L’eremita (Parte seconda) (Scena unica -parte sessantatreesima)



L’eremita
Dio avrà certo sognato il Suo giardino di perfezione, ma non capisco perché poi lo abbia donato a me…dico a me per dire uomo…che senso poteva avere la consegna del Paradiso terrestre ad un essere imperfetto? E non posso certo credere che Lui non sapesse…che non avesse previsto…

Abelardo
Ti sei mai chiesto perché i  genitori continuino ad amare i figli anche dopo la morte?

L’eremita
Ci ho sperato…ma non me lo sono mai domandato…perché forse non lo ritenevo possibile.

Abelardo
Cristo è morto per continuare ad amarti in senso assoluto, non solo come uomo ma anche come Dio…e puoi credere allora che un Dio disposto a morire per la Sua creatura non potesse affidargli ciò che aveva di più prezioso?

L’eremita
Io forse avrei creato un essere perfetto…un essere che non mi facesse brutte sorprese

Abelardo
A volte ciò che è imperfetto nasconde una Superiore Perfezione…non dimenticarlo mai…non fermarti alle apparenze…cerca in profondità e troverai sempre qualcosa che ti sfugge…sembra un’affermazione assurda, ma non lo è, il Mistero che percepiamo ci fa sognare di essere davvero simili a Dio, così come a Dio sfuggì nel Suo sogno che l’uomo avrebbe potuto tradirLo attraverso l’imperfezione per poi ricongiungerSi a Lui attraverso un cammino di più profonda grandezza e misericordia. Perché il Dio dell’Amore potesse incontrarSi col Dio della Ragione in un abbraccio indissolubile ci voleva la separazione…ci voleva la carne  ed il desiderio di un uomo che si allontanava dalla Verità e dalla Vita per un cammino d’Amore e di Sangue che tutto avrebbe ricompreso. Lascia che il tuo cuore vada in pace…non trattenerlo con false speranze…dovrà incidersi le carni fino a palpitare come il Primo Motore senza sangue, senza più sangue perché troppo sangue è stato versato…la pace è fatta di angoscia, di una disperazione che non ha eguali, di uno stato che tu puoi conoscere, ma non comprendere fino in fondo… perché c’è sempre una pace più profonda. Questa pace ricercava Dio per le Sue creature e per tutto l’Universo… perché il dolore al massimo grado si fa dolcezza e quiete e gli occhi di chi muore trovano sempre il Paradiso dove crescere e far crescere il mondo in consapevolezza…perdonami se queste ti appaiono astratte divagazioni, vuoti nomi…credi però che l’Universo ha una voce ed è la voce di Dio e che Dio parla di te dall’Eternità.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

24 pensieri riguardo “L’eremita (Parte seconda) (Scena unica -parte sessantatreesima)”

  1. è però anche vero che spesso ci rendiamo conto del valore delle cose e delle persone purtroppo quando non le abbiamo più..io credo che Abelardo volesse dire che Dio ha fatto sì che noi potessimo provare nostalgia per Lui e per il Suo regno…e questo pensiero fa nascere in me una pace ed una commozione che non so descrivervi!

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  2. la sorpresa più brutta che possiamo fare al Signore è di dimenticarci di Lui…ogni qual volta ci ricordiamo di Lui e sentiamo accanto a noi la Sua presenza il Suo sogno si colora e noi avvertiao una perfezione che altrimenti non ci pare di questo mondo.

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  3. io penso di sì, penso che possiamo conoscerlo questo amore assoluto…ognuno lo sperimenta sulla sua strada e tante volte lo scambia per dolore…alla fine dolore ed amore si abbracciano:Cristo ha ben fatto un’esperienza del genere…Nicola P.

