L’eremita (Seconda parte) (Scena unica – parte settantanovesima)


L’eremita
Non sono ancora pronto. Talvolta mi sento vicino a questa meta, ma anche in quei rari momenti mi vorrei più ricco… come se potessi dare qualcosa a Dio… mi sento davvero misero, si potrebbe dire… di nome e di fatto… vorrei dimostrare di valere un poco… vorrei che qualcuno notasse la mia mancanza… ma una pietra non impietosisce il mare… è giusto che le onde mi travolgano… “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”…ma io non ho mai avuto debitori, solo debiti della specie più varia, debiti di riconoscenza, di noncuranza, di freddezza ed indifferenza…si vede che non avevo molto dare o forse che ho seppellito ogni mio talento provandoci anche il massimo gusto… Dio solo sa che cosa fare della mia musica così poco armoniosa!

Abelardo
Congiungi le mani…in mezzo ci sta tutto quello che Dio vuole da te…ed è al buio, se ci fai caso, perché necessita della tua protezione… non ha bisogno di luce, ma solo del calore delle tue mani… è vuoto apparentemente, perché ci puoi mettere dentro sempre qualcosa di nuovo che Dio conosce già, ma che fa progredire la tua anima verso di Lui. Non avere paura, ogni intenzione verrà raccolta, anche quella che non ti sembra possibile.  Non c’è un astro nel Cielo che possa risplendere più delle mani tue davanti agli occhi del Signore. Ogni uomo che prega è una stella per Chi dimora in Paradiso…non interrompere la catena, perché gli Angeli non perdano la rotta, anche Loro hanno bisogno di qualcuno che illumini il cammino scelto e comandato da Dio per Amore… anche gli Angeli sentono il calore della fede degli uomini. Congiungi le mani, come Dio fece quando creò il fango e ci soffiò dentro lo Spirito…da quello Spirito sei nato tu ed il Signore Dio non si è certo preoccupato di ottenere in cambio qualcosa…l’Amore non calcola perché è sempre Creatore di vita ed in cambio della vita tu puoi solo dare e creare vita. Ama e quel che doni sarà sempre unico ed inestimabile agli occhi di Dio e degli uomini, ti farà varcare la soglia con serenità, perché ti avrà preceduto.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

14 pensieri riguardo “L’eremita (Seconda parte) (Scena unica – parte settantanovesima)”

  1. ma che significa poi essere pronti? Pronti a far che? A incontrare Cristo? Lo siamo, eccome! Ci sentiamo inadeguati spesso a questo appuntamento, ma siamo stati creati da Dio per essere pronti, per andare all’incontro con Lui, è la nostra finalità. Se così non fosse non saremmo pronti per vivere, ma dal momento che siao vivi rimane solo la nostra buona volontà a far funzionare il cuore. Il cuore e non il cervello. Chè l’amore nasce e germina nel cuore, non nel cervello. Perchè l’amore non calcola, non fa conti, non tiene contabilità, rispetta i lunghi silenzi e perdona nonstante tutto…questo è l’amore: una sorgente di calore incondizionata e libera, libera di scorrere senza barriere di conti e di interessi. Perchè la libertà sta nel donare senza voler ricevere nulla in cambio. Questo è l’amore libero, quello che realizza l’essere umano in quanto tale.
    Vorrei ringraziare Carlo e Giulia per questo anno appena trascorso, per come hanno coinvolto i ragazzi , per come hanno saputo essere sale della terra stimolando in ciascuno di noi il desiderio dello scavo interiore, la voglia di mettersi a nudo, di guardare in faccia la coscienza. Questo ed altro amore ho letto in queste pagine nel corso dell’anno appena trascorso e so che il 2008 ci riserverà altre sorprese per questo cammino che giorno dopo giorno ci conduce a Lui. E se non siamo pronti alla meta, di certo bisogna ammettere che siamo sulla strada giusta! Vogliate gradire i miei più fraterni auguri di un anno colmo di pace. Filippo

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  2. ancora una cosa vorrei dire all’eremita: forse non c’è cosa peggiore che avere debiti, non di natura pecuniaria, non parlo di quelli, che pure sono un peso insopportabile…parlo dei debiti di riconoscenza, di fedeltà e fiducia, di stima, di calore, di attenzione, di cura…ricordi questo l’eremita:ciò che farete a me l’avrete fatto agli altri! Anche quel poco che abbiamo da dare, anche solo un sorriso, un grazie, un ti amo detto col cuore può bastare a saldare i debiti dell’anima.

