L’eremita
È strano ma quando guardo il mare ho come la sensazione che non sia stato creato per me, e così mi accade per le altre cose meravigliose che mi circondano, spesso penso di non meritarle e comunque che sarebbe un errore soffermarmi sulla loro bellezza, perché c’è un altro compito che mi aspetta anche se non so bene quale…sono discorsi questi che ti ho fatto un sacco di volte, lo so… ma come un tarlo mi perseguitano…non riesco a liberarmi dall’angoscia di perdere il mio tempo…come se fosse mio, e la natura volesse rubarmelo…eppure mi piacerebbe tanto poter andare a passeggio sino allo sfinimento… senza preoccuparmi che dell’oggi.
Abelardo
Frate Francesco camminava per giornate intere e non si curava dell’opinione della gente perché era innamorato della vita ed aveva capito che anch’essa andava nutrita con le preghiere, ma pure con i ringraziamenti. Il Creato ha bisogno di sentirSi gradito a Dio e all’uomo, proprio come ne hai bisogno tu. E come si può anche pregare con gli occhi quando si contempla e con le labbra quando si sorride, così si può ringraziare allungando il cammino per abbracciare più cose possibili. Non avere paura del vuoto, amico mio, le stelle sanno riposare e così devi fare anche tu… per accorgerti che gli astri brillano proprio quando riposano…la notte c’è anche per loro…e mentre dormono capirai pure che ringraziano Dio senza spaventarsi del buio…
L’eremita
Vuoi dirmi che la preoccupazione di dover svolgere un ruolo in questa vita è solo paura del vuoto e del buio?
E che bisogna seguire i ritmi della natura ed imparare da lei a ringraziare e a pregare Dio?
Abelardo
Tu sai che la linea dell’orizzonte è solo apparenza e che le foglie cadono perché ne dovranno nascere altre…non c’è niente di delimitato, di definitivo in questo mondo…figurati nel mondo di là…che vuoi che importi se l’albero rimane scheletrito…Dio sa che un giorno farà nuovi frutti e che la corteccia sarà ancora più poderosa e lo sa anche l’albero…impara dagli alberi a rimanere senza tutte le tue certezze, con l’unica sicurezza della resurrezione…della nascita di nuove gemme che il vento non potrà strappare e che il sole non potrà seccare…impara dai rami a protenderti in tutte le direzioni dove c’è un po’ di cielo…non guardare la terra…le foglie sono già cadute e sono morte…ed il tronco ti vuole capace di affrontare il vento…allungati amico mio…allungati verso le nuvole e verso il mare che ti guarda in lontananza e ti riconosce…perché sa che lo ringrazi di averti donato l‘illusione del salino…ora che sei nudo e che non pensi più alle fronde…quelle verranno, stai tranquillo…nemmeno tu puoi alterare i cicli delle stagioni.