Se/Se



Sole che tramonta ad Arenzano

Perdonateci.

Da Giulia…

Se

Di sera
il bacio disfa
la notte
e ci bagna
una pioggia di lune.
Albeggeremo
domani
se ancora saremo
innamorati
e soli.

Da Carlo…

Se

Demiurgo
del nulla
rotolare l’uomo
non vedo
e ingrato a Dio
mi accontento
di un se certo
come se già
rosseggiasse
l’amore.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

27 pensieri riguardo “Se/Se”

  1. il platonico demiurgo del Timeo, l’artefice dell’universo….qui mi pare molto rivisitato e corretto! con un processo antifrastico Carlo ne fa il creatore del nulla, ne fa l’uomo contrapposto al dio, l’uomo che neppure tende a Dio in quanto ingrato, l’uomo che non ha certezze ma solo una speranza e qui sta la replica a Giulia…la speranza che un bacio possa disfare l’intera notte, disfarla e ricrearla, da demiurghi, ma non più io solo, in due, noi due, soli, a mettere ordine in una pioggia di lune che come un clinamen ci piove addosso….probabilmente è un’interpretazione bislacca e infedele, ma mi piace vedervi cosi filosofici oggi, democritea Giulia, platonico Carlo. una buona serata

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  2. la creazione avviene dall’alba al tramonto, ogni giorno noi siamo creati, nel nostro divenire ci trasformiamo e ciò che oggi siamo non corrisponde a ciò che eravamo ieri…il tempo ci trasforma, Dio ci crea, l’amore di certo di migliora e ci fa progredire..è per questo che siamo alba, è per questo che l’alba è la speranza di un nuovo giorno, di una nuova trasformazione, metamorfosi al progresso…a dare il meglio di noi, sempre, in ogni campo, in casa, sul lavoro, coi figli…nella nostra affettività che è poi quella molla che ci spinge a creare…senza quella non possiamo creare, senza amore non possiamo sentire, parlare, toccare…CREARE! Splendidi oggi i vostri versi e personalmente molto toccanti. Luciano

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  3. se ancora saremo innamorati, se l’amore rosseggiasse non avremmo più timore di nulla…l’uomo si salverebbe come avete spiegato bene nel post di ieri! ma di questo bisogna esser grati a Lui! Mario

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  4. il demiurgo se ne sta là, bagnato da una pioggia di lune e crea…me lo immagino così, una creatura piena d’amore che dopo aver fatto il bagno nella luce della luna disfa con un bacio la notte intera e ci dona un brillare di stelle come segni del suo incondizionato amore per noi. Alberto

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  5. mi accontento di un SE…il solo fato di poter sperare è già una gioia….la certezza viene dalla gioia, la gioia però viene dall’amare e dal sentirsi amati…senza questa condizione non si può creare. L’arte nasce comunque dal presupposto di provare amore per qualcosa o qualcuno…voi create, giorno dopo giorno, create un qualcosa che dona un’emozione a noi tutti che leggiamo e siete innamorati della vita, siete innamorati di Dio e da soli, voi due, come un demiurgo, avete raccolto un coro di anime che non si stanca mai di seguirvi nel canto. Grazie di cuore, Paola

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  6. la solitudine come condizione necessaria dell’atto creativo! La riflessione, il trovare se stessi, il ripiegarsi su se stessi come momento catartico prima di creare…l’idea e poi la realizzazione, soli nell’unione di due anime che pensano e sentono, sentono e amono, amano e creano….vi trovo straordinariamente creativi! Rossana

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  7. mi piace quel bacio che disfa la notte, la ribalta, come se i due amanti fossero artefici della notte stessa, la notte che ha un valore proprio perchè ci si ama…è un’immagine potente! Come potente è l’amore che rosseggia, che non ho inteso come “tramonta”, ma come un qualcosa che si stagli in cielo, un rosso acceso che si impone, come una certezza, sulle nostre labili quotidianità. Bellissimo post oggi! Riccardo

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  8. il più grande peccato credo sia quell'”ingrato a Dio”…l’omissione più grave, quella che non ci permette di avere occhi capaci di ricevere amore e mani capaci di donarlo. Il SE è un SE DIO VUOLE…se Dio vuole domani albeggeremo ed ancora insieme vedremo rosseggiare il giorno, ma il bene albeggia l’indomani! Salvatore

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  9. La lirica di Giulia mi ha fatto pensare alla Natura, così come se la immaginava Epicuro, Lucrezio, quel succedersi di albe e tramonti (per loro in un meccanicismo democriteo), quel clinamen che mette ansia e che non dà nulla per certo, il SE che ci tormenta…ma al contrario qui c’è l’uomo, anzi due persone, un uomo e una donna, senza la donna l’uomo non può essere demiurgo e così accade per la donna se le manca un uomo…la creazione è dapprima un gesto d’amore..quello che i filosofi antichi non avevano capito! Ingrati! Loro sì che erano ingrati a Dio! Marta

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  10. Ancora una volta mi ricordate gli ermetici e non solo quelli: con la vostra lirica frammentaria, le brevi espressioni e le note scarne ma incisive spesso mi fate venire in mente certi brani di Shumann e per questo vi ringrazio. Alice

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  11. perchè in realtà, Alberta mia carissima, queste due anime, ed una è suo fratello, quindi lei lo conosce bene, cantano la vita, la vita in tutte le loro sfaccettature e la loro bravura sta nell’offrire spesso le due facce di una stessa medaglia, quasi a voler sottolineare che il dolore non è mai dolore e bASTA MA è ANCHE SPERANZA, CHE IL TRAMONTO è ALBA DELLA LUNA, CHE L’AMORE COME COMUNIONE DI ANIME è CIò CHE OGNI GIORNO DEVE SORGERE PER NOI TUTTI. Vi voglio molto Bene. Paolo

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  12. …e comunque il solo fatto di pensare a Catullo o a Properzio è indice di un bel lavoro di richiami a distanza…è quel che conta: questo blog è un albeggiare! Enrica F. che vi stima ogni giorno di più per il vostro lavoro!

