L’eremita (Parte seconda) (Scena unica-cinquantacinquesima parte)


L’eremita
Mi stai dicendo che nella vità contemplativa si può gustare già un anticipo della felicità eterna?

Abelardo
Io ricordo molto bene la mia cella… e mi chiedo sempre la ragione per la quale Dio mi abbia lasciato vivo questo ricordo, mentre tutto il resto… il mio passato non è più così nitido… ci deve essere un perché mi rappresento il buio ed il freddo come qualcosa di estremamente gradito al mio cuore.

L’eremita
Forse perché in quell’ambiente così inospitale hai fatto qualcosa di importante?

Abelardo
In effetti là mi sono conosciuto ed ho conosciuto Dio per quel che Si è voluto manifestare…la preghiera mi ha portato a dare un nuovo senso alle cose, a trovare mille sfumature e mille risposte in luoghi apparentemente immutabili…la preghiera trasforma la condizione più essenziale in sempre nuova ricchezza…vedo come se fosse ora la macchia di umidità che permeava il soffitto…è strano che riesca a vederla… perché ogni giorno mi pareva diversa, cambiava di forma e consistenza, il colore si faceva più chiaro o più scuro a secondo delle stagioni e la gamma poteva essere la più varia specie quando potevo godere del conforto di una candela…che mondo affascinante e segreto quello che vive nei luoghi più comuni…certe sere che mi sembrava di essere più vicino a Dio, anche il mio giaciglio mi pareva più caldo ed accogliente, come se la natura delle cose partecipasse con fervore pari o addirittura superiore al mio ad un miracolo inatteso…
Non c’è terra amico mio che la Parola non possa trasformare in un giardino meraviglioso…l’acqua che ci dà la vita è un dettaglio trascurabile a paragone della potenza dello Spirito e lo Spirito giunge sempre quando Lo si invoca perché potremmo dire con parole un po’ grossolane che è innamorato della Parola di Dio…sono due Amanti inseparabili e la Parola ci è stata messa in bocca proprio perché lo Spirito non possa far altro che entrare dentro di noi ed unirSi alla sua Metà nel momento in cui viene pronunciata dal cuore…negarsi alla Parola significa dunque interrompere la circolazione sanguigna tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, negare che la croce ha quattro direzioni di Amore traboccante, quattro lati del Sangue di Cristo che non chiede altro che dissetare la terra… Cristo continua a sacrificarSi con noi e per noi, ma dobbiamo chiederGlielo con purezza e sincerità, con volontà infaticabile… non ha paura di morire con noi ma di morire in noi…se noi non preghiamo neghiamo anche a Lui la risurrezione…è un mistero meraviglioso e tenero la fragilità di Dio, il Suo essere da sempre e per sempre tra le nostre mani come in una mangiatoia, piccolo e infinitamente desideroso dell’Amore del Padre e del Figlio e di questo voluto ed inevitabile transito attraverso la nostra umanità.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

44 pensieri riguardo “L’eremita (Parte seconda) (Scena unica-cinquantacinquesima parte)”

  1. non credo di esagerare affermando che se c’è un pregio in questo blog, esso è in particolare quello di essere una esperienza di preghiera di qualche figlio di Dio, che poi saremmo tutti noi. C’è un filo conduttore che lega tutti i post, una coralità che si alza al Cielo. L’aggiunta delle immagini poi supera di gran lunga il semplice fatto estetico e vuole quasi proporre una purificazione degli occhi, un’attenzione alle piccole cose così necessaria oggi, in un mondo in cui siamo oberati da tante visioni proposte a comando e intimamente insincere. Esse non fanno solo da cornice ai testi ma sono a parer mio una preghiera per immagini e mi sembrava bello sottolinearlo vista la tematica affrontata oggi da L’Eremita. Un abbraccio a tutti. Alberto

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  2. Come saprete bene il simbolo dell’Irlanda é il trifoglio, quello che forse non sapete é il motivo, non tanto perché qui ci sono tanti trifogli, ma perché S. Patrick ha usato la semplicitá di tale foglia per spiegare il mistero della Trinitá e portare cosí la Parola di Dio, Gesú e Spirito Santo, insieme, come in un trifoglio…un piccolo aneddoto, che forse conoscevate giá, a conferma del fatto che Dio si mostra nella semplicitá ed é lo Spirito Santo ad Illuminarla cosí che sia visibile ai nostri cuori. Alberta

