Volo/Nausicaa


Gabbiano a Cavoli

Da Giulia…

Volo

Mi afferri tra
le labbra e le ciglia
sbatti e schiocchi:
al ritmo di un volo
io mi libro

E da Carlo…

Nausicaa

Non temesti
la nudità
ed il desiderio
di condurmi
alla Casa del Padre.
Una sola spiaggia
sognai
per riscoprire
la vita.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

24 pensieri riguardo “Volo/Nausicaa”

  1. buonasera a tutti, mi chiamo Corrado Fadda e sono un collega di Renato, volevo esprimere i più sentiti complimenti per il lavoro che si sta svolgendo su questo blog, per l’amore con cui i due autori non solo trattano determinate tematiche ma fanno continui e spesso celaTI RIFERIMENTI AI TESTI di autori classici. Trovo questo lavoro di grande stimolo culturale per quanti vi si avvicinino e utile per chi studia, ma anche creativo e spunto di riflessione profonda per quanti invece amino la poesia. Grato per tutto ciò porgo i miei più cordiali saluti. Corrado

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  2. qualcuno ha parlato di
    rhusmos archilocheo, qualcuno della libra…in realtà il lirico greco insisteva appunto su quest’equilibrio dell’anima umana, riguardo alla sopportazione del dolore…nei vostri versi l’equilibrio c’è tra trascendente e contingente, tra sacro e profano, tra eros e psiche in un’ossimorica danza di versi e richiami al mito frammisti alla realtà di oggi…crudele realtà spesso! Marta

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  3. forse per riuscire a comprendervi bene, per gustarvi in tutta la vostra genuità d’ispirazione bisogna lasciar perdere le categorie razionali ed avventurarsi nel territorio dell’inconscio..fare questo volo, immergersi in una condizione quasi onirica..Luciano

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  4. e se il volo non fosse altro che un sogno? solo voncendo la paura di può volare e sognare, solo affidandosi a chi si ama è possibile il sogno così come il volo. Carlotta

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  5. trovo queste due poesie molto in sintonia per quanto diverse come struttura e ispirazione…mi pare che entrambe sottolineino la continua ricerca che l’uomo fa nel corso della vita, una ricerca spirituale che lo porta ad accettare in primis se stesso e poi chi lo circonda…sento come l’influsso di una saggezza orientale! Maria

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  6. due metafore per scoprire la vita: il volo e la spiaggia!…volo d’amore e spiaggia intesa come porto sicuro in cui essere accolto tra braccia amiche che un domani faranno il possibile per aiutarti a spiccare un altro volo. Paola

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  7. mi sono sempre chiesto se nausicaa avesse provato terrore o piacere, sorpresa forse dinanzi al corpo nudo di ulisse e penso forse che avrebbe desiderato essere afferrata tra occhi e bocca per volar via dal paese dei feaci in cerca di avventure. federico

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  8. il verbo librare mi piace parecchio, penso alla libra, alla bilancia, al sapiente bilanciare di amore e conoscenza, ratio ed istinto…a quanti voli ci vogliano per a pprendere tutto ciò. Enrica F

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  9. Il desiderio di afferrare potrà forse corrispondere al desiderio di condurre alla casa del padre? il gesto dell’afferrare è conseguente a quello del desiderare il meglio per una persona o è solo un atto egoistico?…ma se la conseguenza è un volo allora è liberatorio e non frutto di un egoismo…quindi, morale della favola, desiderare ed afferrare, desiderare di afferrare, desiderare di salvare e di volare coincidono. rossana

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  10. ottime le considerazioni che ho letto sinora, dal punto di vista stilistico e metrico. Che cosa aggiungere? Il non timore di Nausicaa e di fatto il non timore di librarsi in volo, la gioia della conoscenza, così come la gioia di andare incontro ad un qualcosa a qualcuno di sconosciuto che però sappiamo inconsciamente ci porterà alla scoperta di noi stessi: ancora una volta un sotteso e celato gnothe seauton, e la lirica di giulia mi ricorda Apuleio e la favola di amore e psiche, questa psiche afferrata da Cupido ed il suo volo verso la conquista di chi l’ha punita con le sue frecce, il suo volo verso l’olimpo, verso se stessa. Non aveva paura Psiche così come non ne aveva Nausicaa. La nudità ci riporta a noi stessi, a ciò che di più autentico serbiamo nell’anima.

