L’eremita (Seconda parte) (Scena unica – settantunesima parte)

precipizio a Punta Martin


L’eremita

Il mio cuore è un bambino impaurito ed allo stesso tempo un vecchio disincantato. Convivono nella mia verità e giorno per giorno trovo sempre meno posto. Fuori c’è un abisso insondato che mi immagino colorato di blu: mi piacerebbe spalancare le porta del mondo e sentire solo uno scricchiolio, come quello di un cardine poco oliato che ti saluta per averti tanto atteso…ma ho paura di cadere, mentre cado sempre più giù… è strano… dovrei avere imparato ormai che il pavimento non esiste… eppure sto sempre ad occhi chiusi come per evitare un impatto ineluttabile.
Guardare sopra di me e trovare sempre il Cielo è troppo semplice… impone di respirare solo un po’…ma io preferisco l’apnea dei giorni grigi, come se in fondo ci fosse una qualche speranza… vorrei spianare la mia vita per seminare piante nuove, ma i miei solchi non sono mai abbastanza profondi e le semenze sono spesso di un’altra stagione…sono un contadino che non ha imparato nulla, che cede alla fretta dei giorni, come se adorarla trasformasse il deserto in un bel giardino.

Abelardo

Le metafore non scaldano il cuore… tuttalpiù fanno pensare a dare una logica a ciò che non ce l’ha…Dio non ama la logica se non porta a Lui. Ci ha reso padroni del raziocinio, ma non ci ha chiesto di cercare un mondo che non esiste… l’amore se è amore davvero è qualcosa che si può toccare, che si deve poter sentire, anche se poi siamo così sbalestrati che indulgiamo nelle più assurde interpretazioni…ma lo sentiamo…eccome ed è solo la povertà del nostro cuore che ci porta fuori strada… non certo la verità del sentimento. Non cercare alibi per il tuo cuore… non ne ha bisogno… perché Dio accetta anche la presente povertà…basta però che gliela doni, Satana invece non sa che farsene ed il tuo è un dono inutile, come aggiungere una goccia evaporata al mare.
Devi solo decidere chi vuoi fare entrare nel tuo cuore insieme al vecchio ed al bambino che senti… o lo Spirito o lo sconforto…e non è la stessa cosa come poeticamente ti vien voglia di pensare… ti fa comodo, diciamo la verità sino in fondo, non trovare la strada anche quando ci cammini sopra e sognare di essere in fondo al mare…ma di sogni come questi non hai bisogno… la vita è come un cielo stellato, la volta è dipinta per mostrare sempre una direzione, non puoi cancellare Orione od il Piccolo carro… abbi più cura di te perché la realtà non si mischi troppo alla fantasia… ci sono troppe cose al mondo che non conosci per permetterti di ignorarle… il cuore pieno di male ed una mente vuota ti portano a capofitto nello strapiombo.

Cimice/Stupore

Cimice

 

A testa in giù
mi aggrappo
alla vita
e basterà
un soffio di vento
per aprire le ali
come l’ombra
di un fiore
a desiderarTi
mio Dio
che inventi
le foglie ed i rami
per una piccola
cimice.

 Cimice sul sentiero V 

Stupore

 

Tra le pieghe
del legno
trasmetto
anche io
con le ali
segnali divini
che tu
nelle rughe
d’erba
stupito
ascolti.

 

Il profumo/Il fiore

Il profumo

Alla festa
dei fiori
m’inviterò
e lungo sarà
il banchetto
come il profumo mio
nelle narici di Dio

fiori bianchi ai laghetti

Il fiore

Allungàti i petali
al sole
respiro l’azzurro
occhio di Dio
che anche oggi
coglie il mio profumo
come un prodigio
su uno stelo
sospeso.

Pace/Deserto

Pace

Sfiorisce la luce
nell’intenso profumo
della sera campagnola.
Ancora affannati
il gelsomino e
la rosa tacciono:
misurano il cielo infinito
tra i tetti invisibili.

Deserto

Il vento
culla la sabbia
sul volto
della notte
come una tentazione.
Io porto nel cuore
tutte le stelle
di questa volta
concava di silenzio:
le tue preghiere

Al limite/Il sognatore/Oltre ogni limite

Al limite

Per lasciare spazio
al vuoto che ho dentro
in una scatola
mi rannicchio
e sbatterò le ali
a tratti per ferirle
ancora.

 

 Il sognatore

Leggero librarmi nell’aere
planare sui tetti in stallo
guardarmi vivere da fuori:
dall’alto palpito d’ali
s’aprono nuove prospettive
di vita.

