Giorni
Angolo acuto
è la vita
tra cielo
e terra
nella stessa
radice.
Mi appoggio
al tuo cuore
in un bilico
di
dolcezza
Giorni
Lacrime
di resina
bagnano il mio
legno
avvinghiato alla
tua corteccia
con mille
schegge
di vita
Giorni
Angolo acuto
è la vita
tra cielo
e terra
nella stessa
radice.
Mi appoggio
al tuo cuore
in un bilico
di
dolcezza
Giorni
Lacrime
di resina
bagnano il mio
legno
avvinghiato alla
tua corteccia
con mille
schegge
di vita
Fratelli
Un lampo tragico
e divenne
odioso amare,
la morte vita
prese
e nel tuono
dimenticai
se fui Caino o Abele
Sotto un unico cielo
Avvicinarmi
per ucciderti
logica curiosa
come l’amore
fuggitivo.
Brulica
la vita
immaginaria
L’eremita
Mi stai dicendo che nella vità contemplativa si può gustare già un anticipo della felicità eterna?
Abelardo
Io ricordo molto bene la mia cella… e mi chiedo sempre la ragione per la quale Dio mi abbia lasciato vivo questo ricordo, mentre tutto il resto… il mio passato non è più così nitido… ci deve essere un perché mi rappresento il buio ed il freddo come qualcosa di estremamente gradito al mio cuore.
L’eremita
Forse perché in quell’ambiente così inospitale hai fatto qualcosa di importante?
Abelardo
In effetti là mi sono conosciuto ed ho conosciuto Dio per quel che Si è voluto manifestare…la preghiera mi ha portato a dare un nuovo senso alle cose, a trovare mille sfumature e mille risposte in luoghi apparentemente immutabili…la preghiera trasforma la condizione più essenziale in sempre nuova ricchezza…vedo come se fosse ora la macchia di umidità che permeava il soffitto…è strano che riesca a vederla… perché ogni giorno mi pareva diversa, cambiava di forma e consistenza, il colore si faceva più chiaro o più scuro a secondo delle stagioni e la gamma poteva essere la più varia specie quando potevo godere del conforto di una candela…che mondo affascinante e segreto quello che vive nei luoghi più comuni…certe sere che mi sembrava di essere più vicino a Dio, anche il mio giaciglio mi pareva più caldo ed accogliente, come se la natura delle cose partecipasse con fervore pari o addirittura superiore al mio ad un miracolo inatteso…
Non c’è terra amico mio che la Parola non possa trasformare in un giardino meraviglioso…l’acqua che ci dà la vita è un dettaglio trascurabile a paragone della potenza dello Spirito e lo Spirito giunge sempre quando Lo si invoca perché potremmo dire con parole un po’ grossolane che è innamorato della Parola di Dio…sono due Amanti inseparabili e la Parola ci è stata messa in bocca proprio perché lo Spirito non possa far altro che entrare dentro di noi ed unirSi alla sua Metà nel momento in cui viene pronunciata dal cuore…negarsi alla Parola significa dunque interrompere la circolazione sanguigna tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, negare che la croce ha quattro direzioni di Amore traboccante, quattro lati del Sangue di Cristo che non chiede altro che dissetare la terra… Cristo continua a sacrificarSi con noi e per noi, ma dobbiamo chiederGlielo con purezza e sincerità, con volontà infaticabile… non ha paura di morire con noi ma di morire in noi…se noi non preghiamo neghiamo anche a Lui la risurrezione…è un mistero meraviglioso e tenero la fragilità di Dio, il Suo essere da sempre e per sempre tra le nostre mani come in una mangiatoia, piccolo e infinitamente desideroso dell’Amore del Padre e del Figlio e di questo voluto ed inevitabile transito attraverso la nostra umanità.
L’eremita
Parlami ancora del Paradiso…la vita qui è così triste che…mi ci vuole un po’ di speranza…un tempo misuravo tutti in relazione a me stesso…e pensavo che il mondo dovesse essere ben brutto…se gli altri mi assomigliavano soltanto un poco…oggi invece vedo cose che io non avrei mai il coraggio di pensare prima che di fare…vedo insomma una società peggiore di quel che mi reputo…da una parte mi consolo, ma dall’altra non riesco proprio a capire quali siano le basi dell’agire umano…e quel che noto con sommo rincrescimento… quel che noto è che ci sono persone molto fortunate, a cui Dio sembra aver regalato ogni bene, che Lo combattono con una ferocia che assomiglia tanto alla disperazione dei poveri…con la differenza che la disperazione ti porta sempre verso Dio…anche se il cammino è più o meno lungo…mentre la ferocia ti consuma nel momento stesso in cui la esprimi…sembra quasi che questi carnefici, perché di carnefici si tratta, chiedano aiuto alle loro vittime nel momento stesso in cui le torturano moralmente, nell’attimo in cui esprimono un potere così effimero…perdona il mio senso di prostrazione, ma come si può immaginare un Paradiso di fronte alla consapevolezza più sordida del male?