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  13. e proprio per questo leggendovi mi viene in mente Catullo da una parte e Properzio dall’altra!..tra le due la più triste in verità mi pare quella di Carlo..lui è al tramonto che pensa, mentre Giulia pensa all’alba! Carlotta

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  14. forse è quel soli finale che la rende triste, ma in realtà quando un uomo e una donna si amano non solo soli nell’atto di farsi demiurghi? Federico

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  15. Non so perché ma la poesia di Giulia mi fa sentire una profonda tristezza e malinconia, é bello peró leggere dai commenti quanto queste mie sensazioni possano essere trasformate in pienezza, speranza e persino certezza, proprio come il se puó trasformarsi in si e dare conferma al sole che sorge.

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  16. se ancora saremo SOLI…è una solitudine feconda, quella da cui parte l’azione di un creatore, da quella solitudine fatta di un dualismo nasce la vita, si genera il tempo stesso, rotola l’amore dell’uomo sotto una pioggia lunare, dopo il rosseggiare dell’amore e l’albeggiare di un Adamo ed Eva con il cuore gonfio di passione e gratitudone per il dono della vita ricevuto! Sento questo dialogo molto vicino, molto mio e mi colpisce la vostra capacità di interagire l’uno con l’altra attraverso il filo della sensibilità e della passione che dolce si srotola dalla tastiera di un pc e avvolge i cuori, i vostri e quelli di tutti noi…ne viene fuori un canto che è per noi tutti dolcissimo. Vi ringrazio a nome di tutti i miei colleghi che ogni giorno vi leggono senza commentare ma che godono di questo momento di pace. Costanza

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  17. la certezza è che SE domani saremo ancora noi due, un giorno saremo in tre, in quattro e saremo tutti demiurghi d’amore, tutti impegnati a fare del domani un’alba….mi piace l’idea di poter albeggiare, come i due innamorati che sono un sole che sorge, che illuminano il giorno con la passione che li ritrova a disfare la notte di baci..soli, soli perchè la creazione avviene in due, io e te, demiurghi di vita….sono due splendide poesie che danno una speranza a chi ha il cuore affranto…grazie di cuore!

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  18. la pioggia di lune in una notte che è come un letto disfatto dalla passione…il sole tramonta e domani i due amanti saranno sole, se saranno in grado di confermare il loro amore, l’unica certezza che l’uomo demiurgo ha tra le mani, così impotente dinanzi all’opera di Dio che è immensa e fa sentire piccoli e fragili…se ti amerò ancora, domani, sarò un uomo! E riprendendo il post di ieri, questo è ciò che ci salva! Grazie per questo bellimo dialogo impalpabile e sensibile. Nicola P.

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  19. Il bacio disfa la notte…è bellissima quest’immagine, l’amore disfa il tempo, manda all’aria le coordinate spazio temporali e dono un’aurea di eternità impalpabile….c’è un particolare curioso, quel soli in fondo è un SOLE! essere in amore è essere sole, farsi luce! ed è questa l’opera del demiurgo….quando si ama si vede rotolare la propria umanità tra le mani e si rimane come incantati da se stessi, come se creazione più alta Dio non avesse potuto concepire:l’uomo che ama, dall’alba fino al tramonto. Bellissimi versi. Emilio

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  20. è uno splendido dialogo a parer mio! Nella lirica di Giulia vedo due anime innamorate e sole, perchè in realtà gli innamorati godono di questa solitudine, solitudine che si staglia nel tempo, tempo che non è misurabile, i giorni passano illuminati solo dal desiderio di donare reciprocamente amore e questi li fa risplendere come il sole. Quel soli alla fine sta per unici…unici a poter condividere questa vita l’uno con l’altra e mi dona un senso di pienezza questa immagine, mi fa guardare con un sorriso ad un nuovo mattino. Nella lirica di Carlo invece vedo l’ho faber fortunae suae, l’uomo artefice di se stesso e di niente, l’uomo che dinanzi a Dio si sente un nulla (ricordate il nada, nihil nothing!) ma anche un tutto qualora Dio stesso gli doni un’Eva accanto, al suo fianco, per poter andare incontro al tramonto e risvegliarsi il domani raggiante come un’alba…straordinarie queste due immagini!

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  21. “Signore dammi la serenitá di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quello che posso e la saggezza di distinguerle” cosí che io possa essere artigiano del tutto e del niente nell’oggi e nel domani.

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  22. è un bellissimo dialogo! Sembra la descrizione del giorno la lirica di Giulia, con tutte le fasi del sole, sera, notte, alba, domani…con la speranza di un’altra sera, di un’altro domani….più triste la lirica di Carlo, dove ci si sente artefice del nulla..ma forse è il nulla di cui parlava Giulia? perchè se così fosse allora sarebbe artefice del tutto….e l’interpretazione si rovescerebbe! Complimenti.

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  23. ossimoriche oggi queste due liriche…la certezza del “se”! ma anche la certezza del se stessi! la certezza della vita che di sera, di notte, all’alba porta con sè una gioiosa voglia di donarsi! Daniele

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  24. perdonare cosa? mica potevate sapere cosa viviamo noi!!!! la cosa importante è albeggiare e che ci sia un domani…sempre, anche se ci si sente demiurghi del nulla

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