  

Oltre il limite

Raccolgo la paura
e riempio di calore
tutti i tuoi silenzi
finchè il canto
del cielo
soltanto sentirai.
Poi  un battito
d’ali
di ciglia
non so
e del tuo volo
il mio cuore vibrerà.


L’eremita (Seconda parte) (Scena unica – settantesima parte)

L’eremita

Percepisco l’attesa ogni minuto della mia vita… anche se non so esattamente che cosa sto aspettando…un traguardo oscuro mi è stato affidato, oppure come dici tu è il traguardo che mi sta venendo incontro e forse riuscirò a vederlo solo all’ultimo momento…comunque sia sono pronto e desideroso di agguantare finalmente qualcosa di stabile e duraturo… la cosa strana è che mi sembra tardi per tutto… lo scopo non è ancora arrivato ed io mi sento già in ritardo all’appuntamento… come se la nostra vita fosse in fondo sempre inadeguata a cogliere qualcosa di più grande di noi… che le nostre colpevoli omissioni allontanano sempre di più…che Dio abbia pietà di me!

Abelardo
Dio Si è rivelato in una mangiatoia…non te lo scordare mai…non ha scelto un grande palazzo, né una dimora sontuosa… ma è venuto in questo mondo per dire all’uomo che il Regno sta da un’altra parte… di conseguenza tutto ciò che guadagnerai in questa vita non ti renderà cittadino del Paradiso…Dio ha scelto la povertà perché non ci fossero dubbi o fraintesi… è morto sulla croce come un ladro proprio per indicare all’uomo il percorso di un fallimento umano… Che cosa ha realizzato Cristo in terra? Non ha scritto nemmeno un’opera, non ha eretto costruzioni che abbiano resistito al tempo… non era architetto Lui, ma stimolatore della pace…e la pace non è un qualcosa che si può raggiungere in terra, una meta definitiva…la pace va rinnovata ogni giorno nel cuore… così Lui è venuto a pungere le nostre coscienze addormentate…e tu ti preoccupi di non vedere il traguardo? Ma se non senti neppure gli stimoli, come puoi camminare verso una meta e addirittura  raggiungerla? Sarebbe come buttarsi da un ponte e pretendere di vincere la forza di gravità: la tua è una perenne utopia che ti porterà solo delusioni e rimorsi. Cristo è morto a trentatre anni… a trentatre anni… pensaci bene…tu hai avuto già molto di più dalla tua vita e quindi sei un privilegiato anche rispetto a Dio…non è questo un dono grande dell’amore del Padre? Non ti sfiora l’idea che l’amore del Padre sia un traguardo perenne che ti Si offre ogni momento, ad ogni battito del tuo cuore ingrato…Dio non è mai in ritardo… questo solo conta alla fine per l’anima tua…

L’eremita
Ma se non riesco a trovare una soluzione per eliminare dal mio cuore il macigno che mi opprime… e se questo macigno esclude che io possa accogliere l’amore di Dio… che posso fare?

Abelardo
Prega…quando senti che ogni soluzione ti è impossibile…quando ti sembra di dover morire per non continuare ad offendere Dio…e provi tutto il disagio di una così lacerante contraddizione… in quel momento la morte arretra di un passo… perché tu già sei morto, amico mio… e la morte stessa ha paura…pensa, rifletti… pensa che sei morto senza morire e che in qualche modo hai vinto la morte…che sei già risorto… che sei passato indenne attraverso la morte…gli scopi della vita non sono più importanti…devi solo riprendere piano, piano a camminare e a respirare…ora non ti basta più chiedere al Signore di dire solo una parola per la tua salvezza, ora senti il bisogno che la salvezza sia universale…che Dio dica una parola per tutti i tuoi fratelli che stanno nella sofferenza e nel peccato… con il tuo aiuto però…domandalo a Dio con forza…che il tuo scopo possa presto diventare la salvezza degli altri…tu oggi sei risorto per questo…sai, a dire la verità, tante volte noi cerchiamo il senso della vita, ma il senso individuale è già passato e non lo abbiamo afferrato…lo avevamo tra le mani, ma non lo abbiamo riconosciuto…così forse è stato per te…e quello scopo non tornerà più… non tornerà più, perché ce ne è uno più ambizioso che ti è stato assegnato, che travalica la tua vita, ma questo lo puoi capire soltanto quando ti rendi conto che c’era già stato qualcosa di buono in te, qualcosa da cui ripartire anche se in modo differente…è un cambio di prospettiva quello che ti chiedo…

