L’eremita (Seconda parte) (Scena unica-parte cinquantaduesima)


bimbo che dorme


L’eremita
Io purtroppo questa certezza non l’ho… e da questo nasce una sorta di disperazione paralizzante…spesso non so che fare…non so che priorità dare alla mia giornata tra le tante possibili…ognuna mi appare  importante ed imprescindibile…quasi fossero tutte divinità che attendono un omaggio od un compimento…scegliere equivale a sbagliare…io mi prefiguro sempre una sorta di giudizio a posteriori che certamente non sarà favorevole… una sorta di macigno irrimuovibile, perché il passato non torna sulla nostra strada…è curioso questo timore del passato, a meno che… a meno che questa non sia una spia dell’eternità.

Abelardo
Tu sei nella stanza dei balocchi ed ogni dono che hai davanti non è ancora stato scartato…tu non sai che cosa c’è dentro, ma a guardarti intorno con quella impazienza pensi che la priorità sia vitale, che scartarne uno piuttosto che un altro abbia una sua importanza e che ogni scelta sarà comunque sbagliata…perché non ti renderà felice…sei un bambino viziato!
Guardati intorno…c’è una stanza accogliente che raccoglie tanti doni…ci pensi mai alla stanza? Dio ha voluto che potessi raccogliere ogni bene dentro di te…ed è questa una cosa staordinaria, la prima ricchezza e forse l’unica perché in fondo ogni progetto umano per quanto realizzato è destinato a finire…la capacità di trovare nel cuore delle alternative è una scintilla dell’amore di Dio!
Chiediti poi perché hai ricevuto tutti quei doni… non certo per giocarci contemporaneamente…non ci riusciresti, né Dio lo potrebbe pretendere…è un’altra meraviglia…la libertà…non guardare alla scelta come ad una costrizione fatale…è una cosa naturale che discende appunto dalla libertà.
Certo ti può spiazzare, perché gli uomini in fondo non si sono ancora abituati ad essere veramente liberi…hanno il vizio un po’ buffo di voler sempre prefigurarsi le conseguenze…buffo… perché il futuro può riservare e di solito riserva quel che non ci aspettavamo…ci sono tanti doni nella stanza ancora da scartare, e siccome sono stati messi lì ci deve essere pure un motivo…le esperienze vedi sono dei cannoli alla crema…sì quelli siciliani che sono bucati da due parti… perché costringere la crema ad uscire da una parte sola…è così che va presa la vita…da ogni parte li mordi c’è la crema…scusami il paragone, ma credo sia efficace…tu invece quando addenti da una parte hai sempre l’oscuro timore che il dolce si possa spezzare o che la crema fuoriesca dall’altra parte…ma quale pasticciere pazzo avrebbe potuto darti più libertà!…Dio è pazzo d’amore per te ed i Suoi doni non si spezzano, ti attendono quando meno te lo aspetti…e ti lasciano dentro sempre la curiosità…non ti stanchi mai…lo capisci…quel che è vecchio è sempre nuovo…Dio sa che hai difficoltà nel mantenere entusiasmo nelle cose e così ti lascia sempre un altro dono intonso su cui puoi fare affidamento per continuare il percorso… lo puoi vedere già ora… che hai riposto fiducia in un altro progetto…

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

34 pensieri riguardo “L’eremita (Seconda parte) (Scena unica-parte cinquantaduesima)”

  1. E’ quando qualcuno che davvero amiamo sta male che si capisce quale siano le prioritá, lo dico perché al momento la mia piccina sta bruciando…anche una semplice influenza puó bastare a riportarci con i piedi per terra, a rannicchiarci la sera sotto le coperte per ringraziare Dio e ad aprire gli occhi al mattino sapendo che Dio ci é stato accanto durante le lunghe ore della veglia`e che ci aiuterá ad affrontare il nuovo giorno. Alberta

