L’eremita (Seconda parte) (Scena unica – settantesima parte)


L’eremita

Percepisco l’attesa ogni minuto della mia vita… anche se non so esattamente che cosa sto aspettando…un traguardo oscuro mi è stato affidato, oppure come dici tu è il traguardo che mi sta venendo incontro e forse riuscirò a vederlo solo all’ultimo momento…comunque sia sono pronto e desideroso di agguantare finalmente qualcosa di stabile e duraturo… la cosa strana è che mi sembra tardi per tutto… lo scopo non è ancora arrivato ed io mi sento già in ritardo all’appuntamento… come se la nostra vita fosse in fondo sempre inadeguata a cogliere qualcosa di più grande di noi… che le nostre colpevoli omissioni allontanano sempre di più…che Dio abbia pietà di me!

Abelardo
Dio Si è rivelato in una mangiatoia…non te lo scordare mai…non ha scelto un grande palazzo, né una dimora sontuosa… ma è venuto in questo mondo per dire all’uomo che il Regno sta da un’altra parte… di conseguenza tutto ciò che guadagnerai in questa vita non ti renderà cittadino del Paradiso…Dio ha scelto la povertà perché non ci fossero dubbi o fraintesi… è morto sulla croce come un ladro proprio per indicare all’uomo il percorso di un fallimento umano… Che cosa ha realizzato Cristo in terra? Non ha scritto nemmeno un’opera, non ha eretto costruzioni che abbiano resistito al tempo… non era architetto Lui, ma stimolatore della pace…e la pace non è un qualcosa che si può raggiungere in terra, una meta definitiva…la pace va rinnovata ogni giorno nel cuore… così Lui è venuto a pungere le nostre coscienze addormentate…e tu ti preoccupi di non vedere il traguardo? Ma se non senti neppure gli stimoli, come puoi camminare verso una meta e addirittura  raggiungerla? Sarebbe come buttarsi da un ponte e pretendere di vincere la forza di gravità: la tua è una perenne utopia che ti porterà solo delusioni e rimorsi. Cristo è morto a trentatre anni… a trentatre anni… pensaci bene…tu hai avuto già molto di più dalla tua vita e quindi sei un privilegiato anche rispetto a Dio…non è questo un dono grande dell’amore del Padre? Non ti sfiora l’idea che l’amore del Padre sia un traguardo perenne che ti Si offre ogni momento, ad ogni battito del tuo cuore ingrato…Dio non è mai in ritardo… questo solo conta alla fine per l’anima tua…

L’eremita
Ma se non riesco a trovare una soluzione per eliminare dal mio cuore il macigno che mi opprime… e se questo macigno esclude che io possa accogliere l’amore di Dio… che posso fare?

Abelardo
Prega…quando senti che ogni soluzione ti è impossibile…quando ti sembra di dover morire per non continuare ad offendere Dio…e provi tutto il disagio di una così lacerante contraddizione… in quel momento la morte arretra di un passo… perché tu già sei morto, amico mio… e la morte stessa ha paura…pensa, rifletti… pensa che sei morto senza morire e che in qualche modo hai vinto la morte…che sei già risorto… che sei passato indenne attraverso la morte…gli scopi della vita non sono più importanti…devi solo riprendere piano, piano a camminare e a respirare…ora non ti basta più chiedere al Signore di dire solo una parola per la tua salvezza, ora senti il bisogno che la salvezza sia universale…che Dio dica una parola per tutti i tuoi fratelli che stanno nella sofferenza e nel peccato… con il tuo aiuto però…domandalo a Dio con forza…che il tuo scopo possa presto diventare la salvezza degli altri…tu oggi sei risorto per questo…sai, a dire la verità, tante volte noi cerchiamo il senso della vita, ma il senso individuale è già passato e non lo abbiamo afferrato…lo avevamo tra le mani, ma non lo abbiamo riconosciuto…così forse è stato per te…e quello scopo non tornerà più… non tornerà più, perché ce ne è uno più ambizioso che ti è stato assegnato, che travalica la tua vita, ma questo lo puoi capire soltanto quando ti rendi conto che c’era già stato qualcosa di buono in te, qualcosa da cui ripartire anche se in modo differente…è un cambio di prospettiva quello che ti chiedo…

