Cenere di note/Calore


caminettoSiamo addolorati per quanti amici non potranno essere con noi sabato e domenica alla Fiera del Libro, anche se comprendiamo benissimo le motivazioni: speriamo di avere qualche altra occasione…  Per chi invece potrà raggiungerci consigliamo la visione della pagina web http://www.fieralibro.it/fiera/control.sv  che reca la posizione esatta dello stand A29 delle malattie rare infantili che ci ospita.

Da Giulia…

Cenere di note

Al ritmo
di un arpeggio
volteggiamo
come anelli di fumo
fino a dissolverci
nella vibrante cenere
di un dolcissimo
Si bemolle

 

E da me…

Calore

Sfrigolando
gli istinti
nel camino
acceso
per gli dei
ardemmo
la verde corteccia
e la polvere argentea.

 

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

21 pensieri riguardo “Cenere di note/Calore”

  1. la musica è come un camino, la melodia sfrigola i sensi ed il corpo al ritmo degli arpeggia prende a volare, come vola la fantasia quando si ascolta Mozart…ci si lascia trascinare come un anello di fumo fino a spegnerci, appagati, come cenere ancora assetata di note. Molto ben scritte queste due poesie, molto molto belle. Mario

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  2. gli istinti sfrigolano, ma che ne rimane di loro? Cenere? probabilmente sì, polvere siamo e polvere ritorneremo, forse siamo fumo, chissà…ciò che rimane è qualcosa di noi che va oltre, oltre il corpo, oltre i limiti della carne che brucia. Paola

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  3. …perchè io non credevo che si potesse parlar così della musica…mna come si fa a render così bene un’idea che all’improvviso balena nella mente? Lucia

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  4. buffi gli dei che se ne stanno a guardare..sono omerici, lontani dalla terra, distanti dai mortali che si consumano come legno nel camino. Alice

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  5. la polvere d’argento, il verde della corteccia, il rosso del fuoco:gran cromatismo. Tutta visiava anche la poesia di giulia che in bianco e nero traccia segni indelebili come la musica sul cuore di chi sa ascoltarla. Rossana

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  6. la lirica di giulia mi fa venire i brividi…usa le parole come se facesse un coktail, le shekera con vigore e poi tu bevi qualcosa che ti porta fuori del bar e sogni o ricordi luoghi che non frequenti più da tempo. Luciano

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  7. Sembra quasi un sacrificio offerto agli dei quella corteccia, quell’amore che si consuma nell’alcova domestica…sale su agli dei come anelli di fumo, che si inseguono, si dissolvono fino al cielo come si dissolve lentamente, dolcemente una musica che scalda il cuore. Ottimo! Enrica F.

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  8. bella questa “scenografia” oggi: caminetto, musica..ma la metafora è altrove, oltre i sensi, il camino è il cuore dove l’amore si consuma, dove la passione sfrigola e arde, ma Giulia ha ragione, non siamo poi che note ed anelli di fumo, irraggiungibili, inafferrabili…mi piace moltissimo oggi questo dialogo dei sensi. Nicola P.

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  9. il si bemolle è dolcissimo proprio perchè è così che si suggella un brano musicale, l’ultima nota, l’ultimo abbraccio prima di lasciarsi, dolcissimo, malinconico…ma nel camino rimane, rimane la cenere ancora vibrante. Salvatore

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  10. Queste due liriche secondo me non hanno nulla da invidiare a molte di quelle che sono riportate nella nostra antologia del Novecento: sono immediate, incisive, fanno sognare senza dire, immaginare senza le parole dette, ma con i suoni…ed io vi apprezzo moltissimo. Paola

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  11. Anche io le sento molto terrene e forse più alla nostra portata. Mi pare che non ci sia stata volontà di un lavoro di limae (quello che piace tanto al prof.!) quanto piuttosto solo la voglia di raccontarsi, di narrare un frammento di vita vissuto e vi sento molto vicini a me oggi! Federico

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  12. bellissime…davvero bellissime. Forse perchè non c’è riferimento didattico, non so, ma sono VERE, le sento vere, scaturite da un vissuto, è come se foste andati alla ricerca di un attimo e lo aveste descritto in tutta la sua complessa semplicità:e mi fate amare la poesia! Maria

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  13. non ho tempo e sarò brevissimo:solo un accenno ai Lari e ai Penati che la lirica di Carlo mi ha ricordato. L’immagine di quegli dei a protezione della casa, della famiglia, degli affetti familiari mentre nel camino scorre il tempo, i bimbi crescono e gli adulti invecchiano. La poetessa invece oggi a parer mio è sublime per l’idea che è riuscita a dare di come la musica possa vibrare nel corpo e nell’animo! Complimenti vivissimi. Vi rispondo appena possibile

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  14. bello questo dialogo in cui musica e calore si fondono: vedo due persone davanti a un camino, una musica suona e a poco a poco le note si impossessano dei loro corpi ed inizia una danza, danza di fumo, danza di mani, di sguardi…estremamente poetiche queste due immagini che ci avete donato. Vi abbraccio forte. Alessandra Risso (oggi compaio come anonimo perchè splinder dà i numeri!)

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  15. …e questo senso di famiglia viene ripreso dal poeta nell’immagine della verde corteccia (i figli) e della polvere argentea (i vecchi di casa) in una celebrazione del ghenos! Giulia riprende invece le note scegliendo termini sonori come arpeggio, volteggiammo, anelli, dissolverci (anche acusticamente c’è dissolvenza) vibrante, dolcissimo, parole lunghe e atte a far musica, ma una musica inafferrabile, inafferrabile cme l’amore. Sempre bellissimi versi sapete regalarci! Grazie. A presto. Carlo

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  16. la lirica di Giulia mi piace già dal titolo: le note bruciano nell’animo come il legno nel fuoco, come la passione si consuma in un amplesso. E’ una lirica delicatissima in cui sono tesi (come dice Emilio) più sensi, l’udito, la vista, il tatto ed il lettore si immagina la scena sotto gli occhi. E quel camino acceso che cos’è? il focolare di casa, il talamo dove si celebra il matrimonio ogni giorno sotto gli occhi degli dei protettori:c’è un calore domestico, un senso di famiglia in questo dialogo. Bravissimi!

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  17. trovo molto eterea la lirica di Giulia, riesce a dare l’idea della leggereza, del ponte che c’è tra la musica e i sentimenti…le corde si tendono come si tende un corpo attratto verso un altro corpo ed è un continuo raggiungersi, rincorrersi e raggiungersi! E in tutto questo etereo planare ecco il calore della passione sotto lo sguardo rarefatto degli dei stessi, la passione che si consuma, piano, come un ceppo…belissimi versi! Emilo

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  18. gli istinti sfrigolano…come i sensi, quando alla bellezza di un corpo si accompagna la bellezza della musica e tutto intorno si dissolve solo il calore. Daniele

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