L’eremita (Seconda parte) (Scena unica-parte quarantatreesima)


Crocifisso a Corvara


L’eremita
Io mi sento spesso così inadeguato davanti alla Bellezza…non so davvero come ricambiarLa, né immagino vi sia qualcosa in me che Essa potrebbe desiderare…così mi limito a contemplarLa, perché come dici bene tu, ho paura di essere giudicato…e soprattutto La trovo quasi sempre fuori di me… quasi che fosse naturale la non appartenenza…poi penso che la Bellezza sia libera per definizione…che non possa neppure accettare di essere desiderata…che sia insomma una potenza inutile, seppure vagheggiata per tutta l’esistenza

Abelardo
Tu non ti ami abbastanza e di conseguenza non puoi amare gli altri. Per questo vedi la Bellezza come qualcosa di lontano…è una tua scelta ed il giudizio che ti prefiguri è solo una posizione di comodo per non aprire il cuore…Prova a fare ciò che fece Dio nel momento della Creazione… a vedere le cose buone e non soltanto belle e ti accorgerai che la Bellezza in fondo non è poi così lontana…quello di Dio è stato un giudizio d’amore, ne abbiamo già parlato…e quando ami non desideri possedere, ma piuttosto aggiungere alla Bellezza quel poco o quel tanto che sai trovare nel cuore e nella mente…la Bellezza non è perfezione, ma solo un pallido riflesso di quel che ti aspetta nel mondo di là…amaLa e rispettaLa e già ti sembrerà di costruire il Paradiso.

L’eremita
Ma come è possibile amare e rispettare la Bellezza?

Abelardo
Pensa alla Madonna e a Maria Maddalena. Queste due donne seppero amare e rispettare la Bellezza.  Tutto iniziò con la contemplazione del Mistero: la Bellezza è Mistero, soprattutto Mistero. Entrambe forse per ragioni diverse, noi non possiamo saperlo, dissero il loro sì, mentre il cuore tremava di paura e di inadeguatezza…mentre era in corso un giudizio sovrumano…davvero sovrumano…Cosa potevano aggiungere a Dio? Eppure Dio stesso aveva bisogno di loro, del loro sì…del loro amore…perché basta un sì detto con il cuore a sprigionare l’amore più potente anche nel cuore di Dio…”Prendimi, mio Dio, io sono qui, non so davvero cosa posso darTi, ma lo sai Tu, io so solo questo, che lo sai Tu e che la mia vita comincia oggi o forse finisce oggi, non so se il cuore reggerà…ma potrò dire finalmente di aver vissuto”…io credo che fosse l’unica maniera per accogliere il Figlio di Dio, con amore e rispetto, che in un solo istante Maria e la Maddalena abbiano raggiunto la massima purezza del pensiero…ma il loro compito non era certamente finito…l’Amore desiderava più amore ancora, la Bellezza più sublime richiese la rinuncia totale e definitiva.  E le Donne la videro inchiodata, videro la Bellezza trasfigurata nella morte.
Non a caso il Cristo risorto apparse alla Maddalena che così tanto aveva amato: chi saprà rinunciare alla Bellezza nel mondo di qua dopo averla amata la ritroverà nel mondo di là, proprio quando meno se lo aspetta…Dio non viene mai meno alle Sue promesse.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

17 pensieri riguardo “L’eremita (Seconda parte) (Scena unica-parte quarantatreesima)”

  1. Dio è mistero ed il mistero non si può afferrare nè analizzare:lo si accetta semplicemente, in silenzio. Non possiamo toccare Dio, non possiamo possederLo, non possiamo farne ciò che vogliamo perchè Egli è essenzialmente gratuità. Il primo atto di fede è accettare la gratuità del Signore, perchè la fede è un continuo alzarsi e partire in cerca di Qualcuno di cui non potremo mai fissare il volto…ed il secondo atto di fede consiste nell’accettare in pace questo profondo senso di frustrazione che la Bellezza che ci sfugge dalle mani provoca in noi.

