, è fatta di erba ed acqua corrente, di abitudine ai comandi. Loro sanno che il pastore le ama perché la vita del pastore dipende dalla loro sicurezza e dalla loro salute. Può capitare che qualcuna si allontani o si smarrisca, ma quando accade è quasi sempre involontario, sono circostanze che si impongono a scelte di fondo chiare. Così dovrebbe essere anche la tua vita: ricerca in primo luogo la semplicità. Non è una cosa facile perché le pecore sono a servizio dell’uomo mentre tu servi il Padre che è nei Cieli. Ci vuole maggiore impegno per capire ciò che è utile alla salute della tua anima e che nel contempo ti fa gradito a Dio, ma non è un compito impossibile e Dio è un Pastore previdente: a secondo della tua spiritualità ti dona il terreno più fecondo. Impara la mitezza prima di chiedere al Padre, la mitezza cambia il volto delle cose, la mitezza è un ponte su cui corre la fiducia; senza fiducia non puoi né vivere, né sopravvivere, cosa che talvolta richiedono le circostanze… la fiducia è una scelta di fondo imprescindibile…Cristo la provò anche nei confronti dei suoi carnefici, quando uno degli apostoli staccò l’orecchio al servo del sommo sacerdote… Gesù intervenne non tanto e non solo perché aborriva la violenza, ma perché desiderava che gli apostoli si fidassero del disegno di Dio, per quanto doloroso e orribile potesse sembrare. E se aveva fiducia un condannato a morte… la puoi nutrire anche tu… che sei destinato a vivere e a cantare le lodi del Signore. Osserva i comandi di Dio perché sono stati dati per la tua salute e sicurezza, sono comandi disinteressati. Il signore non si ciba delle carni delle sue pecorelle, né si appropria del frutto delle tue fatiche. Cristo ti offre al contrario il Suo sangue ed il Suo corpo immacolato, perché il tuo sacrificio quotidiano fruttifichi sempre di più nella direzione dei fratelli e del Padre. La Parola di Dio fu scolpita nella pietra perché fosse chiara e immutabile nei millenni, perché potesse ingenerare l’abitudine ad un bene che non muta, ad una promessa che si coltiva in terra e trova assoluto compimento in Cielo.