Illusioni/Illusioni


Illusioni

La mia ombra
è una matita
nel cassetto
dei colori.
Non basterà la chiave
per dipingere il cielo
non basterà la chiave.
Una sfumatura
di grafite fui
dal nero al grigio
dal grigio al nero
ed il bianco sterminato
mi attende ancora
paziente come la verità

Chiave

Illusioni

La verità è che
dopo la pioggia
credo d’afferrare
l’arcobaleno
ma un pugno
di pastelli
mi percuote.
Delusi
sull’accartocciarsi
del foglio
fumano solo tratti
neri e il bianco
spaventoso
come il buio
del cassetto
dei miei sogni.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

90 pensieri riguardo “Illusioni/Illusioni”

  1. ed umile è quell’ombra…siamo un’ombra, diventeremo un’ombra recitava Achille ad Ulisse nell’Ade…polvere diventeremo…ritorneremo ad essere ancora grafite, a lasciare altri segni nei cuori di chi amiamo e che abbiamo preceduto. Riccardo

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  2. è umile anche quel foglio che si accartoccia, quella vita che, bianca, nasconde tra le sue pieghe qualche tratto o sfumatura…eppure basta un tratto solo a volte, una sfumatura impercettibile della nostra anima per lasciare il nostro segno nel mondo.

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  3. l’umiltà di riconoscere erti nostri fallimenti, di riconoscere che siamo umani, che sbagliamo, che possiamo però rialzarci, chiedere perdono…sì, la chiave per aprire il cassetto dei sogni è l’umiltà con cui discerniamo i sogni dalle illusioni. I sogni possono essere innaffiati di amore…si possono fare grandi cose con amore ed umiltà. Le illusioni invece portano solo frustrazioni.

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  4. Alla luce di tutto questo, riguardo l’immagine, quella chiave e le do un nome “Umiltá”. Se si apre il cassetto con umiltá no ci si puó deludere e qualsiasi cosa si trovi in quel cassetto non puó portare alla delusione.L’umiltá é la chiave per conoscere appunto i nostri limiti e aprire il nostro cuore non per riempirlo, al contrario, svotarlo di noi stessi e del nostro io. Questo voglio che sia il mio traguardo in questa vita, se cosí lo si puó chiamare e spero proprio che Dio abbia pietá di me in questa mia ricerca di umiltá. Alberta

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  5. non so se sia la ragione o la paura a distruggere i sogni…così come l’abbiamo interpretata mi pare che il sogno possa essere distrutto da un’oggettività di fatto:certi sogni sono troppo alti, troppo ambiziosi, troppo al di sopra delle nostre possibilità ed è solo un’illusione a spingerci a realizzarli. La verità sta nel prendere atto dei nostri limiti. Non credo sia paura…fa paura anche lasciare segni su l bianco…il bianco spesso fa paura, perchè potremmo imbrattare il candore con la nostra imperfezione per sempre…anche questo potrebbe essere fonte di enorme delusione

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  6. Serse che vuol conquistare la Grecia, Serse che fa una spedizione per terra e per mare…Serse sconfitto, umiliato dinanzi alla Grecia che ha lottato per la libertà. Che rimane al re di Persia? Solo una enorme delusione ed un sogno destinato a non realizzarsi mai grazie al suo personale intervento

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  7. è vero! Quei Greci che punivano l’hybris in nome della dike. La delusione è personale, ma rimane per la collettività una lezione di vita! In realtà la seconda lirica potrebbe rappresentare il sogno di Serse!

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  8. Ieri Paolo citava Dante e se non sono troppo inopportuna vorrei anche io ricordare a proposito di questo post il Poeta, con quel famoso “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”. La verità è che l’uomo cerca sempre di migliorare, di conoscere l’ignoto e forse (come era accaduto a Ulisse) anche il proibito:ho letto anche questo nel tentativo di afferrare l’arcobaleno, la spinta, il desiderio umano di spingersi oltre i propri limiti e la delusione quando tali limiti non sono superati. Rossana

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  9. Io credo anche che alla fine la verità ci premierà – voglio leggerlo così – voglio leggere la verità come una speranza, la speranza di guardare in noi stessi, di prendere consapevolezza di ciò che siamo, di amare ciò che siamo, coi noastri limiti, le nostre impotenze…auguro a tutti di avere la pazienza di poter realizzare i più importanti sogni del proprio cassetto.