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  3. Io credo che questa rivelazione che Dio fa di se stesso all’uomo sia l’anima, il frutto, il respiro della preghiera ed è un’autentica anticipazione della vita eterna. Furio

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  4. è proprio per questa ragione che nella vera preghiera è richiesta più passività che attività, più silenzio che parole, più adorazione che studio, più fede che ragione. Filippo

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  5. Dio è dunque l’Inconoscibile e solo Lui si può manifestare a me attraverso strade che solo Lui conosce, parole mai ascoltate, concetti al di là di ogni concetto. Maria

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  6. rivelarsi l’uno all’altro è compito dell’amore, che non deve mai finire, nemmeno nell’amore umano, perchè sempre deve restare qualcosa di misterioso da scoprire nella persona amata. Ma a proposito di Dio bisogna dire qualcosa in più..pensate a quanto c’è da scoprire in Lui, Lui che è inconoscibile all’uomo. Tutto ciò che sappiamo di Lui non è Lui, è un’immagine, ma non è Dio. Solo Dio conosce se stesso e la Sua conoscenza rimane per noi un mistero. Ma nel Suo Amore Egli ha deciso di rivelarsi all’uomo e ciò avviene sempre in modo sovrannaturale, con un linguaggio impossibile da tradurre per chi ne fa esperienza. Credo che questo sia importante da sapere per chi vuol imparare a pregare

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  7. non cercherò più me stessa nella preghiera, non devo ripiegarmi sul mio io dal momento che ho scoperto che lo Spirito di Dio è diffuso nel mio cuore! Paola

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  8. è l’artefice della nostra unione con Cristo. E’ Lui che ci insegna cosa dobbiamo dire al Padre, Lui che solleva le nostre parole al Cielo…perchè dovremmo dubitae della potenza della nostra preghiera se essa è sostenuta dalle ali dello spirito?

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  9. E quindi il Cielo, questo luogo “celato” non è più una lontananza fisica ma una vicinanza amante, intima e a portata di mano:è dentro noi, così come l’ha scoperto Abelardo nella sua cella. Corrado F.

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  10. Anch’io credo si possa pregare in tanti modi, ossia credo che la preghiera sia il guardare il mondo come si dice con gli occhi di un bambino o con l’animo di un artista, riuscire a vedere la Bellezza dell’Essenziale nelle cose piú comuni, la preghiera é in tutto, il mistero di Dio é in tutto e prima di tutto in noi, perché anche Lui ha bisogno dei nostri occhi per svelare a tutti i sensi di cui disponiamo la Bellezza dell’Essenziale. Ancora Grazie, questo blog é preghiera!! Alberta

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  11. ed esse investono dapprima la nostra preghiera come il naturale rapporto tra la creatura ed il suo Creatore, e danno ad essa qualcosa di infinito. Di divino!

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  12. “se uno mi ama, osservala mia Parola e il Padre mio lo amerà e verremo a Lui e faremo dimora presso di Lui” (gv.14,23). Questo solo per riallacciare questa pagina di abelardo al post precedente sull’essenzialità. Ci sono tre offerte da parte del Padre: il suo Spirito, la sua Presenza e la sua Manifestazione. E per queste tre offerte un’unica condizione: “Se uno mi ama”. L’anima dell’uomo che accetta di amare Dio diviene un paradiso in terra. queste tre realtà meritate dal sangue di Cristo e realizzate in noi dopo la Pentecoste investono la nostra anima di una tale grandezza da superare qualsiasi sogno umano.

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  13. sono davvero tanti i modi che abbiamo a disposizione per pregare! Sta solo a noi scegliere i tempi, le parole, l’atteggiamento, lo stato d’animo più autentico e sincero per accogliere Dio e farci accogliere da Lui. Alice

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  14. Per la preghiera è davvero come per l’amore:le parole inizialmente sono tante, le discussioni sono dei primi tempi. Poi si fa silenzio e ci si intende per monosillabi. Nelle difficoltà è sufficinte un gesto, uno sguardo, un nulla:basta amarsi. Viene quindi il tempo in cui la preghiera è solo semplicità, l’anima si intrattiene con Dio con lo sguardo semplice ed amoroso anche se spesso esso è accompagnato da aridità e sofferenza.