L’eremita
Spiegati, diletto Padre, sono confuso…

Abelardo
Lo scopo più grande che Dio ha pensato per il nostro bene è quello di morire per la nostra salvezza… certo questo sembra molto teorico alle tue orecchie…ma non lo è affatto, se ti concentri sulle mie parole, morire per la salvezza altrui significa abbandonare la ricerca del proprio scopo perché i tuoi fratelli lo possano raggiungere…se riuscissimo per un attimo a rendercene conto…rimarrebbe in piedi una sola finalità, quella del Creatore…la morte non avrebbe più niente da fare e tutti… tutti potrebbero risuscitare nell’Amore di Dio…e non c’è scopo più ambizioso che l’uomo possa raffigurarsi… del Paradiso. Se tutti riuscissimo a partecipare alla Messa con questa convinzione…nessuno si sentirebbe più solo…non il pastore che non sarebbe costretto a pregare per le pecore che stanno fuori dal recinto…un pastore senza pecore è davvero privo di scopo…tu non sai che cosa vuol dire donare la propria vita per gli altri…ma pensa a chi l’ha fatto… a chi la mette ogni giorno sull’altare con l’Eucarestia…se la chiesa è vuota come si deve sentire, secondo te? Come si deve sentire Dio che ci tende una mano per vedersela immancabilmente mozzata?…che ci vede camminare incerti e ciechi e preferire i burroni e l’incertezza… muori con Dio nell’Eucarestia, amico mio, e risorgerai insieme al pastore, donerai la forza dello Spirito Santo a te e a chi brama di ricondurre le pecore disperse nel recinto, fa’ che il tuo cuore percepisca di essere salvo perché ha salvato…

Resurrezione/Il terzo giorno

Caro Carlo, riflettevo su una frase tragica, una frase immensa che riassume il dramma del mondo nel momento in cui Gesù è morto: “Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra”. Ti viene freddo solo a leggerla…se poi chiudi gli occhi e immagini la scena, ti senti scendere il buio giù dentro tutto il corpo…eppure, eppure, Carlo, amico mio, lo sai? Io credo che sia la frase più luminosa della Bibbia, una delle più solari: solo tre ore, solo tre ore durerà il buio sulla terra, poi basta…arriverà il camion e porterà via tutte le croci. Solo per dire che dobbiamo avere coraggio, perché la croce è provvisoria! Per ognuno di noi arriverà il momento della deposizione della croce, per ognuno di noi c’è una pietà disumana.. Coraggio,  mancano pochi istanti alle tre del pomeriggio. Tra poco il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori primaverili ed il sole della Pasqua farà capolino tra le nuvole in fuga!
Solo per dirti che in ogni momento della giornata mi faccio carico anche io, come posso, della tua croce. Un bacio grande !
Giulia

Risurrezione

Non rimarrò
nella tomba vuota
per la seconda morte.
Voglio annunciare
che sono risorto
al Padre fiducioso
che non mi lasciò
tunica ed unguenti.

Il terzo giorno

Dinanzi al vuoto
perché piangi?
Guarda i sassi di velluto
sul raggrumato sangue
sono nati gli anemoni
e quel tetto, straccio di paura,
ora è un limpido sogno
di libertà.
Comincia oggi
una creazione nuova.
Ascolta le croci,
antenne che trasmettono
la musica del Cielo.

Ortografia/Lessico

Ortografia

Ti amo punto
e virgola, tante virgole
che rinnegano la sintassi.
Scriverò per te
come la vaporiera
che non la puoi fermare
come un cieco
che guarda il futuro
alle spalle
e si sogna bambino.

tramonto alla gavetta

Lessico

Ti amo e non basta
non bastano le parole.
Figlia di un dio
che non può udire
strappo silenzi alla luna.
Germogliano sillabe
all’alba, tutte le scrivo
su muti pentagrammi
ed un crepuscolo
sbattuto dal vento
per te
è il mio idioma.

Quello che non ho/Quello che ho

Quello che non ho

Rosso palloncino che squarcia il cielo
finchè l’azzurro a me sorrider sembra
di fumo bianca scia i tetti accarezzi
e il pugno stringo e tutto si disperde.
Vorrei, ancor vorrei poter guardarti
tu che mi fai per sconfinata gioia
aprire chiuder gli occhi come in sogno
e in pace abbraccio la cangiante morte.

Casa tra nuvole nella radura
Quello che ho

Non sarà
la Fama
ad ingrandire
le cose
dai tetti
ma il tuo amore
che inventa
i colori dell’aria.
Vi giacerò
come se fosse
la morte
senza paura
come se l’acqua
e lo spirito
si fossero scambiati
l’essenza.
E cullerò
la tua dolce
disperazione.

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