L’eremita
E se domani finisse tutto a che mi servirebbe aver posseduto un mondo inesplorato? Sarebbe quasi una beffa…di cui non riuscirei a lamentarmi…né forse a dolermi, ma ora mi brucia non aver sfruttato tutte le occasioni… come si dice…si vive una sola volta…e su questo mi pare che sia d’accordo anche la dottrina…vorrei poter credere nella reincarnazione… mi sembra più rassicurante…del resto qualcosa di simile credevano anche gli antichi…e perché non io? Io che ne ho bisogno dato che sto tornando ad amare la vita di un amore lacerante…Io che sento questa precarietà disarmante…questo capello che tiene sospeso il mio cuore in modo incredibilmente sottile…e se io non volessi lasciare le abitudini del corpo, anche le più dannose ed ignobili…se io non credessi nelle ricostruzioni colorite del paradiso che danno le varie religioni o non avessi abbastanza fede e pazienza di sperimentarle?
Dimmi che cosa potrei fare o dire per protrarre comunque questa vita errabonda.
Abelardo
Amore è una parola grossa per il tuo cuore che non lo può contenere, così intento ad ascoltarsi i battiti…gli orologi servono ad indicare l’ora ma l’ora non serve agli orologi…agli orologi serve il sole od un meccanismo ed al meccanismo la forza dell’uomo…gli orologi misurano il sonno e la veglia, ma la veglia ed il sonno non li ha inventati un meccanismo…tu puoi ignorare l’alba se pensi che alla luce si possa sostituire un polsino inamidato con una lancetta…vuol dire che non hai bisogno della natura…sei l’unico al mondo a cui la natura non serve e Dio Si è scomodato inutilmente…forse avrebbe fatto meglio a regalarti un automobile con cui scorazzare nel paradiso terrestre…altro che albero del bene e del male…a te basta una pizza surgelata, amico mio…così limitato è stato il Signore Dio e così ingenuo che non ha tenuto conto dei tuoi bisogni futuri… delle tue grandi esigenze? Di quelle esigenze che tu saresti disposto a barattare con l’eternità?
Ma può esistere un Dio così secondo te? Un Dio che non ha previsto il progresso dell’uomo e quanto l’uomo vi resti attaccato come al vischio…Un Dio che non ha capito,né previsto quanto sarebbe stato difficile?
L’eremita
Se esistesse un Dio con questi limiti dovremmo forse rivedere la teologia…
Abelardo
Dovremmo rivedere l’uomo che non sarebbe a immagine di Dio, ma a quella di un pacco per tornare a quanto dicevamo…e tu non sei un pacco infiocchettato, una scatola imbellettata per l’occasione e ripiena di cose che vanno dimenticate in un angolo nella migliore delle ipotesi… sta a te la scelta tra l’essere un contenitore di cose e rimanere un contenitore di pensieri…tra l’essere misura finita dell’infinito e misuratore dell’oblio…perché le cose sono oblio…scende sempre la notte sulle cose ed il buio non dura poche ore… le cose possono essere sostituite, ma prova a sostituire un pensiero, anche quello più semplice e banale che ti possa venire in mente…ebbene… se i pensieri non possono essere sostituiti che cosa ne ricavi?
L’eremita
Non saprei, diletto padre, illuminami tu…
Abelardo
Che il pensiero è ciò che ti porterai sempre con te…che se Dio lascia anche al singolo pensiero la più luminosa identità, non può trattare diversamente il pensatore…il pensiero non può morire, il pensiero è inestinguibile e sempre distinguibile…proprio come l’uomo che è stato scelto per contenerlo e per contenerlo all’infinito…e siccome l’uomo è in grado di pensare ogni cosa Dio ha raggiunto nell’atto creatrice la Sua perfezione.