L’eremita
Spiegati, diletto Padre, sono confuso…

Abelardo
Lo scopo più grande che Dio ha pensato per il nostro bene è quello di morire per la nostra salvezza… certo questo sembra molto teorico alle tue orecchie…ma non lo è affatto, se ti concentri sulle mie parole, morire per la salvezza altrui significa abbandonare la ricerca del proprio scopo perché i tuoi fratelli lo possano raggiungere…se riuscissimo per un attimo a rendercene conto…rimarrebbe in piedi una sola finalità, quella del Creatore…la morte non avrebbe più niente da fare e tutti… tutti potrebbero risuscitare nell’Amore di Dio…e non c’è scopo più ambizioso che l’uomo possa raffigurarsi… del Paradiso. Se tutti riuscissimo a partecipare alla Messa con questa convinzione…nessuno si sentirebbe più solo…non il pastore che non sarebbe costretto a pregare per le pecore che stanno fuori dal recinto…un pastore senza pecore è davvero privo di scopo…tu non sai che cosa vuol dire donare la propria vita per gli altri…ma pensa a chi l’ha fatto… a chi la mette ogni giorno sull’altare con l’Eucarestia…se la chiesa è vuota come si deve sentire, secondo te? Come si deve sentire Dio che ci tende una mano per vedersela immancabilmente mozzata?…che ci vede camminare incerti e ciechi e preferire i burroni e l’incertezza… muori con Dio nell’Eucarestia, amico mio, e risorgerai insieme al pastore, donerai la forza dello Spirito Santo a te e a chi brama di ricondurre le pecore disperse nel recinto, fa’ che il tuo cuore percepisca di essere salvo perché ha salvato…

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

41 pensieri riguardo “L’eremita (Seconda parte) (Scena unica – settantesima parte)”

  1. Chiedo scusa per l’intrusione, la mia era solo una domanda, penso lecita, pensateci un po’!
    A questo punto vi faccio i miei complimenti perché riuescire a creare una comunità – di giovani, poi – è sempre una cosa molto bella che merita tutti gli apprezzamenti possibili.
    Buon lavoro, allora!
    Con stima
    R.

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  2. queste due ultime pagine sono dedicate al tema della resurrezione e della Pasqua. Non intendo far polemica su questi due post, desidero solo far comprendere che su questo blog ci sono classi di liceo che si confrontano su tematiche filosofico-letterarie, che il tempo a loro disposizione è spesso assai compresso perchè, si sa, gli studenti di mattina sono a scuola! Partendo dai testi antichi e dalle Scritture si tracca spesso un percorso tematico…ne nasce così una comunità in cammino. Se questo è raggelante chiediamo scusa. Che la Pasqua possa scaldare il tuo cuore … Grazie.

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  3. Mi permettete una riflessione?
    Sono più volte che visito questo blog e, a differenza di quello che voglia apparire – un bel gruppo di amici che discorre di letteratura – ho provato un gran freddo, gelo!!!!!
    Tutti questi commentatori, privi di ogni identità seppur vurtuale, nessuno di loro con un avatr, pochissimi con un blog, per di più “Vuoto”. Postano tutti a scaglioni 10.49, 10.50; 10.52; 10.53; 11.05; 11.07; 11.09 ecc.
    Scusate mi sembrano tutti confezionati per l’occassione. Se così fosse è proprio raggelante, cosa è solitudine estrema? Mi dispiace! Non intendo colpire l’autore, non intendo criticare nessuno!
    Un viaggiatore nella rete.

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  4. ogni volta che muoriamo con Dio nell’eucarestia e risorgiamo con Cristo portando la nostra e la croce dei nostri fratelli noi iniziamo una nuova creazione. E’ importante capire che siamo in movimento, che siamo eternamente votati alla rinascita, chiamati alla rinascita….è importante comprendere che la prima resurrezione avviene nel momento in cui siamo capaci di uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, nel momento in cui sappiamo inginocchiarci e farci piccoli, lavare i piedi…non diventeremo certo ricchi con questo gesto, anzi…prenderemo pure dei calci nella migliore delle ipotesi…perchè la gente non ne capisce la grandezza…la grandezza per molti, lo ripeto, sta altrove!