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  2. Credere significa donarsi e donarsi vuol dire camminare incessantemente dietro il volto del Signore. Abramo è in cammino da sempre, per sempre, verso una patria che altro non è che Dio. Credere è un continuo ripartire. Non credo ci sia cosa più difficile che l’incontro dell’unico e vero Dio al dilà delle parole, della confusione, ma solo da questo incontro possiamo giungere alla chiarezza del mistero.

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  3. il vero problema, il vero nostro limite è che abbiamo paura di pronunciare il nostro sì…non sappiamo rinunciare, il sacrificio è qualcosa che non è contemplato nel nostro mondo. Quanto mistero c’è dentro un sì, in un atto di devozione, d’amore, d’abbandono fiducioso…dimentichiamo anche di averlo pronunciato all’altare il giorno del nostro matrimonio!

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  4. questa pagina mi ha fatto venire in mente il Magnificat, il canto di Maria in cui tutta l’umanità è sorpresa dalla tenerezza di Dio. Entrando nelle sue parole noi comprendiamo davvero come lei abbia colto con stupore la grandezza e la bellezza di Dio che guarda a ciò che è povero, a ciò che è niente e fa di questo niente qualcosa di forte e potente, una realtà capace di generare forza, bellezza e verità. Rossana

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  5. E’ tutto il giorno che tento di scrivere qualcosa senza riuscirci, non so se concentrarmi sulla Bellezza, sulla commozione, sulla rinuncia… é come se in una pagina si potesse leggere l’infinito e oltre…come si puó commentare, come si puó pensare di aver capito… avevo ormai deciso di spegnere il computer e ho pensato alla vecchiaia. Mi riferisco ad una persona che ha amato tanto, che ha vissuto amando le espressioni dell’uomo, la musica, l’arte, la poesia, e le ha amate con tutti i sensi, con la mente e con il cuore. Adesso non puó piú sentire, vede a malapena…ha dovuto rinunciare a tutto quello che ha amato. Io credo che se la rinuncia é stata amata la rinuncia stessa diventa strumento di bellezza, non c’é niente di piú Bello al mondo del volto e delle mani di un vecchio che ha amato, che ha rinunciato per poter amare ancora, é un volto che commuove, come commuove un tramonto, un fiore, la Pietá di Michelangelo, il Requiem di Mozart… é un volto che é giá molto, molto vicino a Dio. Adesso pubblico queste righe anche se continuo ad aver la sensazione che ci sia qualcosa che mi sfugge, questa volta l’eremita mi lascia con una sensazione molto simile a quella che si prova quando si pensa di essersi dimenticati di fare qualcosa ma non si sa bene cosa, la notte porterá consiglio. Buona notte a tutti

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  6. è anche vero che la contemplazione, l’amore e l’ascolto si prolungano nella memoria fino a che io non scopro il significato del discorso divino rivolto a me ed alla mia storia. Credo che Maria vivesse la memoria degli eventi e del loro senso, col tempo penso che abbia interpretato il filo della sua vita ascoltandolo come un discorso tra lei e Dio. Da Nazareth alla croce Maria vive l’ascolto prolungato nella memoria, per questo può entrare in quell’universo di senso che è il piano di Dio su di lei e sull’intera storia umana…non mistero, ma una promessa!

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  7. Ecco quindi il mistero (di cui si parla) di ogni uomo e donna che si mette in scolto della Parola:”Capisco Te, o mio Dio, e capisco me. Tu ti riveli a me e riveli me a me stesso. Filippo

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  8. Che cosa significa essere uomini e donne? E’ scoprire il mistero di noi stessi nell’ascolto della Parola di uno, più grande di noi, che avendo fatto il nostro cuore, ce ne rivela i segreti.