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  4. Cristo è morto per continuare ad amarmi in modo assoluto…ma noi uomini conosciamo l’amore assoluto? Mi chiedo se ci è dato di conoscerlo, so che ne facciao parte, che ne siamo tutti parte, ma vorrei avere la certezza che anche io ho le potenzialità per saperlo donare…commoventi le parole di Abelardo…mi mettono molto in discussione. Rossana

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  5. cerca in profondità Alice e troverai qualcosa che ti sfugge…non sogni forse di essere felice? Come puoi essere felice? Prova a risponderti e troverai strada tra le parole di Abelardo

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  6. io non credo che a Dio sia sfuggito qualcosa, non lo credo proprio…penso piuttosto che ci sia un disegno preciso su questa imperfezione che Lo tradisce e attraverso la quale, con la Sua misericordia, si giunge comunque al ricongiungimento con Lui. Penso che Dio abbia appositamente scelto questo cammino di redenzione per l’uomo, ma non per sadismo, perchè sembrerebbe quasi un dio cattivo dal momento che permette ai suoi figli di soffrire e morire, perchè l’uomo non aveva altra strada da percorrere che questa per comprendere il significato dell’incarnazione.

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  7. io credo che l’amore nasca non dalla paura della morte, quanto dal desiderio di veder felice quell’esserino, di farne un essere felice, per quel che noi possiamo. La morte ci priva di qualcosa, ci spaventa perchè ci viene sottratto qualcuno che amiamo…ma non è questa paura che alimenta l’amore, è piuttosto il desiderio di voler dare noi la nostra vita per chi amiamo, dare tutto ciò che abbiamo per il bene dell’altro, anche i nostri sacrifici, il nostro stare in disparte…apparentemente sembra un disinteresse, ma bisogna andare oltre l’apparenza. Quante volte ci costa sacrificio rinunciare a qualcosa, anche alla nostra felicità, per amore dei figli…in questi casi forse intravvediamo uno squarcio di Paradiso.

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  8. Come potevamo amare il paradiso se ci é stato donato dal nulla, se non sapevamo cosa significasse il perderlo? Saremmo stati grati, certo, ma l’amore é un qualche cosa di diverso, é quello che ci distingue dalle rondini stesse. Abbiamo bisogno del senso della morte per amare la vita, cosí come abbiamo bisogno del perdono.
    Perché amiamo i nostri figli? Non ho mai creduto a ció che si dice del legame speciale tra un essere e la madre che lo ha appena partorito, dell’amore innato. Al di lá delle emozioni fortissime che ho provato, il fatto di tenere in braccio mia figlia appena nata, non era amore a prima vista, era solo l’inizio dell’amore. C’é un qualche cosa nella loro fragilitá che ti entra nelle viscere e inizia un processo che non finisce mai. Voglio dire che l’amore cresce di giorno in giorno e piú che dalla gioia é alimentato dal dolore, dalla paura che quell’esserino possa morire, dalle notti passate ad ascoltarne il respiro, dal rosso del sangue che si mescola al bianco del latte. Cosí nasce l’amore e persino Dio ha voluto conoscerlo facendosi uomo, per amarci come uomo. Sono contenta di non essere perfetta perché se lo fossi non proverei quello che provo, non avrei mai avuto l’opportunitá di amare Cristo sulla croce. Non siamo rondini, ed é in ció che sta la differenza, siamo in grado di amare al di lá di noi stessi, questo é l’essere umano, questa é la scintilla che é iniziata in noi nel momento in cui abbiamo perso ció che ci é stato donato, il Paradiso. Alberta

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  9. la pace è fatta di angoscia…non c’è l’una senza l’altra, per godere dell’una bisogna morire dell’altra…potrebbe essere una perfezione anche questa…gli occhi di Dio non vedono come vedono i nostri. Furio

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  10. talvolta ci sfuggono aspetti profondi di noi stessi, crediamo di desiderare un qualcosa che in realtà non corrisponde alle nostre primarie e reali necessità. Il nostro primo obiettivo è la serenità, l’equilibrio…non sono certo i soldi in banca. La perfezione sta dentro di noi, in ciò che sentiamo, in ciò che la nostra mente assieme al cuore è in grado di concepire, in ciò che le nostre mani guidate solo da un amore gratuito sono in grado di creare. Abbiamo uno specchio in cui poterci riflettere…Lui, come avrebbe agito? Cosa avrebbe detto? Che gesti avrebbe fatto? Io non ci penso mai a questa cosa, ma cambia radicalmente la vita…mentre spesso e volentieri siamo solo specchi di noi stessi, di ciò che è la nostra apparenza ma non la vera sostanza.

