Pace/Deserto


Pace

Sfiorisce la luce
nell’intenso profumo
della sera campagnola.
Ancora affannati
il gelsomino e
la rosa tacciono:
misurano il cielo infinito
tra i tetti invisibili.

Deserto

Il vento
culla la sabbia
sul volto
della notte
come una tentazione.
Io porto nel cuore
tutte le stelle
di questa volta
concava di silenzio:
le tue preghiere

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

30 pensieri riguardo “Pace/Deserto”

  1. a volte dire basta è più facile che rimettere in discussione e ciò che finalmente si pensa di aver ottenuto, pace, libertà, altro non è che deserto di povere anime ferite. Eppure sarebbe così facile indietreggiare per guardarsi meglio e scoprire semplicemente che lo sguardo dell’altro è lo sguardo benevolo del Dio che ama sempre e nonostante tutto, del Dio che manda gli angeli!

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  2. che mai ci sia deserto nel nostro cuore, che il cuore sia sempre un pozzo di attenzioni al prossimo, una riserva inesauribile di “Grazie!” rivolto al Padre per tutti i beni di cui ci ha colmato, non ultimo questo nostro angulus di pace! Furio

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  3. La nostra più grande tentazione come coppia è stata quella di chiuderci in noi stessi, impedire alla nostra famiglia di diventare una famiglia aperta e di testimoniare a tutti l’amore di Dio che non può essere rinchiuso nel nostro egoismo. Ecco, io so che Carlo e Giulia hanno le loro rispettive famiglie, ma proprio per questo, a maggior ragione proprio per questo, li ringrazio per il loro esempio, per come hanno unito le loro forze per aprirsi al prossimo, gratuitamente, cdonandoci con amore questi spunti di riflessione che ci fanno proseguire, camminare e maturare.

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  4. dinanzi a queste due liriche ho pensato che ogni giorno è una lotta per continuare ad essere protagonisti della nostra esistenza, per sentirci liberi, per coltivare una speranza che non sia illusione, per riscoprire, in quella apparente grigia radura del vivere quotidiano, quante bellezze attendono di colpire i nostri occhi se solo la mente, invece di lasciarsi travolgere, penetrasse il senso profondo delle piccole cose.

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  5. perdonate ancora un mio inserimento su questo denso post: nella preghiera del Padre nostro chiediamo che Dio ci ripsparmi dalla tentazione, ma Gesù non ci ha insegnato una preghiera in cui l’esperienza della prova, della tentazione, non sia presente. Affrontare la tentazione richiede un aiuto reciproco, il diaogo con gli altri, la preghiera costante e l’apertura alla misericordia del Padre.

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  6. Nella nostra vita quotidiana possiamo avere molte perplessità nell’individuare certe risposte. Certamente l’atteggiamento della condivisione è un volto dell’amore che potrebbe salvare dalla tentazione del possesso e nello stesso tempo valorizzare i beni che la creazione ci offre. S’intende che i beni in questione non sono solo quelli materiali, ma anche quelli che ci caratterizzano come persone. Potremmo chiederci se ci lasciamo trasportare nel deserto dallo Spirito. Gesù nerlla tentazione del pane, del potere e della paura della morte ha compreso la propria strada e si è rivelato anche a se stesso:il processo non è stato senza lotta e scavo personale, affidato alla preghiera, all’amicizia con gli altri uomini, ma anche all’amarezza, alla solitudine e all’angoscia. Forse la tentazione è quella di non vlerci lasciare trasportare nel deserto come luogo di incontro più vero con noi stessi, con gli altri e con Dio. Il riempire la vita di atti, di fatti può a volte nascondere la paura di restare soli e in silenzio per scegliere non necessariamente qualcosa, ma qualcuno:Dio, noi, l’altro.

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  7. Come mediare l’essere nel mondo ma non del mondo? Quali problemi pone la necessità di vivere nel difficile impasto di bene e male quotidiano? Entro quale misura tale mescolanza diventa un’abitudine e perciò una tentazione a lasciarsi trasportare?…le domande potrebbero proseguire e vi giuro che provo molto sconforto nel pormele. Avrei bisogno di deserto anche io per un cambiamento, per una pace da trovare in me stesso per poi donarla ad altri.

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  8. In apparenza il deserto puó sembrare il luogo adatto, lontano dalle tentazioni, quelle dei sensi, in effetti credo sia proprio il contrario. Il deserto é come una tela bianca, é il campo esteso, infinito della mente. Non c’é rintocco nel deserto, l’attesa é nulla o forse infinita. Nulla puó fermare il vento nel suo giocare perverso con la mente…peró ci sono le stelle e le stelle sono preghiere di un Padre che mai viene meno alle sue promesse, nel momento in cui si cerca la Veritá, filtrandola da ogni granello di sabbia, filtrandola dalla fame, dalla sete, da quello che sembra e da quello che é. Io credo che il deserto sia la ricerca ultima di colui che non teme perché é certo di essere nelle mani di Dio. E allora si raggiunge la pace, quella che ci permette di misurare il cielo, l’infinito, perché ne facciamo parte. Ho provato a cercare una risposta al deserto, a questo luogo che ritorna nei tempi… sono la voce che grida nel deserto…per cercare la veritá, … e devo dire che il solo pensare al deserto, come il solo pensare all’imbrunire, mette una gran pace dentro. Alberta