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  5. ma se non ci accorgiamo neppure di chi ci sta attorno, di chi si adopera per risorgere con noi? Ci sono queste persone, sapete…lavorano nel silenzio della preghiera…si accontentano dei fiori, perchè sanno che i frutti verranno dopo…in seguito

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  6. chiaro…è il frutto ciò che volete vedere, vero? che ve ne fate del fiore? Che ve ne fate dei fiori del melo? è la mela che vi serve….perchè tutto deve avere un rendiconto, tutto deve portare qualcosa di tangibile…come se la vita eterna fosse tangibile, come se risuscitare fosse qualcosa di concreto….

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  7. la prospettiva non è sull’individuo:la prospettiva parte dall’individuo per estendersi alla coppia ed alla famiglia. Finchè si cerca solo lo scopo della propria vita, senza contemplare chi ci ama, faremo davvero poca strada e il senso della vita sarà solo un chiudersi in un egoismo sterile. Il senso della vita, per me che sono un sacerdote, è vivere insieme e per gli altri, per voi che avete una famiglia è il vivere per la gioia dei vostri familiari…la gioia non sta nell’avere tanti soldi da parte, nell’avere fama, nell’avere posizioni di prestigio…perchè questa non è stata la strada che Cristo ha scelto e che ci ha mostrato…..la strada è un’altra!

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  8. mi sembra questo il nocciolo della pagina, considerato che Abelardo ha parlato a Pasqua:la resurrezione di Cristo quotidiana nel cuore di ogni uomo, il riflettere sulla nostra autentica vocazione di uomini creati a Sua immagine e somiglianza.

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  9. ciò che soprattutto conta è che Dio ci dà occasione di risorgere con Lui tutti i giorni, Egli risorge tutti i giorni, ogni volta che qualcuno ci offre il suo aiuto, ogni volta che qualcuno ci parla di Lui, ogni volta che siamo costruttori di pace, ogni volta che abbiamo parole d’Amore…Gesù risorge! Non tanto ha senso il morire, che pure è importante, quanto il risorgere, quanto essere in grado di mostrare a chi ci sta accanto che Egli risorge grazie al nostro operato.

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  10. Dio ci dá occasione di morire ogni giorno, nel quotidiano, si muore quando ci si sposa, se si crede davvero al significato del matrimonio, si muore quando si partorisce, si muore quando si mette in tavola qualcosa perché i tuoi figli e tuo marito possano mangiare, si muore tutte le volte che si prende quella decisione, immensamente dolce di non pensare a se stessi. Qualche Domenica fa mia figlia mi ha detto di non voler andare a messa perché é noiosa, io le ho detto che andavamo a trovare Gesú e lei mi ha risposto “ma come, non lo sai che Gesú é ovunque?”…”Hai ragione ma sai, ogni Domenica Ci invita a casa Sua per farGli compagnia”…a volte basta la frase di una bambina a dare un senso nuovo ad un qualche cosa che rischierebbe di diventare nient’altro che un’abitudine e non ti senti piú sola davanti a quell’altare perché non sei lí per te stessa, sei lí per morire, ogni volta, insieme a tanti volti, morire dolcemente nel Corpo di Cristo. Alberta

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  11. l’isoddisfazione e quel tarlo, quel continuare a pensare che si è inutili…questo significa offendere Dio, questa è la più grande offesa…pensare di avere chissà quale scopo qui sulla terra e non aver ancora imparato a voler bene, a dare una carezza quando è giusto che così sia…aspiriamo sempre a qualcosa di troppo alto – dice Abelardo – ma il cielo, il Cielo è qui sulla terra, ci si inciampa nel Cielo!! Accidenti alla cecità!

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  12. ed ancora…la pace va rinnovata nel cuore, ogni giorno, tutti i giorni…non si rinnova la pace se non ci si riconcilia con la gioia…se siamo insoddisfatti non c’è gioia, non c’è pace…se ciò che Dio ci ha messo tra le mani non ci basta…non c’è pace, non c’è gioia…non c’è, in definitiva per me, Amore, quell’Amore che è la meta di ogni singolo uomo…il che equivale a dire che non si è imparato a vivere