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  15. La Bibbia è la lettera che Dio ci ha posto tra le mani dalle origini della storia. E’ il sospiro verso Cristo (Vecchio Testamento)ed il racconto della Sua venuta tra noi (Nuovo Testamento). Il Verbo fatto parola è la Bibia, il Verbo fatto carne è l’eucarestia. Mi pare fondamentale ciò che Abelardo sollecita circa la lettura della Parola: fondamentale ad ogni pellegrino che si sente in viaggio. Filippo

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  16. mi pare ancora opportuno soffermarmi sulla Parola: possiamo leggere tutto ciò che vogliamo, tutti i libri di meditazioni possibili e immaginabili, ma ciò che rimane indispensabile è la lettura della Bibbia.

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  17. Si tratta di volontà, non di parole. L’ispirazione divina cerca in noi la buona volontà. Lo Spirito si posa là dove la volontà lo desidera, perchè è Amore;e per fare l’amore bisogna essere in due (si parlava di Amanti, no?). Quando io mi chino al Suo Amore, Egli non tarda a venire. E l’amore si dimostra coi fatti! Non con le parole!

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  18. Quando la preghiera non viene dal Cielo ma dalla terra, sulla terra rimane, ricca solo della sua inutilità e del suo inganno. Percè non ci sono storie:la vera preghiera è quella che comincia quando si ricerca solo la volontà di Dio.

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  19. spetta poi solo al nostro cuore il riconocere il passaggio di questa corrente divina…la foto è molto significativa da questo punto di vista. Puoi opporre resistenza alla corrente ed è ciò che si fa quasi sempre, perchè se fossimo attenti al richiamo saremmo in continua preghiera. Nicola p.

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  20. E se Lui fosse rimasto in silenzio io forse non avrei potuto rompere il mio:nessuno se ne sta a parlare col muro lungamente…non otterrebbe risposte! Francesco

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  21. La csa straordinaria è anche che Lui così grande abbia voluto parlare con me così piccolo. Sono certo he nella Sua fragilità è Dio che ha voluto la mia preghiera, così come ha voluto che Abelardo Lo conoscesse.

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  22. Non c’è una stella uguale all’altra, un fiore uguale a un altro, un uomo uguale a un altro. Così non c’è una preghiera uguale a un’altra. Ognuno ha il suo modo di pregare, la preghiera è una parola che varia sempre, anche se si recitano sempre le stesse sillabe. Ciò che varia è lo Spirito del Signore che l’anima:e questo è sempre nuovo!

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  23. mi ha colpito molto ciò che affema Alessandra: mettere da parte le parole per passare ai fatti. Quante volte passo davanti a una Chiesa e non sento il desiderio di entrare…se non inizio il mio cammino da questi piccoli gesti è inutile star a scrivere che penso di queste vostre pagine:sarebbero parole al vento, mentre voglio che siano semi fecondi! Lidia

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  24. nel silenzio mi sono conosciuto ed ho conosciuto Dio:è nel silenzio che ci sentiamo abitati dalla Sua presenza, nel silenzio poniamo maggiormente attenzione alle Sue Parole. Carlotta

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  25. mi ha colpito il fatto che Cristo non solo non ha paura di morire con noi e anche PER noi, ma soprattutto di morire in noi:questo Suo timore è strettamente legato alla fragilità di cui si parla e alla responsabilità che abbiamo nei confronti di Chi ci ha salvato dalla morte. Fedeico

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  26. e sembrerà paradossale, sempre circa il discorso della fragilità, ma sono sicura che non è tanto Dio a poterci aiutare, quanto siamo noi che dobbiamo aiutare Lui, difendere a denti stretti la Sua casa che è in ciascuno di noi! Proprio come diceva una delle liriche dell’ultimo post. Pregare significa fare il possibile per permettere a Dio di abitare in noi! Per far sì che la Sua fragilità di cui noi siamo solo un riflesso si possa sublimare. E bisogna poi disseppellire Dio da tanti cuori…è proprio là che la Sua fragilità si tocca con mano.

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  27. ti colpisce perchè hai sempre pensato a Lui come a qualcuno di onnipotente…ed è così. Ma si è fatto uomo, non dimentichiamolo! Ed in quel farsi uomo ha per così dire sublimato la Sua fragilità. E muore, muore questo Dio, tutte le volte che lo crocifiggiamo, che lo bestemmiamo, tutte le volte che lo violiamo con le nostre azioni, le nostre parole, ma Egli risorge, ad ogni preghiera Egli riprende vita, il Soffio dello Spirito anima nuovamente il Figlio; ed il Padre guarda nuovamente con misericordia i Suoi figli!