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  10. No, carlotta, io non credo che ci sia aridità, perchè i sogni continuano ad essereci, pur dentro al cassetto, ed essi fumano, si alzano al Cielo, come sono sicuro che si innalzano al Cielo i tratti che lasciamo sulla “carta”…ed è bello prendere coscienza di questa enorme rsponsabilità.

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  11. Ma é davvero una questione di ragione o c’é qualcosa d’altro?…che cosa dice poi la ragione, per esempio a proposito del bianco e del nero? Ho pensato a questo ieri sera prima di addormentarmi. Il bianco e il nero, la luce e le tenebre, é vero, non sono colori, ma i colori stessi non esisterebbero senza di esse. Non sono forse quel caos da cui Dio stesso ha generato la vita?. Ironicamente l’arcobaleno é nel bianco stesso, compone il bianco cosí che sia tale… e senza le tenebre, il nero, come potrebbe esserci la luce? Io credo che non sia la ragione a distruggere sogni ed illusioni, piuttosto la paura, la paura che ci acceca nel vero senso della parola…la paura che ci impedisce di aprire quel cassetto, lí, paziente, a nostra disposizione, la paura che ci fa perdere nella vastitá del bianco senza essere capaci di andare oltre a quello che si cela nel bianco stesso. Io penso che sia la paura ad ucciderci, ad uccidere il nostro agire, il nostro tentare, il nostro intuire i diversi punti di vista e le diverse “veritá”…In principio Dio creó il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque (e questo aleggiare mi fa pensare proprio a quella “sfumatura”). Dio disse: “sia la luce!”. E la luce fu. Anche oggi pagine straordinarie, grazie a tutti. Alberta

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  12. il buio, l’ombra…per proiettare un’ombra ci vuole la luce, la luce che sa generare un arcobaleno e i suoi colori…nel buio di quel cassetto ci sono dei colori…forse è ancora possibile un disegno sul bianco seppur spiegazzato e da cestinare del foglio…forse non è ancora detta l’ultima parola…

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  13. forse sì, c’è un pizzico di titanismo, ma i tratti fumano, non rimangono sul foglio….ciò che rimane è solo l’accattorciarsi…ed è terribile da sostenere, una verità impossibile da sopportare, non tanto per la violenza con la quale si scaglia sull’uomo, quanto per l’impotenza di cui l’uomo è insito…

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  14. in quell’accattorciarsi c’è un rumore-lo sentite?- quasi un pianto…non più qualcosa di sterminato da riemire e che spaventa proprio perchè sterminato. Qui c’è qualcosa che è così ripiegato e inaccessibile che non è possibile lasciare neppure una traccia perchè non c’è disponibilità di superficie..la vita non ha spazio per il poeta! Corrado fadda

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  15. e la vita, questa nostra vita, che cos’è se non un foglio sul quale lasciare la nostra traccia? Diceva bene ieri Paolo a ricordare gli ignavi…in questa lirica c’è davvero il terrore di esser condannati al vestibolo dell’inferno

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  16. in questa delusione sta il crollo del poeta vate…neppure più la poesia sembra consolare, neppure più la poesia sembra essere portavoce di valori…non più la natura, ma la cruda realtà, la noia leopardiana, il dolore del decadente che non può far altro che ripiegarsi su se stesso, inetto, disadattato…non riesce più ad affermare i suoi ideali

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  17. è bella quell’espressione…pugno di pastelli…metafora efficace per rappresentare la violenza spietata della verità, che ti sbatte coi suoi colori decisi dinanzi alla realtà dei fatti e tru, tu Aiace, tu Edipo, tu Serse, tu comune mortale…che fai? Ne prendi atto deluso

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  18. bravisimi ragazzi…riflettete a questo proposito alla tematica di dike ed ybris nel mondo greco, a quanti personaggi del mito si sono scontrati con questa realtà…ecco che ancora una volta l’antico prende a braccetto il moderno…sembra un prodigio…sembra quasi di poter toccare l’arcobaleno…è solo un’illusione?