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  13. il regno, il Regno, sta dall’altra parte…bisogna cambiare prospettiva, con dio bisogna sempre cambiare prospettiva…Abelardo mi sta dicendo che non c’è mai un solo modo di guardare le cose, ma c’è sempre un’altra angolazione da cui poter guardare la Verità, che rimane una ed una sola ed è l’Aore. Di fatto per un cristiano solo all’Amore corrisonde la Verità…io sono d’accordo con Paolo quando si interroga e mi interroga sulla vocazione…sono chiamato ad essere Carlo, prima di tuto Carlo, Carlo Cuppi…poi viene tutto il resto. Lui non mi ha voluto su questa terra perchè fossi ingegnere o fisico, poeta o astronauta…non è la mia professione, che Dio vuole…Li vuole la mia UMANITA’…come posso fare allora – chiede Abelardo – per poter essere umano quel tanto che basta per avvicinarmi a Dio?

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  14. Dio è nato in una mangiatoia, ha scelto la povertà ed è morto come un ladrone…e non è morto! Non ha lasciato nulla se non un annuncio:amatevi come io ho amato voi…a che cosa serve accumulare ricchezze se non sappiamo inginocchiarci dinanzi a un nostro fratello? Lui lavava i piedi…non è venuto per essere servito ma per servire…ida questa vita noi che cosa ci aspettiamo? Quale è la nostra meta?che cosa siamo chiamati a fae? I dirigenti? I prpfessori? gli avvocati o i giudici? A che cosa ci chiama Dio?

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  15. no, non è facile ma vale la pena di provarci…certo dobbiamo mettere noi in secondo piano rispetto alle esigenze altrui…un po’ come una mamma fa con i suoi figli

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  16. mi pare importante il senso dl partecipare alla Messa, come un momento di vita, come la carica che viene data per tutta la settimana…se tutti potessimo mettere in pratica le parole del Vangelo ogni giorno della settimana forse vivremmo veramente la Messa nel vero senso della Parola…e invece, il più delle volte, ascoltiamo…e fuori dalla chiesa non ricordiamo neppure quale pagina del Vangelo abbiamo sentito commentare!

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  17. il senso della vita:dare la nostra stessa vita per gli altri fratelli…non credo sia mai troppo tardi per questo…i monaci di clausura, le clarisse, vivono pregando per gli altri…il senso della loro vita è rachiuso tutto in un dialogo col Signore…non credo sia mai troppo tardi per poter pregare…non certo è necessario andare su un eremo o in clausura…la bellezza, la sfida, se vogliamo, sta nello scoprire la gioia della preghiera e del dialogo con Cristo nella nostra vita frenetica, che ha il coraggio di ritagliare un momento di preghiera con chi ci sta accanto, per chi ci sta accanto!

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  18. è anche questo il monito di Abelardo:pregare per e con i fratelli; non basta pregare da soli, non basta pregare per sè, bisogna essere almeno in due perchè Lui si unisca al coro. Salvatore

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  19. il macigno si fa più leggero nel momento in cui sappiam riconoscere Dio..se lo riconosci Lo accogli, altrimeti è tutto buio, non sarà mai Pasqua, ma un eterno venerdì santo, dove non solo tre ore dura il buio su tutta la terra, ma un’eternità senza fine….sta a noi far risorgere Cristo, farlo risorgere nel nostro cuore…Lui bussa ogni momento, ci insegna ad amare in ogni momento, ci offre mille opportunità di imparare a donare la nostra vita per gli atri…sta solo a noi aprire occhi e cuore, sta a noi soltanto convertirci e riconciliarci con la gioia.

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  20. l’attesa…attesa di cosa? noi aspettiamo sempre rivelazioni da film americani, qualcosa che ci lasci con la bocca spalancata…eppure c’è solo una cosa che dobbiamo aspettare:quell’epifania, quella manifestazione d’Amore che è molto più percepibile e palpabile, che non ha nulla di straordinario, ma è parte integrante del nostro quotidiano…Dio si manifesta nelle piccole cose, nei gesti di chi ci ama, negli occhi dei nostri bambini…che cosa c’è da aspettare se non apriamo gli occhi? Se li avessimo ben aperti sarebbe una continua sorpresa vedere come il Signore ci colma in mille modi diversi della Sua gratuità…perchè Egli sempre dà la Sua vita per noi…ce la dona attraverso persone che ci parlano di Lui…che ci amano gratuitamente…l’unica meta è verso di Lui…”nell’attesa della Sua venuta”

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