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  11. “Non fermarti alle apparenze”. Quante volte ci soffermiamo all’apparenza, quante diamo valore solo a questa! Ci sforziamo di apparire invece che essere…ciò che conta è che cosa la gente pensa di noi, così, dall’apparenza, non da una relazione più profonda…l’importante è offrire un’impressione positiva, spumeggiante..ma di fatto noi chi siamo veramente? Che cosa cerchiamo veramente? In che cosa crediamo? Patrizia

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  12. l’uomo non è stato concepito imperfetto, ma la brama di diventare dio lo ha fatto disubbidire ad un comendo ben preciso…e così è cominciato il lungo calvario per riacquistare la pace propria dell’Eden, che però rimane invisibile nel nostro cuore (il nostro metaforico giardino), ma per il fatto che è invisibile agli occhi non significa che non ci sia…la pace, la bontà, la perfezione del nostro cuore, dei nostri sentimenti è solo un riflesso divino che è parte di noi. Ne siamo pregni…viviamo tutta la vita per riconoscere a fatica ciò e poterne godere quando saremo accanto al Padre.

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  13. mi dovete spiegare come fate ad associare certe immagini ai testi…a me la foto fa venire in mente una cosa diversa rispetto a Rodolfo: “Non trattenere il cuore con false speranze!”…se le radici non sono vere, se sono metaforicamente solo false speranze tanto vale liberartene…il cuore non ha bisogno di esse, ma della Verità, della purezza che è trasparenza, che è quello sguardo di cui si parlava ieri.

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  14. credo che sia l’uomo ciò che Dio ha di più prezioso! Suo figlio!
    bella responsabilità che abbiamo…se solo ci riflettessimo di più su questa cosa…

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  15. simbolica ed efficace immagine:l’albero che senza terra continua comunque a rimenere fedele alle sue radici, come i genitori che dopo la morte ancora amano e pregano per i loro figli, così come accade a certi coniugi che neppure la morte potrà mai separare…è possibile, è possibile la perfezione in certi legami, la perfezione di Dio si rende manifesta nell’Amore che sappiamo coltivare sulla terra e di cui godremo in Paradiso…solo un assaggino qui sulla terra…ma può bastare a farci sentire la voce di Dio.

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  16. i genitori amano i loro figli non solo dopo la morte, ma li amano nell’imperfezione stessa che è parte dei loro figli e che rispecchia la loro…Li amano nonostante a volte siano sgarbati o mettano a dura prova la loro pazienza, li amano nonostante le aspettative siano state deluse, nonostante la fatica del vivere e della malattia, la fatica di allevarli…penso a Giulia che ne ha quattro e mi chiedo come faccia, dove trovi la forza…è proprio vero che l’amore si moltiplica…forse consiste proprio in questo la nostra perfezione!

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  17. carità alla “San Paolo”, si intende!!
    mi piace molto questo passo, questo passo in cui c’è una lode all’imperfezione…solo apparente però! Questo è un ottimo monito…mostra bene la meta da raggiungere per ciascuno!

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  18. ho pensato che il Suo giardino di perfezione è il cuore che ogni Suo figlio possiede…all’inizio è puro ed immacolato, riceviamo apposta il battesimo…poi con il tempo si corrompe, crescono le erbacce, ma il giardino rimane e le rondini fanno ancora il nido…questo è il segno della Sua presenza, è il segno di una Perfezione che perdura, che possediamo…se ne avessimo più coscienza saremmo portati ad operare maggiormente il bene…coltiveremmo con più passione e maggior tempo il nostro giardino, scegliendo il concime più adatto…quale potrebbe essere?

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