L’eremita (Seconda parte) (Scena unica-parte settantatreesima)


Mare di zoagli


L’eremita
Forse mi rimane solo questa confessione e mi sono già messo a riflettere… ho abbandonato il mondo che mi aveva già abbandonato… non un grande sforzo dunque… la mia vita è sempre stata dettata dalla necessità o da uno stato di impotenza che le si avvicinava… E anche Dio arriva proprio quando non Ne posso fare a meno… come un amico che si può chiamare all’ultimo minuto e che si trova sempre in casa… insomma quando la malinconia o la paura si fanno più struggenti ed il cuore ha smesso di ribellarsi…
Sarà forse per questo che preferisco l’eterno riposo e che me lo recito spesso… devo cambiare un po’ le parole, ma è il prezzo dell’essere vivo… è affascinante poter pregare per la propria anima, quando è ancora trattenuta dal corpo… come se si potesse negare una contaminazione inevitabile… e Dio sa quanto il mio cuore abbia bisogno di essere pulito!

Abelardo
Il mare è un continuo ritorno… nessuno può dire dove inizi e dove finisca… è la spiaggia che dà origine alle onde o la profondità marina? Non c’è un confine netto tra la vita e la morte… non è il corpo che decide la dimensione del cuore, ma lo spirito… non stupirti se senti il desiderio del riposo eterno… tu non puoi sapere che cosa significhi, ma il tuo spirito invece lo sa ed in alcuni momenti sente la nostalgia della sua immortalità… per dir così… pensa che bello poter respirare la prossima ricongiunzione… è una altro privilegio che Dio ha dato all’uomo… certo talvolta può essere angosciante, perché il corpo vuol vivere di qua come del resto gli è stato richiesto, ma lo Spirito sa interrompere il ciclo naturale delle cose del mondo, e lo fa così bene che per brevi momenti ci convince a sognare l’eternità e non siamo nemmeno spaventati… come Cristo possiamo sperimentare il passaggio… ed in fondo a buon mercato… perché non abbiamo chiodi o spine conficcate nella carne… certo il malessere morale è molto forte talvolta, ma non è paragonabile, perché involge la nostra sola persona… Lui aveva in sé il desiderio di eternità di tutti gli uomini… pensa al peso che dovette sopportare… invece tu puoi concentrarti sulla tua sola anima e sentirne le più segrete aspirazioni… abbandonati alla preghiera perché essa non ti abbandonerà mai… è uno scudo che ti accompagna in ogni momento… rimane intorno al tuo corpo che tutto ha dato… rimane a conforto dello spirito, quando solo lo spirito esiste… e si espande infinito nell’aria eterna del perdono

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

12 pensieri riguardo “L’eremita (Seconda parte) (Scena unica-parte settantatreesima)”

  1. una pagina sull’importanza del ricongiungersi e del riconciliarsi, nel rapporto con Dio, con noi stessi, con gli altri. L’incontro è tale solo se c’è relazione, scambio, confronto, crescita…questo è l’incontro. L’incontro con Dio ci rende ogni volta migliori, più saggi, più sereni, più portatori del la Parola. Foto mweravigliosa!!!

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  2. pregare per la propria anima forse equivale a fare un esame di coscienza. Bisogna essere obiettivi, lucidi e umili e ricominciare dai nostri punti di forza. Ricominciare. Cadere e poi rialzarsi, salvare quello di buono, la purezza che c’è in noi e dare a queste cose spazio, spazio e tempo…infinito come il mare, come il perdono che sempre dal Padre arriva. Grazie per queste parole. Salvatore

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  3. Anche io come Alberta ho visto in queste parole la prosecuzione del post precedente….solito fil rouge che lega questa meraviglia di blog corale. S devo concentrarmi sulla anima e percepirne le aspirazioni vedo solo pace. Pace e armonia. Non è giusto pensare che ciò sia possibile con la morte. Voglio credere che anche in vita, quando il mio corpo è in vita, sia possibile un atomo di tutto questo SEMPRE che è non solo un’aspirazione, ma un impegno da assumerci qui, ora!

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  4. sapete, questa pagina mi fa venire in mente il dramma interiore di Edipo, di colui che commette colpa e si acceca proprio per quel cuore impuro che ha contaminato l’intera città di Tebe. Ma so che se Edipo fosse stato cristiano si sarebbe salvato perchè avrebbe potuto chiedere perdono, cosa che non era concessa nei confronti delle antiche divinità. L’aria eterna del perdono possiamo conoscerla noi…gli antichi Greci non avevano questo privilegio!

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  5. mi ha colpito il SEMPRE DI CUI PARLA pAOLO E CHE BEN SPIEGA LE PAROLE DI aBELARDO. Dio è strettamente connesso all’idea del SEMPRE, all’idea del TUTTO. Noi invece pensiamo al TUTTO e ORA! Quel Tutto è un niente, è nella goccia di quel mare, nel granello di sabbia di quella spiaggia, è nell’azzurro del cielo e nel bianco delle nubi…non è nel possesso. Nel possesso non c’è SEMPRE, non c’è TUTTO. Il possesso genera paura e quindi la non libertà. Bella quella considerazione tra paura e fede…Grazie a Filippo per la sua illuminante opinione e grazie a cARLO PER AVERMI DONATO ANCORA UNA VOLTA UNO SPUNTO IMPORTANTE SU CUI RIFLETTERE PER TUTTA QUESTA GIORNATA. aLBERTO

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  6. la paura di morire non è tanto legata al corpo, quanto a quella di veder morire la purezza primitiva e originale dell’anima, del cuore. La paura di morir dannati…ma non è possibile se sappiamo chiedere perdono, se sappiamo rivolgerci a Dio con l’umiltà di chi ha imparato a pregare e a mettersi nelle Sue mani.