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  2. pensate solo a quale significato possa avere il ringraziare Dio appena svegli…invece il prima pensiero è che siamo in ritardo oppure elenchiamo nella mente tutte le cose che DOBBIAMO fare nell’arco della giornata…perchè spesso tutto ruota intorno a ciò che è un dovere e non un piacere fare! Il piacere viene dopo…prima vado in studio, in tribunale, a scuola, in ospedale…e poi magari passo in Chiesa, a salutare un amico malato, poi faccio una telefonata ai miei per sapere come stanno…ecco, vedete, le priorità nostre spesso sono lontane e ci allontanano dalle priorità di Cristo. Sono due stili di vita diversi

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  3. anche a me capita di cadere nello stesso errore:rimando a domani ciò che potrei con un po’ di buona volontà fare oggi, come se fossi certo che ci sarà un domani e così facendo mi perdo il bello della vita, il buono degli affetti…ruota tutto intorno al lavoro e ai soldi:quella è la priorità!

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  4. vorrei soffermarmi ancora una volta sul concetto di priorità. Noi diamo sempre priorità a certe cose, prima faciamo le cose più importanti, quelle che riteniamo tali e poi il resto. Ecco, vorrei che riflettessimo sulle priorità che ognuno si porta dentro:io mi sono resa conto di averne di molto sbagliate! Do la priorità a cose assurde, e tralascio quelle che sono davvero importanti

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  5. il poter trovare nel cuore delle alternative è un dono meraviglioso…tante volte la vita sembra non offrirci vie di uscita, ma c’è sempre una soluzione e spesso questa è nascosta sul fondo della nostra anima. Spesso siamo chiamati a prendere decisioni, spesso difficili, che ci mettono in crisi e fanno vacillare addirittura la nostra coscienza:ecco, in questi momenti, quando sembra che il tutto sia di una pesantezza insostenibile, la soluzione è rimanere calmi ed avere fede nel progetto che Dio ha su di noi, pensare che comunque sia Egli ci è accanto e mai ci abbandona, qualunque sia la nostra decisione. E tutte le volte che dobbiamo fare una scelta operiamo pensando di fare sempre una Scelta d’Amore:questo è fondamentale per dare un senso anche a ciò che un domani potremmo leggere come un errore commesso. Filippo

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  6. Qualche anno prima di Abelardo nacque ad Aosta Anselmo. Quest’ultimo si soffermò sul problema del libero arbitrio , respingendo la definizione che lo interpreta come possibilità di peccare o di non peccare. La libertà di peccare rappresenta infatti solo un’imperfezione che è conseguenza del peccato originale. Ora, il discorso sarebbe lungo e complicato, ma volevo solo mostrare come in realtà questa tematica ai tempi di abelardo era molto sentita.

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  7. Nel De civitate Dei Agostinio dice anche che l’uomo alla fine godrà della piena libertà: alla libertà di peccare, che fu data al primo uomo, si sostituirà il libero arbitrio finale, dono di Dio ancora più grande, l’impossibilità di peccare.

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  8. In effetti ci si potrebbe chiedere:se il male viene dalla creatura, non vi è forse implicato anche Dio, creatore di ogni cosa? La risposta Agostino la trova nel libero arbitrio:l’uomo ha di fronte a sè l’alternativa di voler il bene o il male, di accettare o rifiutare Dio e la sua legge. Il male si istituisce all’interno della libertà:in tale libertà Adamo ha commesso la colpa originaria. Da quel momento la duplicità di possibilità alternative – salvezza o perdizione – lacera l’esperienza dell’uomo.

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  9. E a tal proposito vorrei ricordare che per Marco Aurelio nell’anima l’uomo è “libero come un dio” ed a partire da qui si rende possibile sia il vivere con gli dei, cioè in sintonia con l’ordine divino-razionale del tutto ( la famosa Bellezza universale, l’armonia di cui parlava giorni fa Abelardo) sia il vivere con gli uomini , svolgendo il ruolo che la provvidenza ha assegnato a ciascuno.