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  3. è davvero il più bello degli auguri iniziare l’anno sapendo che ogni nostra intenzione verrà raccolta…forse non verrà raccolta come ci si aspetta (noi umani siamo un po’ limitati!), ma i Suoi progetti non sono certo i nostri. Dio ascolta. Sempre. E’ presente. Sempre. Soprattutto quando ci sembra che intorno ci avvolga solo vuoto e silenzio e ci si sente miseri di nome e di fatto. E’ in quei momenti che la brezza leggera si fa sentire, che un suono lieve scuote la nostra coscienza e un sorriso ricevuto ci ridona la speranza.

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  4. “non aver paura…Dio farà progredire la tua anima verso la Sua”…spesso la paura ci rende attoniti, inerti, incapaci di fare il benchè minimo gesto, ci paralizza ed è la morte, la morte della nostra spiritualità, la morte o meglio il sonno della anima che giace come in un letargo. Nel letargo non c’è dialogo, non c’è scambio d’amore, si è come morti. Non si dona. Ma si riceve comunque calore dalla terra, come a dire che anche nei momenti di torpore il Padre mai ci abbandona, ma sempre ci sorregge…basta aver la fiducia di affidarsi al calore delle Sue mani, magari addormentandoci in preghiera…e ci risveglierà la gioia per questa nostra breve e fragile vita in cui impariamo ad essere liberi davvero grazie all’amore. Quello autentico e vero che porta a Lui! Auguroni a voi tutti. Rodolfo

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  5. “Ha bisogno della tua protezione!” Il Dio che è in te ha bisogno della tua protezione…tu pensi che sia onnipotente, ma si è fatto uomo e come tale necessita anche della tua protezione, del tuo ascolto, del tuo rivolgerglòi la parola, delle tue attenzioni…cosa è tutto ciò se non l’Amore? Lo sguardo attento e vigile, paterno e materno su qualcuno? Che quest’anno possa essere particolare per ciascuno di noi, come l’anno in cui proteggiamo, o meglio tentiamo di ricordarci di proteggere quel Do che è in noi, che sta lì nel buio delle nostre mani unite in prehiera, un Dio crocifisso, bisognoso di tutto il nostro calore, di tutta la nostra fedeltà…Dio, così come l’uomo, ha bisogno di fedeltà, di conferme continue. Egli viene protetto dalle nostre conferme d’amore! E’ bello iniziare questo nuovo anno con questo proposito:proteggere il Dio che è in noi, proteggere quel Dio che si manifesta nei più deboli, negli umili, negli ultimi…questo è amore. Tanto più sapremo abbassarci a questi, tanto più ci eleveremo a Dio!
    Un abbraccio forte e auguri sinceri da Rossana e Renato.

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  6. L’Amore non calcola:questa è una grande lezione! Non calcola, non pensa al proprio interesse, è sacrificio l’Amore, è dono l’aore, è il silenzio e l’ascolto, è il grido di gioia, lo slancio d’affetto, la fedeltà rinnovata, l’amore riconfermato…tutto questo ed altro è l’amore, molto altro è l’Amore di Dio, è soprattutto accoglienza e perdono, è la vastità immensa in cui siamo stati voluti, desiderati, generati, amati…questa vastità se fai silenzio e congiungi le mani potrai sentirla dentro di te…mentre scorre dalle tue dita in un grazie alla vita! Buon anno a tutti! Emilio e famiglia

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  7. “Ogni uomo che prega…” ecco, il nostro augurio per questo 2008 è che possiamo essere un po’ più uomini in preghiera, quindi uomini in cammino…homo viator spe erectus! Uomini vivi! Perche vicini a Dio proprio grazie alla preghiera. Un po’ ogni giorno, un po’ di silenzio in noi ogni giorno, un piccolo ritaglio per Dio ogni giorno. Piccoli passi che daranno piccoli e grandi segni. Si impara ad Amare anche attraverso la preghiera…non dobbiamo mai stancarci di chiedere a Dio soprattutto di istillare in noi il desiderio di dare la nostra vita per chi ci sta accanto. Noi nella prova l’abbiamo un po’ compreso…auguriamo a voi tutti di poterlo comprendere nella gioia. Tantissimi auguri. Alberto, Tiziana e Giacomo