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  28. ho rivisto con immenso piacere tutte le fotografie che avete pubblicato e poi ho riflettuto sulle parole di Abelardo. Credo che le distese dei prati abbelliti dalla mano di Dio, le maestose catene dei monti, le rocce sublimi, le pietre scolpite dai venti, le nubi che disegnano quadri inimitabili, il fiume e il ruscello che scorre cantando la sua perenne e sempre nuova canzone, il bosco con i suoi giochi di luce…sono tutti ritornelli dell’unica Parola di Dio, che a ciascunoo rivela verità e luci essenziali! Grazie amici miei, per le parole e le immagini che attraverso voi si fanno riflesso della Bontà e della Bellezza essenziale del Padre! Per me leggervi e contemplare le immagini che scegliete e che hanno colpito il vostro cuore mi fa comprendere che la preghiera di cui parla Abelardo è essenzialmente comunione con Dio e Dio trasforma l’animo e lascia i Suoi inconfondibili segni. Su queste pagine i segni sono davvero tanti. Siamo tanti pellegrini, tanti farisei in cammino…ma siamo in cammino, l’uno accanto all’altro, come quelle due foglioline che nella loro semplicità si lasciano trasportare dalla corrente dell’Amore, si affidano alla corrente con fiducia e gioia. Ancora una volta GRAZIE! Paolo

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  29. La preghiera è invece un lasciarsi invadere da Lui per rifare e migliorare la nostra somiglianza con Lui…gurdate quelle due foglioline? Non sono forse simili? Non sono forse così vicine, unite dallo stesso stelo? Sempre siamo uniti a Dio grazie al dono della Parola, della preghiera! Complimenti!Un’altra bellissima pagina e un’altra immagine veramente emblematica!

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  30. Gesù aveva detto tali parole contrapponendo le pratiche religiose dei farisei a quello che è invece un vero atteggiamento religioso. Anche oggi, sotto altre vesti, siamo in tanti ad essere farisei ed è quindi necessario lasciarsi misurare da queste chiare e al tempo stesso severe parole di Cristo:ciò che Cristo desidera è che l’uomo in quanto peccatore si senta davvero bisognoso di Lui.

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  31. “quando preghi, entra nella tua camera, chiudi la tua porta e prega il Padre tuo…che vede nel segreto”..credo che Abelardo avesse ben chiaro tutto ciò. Marta

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  32. prendersi per mano, uomo e donna, marito e moglie, uniti dalla Parola, e lasciarsi trasportare dalla Parola, dal soffio dello Spirito verso il Padre! Questa è la felicità. A questo porta la preghiera! filippo

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  33. quella splendida immagine mi fa pensare alla felicità della libertà profonda, alla semplicità totale, quella che ci fa sentire sempre a nostro agio, sempre gioiosi per ciò che abbiamo, sempre sensibili alle piccole cose e riconoscenti per le immense riccchezze che il Signore ha posto nelle nostre mani.

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  34. Nel silenzio della preghiera si arriva a capire la verità delle parole di gesù quando proclama beatitudine la povertà, quando invita a liberarsi dalle cose e a non renderle idoli di cui essere schiavi! Corrado Fadda

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  35. le due foglie nell’acqua, il mio corpo ed il mio spirito trasportate dalla corrente della Parola. Devo ascoltare la Parola. Devo fare spazio in me e darle più spazio…devo aprire il Vangelo almeno una volta alla settimana, dovrei sentirne il desiderio…finchè ciò non avviene non sono ancora sul cammino di conversione:tante belle parole, ma poi le cose importanti, i gesti essenziali, non li compio! E da qui si riparte ancora una volta! Ce la metterò tutta:sarà l’impegno di questa settimana.

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  36. mi ha sempre affascinato la vita contemplativa, il pensare che la preghiera possa riempire gli spazi del cuore prima ancora che i minuti dell’orologio. La vita contemplativa è proprio all’insegna dell’essenzialità di cui tanto abbiamo parlato negli scorsi giorni…si gode della propria cella, del raggio di sole che la illumina, della macchia di muffa che si allarga…il mondo si restringe a quelle poche cose a quelle quattro mura e ci si sente appagati di ciò che si ha…solo la preghiera è essenziale, è il cibo, l’acqua dell’intera giornata! Costanza

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