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  19. …è come se tu fossi lì, convinto di tenere in mano il capo dell’arcobaleno e tutt’a un tratto un pugno ti percuote e ti rendi conto di quanto stupido sei stato a voler raggiungere un qualcosa di troppo alto per te. Laura

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  20. è paziente la verità, aspetta i tempi di ognuno per manifestarsi…sembra quasi che abbia una valenza positiva, che sia materna in questo suo attendere…Furio

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  21. ed ora se siete d’accordo proverei – come ha sollecitato ieri Paolo – a fare un po’ di analisi testuale delle due liriche, cercando di commentare i versi alla luce di ciò che è stato detto sinora.

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  22. il problema è quando si cerca di afferrare l’arcobaleno, ma è solo un’illusione riuscire ad afferrarlo…un senso di impotenza di afferra ed è come spiegare razionalmente che cos’è la fede…

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  23. a me ha colpito l’idea del cassetto, in una lirica pieno di colori, nell’altra pieno di sogni…è una metafora…dicono probabilmente la stessa cosa queste due metafore e rifletto sul grigio della vita, sull’incapacità di colorare la vita stessa, soprattutto quando siamo presi da noi stessi, presi a guardare solo dentro di noi, senza “stupirci” di un arcobaleno, senza correre verso l’arcobaleno stesso per rubarne tutti i colori. rossana

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  24. trovo assolutamente interessante questa bella conversazione sulle illusioni e la verità nel mondo letterario. Circa le due liriche vorrei sottolineare che io percepisco una certa amarezza nel constatare che l’uomo può anche vivere di illusioni ed è quanto di peggio possa capitargli. salvatore

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  25. non dimentichiamo che il teatro pirandelliano e la sua concezione dell’arte – si pensi a L’umorismo – era fortemente fondata sulla verità, egli si appella sempre alla ragione per distruggere ogni ILLUSIONE scenica tradizionale

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  26. eppure in Pirandello l’uomo invano tenta di realizzare se stesso – come mi pare dicano Carlo e Giulia – continuerà a sbattere in una gabbia dalla quale non può uscire. alice

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  27. si pensi ad esempio già all’ Esclusa, dove è già presente il contrasto tra apparenza e realtà, è già presente una verità che non è assoluta, non è spietata e nemmeno paziente, è sfaccettata.

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  28. non sbagli affatto…proprio questa verità è quella che prende a pugni tanti dei personaggi pirandelliani che non sanno più quale sia la loro vera identità…ecco che dall’Ottocento si passa a poco a poco al Novecento e la verità acquista un’altra dimensione

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  29. forse sbaglio ma io vedo qualche riferimento anche a Pirandello, a quel relativismo assoluto per il quale non esiste una sola verità, ma tante quante sono gli uomini e mutevole in uno stesso individuo. Paola

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  30. In contrasto con la ragione c’è la natura, il polo, l’elemento positivo, perchè la natura alimenta le illusioni, cura la noia, l’uomo che vive secondo natura è buono e forte, eroico, mentre colui che vive lasciandosi guidare dalla ragione è meschino, gretto e debole.

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  31. Non dimentichiamo che per l’epoca romanitica dalla natura si generano le illusioni che vengono celebrate in poesia, mentre dalla realtà si genera la ragione che viene celebrata in filosofia. Poesia e filosofia si trovano ai poli opposti.

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  32. Sono illusioni perchè pare che non possano realizzarsi sulla terra….deluso è il poeta! Esse sono necessarie e benefiche…lo fanno sopravvivere all’amarezza della vita, alla delusione stessa della vita…sembra quasi un paradosso che delle illusioni possano divenire certezze! Elisabetta

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  33. ma io trovo questo dramma tra finito e infinito anche in questo post, tra essere ombra e essere persona, tra il sogno e la realtà…come uno iato che fa male, che fende la coscienza del poeta. Patrizia

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  34. non dimentichiamo poi che in Foscolo è già comunque presente quel dramma tra finito e infinito tipicamente romantico, come tipicamente romantico è il sentimento foscoliano della suprema dignità dell’uomo

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  35. questo è verissimo ed infatti ieri io parlavo di reinterpretare l’antico! le illusioni per Carlo e Giulia ha una valenza completamente diversa rispetto alla concezione foscoliana…ma credo sia importante vedere le evoluzioni della stessa tematica.