Abelardo
Ti sei mai chiesto la ragione per la quale gli uomini devono morire?
L’eremita
Tante volte…ma mai per darmi una risposta…solo per provare angoscia o liberazione
Abelardo
Gli uomini devono morire perché il peccato può essere sconfitto solo con un cambiamento radicale…anche i Santi devono percorrere questa strada perché noi umani non siamo in grado di vivere la perfezione…anche se devo dire che molti ci si avvicinano…ma non basta…la morte in fondo è una garanzia anche per i più lontani da Dio…per quelli che ci sembrano tali almeno… il cuore dell’uomo è davvero insondabile, e noi sappiamo soltanto che smetterà di battere…per rivivere di vita nuova in Cristo…non giudicare ciò che pure ti sembra disumano…perché a tua volta non venga giudicato…fermati alla luce che vedi negli occhi di chi offende il Signore e prega che Dio in quegli occhi…riporti la pace…il Paradiso di cui tu parli è la condizione per eccellenza e tu devi pregare perché tutti lo possano raggiungere… non perché qualcuno ne venga allontanato… questa ultima sarebbe soltanto la logica del mondo…le tue preghiere possono molto e non solo per la tua anima…non solo perché ci sono degli Uditori di prim’ordine…vedi le preghiere sono come i mattoncini di una strada… non puoi sapere oggi se la imboccherai tu od altri…ma sai di certo che la stai costruendo e che quella strada porta in una sola direzione.
Fatti costruttore di pace…non di quella che fanno gli uomini con le parole…le parole si disperdono nell’etere come i buoni propositi che non trovano compimento…le preghiere sono in sé perfette, perché le ha pronunciate Dio per la prima volta e Cristo per la seconda…tu sei il terzo che può aggiungere un mattoncino…il suo mattoncino incollato dallo Spirito Santo che nacque col Verbo per unirSi a Dio, al Suo figlio e ora a te figlio dell’Universo senza confini…nella preghiera c’è il Paradiso di cui tu vorresti una dimostrazione… riflettici bene…quando Dio ti creò non fece altro che parlare del Suo amore a Se stesso e quella parola il Cristo l’ha donata a te, così come Dio ti aveva donato il Paradiso terrestre…l’errore è stato quello di credere che esistesse una conoscenza al di fuori della Creazione, al di fuori di quello che Dio aveva già manifestato a Se stesso.
Il gioco
Pedine reali
fummo
sull’invisibile
scacchiera
in cerca
dei colori
smarrimmo il cielo
come se
il bianco o il nero
mostrassero
la differenza.
Fatti per una
mossa fatale
o per rimanere
soli
più in alto
dei cadaveri
che non hanno
più ordine
ma occhi immobili
rivolti finalmente
verso l’eternità.
La scacchiera
S’affannano
per un non so che
mentre il tempo
beffardo
li ridurrà in polvere.
Colorano con la speranza
bianchi giorni
nere notti
ma una mano paterna
conduce il gioco
e la sorte segna.
Ed io vado chiedendomi
quale mossa
escogiterà Dio
per far vincere
poi da ultimo
solo l’Amore!
Il bacio
Sull’orma di un istante
hai sciolto le membra
nel solco fertile di fiori.
Ti attesi una vita intera
per librarmi in un domani
con l’ansia d’esistere
che entrambi ci brucia.
Tace ora il vento tra le nostre
labbra e si leva
quieto il respiro della terra.
Il bacio
Come un ritornello
buio
così il vento
piega i ramoscelli
timido
dentro l’abisso
e la linfa
esce dal tronco
finalmente libera
di fecondare il cielo.
Visiteremo i pianeti
che illuminano
il sole.
Il mistero dell’albero
Come un albero
da frutta
mi lasci satollo
e ogni volta
con un gusto nuovo.
Ma nessun albero
lo può e tu
regina della terra
fai pendere
forme nuove
sui miei sogni.
Rami nuovi
Violano i nostri rami
l’orizzonte
e la tua voce è roccia
aguzza insaziabile d’echi.
Io ancora madre
abbandono i fianchi alle
stelle, quando la notte
scende, i frutti sotto le foglie
dormono e dai sogni
una creatura nuova
singhiozza alla vita.
