“Guardo in una cruna d’un ago e vedo gli angeli danzare…” John Dryden
L’insegnante
Schiude il muto
balbettare
la parola scritta
e il buio ferino
in noi all’anima
si spalanca,
entrano tra le ciglia
sillabe antiche
e incido su di te
l’abecedario dell’Essere,
tu che ti libri all’Uomo
quando voli sui versi
di chi non è più
e per sempre sarà.

Avvocati
Mi sfilo
la belva
indossata
per tutti i giorni
e scopro
di essere
una belva
inanimata.
Sono là
e mi guardo
inorridito
da ciò
che non esiste.
Ho spezzato
sorrisi
forzati
noncurante
dell’impegno.
Ho ferito
la belva
che anche tu
sfilerai.
Faremo certo
la solita
pace
d’aria.
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Autore: tieniinmanolaluce
Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef.
Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico.
Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna.
Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare.
Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo:
Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016.
La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017
La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017
Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma.
Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.
Leggi tutti gli articoli di tieniinmanolaluce
un dialogo bellissimo, ricco di pathos, di sofferenza per ciò che non vorremmo fare e d’amore e passione per il lavoro che amiamo. Nicola P.
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tutti i giorni facciamo i conti con la bestia che è in noi e lo studio di certo ci aiuta a diventare Uomini memori però che la nostra Essenza è forse ambivalente…per questo la Parola aiuta, aiuta a farci dare il meglio di noi, qualunque sia la nostra professione. Salvatore
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credo che il male non sia però mai radicato, che quella belva che è in noi non è radicata nelle ossa, che non possegga nè profondità e neppure dimensione demoniaca. Il Male, la Bestia sfida l’Uomo, il pensiero, perchè il pensiero cerca di raggiungere la profondità, cerca di andare alle radici e nel momento in cui trova il male è frustrato perchè non trova nulla. Qui sta la banalità del Male e sono certo che solo il Bene sia profondo e radicale
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Seneca sosteneva insieme agli Stoici che di per sè l’uomo è debole, privo com’è rispetto alle belve di denti e artigli, ma mentre gli animali sono destinati ad una vita solitaria, l’uomo grazie alla ragione ed alla vita associata può rovesciare la situazione diventando padrone dell’universo. di fatto è ciò che giulia insegna ai suoi alunni: ratio e logos contraddistinguono l’Uomo che è in noi e che alla fine della giornata deve comunque ANIMARE la nostra essenza.
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lavorare è una gran cosa… basta non pensarci.
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E’ una lacerazione svolgere un lavoro verso il quale non si nutre passione, verso il quale sentiamo di non essere portati…si lavora per vivere, è vero, ma fare un lavoro che piace è davvero un privilegio perchè esso diventa di fatto una vocazione, una chiamata a svolgerlo con una passione tale che dona tanto senso alla nostra esistenza. Anche perchè buona parte della nostra giornata si svolge sul posto di lavoro. Personalmente se non amassi studiare e trasmettere quel po’che so ai miei studenti e insegnassi solo per lo stipendio sarei il prototipo dell’uomo frustrato. Una belva più o meno sopita è in ognuno di noi e sappiamo quanto sia forte il richiamo dell’istinto rispetto a quello della ratio, ma è davvero doloroso indossare la maschera della belva per sbranare qualcuno che come te si traveste per vedere sangue nell’arena…mors tua vita mea! Tutto il contrario di ciò che Qualcuno ci va predicando da circa 2006 anni.Ma per svolgere con coscienza certe professioni ci vuole anche il vestito giusto al momento giusto…forse è necessaria quella maschera per difendere i diritti dei più deboli e dimostrare che in tutti, proprio in tutti, c’è un Uomo.
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…come a dire che il lavoro è comunque poesia!!! scherzi a parte, sono davvero realistiche le due liriche e mi fa assai riflettere che a scuola qualcuno si adoperi per fare di noi degli uomini e poi nel mondo del lavoro diventiamo bestie…come una sorta di regressione primitiva, come a far emergere la vera natura…ma non siamo fatti a Sua immagine? Una buona serata a tutti. (sono felice di poter commentare anche le liriche oggi!) Filippo
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