
L’eremita
A dirti la verità io ho sempre atteso di condurre una vita normale…di quelle come ce ne sono tante…spesso ho pensato che non ci sarei riuscito…in pochi momenti l’ho anche vissuta…e mi sembrava una favola… ma il tutto è durato solo poche manciate di giorni…poi ho scoperto che la vita normale non esiste… ognuno pensa che quella degli altri lo sia…ognuno pensa che gli altri vivano una felicità irraggiungibile… forse è solo l’idea di qualcosa che ci sta attorno…forse vorremo che la nostra interiorità si conformasse a quel qualcosa…ci sembra così povera la nostra interiorità…ci sembra così triste lo Spirito che è dentro di noi e così miserabile…così incapace di confrontarSi con lo Spirito che anima ciò che ci circonda…vorremmo appropriarceNe…ed essere finalmente come abbiamo sognato…o come non riusciamo nemmeno a concepire…vorremmo in una parola essere per gli altri così come gli altri sono per noi…in bene ed in male…il problema è che non sappiamo esattamente come siano e crediamo che gli altri pensino e ragionino come noi…è buffo pensare che siano felici…a rifletterci bene…ma è un po’ come proiettarsi nell’altro e credere che un domani…che in fondo sia solo una questione di fortuna e di tempo…
Abelardo
Immagina che gli uomini siano tante palline bianche e che il mondo sia una grande sfera che tutte le racchiude…come pensi ci siano arrivate dentro quel contenitore?
L’eremita
Presumo che ce le abbia messe Dio…con l’aiuto di papà e mamma.
Abelardo
Dici bene. E tu pensi che in un contenitore pieno di palline bianche ci sia spazio anche per la Fortuna?
L’eremita
Così dicevano anche gli antichi…
Abelardo
La Fortuna non può passare da una pallina all’altra se non in uno spazio molto circoscritto. Questo che cosa ti suggerisce?
L’eremita
Che alcune palline potranno essere raggiunte ed altre invece no.
Abelardo
Giusta osservazione. E secondo te può esistere un Dio giusto che consenta ciò?
L’eremita
Se Dio è giustizia non può permetterlo, ma la sensazione è quella, sembra davvero che la Fortuna si rivolga solo ad alcuni…
Abelardo
Sei sicuro che si tratti proprio della Fortuna?
L’eremita
No, ma gli effetti sembrerebbero riconducibili a quella che noi chiamamo Fortuna.
Abelardo
Dici bene…gli effetti…ma la causa non è la Fortuna.
Abelardo
Ritorna a pensare alle palline dentro al contenitore…tra le palline c’è uno spazio vuoto…ma gli spazi vuoti non sono comunicanti tra loro…c’è un punto nel quale le palline si toccano attraverso cui non può passare alcunché…il contatto tra le palline tiene imbrigliato lo spazio e per ogni pallina questo fenomeno si riproduce. Che cosa noti dunque?
L’eremita
Che le palline stanno a contatto e che quel contatto deve essere importante perché non permette allo spazio di espandersi
Abelardo
Vedo che mi segui. Ciò che conta è dunque il contatto tra gli uomini…il contatto è allo stesso tempo necessario ed inevitabile…così ha voluto Dio…che gli uomini fossero collegati tra loro per dominare tanti piccoli spazi…ogni spazio però è della stessa natura…può apparire più ampio o più stretto a secondo della vicinanza dal centro della sfera… ma è sempre della stessa natura… che conseguenze ne trai?
L’eremita
Illuminami tu, diletto padre…io ho solo una sensazione di chiuso e di schiacciamento…il tuo esempio mi fa mancare l’aria
Abelardo
Finché penserai di essere una pallina sola nel contenitore del mondo non capirai di avere uno spazio, né ti potrai impegnare proficuamente nel dominarlo… perché non esiste uno spazio infinito, ma un’infinità di spazi riuniti… dall’Amore… non capirai che in ogni spazio c’è quella che tu chiami fortuna… che la Fortuna non è però lo spazio… perché tutti gli spazi hanno la stessa natura…non capirai che senza legame non c’è spazio…non capirai che la Fortuna senza legami serve a poco… perché non sa reggere il peso della sofferenza… chi è più vicino al Centro deve stringere i denti per mantenere il legame, perché sulla sua pallina grava il peso di tutte… Cristo è morto per tutti perché Si trovava al centro…al Centro della sfera… su di Lui gravava un peso infinito.
Se invece ti concentrerai sul legame tra gli uomini capirai che è necessario entrare nel barattolo…ed entrarci in compagnia… che vista la distanza dal Centro, non puoi aspettarti di raggiungerLo subito e da solo…anche se tutto inizialmente potrà sembrarti più leggero, perché lo spazio deve sembrare più respirabile e più ampio… perché tu possa reggere progressivamente il peso di chi verrà ed essere nello stesso tempo più vicino al Centro… comprenderai che la strada è sempre più lenta… perché tu non puoi muoverti se non si muove chi è a contatto con te ed anche lui fa molta fatica… che lo spazio col tempo si riduce inevitabilmente… ciò che conta infatti è soltanto che tu lo porti verso il Centro, ma insieme agli altri, perché così ti è stato affidato… questo spazio si restringe fino ad annullarsi in un punto quando alla fine tutti gli uomini saranno una cosa sola con quello di Dio…
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