Questa foto è stata scattata nell’ottobre 2005 in uno degli ospedali più ricchi del Perù. I medici e gli infermieri peruviani sono tra i migliori al mondo, nonostante i mezzi a disposizione siano quelli che vedete qui. Ciò ci porta a pensare da una parte che avrebbero bisogno di aiuto e di un minimo di tecnologia, ma dall’altra che forse l’uomo si salva in primo luogo con l’amore.
Da Carlo…
Ai confini del cielo
In fiamme
ai confini del cielo
scegliemmo
un secchio
bucato
per gettarci
addosso
questo amore
e restare
sospesi
all’infinito.
Da Giulia…
Oltre l’orizzonte
Oltre l’orizzonte
dove il colore
si fa squarcio
tu sei grido
della corale
ansia di cielo
e in un nulla opaco
siamo schegge
della musica
che in noi vibra.
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Autore: tieniinmanolaluce
Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef.
Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico.
Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna.
Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare.
Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo:
Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016.
La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017
La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017
Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma.
Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.
Leggi tutti gli articoli di tieniinmanolaluce
oltre l’orizzzonte c’è questo gruppo di amici che ci aiuta a sopportare la fatica della malattia…siamo sospesi sulle musica delle note che voi tutti suonate e danno gioia alle nostre giornate che vivono di speranza….la speranza del domani, dell’alba di cui oggi parla Giulia. Grazie
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perchè ciò che salva il malato è sopratutto il sentirsi amato, amato per quello che è…e già ci si sente inferiori ed esclusi, figuriamoci poi se non arrivasse un gesto, una parola a salvarci, ad accoglierci, a raccoglierci da terra e a sospenderci su in cielo, nell’orizzonte dell’amore dove il sentimento, l’affetto è conferma di ciò che noi siamo, di ciò che gli altri amano di noi…belle parole direte voi…ma poi?…quando c’è da donare un sorriso, quando c’è da tendere una mano, quando c’è da confermare un amore ci si tira spesso indietro…perchè la malattia fa paura! questa è la verità…ci spaventa perchè ha la faccia della morte! Riccardo
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ascoltare la musica che nel malato vibra…non è semplice…eppure c’è, si fa viva, prende forma e si libra ai confini del cielo, quel cielo che tutti bramiamo…lo si vorrebbe tutto blu, ma spesso la malattia lo riempie di nuvole ed il malato, più di tutti, ha bisogno di squarci, ha bisogno di veder confermato il suo amore…dare conferme nel dolore è difficilissimo:questo ci dovrebbe mettere tutti in discussione! Rossana
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il dolore come grido, ma anche corale ansia di cielo…perchè è comune a tutti…nessuno escluso! ed il grido si fa musica, la musica battito! per uscire da un nulla opaco ci vuole un secchio d’amore…e voi ce lo rovesciate addosso ogni giorno (oggi però in modo un po’ violento!) Salvatore
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l’uomo si salva con l’amore, in primis…il problema sta nell’amare chi è malato, sta nell’accettare la sua malattia, sta nel rinnovare ogni giorno con entusiasmo e nella soffferenza l’amore che si prova per chi ci è caro e malato: io parlo per esperienza personale…vi giuro che non è facile ed è facile invece cadere nella retorica. Più vero invece dire che ci sono persone, poche, che amano con gratuità e darebbero la vita per chi sta loro accanto…amano come genitori, incondizionatamente, al di là della malattia e della sanità, al di là dell’oggi e del domani…non è facile incappare in un angelo come questi, ma quando avviene il cielo laggiù all’orizzonte si squarcia, la malattia diventa grido ed il grido viene accolto nel grembo, cullato nel grembo, con una musica che ci riporta alla nostra autentica fibra, la fibra dell’universo che ha una sua musica che tutti ci inonda come un secchio bucato all’infinito.
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è quello che fa la differenza…ma è difficile, è difficile amare nella malattia!è difficile amare la malattia stessa e portarla come una croce, con la gioia, come diceva Giulia, di andare incontro a Dio…è difficile…almeno per me. Costanza
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E’ tutto verissimo, ci sono realtá allucinanti del tutto vicine a noi, che si viva nel paese piú ricco del mondo o meno, ed é vero, l’amore non basta… ma é quello che fa la differenza…non basta per salvare una vita, ma personalmente credo sia piú importante preservare la dignitá di una persona fino alla sua morte ed é questo il proposito dell’amore che va oltre l’orizzonte, oltre i confini del cielo e che ironicamente é piú facile da toccare nei paesi piú poveri che in quelli piú ricchi.
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io provo a leggere le poesie, anche se passano inosservate oggi: vedo un tramonto rosso ed un secchio pieno d’amore, un sole che va a morire e la speranza di un domani , di un’alba piena d’amore e così all’infinito…vedo la linea dell’orizzonte, chiara e nitida, linea che diventa squarcio, grido di me e di te che tendiamo ad andare oltre, oltre i confini del cielo ffino a scoppiare d’amore e a diventare musica soltanto, melodia celeste…le liriche di oggi sono tra le più belle del blog
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perdonate il cinismo…ma spesso l’amore non basta!…è necessario, come no, come un ponte oltre i confini del cielo….ma in molti casi non basta! Ci sono realtà allucinanti…
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ma c’è poi bisogno di andare in Perù per vedere certe realtà? Ce le abbiamo purtroppo anche in Italia!
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molto forte l’immagine oggi…forse troppo…più forte delle liriche che a parer mio sono tra le più belle, quella di Giulia oltre ad essere pertinente con il tema risponde molto bene a quella di Carlo…perchè l’amore è una secchiata che ci piove ADDOSSO e spesso si vorrebbe avere più voce per gridarlo ai venti, perchè la coralità è ansia di cielo, ansia di musica che viene dal cielo, senza la quale non possiamo sopravvivere
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le sospensioni sono spossanti. ed oggi, la musica vibra, scuote, infrange le vetrate.
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