Forse
Sulle guglie del tempio
ho camminato il Cielo
con i tuoi occhi scuri
smarriti come i miei
nel sole che non tramonta.
Ma rifulgerà il buio
più dell’oro sul tuo capo
scoperto dall’amore disperante
di un fuggiasco.
Forse mancò la Trivia
all’appuntamento che ci consumò
forse Venere non fu pietosa
del figlio, né Giunone di te
che sola amai.
Altrove
Sospesa nel cielo mi vedrai
sole e luna stella fissa
ombra lontana
a ingombrare ogni tuo
ricordo. Un deserto d’acqua
ci separa mentre varchi la soglia
del cuore e scolori
nell’anima mia.
Attoniti affogano gli occhi
in spruzzi d’azzurro.
S’allontana la barca
e tu sei solo un lume
che non posso trattenere ma
solo morirne.
Altrove è nostro l’amore.
L’eremita
E se domani finisse tutto a che mi servirebbe aver posseduto un mondo inesplorato? Sarebbe quasi una beffa…di cui non riuscirei a lamentarmi…né forse a dolermi, ma ora mi brucia non aver sfruttato tutte le occasioni… come si dice…si vive una sola volta…e su questo mi pare che sia d’accordo anche la dottrina…vorrei poter credere nella reincarnazione… mi sembra più rassicurante…del resto qualcosa di simile credevano anche gli antichi…e perché non io? Io che ne ho bisogno dato che sto tornando ad amare la vita di un amore lacerante…Io che sento questa precarietà disarmante…questo capello che tiene sospeso il mio cuore in modo incredibilmente sottile…e se io non volessi lasciare le abitudini del corpo, anche le più dannose ed ignobili…se io non credessi nelle ricostruzioni colorite del paradiso che danno le varie religioni o non avessi abbastanza fede e pazienza di sperimentarle?
Dimmi che cosa potrei fare o dire per protrarre comunque questa vita errabonda.
Abelardo
Amore è una parola grossa per il tuo cuore che non lo può contenere, così intento ad ascoltarsi i battiti…gli orologi servono ad indicare l’ora ma l’ora non serve agli orologi…agli orologi serve il sole od un meccanismo ed al meccanismo la forza dell’uomo…gli orologi misurano il sonno e la veglia, ma la veglia ed il sonno non li ha inventati un meccanismo…tu puoi ignorare l’alba se pensi che alla luce si possa sostituire un polsino inamidato con una lancetta…vuol dire che non hai bisogno della natura…sei l’unico al mondo a cui la natura non serve e Dio Si è scomodato inutilmente…forse avrebbe fatto meglio a regalarti un automobile con cui scorazzare nel paradiso terrestre…altro che albero del bene e del male…a te basta una pizza surgelata, amico mio…così limitato è stato il Signore Dio e così ingenuo che non ha tenuto conto dei tuoi bisogni futuri… delle tue grandi esigenze? Di quelle esigenze che tu saresti disposto a barattare con l’eternità?
Ma può esistere un Dio così secondo te? Un Dio che non ha previsto il progresso dell’uomo e quanto l’uomo vi resti attaccato come al vischio…Un Dio che non ha capito,né previsto quanto sarebbe stato difficile?
L’eremita
Se esistesse un Dio con questi limiti dovremmo forse rivedere la teologia…
Abelardo
Dovremmo rivedere l’uomo che non sarebbe a immagine di Dio, ma a quella di un pacco per tornare a quanto dicevamo…e tu non sei un pacco infiocchettato, una scatola imbellettata per l’occasione e ripiena di cose che vanno dimenticate in un angolo nella migliore delle ipotesi… sta a te la scelta tra l’essere un contenitore di cose e rimanere un contenitore di pensieri…tra l’essere misura finita dell’infinito e misuratore dell’oblio…perché le cose sono oblio…scende sempre la notte sulle cose ed il buio non dura poche ore… le cose possono essere sostituite, ma prova a sostituire un pensiero, anche quello più semplice e banale che ti possa venire in mente…ebbene… se i pensieri non possono essere sostituiti che cosa ne ricavi?
L’eremita
Non saprei, diletto padre, illuminami tu…
Abelardo
Che il pensiero è ciò che ti porterai sempre con te…che se Dio lascia anche al singolo pensiero la più luminosa identità, non può trattare diversamente il pensatore…il pensiero non può morire, il pensiero è inestinguibile e sempre distinguibile…proprio come l’uomo che è stato scelto per contenerlo e per contenerlo all’infinito…e siccome l’uomo è in grado di pensare ogni cosa Dio ha raggiunto nell’atto creatrice la Sua perfezione.