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  8. l’eremita non è ancora pronto per l’Amore…ma quanti di noi lascerebbero tutto per Amore? Quanti sanno rinunciare all’umano per il divino? Quanti sono capaci di lasciare tutto per seguire Chi traccia la strada dell’Amore e della libertà? Inizia questo anno con una domanda: sono pronto ad Amare come Lui ci ha insegnato? L’Amore, l’agape, è oblativo, è rinuncia, è sacrificio e in tutto questo bisogna trovare la gioia di vivere, perchè amare è vivere. E’ in questo che sta la nostra somiglianza col Creatore, con la nosra capacità di amare, di mettere prima Cristo e poi tutti gli altri nostri desideri, i nostri egoismi, le nostre necessità, le nostre debolezze…prima viene Lui. Non si diventa pronti per l’Amore all’improvviso:è necessario esercitarsi con la preghiera, con il dialogo costante e perseverante col Padre, con l’offrire a Lui ciò che di buono e male abbiamo fatto alla fine della nostra giornata. Forse non ci sentiremo mai pronti ad Amare come ci ha insegnato Lui, ma per tutta la vita possiamo sempre tendere a questo fine:è una scommessa che ci renderà comunque sempre vincitori!

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  9. E’ l’amore la leva più potente che muove ciascuno di noi, che scalda i nostri cuori, ma sopratutto è l’amore che sappiamo dare e ricevere in silenzio è ciò che ci rende liberi.
    Luis

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  10. In quel buio della nostra anima, in quello spazio angusto che c’è tra due mani congiunte sta tutto il divino che è nel nostro cuore, il bisogno di entrare in contatto col divino, di dire “Dio ascoltami”…così siamo fatti:di nulla, di poco, di un’immagine sublime alla quale tentiamo di tendere per tutta la vita e ci si può riuscire giusto con la perseveranza della preghiera, l’unica che alimenta in noi la fame, la sete di Dio.

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  11. in quel buio della nostra anima, in quello spazio angusto di due mani che si congiungono c’è tanto del divino che è in noi, che prepotentemente tende al divino, vuole toccare, farsi ascoltare dal divino. Perchè la preghiera è proprio

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  12. congiungere le mani:è un gesto così semplice, tanto umile quanto enorme per la sua dignità, per l’umanità intrinseca in questo gesto che non è altro che chiedere a Dio di scendere dentro noi e illuminare con la Sua fiamma quel buio che spesso riempie la nostra anima, la nostra vita, quando ci chiudiamo in noi stessi e pensiamo solo a noi, a quel che ci manca a quel che ci servirebbe, a quel che vorremmo, quanto l’unica cosa che è importante per vivere è l’amore, l’affetto delle persone che darebbero per noi la loro vita, l’affetto del Padre che ci ha donato la vita stessa…quanto Gli siamo irriconoscenti per questo breve, fragile dono preziosissimo!
    P.S….bellissima immagine,:che il Cristo che nasce sia luce per noi non solo a Natale, ma ogni giorno.

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  13. siamo così poca cosa…si vorrebbe donare tanto a Dio, ma ci si sente sempre inadeguati a questo compito, giungiamo a Lui sempre così imprepaRATI, IMPERFETTI..eppure è così che ci ama, Gesù è nato uomo proprio perchè capissimo che è l’uomo che Dio ama, con tutta la poca cosa che è, con tutta la sua immensa fragilità ed impotenza. Siamo grandi nella preghiera, siamo grandi nell’umiltà e nell’amare con umiltà, siamo grandi nella OBLATIVITà. Basterebbe presentarsi a Lui con queste quattro cose tra le mani…un abbraccio. Nicola P.

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  14. unico debito è l’amore, quello che non abbiamo donato, quello che non siamo riusciti a pronunciare, quello che abbiamo lesinato. L’omissione dell’amore è la più grave nostra mancanza. Su quello saremo giudicati, agli occhi di quello, di quell’Amore che ci rende a sua immagine e somiglianza saremo accolti, cullati dalle braccia del Padre.

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