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  36. Solo la poesia ha per il poeta il ruolo di incarnare, di essere espressione di umanità e civiltà, perchè fa vivere questi ideali nel mondo, li sottrae al nulla della morte! Elisabetta

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  37. proprio questo spiega il tono drammatico della poesia foscoliana, che è insieme tragica accettazione del nostro destino di morte e sfida eroica e magnanima ad esso! Corrado Fadda

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  38. carissimi, mi ritrovo a riflettere su un argomento importante, sull’importanza del comprendere e del comunicare l’antico. Ecco, Carlo faceva notare prima come quel semplice aggettivo, delusi, richiamasse alla sua memoria un verso di Foscolo, ma credo che ancor più forte sia il legame con questo autore preromantico, in quanto – non dimentichiamolo – Foscolo era ancorato ad una fede particolare, la religione delle ILLUSIONI! Nulla nasce a caso secondo me su questo post e sempre sento fortissimo da parte dei nostri amici il desiderio di riprendere il passato per attualizzarlo e comprenderlo per trarne da esso una lezione…anche ponendo profonde cesure tra ieri e l’oggi, anche contrapponendosi all’antico, ma parlandone, esorciuzzando quella paura che tanto spessso provoca in noi il PASSATO. Grazie!

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  39. imparare ad amare anche l’amaro…sembra un gioco di parole, ma la lezione che traggo da questo post è questa: spesso siamo solo un’ombra o poco più di questa. spesso desidereremmo essere una macchia di colore che rende stupefatti chi ci guarda…Cristo è venuto al mondo in una mangiatoia, alla presenza dei pastori…ha scelto Dio per primo che Suo figlio facesse le cose in silenzio e con umiltà…senza tanto clamore…l’ombra e i tratti, semplici ma netti, più delle sfumature, mi riportano all’immagine di un bimbo che si fa picolo nella sua grandezza, che ha lasciato una traccia proprio scegliendo vie non battute ed inaspettate, sopite e celate…pensateci…

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  40. “ma io deluse a voi le palme tendo”…ve lo ricrdate questo verso? Quel DELUSI me lo ha richiamato…questo perchè tante volte un testo contemporaneo può riportarci indietro nel tempo e riaprire nella nostra mente orizzonti verso i quali non ci affacciavamo più da tempo…come Foscolo tende le mani senza speranza verso un sepolcro, verso la madre ed il fratello defunto, così stanno i tratti neri e le sfumature della matita.
    ma con una differenza:nella prima lirica il bianco è paziente, nella seconda il bianco è spaventoso.
    Non è poi così spessa la linea che divide questi due aggettivi…la pazienza della verità è spaventosa talvolta, come lo è la vita che impietosa ci schiaffeggia mostrandoci i nostri limiti…che non sappiamo amare.

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  41. o forse è solo la fantasia, la chiave? quella fantasia che ci permette di sognare…non ci illue, ci fa sognare….torno a sottolineare la profonda differenza tra sogno ed illusione, che solo apparentemente sono sinonimi…la fantasia fa nascere i sogni e non il buoi…nel buio nascono le illusioni! E ci si uore dietro…coi sogni invece si sopravvive alla morte!

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  42. e spaventa allo stesso modo del bianco del foglio sul quale non posso lasciare una traccia di colore….chi ha la chiave? dove è stata gettata? forse la conservo solo io, nella mia coscienza? carlotta

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  43. Quel buio è spaventoso perchè i sogni sono avvolti dall’impossibilità di prendere vita…non nascono nel buio, sono come fagocitati dal buio…Federico

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  44. lancio un amo per gli amici letterati e gli studenti:mi sembra che potrebbe essere bello confrontarci su un’analisi testuale delle due liriche, magari mettendo in luce non solo gli aspetti tecnici, ma soprattutto il messaggio, senza filtrarlo con le nostre sensazioni, ma con l’obiettività del critico letterario…è tanto che non proponiamo più un lavoro del genere e per i ragazzi credo possa essere un esercizio utile…al vostro buon cuore!