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  10. E’ così..egli afferma infatti “Scava dentro di te, solo là è la fonte del bene”. Ed in tal modo Marco Aurelio si sottrae ad un cupo pessimismo, perchè nell’anima trova ciò che restituisce senso alle cose.

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  11. In effetti Marco Aurelio sente molto l’influsso di Epitteto. Egli intendeva la libertà come conquista interiore, frutto della capacità di rigettare le false opinioni. La realtà eè per il filosofo imperatore assai desolante:tutto è banalità, noia e ripetizione. L’anima è invece l’unico luogo dove sia possibile raccogliersi e ritirarsi (la stanzetta di cui parla Abelardo!)

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  12. Discutiamo pure della libertà d’azione, del libero arbitrio, ma prima un complimento alla delicata pagina di abelardo che con molta tenerezza fa riflettere sulla libertà dell’uomo di accogliere o meno i doi di Dio. Mi viene in mente una mamma in attesa che per diversi motivi non sa cosa fare, se tenere o meno il bimbo e dopo tanto penare si affida al Signore e va avanti con fede. Per Epitteto la filosofia era vista come pratica della libertà, uno strumento per superare le difficoltà del vivere. Il saggio per Epitteto distingue la libertà interiore dai vincoli imposti dall’esterno.. Per Epitteto in ciò consiste la libertà umana: una libertà che lo distingue dagli animali e che nessun tiranno o padrone potrà conculcare. Epitteto inscrive questo ideale di libertà in una concezione del cosmo di cui l’uomo è parte e la libertà si viene configurando come accettazione dell’ordine divino-razionale del mondo, un mondo che però in quanto tale non può essere modificato. Le cose sono sì immutabili (i pacchi possono rimanere tutti lì nella stanza) ma è invece soggetto alla scelta e alla volontà l’atteggiamento (vedi il discorso di Filippo) che si assume difronte ad esse: “Tu non devi cercare che le cose procedano a modo tuo, ma volere che vadano così come fanno” (Manuale, VII)

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  13. lascio a mio marito la tematica della libertà e mi concentro sull’immagine della stanza, del dono ai piedi del letto, del fatto che dentro di noi c’è un tesoro grande e che tanti sono i regali che ci fanno e non li apprezziamo. Ci sono persone che ci regalano tempo, attenzioni ed amore…sono pacchetti particolari quelli loro, pacchetti che contengono luce e non li apriamo per scelta…forse per la paura di rimanerne abbagliati. Forse per il timore di non essere in grado di saper ricambiare adeguatamente…è difficile accogliere anche la gratuità! Siamo riusciti a rendere complicata anche questa! Tiziana

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  14. dapprima Bartimeo è fermo, sedeva lungo la strada, il suo è un atteggiamento di staticità…ma poi Gesù lo chiama per nome ed egli balza e viene verso Gesù. Ecco il dinamismo della fede, l’abbandonarsi ad un nuovo progetto, l’affidarsi a un’alternativa che non credevamo possibile…quante volte certe cose ci appaiono impossibili! E poi riusciamo a farle nonostante le mille difficoltà. L’atteggiamento di Bartimeo è simbolo dello slancio della fede. Spesso mi chiedo:come sto? Sto seduto? Sono sdraiato addirittura. La mia fede è ferma? Me ne rimango sdraiato nel letto caldo e sicuro oppure sono disposto a lasciare la mia stanza per seguire Cristo? Com’è la mia fede? Va con slancio incontro a Gesù? Ecco…l’augurio di oggi è che su questa pagina di Carlo possiamo interrogarci tutti in modo profondo. Buona giornata. Filippo

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  15. forse il fatto di gettare via il mantello rappresenta l’apertura del cuore a un’altra alternativa:il mantello rappresenta la protezione per il cieco di Gerico e gettandolo via e seguendo Gesù egli di fatto ha riposto fiducia in un altro progetto