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  7. Leggo questa bellissima pagina come continuazione della precedente e allora, l’abbandonare il mondo combacia con il sentirsi granello di sabbia, un granello infinito in un mare del divenire.
    Quante volte noi donne ci siamo chieste se sia giusto o no mettere al mondo un nuovo essere, in un mondo in cui forse piú dell’ottata per cento dei bambini soffrono la fame, le violenze della guerra, le violenze di menti malate, eppure ci abbandoniamo alla procreazione, eppure so che se avessi iniziato la mia famiglia qualche anno prima non mi sarei fermata a due figli…e comunque sono pronta alla volontá di Dio…perché la vita é breve, tanto breve, perché é nel pregare per loro che riesco con piú facilitá a pregare per la mia stessa anima, a chiedere perdono, ad esprimere la mia gratitudine. Grazie a tutti e se non potessi piú tornare sulla pagina vi abbraccio, tutti quanti, perché si parte per un mese d’ítalia, si parte per tutti quegli affetti che mi rendono quella che sono…una donna molto fortunata!! Alberta

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  8. innanzitutto complimenti per la fotografia mozzafiato, che ben rappresenta le parole di Abelardo…incredibile come parole ed immagini posano trovarsi in sintonia…anche questa è un’espressione d’arte! Mi ha colpito il ciclo naturale delle cose del mondo, il ciclo eterno, che noi uomini abbiamo in tanti modi voluto cambiare per nostra utilità, per meglio vivere, ma solo apparentemente. E spesso è proprio da questa apparenza che siamo ingannati:vediamo un’utilità, un interesse senza scorgere dietro la catastrofe con la quale dovremo fare i conti. Alteriamo questo ciclo eterno per convenienza, ma in quanto ciclo esso non può essere deviato e tornerà sempre al punto d’origine per poi ricominciare. E’ il SEMPRE, L’ETERNO di cui si parlava prima. >Credo che talvolta all’uomo facia un po’ paura tutto ciò. Preferisce, l’oggi, il definito, il contingente!

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  9. più che uno scudo credo che la preghiera rappresenti l’abbandono di ogni difesa per affidarci, anima e corpo, nelle braccia del Signore. Si torna così al discorso iniziale: per paura si imbraccia uno scudo. Con la fede ci si dona totalmente senza timore e remore. Ed il perdono arriva sempre, perchè Dio sa vedere come è pulito il nostro cuore. Sa vedere al di là delle apparenze, dei fatti. Egli legge i perchè delle azioni, sente il bisogno che l’uomo ha di raggiungerLo, di raggiungere la verità e la pace. Per comprendere ciò bisogna mettersi in ascolto. La preghiera è ascolto, non solo richiesta; è far penetrare in quel nostro cuore non lindo gocce dell’amore di Dio per renderci più saggi, più vicini all’Eterno, più parte somigliante del Tutto a cui ritorneremo.

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  10. Sono così pochi i momenti che ciascuno di noi dedica alla scoperta di ciò che realmente siamo e della nostra sostanza eterna! Ecco il senso delle parole del filosofo. Avete mai pensato al SEMPRE? A ciò che c’è da sempre a ciò che per sempre ci sarà. Questo è il mio Dio, il Dio che vive nello spirito eterno di ciascuno dei Suoi figli. C’è un legame strettissimo tra tutti gli aspetti di un essere vivente:il fisico, l’emotivo e lo spirituale. A questi tre aspetti bisogna guardare per ricercare l’armonia che riconduce a Dio. Siamo esseri eterni. Incarniamo il SEMPRE, che è l’immagine di Dio.

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  11. che fotografia!!! Così deve aver immaginato Dio lo spirito dell’uomo, come questo mare che sempre lambisce il Padre…per la vita intera. A mio parere qui l’eremita non sente il desiderio di morire, ma di iniziare finalmente a vivere. Vuol far morire le angosce che sente forti e predominanti e vorrebbe risorgere, farsi di nuovo mare e lambire ancora la spiaggia. E’ uno spirito, quello dell’eremita, che anela a Dio. Come il mio, come il tuo, come quello di tutti noi. E’ un messaggio universale il suo!

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  12. Dio è sempre presente. Tu non lo vedi, non lo percepisci, ma Lui è presente. La tua anima è ricolma di Dio, il tutto che ti circonda parla di Dio. E la paura….la paura è forte laddove non c’è la fede. L’eremita parla di paura, forse paura della morte, paura per la propria anima….oggi viviamo in un mondo di paura, minacciamo i nostri figli, abbiamo bisogno di leggi coercitive e di galere. La potenza di un Paese si misura sulla quantità di armi con le quali può minacciare altri Paesi. Il problema è che noi non abbiamo più la percezione di quel mondo che Dio ha creato ed ha voluto per l’uomo. Abbiamo dimenticato che l’universo non è un qualcosa di pericoloso, ma un disegno di eterno divenire. E la nostra anima, il nostro spirito è parte di Dio:basta provare a riconciliarsi con la Natura, a sentire profondamente ciò che essa sempre recita ai nostri occhi, alla nostra anima. Non paura, ma fede. Questo è l’atteggiamento di chi ha riconosciuto Dio dentro sè. E chi l’ha riconosciuto non può far altro che pregare e ringraziare Dio per il dono preziosissimo della vita.
    Grazie per questa bellissima pagina. Filippo

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