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  9. e proprio in tema di pace bisogna dire che il deserto diviene luogo e simbolo della smisurata benevolenza di Dio, della grazia e dell’amore sponsale che Dio dimostrò al popolo nelle orride distese desolate.
    Nel deserto Dio contrae il patto nuziale con Israele, accolto e amato come una sposa bellissima.
    Non so se dico bene ma per me Gesù viene condotto nel deserto, prima di iniziare la sua missione, per vivere un’esperienza profonda di libertà, preghiera, prova, scelta e innamoramento…per ridare al caos del mondo un “cosmos” di nuziale armonia e sponsale celeste alleanza. Anche noi abbiao bisogno di ritornare nel “deserto” per riscegliere Dio; per fare esperienza del tutto che è Dio di fronte al nulla che siamo noi; per cogliere la nostra solitudine abitata dal Signore. Senza questo ritorno nel deserto la nostra vita e la nostra fede scadono nella superficialità:per trovare pace è necessario il deserto.

    …ma come avete fatto a pensare a un post del genere?

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  10. ringrazio Filippo per la riflessione proposta. Io credo che il deserto indichi un luogo arido e desolato, forse tipico della condizione del caos primordiale “Ora la terra era disadorna e deserta” (Gn 1,2) ail deserto ha anche una connotazione temporale legata alla simbolica numerica:40 anni Israele visse nel deserto fra l’esodo dall’Egitto e l’ingresso nella Terra promessa. Il deserto assume anche una connotazione teologica: nel deserto Mosè incontra Dio e al suo popolo consegnerà le “dieci parole”.
    Solo per iniziare qualcosa di difficile…che non so dove ci porterà! Come sempre, del resto! Alberto

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  11. mancano ancora tanti amici all’appello, ma mi permetto di lanciare un amo “nel mio campo”. Deserto e tentazione sono due parole che non credo siano state messe a caso, ma c’è una logica…almeno nella mia testa, non so poi se è stato così anche per il poeta. Gesù va nel deserto per un momento di contemplazione, per incontro personale con il Padre. Nel deserto intende fare chiarezza, anche a se stesso su come essere il Messia. Il raconto di Luca ci parla della prova, del peirasmòs. La “prova” è un conflitto interiore, perchè tropo spesso inchiodiamo il Cristo alla croce delle nostre attese, invece che inchiodare le attese alla croce di Cristo! Per Gesù questo conflitto arriva in modo acutissimo e prolungato:per quaranta giorni fu tentato dal diavolo (Lc 4,2). Perchè tutto questo periodo di prova accade proprio nel deserto? Lascio a voi, amici miei la parola. E chiedo scusa se vado fuori tema, ma non credo sia proprio del tutto fuori. Queste due liriche parlano di pace, di deserto, di tentazione….la sera concilia il silenzio, la contemplazione delle bellezze notturne, concilia la preghiera….Proviamoci! Filippo

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  12. E sono le preghiere, i desideri di chi più gli è caro:questo è un dato importante. Qualcuno di cui ci si prende cura ha tanti desideri da esaudire e il poeta se ne fa carico. Carlo

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  13. le stelle che si vedono nel deserto sono infinite, il cielo è qualcosa di mai visto…non c’è luce…l’unica luce è solo quella delle stelle e ci si sente piccolissimi…Ugo

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  14. il vento è seducente, culla la sabbia e accarezza la notte, la accarezza sul volto come se fosse una tentazione per la notte stessa, come se volesse, il vento, che la notte cedesse al suo favore….anche questa è una bella metafora originale. Fabio

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  15. la pace è qualcosa di astratto che qui viene dipinta con tratti precisi, concreti….il deserto è qualcosa di concreto che invece viene tratteggiato con astrattezza:il cullare, la tentazione, il silenzio, la preghiera. Laura

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  16. e quante volte anche noi uomini misuriamo il cielo infinito…lo contempliamo a volte in cerca di risposte, a volte solo per ringraziare Dio di tale Bellezza che ci fa sentire così piccoli. Paola

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  17. sono abcora affannati:il vento, il sole li hanno forse strapazzati per tutto l’arco della lunga giornata ed è giunta anche per loro l’ora del riposo. Laura

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  18. vediamo che cosa i miei studenti tirano fuori….lascio la parola a loro prima di entrare in classe…neanche a farlo appoasta è proprio il X agosto il fulcro della lezione odierna!! Grazie per questa bella imbeccata.
    Iniziamo con la prima lirica.
    Enrica

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  19. La pace associata al deserto…mi viene in mente l’eremita ed il fatto che proprio nel “deserto” egli cercò pace. Spesso il silenzio della natura è più eloquente di qualsiasi discorso…è il silenzio che ci chiama per nome, i profumi ci richiamano alla quiete…fortissime sensazioni oggi su questa pagina!

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  20. “Nel concavo cielo sfavilla”…volta concava:imitatio cum variatio!! Grazie prof!! Quanta nostalgia della letteratura italiana…ora andiamo a lezione di statistica…che è un pochino , solo un pochino, più arida! Un abbraccio al professor Screpis, Carlo e Giulia. Carlotta

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