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  11. librarsi in volo e sognare sono qui sinonimi, sinonimi di una vita da riscoprire o perlomeno da rinnovare. Ed attraverso il vostro sogno come gabbiano mi libro nel vostro volo. Daniele

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  12. afferrare tra le labbra e le ciglia, tra i baci e gli sguardi, aferrare l’attenzione, captare i desideri, leggere tra le rughe e le pieghe della fronte…il viso è come una spiaggia erosa dal vento dove la memoria non ha tempo e Nausicaa ancora gioca a palla. Sono versi che eccitano la fantasia! Cris

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  13. io credo che non temere la nudità di qualcuno significhi non temere la sua essenza, non temere la sua conoscenza, significa afferrarlo tra labbra e ciglia e farlo volare, farlo librare in volo verso la conoscenza di se stesso, aiutarlo a prendere coscienza di sè e di ciò che egli è accettando la sua nudità come un dono e riconoscendo il Creatore in questa stessa nudità che si libra in volo sino a Lui

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  14. vorrei tirare un po’ le somme soffermandomi sul fatto che occhi e bocca sono sede dei due sensi, la vista e il gusto, che da neonati sono insieme al tato i sensi più svilupppati e quelli che permettono la conoscenza, una conoscenza che per giulia avviene tramite il folle volo di Ulisse e così posso trovare il collegamento alla lirica di carlo, un volo folle, ma attraverso l’amore si può dopo la follia ritornare alla casa del padre e riscoprire quale è la vera conoscenza! Una buona domenica Salvatore

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  15. credo che il librarsi in volo sia la stessa cosa che sognare una spiaggia: il volo e l’approdo pur essendo così in antitesi portano comunque alla scoperta della vita attraverso l’amore. Riccardo

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  16. un uccello vola per conoscere per esplorare: il volo di giulia è un volo che è finalizzato alla conoscenza di se stessa, dell’amato, di Dio…in questo l’amore gioca un ruolo fondamentale perchè esso è il motore del volo, il volo che porta alla casa del padre, la casa della vita

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  17. io le trovo molto diverse e poco in sintonia: Giulia descrive qualcosa di molto concreto, un uomo che focalizza la sua attenzione sul volto, su labbra e ciglia, bacia e guarda e catalizza tutta la parte cerebrale della donna, mentre Carlo fa della donna un mezzo per giungere a Dio dopo aver vagato invano…infatti dice riscoprire, come se ritornasse ad uno stadio di primitivo abbandono e primitiva pureza, lo stadio del volo, volo verso Dio…e i due allora si incrociano nel loro stare in stallo! Ecco, così le due liriche non mi paiono più molto lontane. Buona domenica

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  18. Io penso alla bellezza del mondo vista ed esplorata attraverso gli occhi e le labbra di un bambino, o meglio di un uomo che si fa bambino…basta guardare il cielo per giocare con le nuvole, nudi, senza vergogne, come una spiaggia, disarmata, che si lascia bagnare dall’onda, l’assorbe e la lascia andare, aspettando con trepidazione e abbandono la successiva.

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  19. chiasmo e onomatopea ai versi 2 e 3 della lirica di Giulia contribuiscono ancora a dare l’idea di quel ritmo…mi ricorda il rhusmòs archilocheo, quel ritmo che governa gli uomini è il ritmo dell’amore, lo stesso amore che

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  20. guardate che buffa alternanza metrica: nella lirica di giulia si alternano quaternari a senari, quasi a dare il ritmo del volo…senbrano versi esplosi dal nulla e poi si inciampa in un labor limae per descrivere il ritmo del volo. Carlo si rifà ad Omero, a Dante, il desiderio di Nausicaa e quello che lil Poeta credeva che Beatrice nutrisse per sè…non più un Ulisse da sposare, ma un Dante da salvare

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  21. I versi di Carlo oggi anelano ad una pace, la casa del padre in realtà non è la reggia di Alcinoo ma la morte, come se foscolianamente il poeta desiderasse una quiete eterna dopo il travaglio di codesta vita e la spiaggia a cui allude è la battigia di una esistenza ultraterrena, l’unica sabbia a offrirgli la percezione netta di cosa significa veramente vivere. I versi di Giulia invece sono molto meno mistici, dinamicissimi, anche in quel mi libro, raccontano con rapidi fotogrammi l’estasi dell’amore, in cui violenza, passione e tenerezza sono un tutt’uno e alla fine la spiaggia dove termina il volo c’è anche per lei, ma la vita per lei è nel volo, sulla terraferma non trova pace, nel volo invece si realizza in tutta la sua femminilità creatrice

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  22. bella ripresa del mito, la figura della giovane e pura Nausicaa che non teme Ulisse ignudo ma lo guida alla casa di Alcinoo per poter offrire all’eroe la possibilità di tornare ad Itaca…mi fa pensare al folle volo di Odisseo, quel volo di cui parla giulia, un volo che ha un ritmo, ritmo scandito da schiocchi e battiti, la frenesia, la curiositas dell’amore è quella propria di Ulisse, il planare e la pace dopo l’amore è quello del suo nostos….grandissimo dialogo!

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  23. Molto erotica la lirica di Giulia molto mistica quella di carlo:come se i poli opposti potessero attirarsi inevitabilmente…penso al volo di un un gabbiano:prima sbatte le ali rapidamente poi più lentamente fino a planare…è così anche in amore!Lo stallo prima o poi finisce e di nuovo le ali si brattono per atterrare alla realtà, ma nello stallo c’è la magia del volo, un qualcosa che non si può descrivere a parole. Costanza

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