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  45. è quel DELUSI che fa male..bene o male la verità attende qualcuno…il buio per fortuna non attende, respinge solo…come se guardare in faccia le illusioni fosse insopportabile … eppure quel cassetto attende di essere aperto ed il foglio di essere pure accartocciato…piuttosto che rimanere intonso…mai vivere da ignavi!

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  46. fa tanta paura soffermarsi a pensare che nella nostra vita non rimarrà alcuna traccia …solo un’ombra! Sempre che Dio lo voglia! abbiamo a disposizione un foglio immenso e tutto bianco ed un cassetto che a volte non vogliamo aprire…di fatto temiamo di guardare dentro noi stessi. Costanza

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  47. non mi chiedete il perchè ma queste due liriche con quella bella immagine surreale mi ha fato venire in mente le anime degli agnavi, le anime di coloroche in vita non si sono comportati male, ma neppure hanno fatto del bene;non hanno lasciato sulla terra alcun segno della loro presenza, vivendo “sanza imfamia e sanza lodo”.
    Dante disprezza moltissimo queste anime e per esse immagina un castigo particolarmente avvilente.
    Ma sul foglio ci sono dei tratti, delle sfumature, c’è il nero ed il grigio ed il foglio si accartoccia benchè sterminatamente bianco…quasi a farmi pensare che non lascerò alcuna traccia di me e tutto ciò che ho sognato di essere sarà solo un’illusione!

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  48. personalmente tra il sogno e l’illusione preferisco il sogno, perchè almeno questo è in potenza una realtà, al contrario l’illusione è la negazione della realtà. L’illusione è la proiezione di un qualcosa che non può trovare nella realtà contingente alcuna corrispondenza. Il sogno invece può realizzarsi come no, può! E’ già qualcosa…la verità poi ci darà ragione. Furio

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  49. la verità è che cerchiamo di realizzare sempre i nostri sogni, inseguiamo chimere affannosamente…ma spesso è illusione, è vero, rimaniamo con un pugno di matite in mano e nessun disegno di fatto, solo sfumature, solo tratti…quanto tempo ancora dovrò attendere, che cosa ancora dovrò fare perchè i sogni escano dal cassetto e vadano a dar colore al foglio dellA VITA?

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  50. io credo invece che a volte la vita possa essre un foglio accattorciato, quasi da cestinare, un foglio sul quale abbiamo lasciato solo tratti neri e sfumature di matite…nulla di colorato. Solo i sogni sono colorati e rimane la nostra impotenza, insopportabile, di dar colore alla vita!

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  51. A volte l’essenziale sembra banale ed é per questo che gli si dá poca importanza… a volte una sfumatura di graffite é quanto basta per far diventare un’illusione realtá, per fare del bianco una superficie su cui danzare. Alberta

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  52. sul bianco puoi sempre scrivere, anche se in nero o in grigio, perchè non sei nato per scrivere coi colori dell’arcobaleno….è terribile anche rendersi conto di questa verità:l’impossibilità di colorare, di dare una forma ai propri sogni…di realizzarli!

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  53. io credo che quel buio sia spaventoso perchè in contrapposizione all’arcobaleno, al blu, al colore del cielo. Il sogno può rimanere solo un’illusione, una chimera irrealizzabile, una porta che mai si aprirà al cielo…e quando lo capisci è terribile, è una lacerazione profondissima!

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  54. avreste potuto intitolarle “La verità”, perchè di fatto è proprio questa paziente e crudele verità a rivelarci ciò che siamo, ciò che contiamo ai nostri occhi e a quelli del prossimo.
    Più ottimistica la prima lirica, più rassegnata ed amara la seconda, più scanzonata la prima (con quel ritornello ripetuto!) più incisiva e metaforicamente violenta la seconda. La verità è un pugno! Con pazienza attende di essere sferrato! E viene sempre a galla. dolorosamente!
    nicola P.

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