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  16. Io penso che la sofferenza di Bartimeo sia poi ció che lo ha reso sensibile alla presenza del Cristo, al riconoscerLo come tale. Da una parte abbiamo gli Apostoli, che pur vivendo con Gesú hanno dovuto aspettare la Sua Resurrezione per crederci davvero, per dedicare la loro vita al Suo Amore, dall’altra abbiamo un cieco, che proprio perché non poteva vedere ha creduto, la sua sofferenza gli ha chiarito quello che era la sua prioritá ed é ció che lo ha fatto credere, cosí che potesse vedere il volto di Colui che lo ha guarito. Senza la sofferenza siamo proprio dei viziati, siamo cosí gelosi di ció che abbiamo da non riuscire neppure a gustarlo, abbiamo paura che la crema esca fuori e pensiamo ad ulteriori motivi, ulteriori fini, che ci portano sempre piú lontani dalla semplicitá, dalla semplicitá del cuore, dalla capacitá che abbiamo di trovare nel cuore delle alternative.Questa frase é quella che piú mi ha colpita…la capacitá di trovare alternative nel cuore é una scintilla dell’amore di Dio.
    La capacitá di S.Francesco di vestirsi di sofferenza per capire chi soffre.
    Questo lo dico probabilmente sbagliando perché infondo sono una persona che non ha mai sofferto. Ci risentiamo domani, buona serata Alberta

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  17. Credo che dovremmo soffemare la nostra attenzione sulla dinamica dell’azione. Abelardo parla di tanti doni, di non saper scegliere quale aprire per prima, non saper dare delle priorità…qui Filippo vuole farci riflettere sull’atteggiamento di Bartimeo che deve di certo avere un aggancio con quanto detto da Abelardo…proviamo a riflettere ancora

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  18. E’ verissimo, cara Rossana…le disgrazie sono pacchetti che non vorremmo mai aprire, che non vorremmo mai trovare ai piedi del nostro lettino, caldo e sicuro, dove tutto è un sogno. Ma la vita è anche questo, ed anche a questo c’è una spiegazione agli occhi di chi ha fede. Mi viene in mente un passo del Vangelo di Marco (10, 46-52): vi invito a leggerlo così ne possiamo parlare e discorrere insieme…mi pare che il tema della cecità e della scelta sia in qualche modo collegata a questa pagina di Vita. Ne riparliamo più avanti. Buona lettura! Filippo

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  19. Bellissima pagina:si parla di doni, di quanto essi facciano gola, di quanto spesso i doni non vengano dall’uomo neppure considerati tali, ma solo pure sventure! Talvolta purtroppo così accae…del resto è difficile accogliere una disgrazia come un dono! Scagli la prima pietra chi ne è capace! Rossana

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  20. solitamete apri il pacchetto più grande, perchè ti immagini chissà quale tesoro esso possa contenere…poi scoprei spesso che nel pacchetto più piccolo c’è contenuta la cosa più preziosa. Carlotta

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  21. Il problema grosso è che tante volte noi siao chiusi in questa stanza, priva di luce e non vediamo i pacchetti che essa contiene…vibiamo in una sorta di cecità e questo è gravissimo perchè la cecità non ci permette di farci godere dei doni della della vita, non ci permette neppure di essere liberi di scegliere, perchè la cecità spirituale è una morte! Salvatore

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  22. quanta dolcezza in questa pagina! Non tanto per via del canolo siciliano, quanto per il fatto che questo Dio è un babbo natale che dispensa doni in tutti momenti, a tutte le età…i Suoi doni. Noi non possiamo sapere cosa contiene il pacchetto che sta ai piedi del nosro letto, lì, al caldo della nostra stanza, ma di sicuro è un dono d’amore…siamo liberi di scartarlo, siamo liberi di apprezzarlo, siamo liberi anche di fare a pugni con Lui se la sorpresa che il pacchetto contiene è amara ai nostri occhi, ma mai dobbiamo dimenticare che è sempre è un dono d’amore ciò che la vita ci riserva…facile a dirsi, direte voi! Siamo pur sempre liberi di accettare la Sua volontà o di rifiutarla! Dipende solo ed esclusivamente da noi…

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