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  9. vedi, Federico, ci sono persone nella nostra vita che rappresentano la Bellezza, che sono – come dicevo prima – strumento, segno della Bellezza divina. Noi vorremmo possederle, vorremmo attingere e dissetarci presso di loro ma la Bellezza appartiene a tutti, non possiamo stringerla solo noi…i figli così non ci appartengon, eppuresono segno della Bellezza di Dio, sono la Bellezza, la donna, l’uomo che amiamo è simbolo stesso della Bellezza…la Bellezza riempie la nostra giornata, crea armonia nel nostro cuore, ci fa ringraziiare Dio per il dono di esser vivi e ci spinge ad essere Suo riflesso…ma non è mai cosa che possiamo trattenere nel pugno della mono:la verità sta nel fatto che la Bellezza di un attimo, la purezza di un pensiero, la sublimità di un sentimento è qualcosa di anafferrabile ma che possiamo comunque testimoniare al prossimo. Carlo e Giulia e ci stanno provando in tutti i modi, forse anche inconsapevolmente. Rinunciare alla Bellezza non significa rinunciare a Cristo, significa rinunciare a trattenere qualcosa di bello solo per te:condividilo! Questa è la verità. La condivisione di oggi ti porterà a ricevere il centuplo domani…è una promessa d’amore! la Sua promessa!

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  10. ma perchè dovrei rinunciare alla Bellezza nel mondo di qua? Non è forse Cristo questa Bellezza? spiegatemi che significa questa frase….se mi sforzo di seguire la Bellezza già da adesso è probabile che nell’aldilà io possa davvero farne appieno esperienza…Federico

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  11. e come possiamo ricambiare la Bellezza se non aprendo le braccia, allargando il palmo della mano e offrendo tutte le nostre debolezze? Non è molto – lo so – ma in un gesto di umiltà sta tutta la Bellezza difronte alla quale ci commoviamo. Della semplicità dei gesti, della geniutà e della autenticità dei nostri gesti Dio si rallegra e ritrova la Sua immagine. Non si aspetta poi molto il Padre da noi, solo un atto di fiducia, un atto di abbandono, il camminare a fronte alta con la certezza che Egli non verrà mai meno alle Sue promesse

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  12. Proprio così:la donna è strumento, simbolo di Bellezza. Nel medioevo era associata al demonio, ma questa fu solo una distorsione:Dante ad esempio ne fa un angelo che lo conduce dritto a Dio proprio attraverso amore e contemplazione. Quell’amore e contemplazione che Adamo ed Eva dovevano aver ben chiari quando nel Paradiso terrestre potevano veramente godere della Bellezza di Dio. Quella Bellezza di cui si innamorarono Chiara e Francesco. Quando vediamo riflessa negli occhi di qualcuno la Bellezza di Dio allora possiamo dire di aver vissuto. Ed il cuore scoppia di gratitudine, perchè il dono che abbiamo ricevuto è talmente immenso che lì per lì ci fa sentire inadeguati, ma poi ci travolge d’Amore e siamo portati anche noi ad essere riflesso della stessa Bellezza che ci ha illuminato il cammino…è il percorso compiuto da Dante, pensateci!Una pagina, questa, che unisce a spunti teologici spunti poetico-letterari e sono certo che i nostri amici studenti avranno di che stupirci con le loro riflessioni! Un buon lavoro a tutti. Paolo

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  13. Dopo il peccato originale la grazia ha avuto origine in Maria, una donna. E nella Bibbia la donna è segno della vita:la sua vocazione è quella di costruire relazioni di vita, di interpretare ed esplicitare il rapporto tra l’uomo ed il cosmo, tra l’uomo e la natura, tra l’uomo ed il mondo degli uomini

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  14. è proprio così:quando non ci amiamo non amiamo neppure gli altri. Se non vediamo in noi un riflesso di Dio difficilmente riusciremo a scorgerlo negli altri. E qui non si parla di bellezza, ma di Bellezza, di quel divino che ognuno custodisce dentro di sè perchè creato a Sua immagine. C’è sempre qualcosa di buono e bello agli occhi del Padre che come figli serbiamo nel cuore:spesso Egli invia angeli a camminare accanto a noi affinche Bellezza e >Bontà ci siano rivelati, noi che da ciechi crediamo che la felicità ci sia preclusa, quando in realtà siamo infelici solo perchè non disposti ad affidarci al progetto d’amore che Dio ha tessuto per ciascuno di noi. Buona giornata a Tutti!

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