Alla luna
Alle mie dita
intonare inni
sento
la tua pelle:
più non scivola
il pennello
sulla tela arata
e trova
i semi
che già scaldano
le zolle
la terra che
aumenta il raggio
di un niente
ancora in viaggio.
Per mano
quando
sarai madre
arriveremo
alla luna.
Il tuo canto in me
Quando sarò madre
squarcerò il cielo
con un grido
e la terra lacerata
si stupirà della
forza di un unico
seme
il grido si farà carne
la carne pianto
e pelle e latte
avranno il tuo profumo
tra le mani
ti sentirai vibrare
e riconoscerai
il tuo canto
negli occhi
di chi già ami
L’eremita
Io purtroppo questa certezza non l’ho… e da questo nasce una sorta di disperazione paralizzante…spesso non so che fare…non so che priorità dare alla mia giornata tra le tante possibili…ognuna mi appare importante ed imprescindibile…quasi fossero tutte divinità che attendono un omaggio od un compimento…scegliere equivale a sbagliare…io mi prefiguro sempre una sorta di giudizio a posteriori che certamente non sarà favorevole… una sorta di macigno irrimuovibile, perché il passato non torna sulla nostra strada…è curioso questo timore del passato, a meno che… a meno che questa non sia una spia dell’eternità.
Abelardo
Tu sei nella stanza dei balocchi ed ogni dono che hai davanti non è ancora stato scartato…tu non sai che cosa c’è dentro, ma a guardarti intorno con quella impazienza pensi che la priorità sia vitale, che scartarne uno piuttosto che un altro abbia una sua importanza e che ogni scelta sarà comunque sbagliata…perché non ti renderà felice…sei un bambino viziato!
Guardati intorno…c’è una stanza accogliente che raccoglie tanti doni…ci pensi mai alla stanza? Dio ha voluto che potessi raccogliere ogni bene dentro di te…ed è questa una cosa staordinaria, la prima ricchezza e forse l’unica perché in fondo ogni progetto umano per quanto realizzato è destinato a finire…la capacità di trovare nel cuore delle alternative è una scintilla dell’amore di Dio!
Chiediti poi perché hai ricevuto tutti quei doni… non certo per giocarci contemporaneamente…non ci riusciresti, né Dio lo potrebbe pretendere…è un’altra meraviglia…la libertà…non guardare alla scelta come ad una costrizione fatale…è una cosa naturale che discende appunto dalla libertà.
Certo ti può spiazzare, perché gli uomini in fondo non si sono ancora abituati ad essere veramente liberi…hanno il vizio un po’ buffo di voler sempre prefigurarsi le conseguenze…buffo… perché il futuro può riservare e di solito riserva quel che non ci aspettavamo…ci sono tanti doni nella stanza ancora da scartare, e siccome sono stati messi lì ci deve essere pure un motivo…le esperienze vedi sono dei cannoli alla crema…sì quelli siciliani che sono bucati da due parti… perché costringere la crema ad uscire da una parte sola…è così che va presa la vita…da ogni parte li mordi c’è la crema…scusami il paragone, ma credo sia efficace…tu invece quando addenti da una parte hai sempre l’oscuro timore che il dolce si possa spezzare o che la crema fuoriesca dall’altra parte…ma quale pasticciere pazzo avrebbe potuto darti più libertà!…Dio è pazzo d’amore per te ed i Suoi doni non si spezzano, ti attendono quando meno te lo aspetti…e ti lasciano dentro sempre la curiosità…non ti stanchi mai…lo capisci…quel che è vecchio è sempre nuovo…Dio sa che hai difficoltà nel mantenere entusiasmo nelle cose e così ti lascia sempre un altro dono intonso su cui puoi fare affidamento per continuare il percorso… lo puoi vedere già ora… che hai riposto fiducia in un altro progetto…
Sciame
Sciame
che cerca
altra vita
così i pensieri
affamati come
moschine del
sangue che pulsa
non reggono
la solitudine
mista alla fantasia
e scacciarli
non si può
perchè non sanno
che vivere
Pensieri
Le nuvole vanno
nel loro farsi e disfarsi
appaiono spaiono
candide e lente;
così i pensieri
sul filo della memoria
sull’oggi e il domani
appaiono spaiono:
tu li rincorri
li scacci
e ti concedi al cielo
dove anche l’indaco
si perde
sul filo del vento.
Materiali per lo studio della Lingua e Letteratura Italiana, della Storia e delle Arti
Istituto Nazionale per la Mediazione e l'Arbitrato - Organismo di Mediazione iscritto al n° 223 del registro tenuto presso il Ministero della Giustizia
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