
L’eremita
E se io non volessi più uscire da questa chiesa?
Se volessi lasciare qui il mio cuore e la mia anima e portare via l’inutile resto, dici che Dio… che Dio potrebbe concedermelo?
Io sento una musica di violino molto intensa ed il mio essere si abbandona a quelle note con una commozione che racchiude tutto ciò che sono stato e che ho sempre voluto essere…mi sta passando davanti tutta la vita, ma non c’è niente che mi possa distogliere da queste note…è bello essere proteso finalmente insieme alla mia ombra completamente verso il mistero della celebrazione che tutto annulla e che a tutto supplisce… lasciami rimanere qui in questa luce che non vedo, ma che sento… ti prego!
Abelardo
Ci sarà tempo per danzare con la musica che non finisce… ma ora tu non conosci nemmeno i passi e non hai soprattutto il fiato necessario… te l’ho già detto che ti farebbe bene un po’ di dieta, anche se non a base di menzogne…quelle sono anche troppe e ormai fai fatica anche a camminare.
Ma a parte le facili battute… anche per il bene ci vuole allenamento… immagina di essere in un prato immenso sotto il sole e senza un’ombra…se ti guardi intorno vedi soltanto verde ed ancora verde ed il sole scotta… come sopravvivere? L’unica soluzione è diventare parte del prato, almeno per come la vedo io… tu invece stai correndo in ogni direzione e quando sei stanco ti fermi e guardi il sole e guardi il prato: subito ti paiono belli e ti sembra quasi di non averli mai visti, ma poi il sole e la sete ti ricordano che hai un corpo e vorresti liberartene… ma non puoi.
Diventa prato amico mio, accetta di morire e di rinascere e allora non ti sentirai nemmeno più solo nello spazio infinito…
L’eremita
Ma come pensi che ci possa riuscire? Se non riesco neppure ad essere uomo…se sono solo un essere ridicolo che vive della carità altrui e non fa che dimenticare il bene ricevuto?
Abelardo
Diventa prato…ed un giorno potrai essere anche sole o almeno potrai partecipare dei raggi senza paura di bruciarti…la paglia talvolta si incendia e onora la luce in una luce ancora più trasparente e la cenere poi concima la vita che una nuova vita respirerà…non aver paura di morire… c’è sempre dietro uno scopo più nobile dello scopo stesso…anche se ti sfugge… anche se diventare prato può sembrarti come cadere nell’anonimo… in realtà, più non ti distinguerai e più diverrai speranza, più ti abbasserai e più troverai la vita nella terra, perché vieni dalla terra e anche là ci deve essere il Dio che ti ha fatto nascere e che ti farà ripartire dopo ogni caduta…e se verrà la siccità accontentati di essere una crepa perché tutto prima o dopo ha il suo senso e la sua funzione…e Dio può aver bisogno di calarSi come un rivolo nel cuore della terra.
P.s. Per chi volesse scaricare la seconda parte dell’Eremita basta cliccare qui sotto.

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