Asfodeli/Malinconia


asfodeli

Da Giulia…

Asfodeli

Nel campo
d’asfodeli
mi riconoscerai
china
con la brocca
a dissetare
tutti i sogni tuoi

E da me…

Malinconia

Per altra prigione
la sibilla lascerà
che il vento
mi catturi.
Ed i responsi del fuoco
saranno chiari
come i tuoi fiori.

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Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

29 pensieri riguardo “Asfodeli/Malinconia”

  1. scusate se arrivo solo ora, ma non è stato possibile altrimenti. Mi sono piaciute molto le due liriche precedenti, il conto e la conta per via del significato che avete voluto associare alla parola, per il valore che essa ha e per come la parola stessa possa essere utile a calmare, rassicurare gli animi piuttosto che a ferirli. Io purtroppo non ricordo più nulla della poesia alessandrina, ma questi asfodeli annaffiati in un campo dove la sibilla predice futuri nefasti hanno dato una speranza al mio cuore: ciò che conta non è il futuro, ma il presente e chi ci sta accanto oggi, ora, vivo o morto che sia, ma accanto. E’ un monito a coltivare i nostri affetti più cari senza lasciarci prendere dallo stres del lavoro. ed allora … un buon lavoro a tutti. Paola

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  2. Carissimi, vi ringrazio per avermi permesso di usare le vostre liriche per far notare ai ragazzi come sia possibile la ripresa di certi stilemi:soprattutto l’introduzione al post di Giulia è stato per i raazzi molto illuminante. Trovo anche queste due liriche molto intime e profonde ed anche qui è bello il richiamo all’antichità. Enrica F.

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  3. ecco…lo ha registrato ora quello di ieri!!! Guardate le date se non mi credete…devo imparare a usare questo catorcio! Scusate la replica allora! Paola

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  4. carissimi, mi chiamo Paola e anche ieri ho lasciato un commento ma non è stato registrato…allora ci riprovo. La nostra prof ha ripreso la lirica alessandrina mostrandoci le vostre due liriche e a noi sono piaciute parecchio, peccato che non abbiamo un’aula decente multimediale dove potervi commentare, quindi faremo il possibile durante i vari buchi…abbiamo trovato molto interessante questo modo di fare poesia, questo attualizzare le antiche e perenni tematiche…personalmente mi è molto piaciuto anche il vostro dialogo melanconico, questa sibilla virgiliana che fa la parte della cattiva, la solita misogenia antica che va alla riscossa mitigata però dalla figura della donna che annaffia i sogni del suo amato. A presto. Paola

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  5. Mi chiamo >Paola ed oggi in classe la professoressa ha citato le vostre liriche come esempio di poesia alessandrina e la faccenda del blog ha incuriosito molti di noi..peccato che non abbiamo un’aula informatica come si deeve e quindi connettersi a internet è un vero pasticcio ma crediamo vi possa far piacere sepere che abbiamo apprezzato molto il vostro originale modo di fare letteratura e didattica…per la lirica di oggi vorrei solo dire che quella di Giulia mi ricorda la scena della DOPPIA CONFIDENZA CHE SI RECITA NELL’EDIPO RE TRA GIOCASTA E SUO FIGLIO/MARITO edipo: la donna cerca in tutti i modi di convincere il re di tebe che non ha senso credere negli oracoli, perchè essi sono falsi, le profezie non hanno valore e i vaticini non si avverano. Ecco Asfodeli mi rhiama questo passo, in cui una donna tenta di consolare un figlio che poi è pure un marito che la veroità è un’altra da quella che lui prospetta…Ma poi la tragedia va a finir male, quasi a sottolineare che i responsi della sibilla forse sono veramente di fuoco e almeno ad edipo sono chiari come i fiori che giocasta annaffia nel giardino delle sue vane speranze. A presto. Paola

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  6. nessun ringraziamento, cara Aberta, perchè qui nessuno insegna ma tutti apprendono, dal più grande al più piccolo: Carlo e Giulia scrivono della grande passione che hanno dentro, dell’amore per i classici che pervade le loro liriche consapevolmente e inconsapevolmente, noi interpretiamo e a modo nostro facciamo anche noi “poesia” grazie alle immagini che le liriche evocano, grazie ai ricordi che fanno affiorare alla mente (Giulia l’ha spiegato bene ieri all’inizio del post) per cui ogni commento, pertinente però, è sempre fonte di comunicazione, è sempre finalizzato a comunicare un’emozione, un’idea, una memoria, ogni interpretazione è personale e universale allo stesso tempo (come ha detto qualcuno degli amici oggi) e non è necessario essere del mestiere perchè la poesia deve giungere all’animo di tutti, toccare e muovere/commuovere lo stato d’animo di chiunque in quell’eterno parlare che l’uomo da sempre ricerca per sentirsi meno solo, per sentirsi compreso ed alfine amato! Una bellissima serata a tutti i lettori e ai due autori…Paolo

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  7. Il mio augurio è che invece di abbandonarsi ad una vaga tristezza rassegnata il poeta si bbandoni all’acqua feconda che da quella brocca il Cielo fa cadere per ristorare sogni e realtà. Un abbraccio. Luciano

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  8. Inutile affidarsi ai responsi di una sibilla…è ingannevole come la Pizia…meglio i sogni, soprattutto determinati sogni che anche qualcun altro coltiva per noi nel suo cuore e li annaffia di preghiere…perchè la comunicazione può continuare anche oltre la morte, perchè sono certa che certe anime non smetteranno mai di dialogare, per l’affinità e l’amore, l’amore per la vita, l’amore per il prossimo, l’amore per Dio, che da sempre le unisce…prima ancora che si incontrassero queste anime erano già alla ricerca l’una dell’altra…il dono grande sta solo nell’incontro…e che begli incontri si fanno ogni giorno qui da voi! Grazie a Giulia e a Carlo per questa “radio” che ora vede collegata anche Alberta dall’Irlanda…una buona serata a voi tutti. Ale

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  9. io me la immagino china come una bimba, stupita di quei sogni che belli come fiori innaffia tutti i giorni come la rosa del piccolo principe…ci credo che il poeta ha nostalgia di una donna così…chi non ha nostalgia dell’amore vero? ma la donna lo rassicura, ancora una volta, è incredibile, mi fate venire in mente Dante e Beatrice, Beatrice che s’adopera per la salvezza di Dante…anche se poi Dante se le era sognate tutte quetse belle cose…VOI MI sembrate così disarmati nella vostra sincerità di ispirazione…e vi invidio perchè vivete i vostri sogni qui, ogni giorno! Maria

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  10. bella questa corrispondenza tra vivi e morti…la parola che vince la morte, il ricordo che vince le tenebre, l’amore che vince gli inferi…com’è solare oggi Giulia. Rossana

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  11. a me i fiori ricordano Pascoli, Pascoli che li associava sempre alla morte o alla sessualità..qui in effetti si tratta di immagini simbolo, di metafore forse anche ad indicare che seppur nell’Ade si può sempre fare qualcosa di utile per i propri cari e che forse non si muore del tutto, ma qualcosa ci lega sempre ed in eterno ai nostri cari…la lirica di Giulia sembra scritta da una madre per rassicurare il suo bambino prima che la notte li sepaRI:è TENERISSIMA QUESTA VISIONE, COME A DIRE CHE NON BISOGNA AVER PAURA DELLA LONTANANZA, CHE L’affetto non conosce barriere, non conosce limiti e può essere per sempre. Lucia

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  12. secondo me la prigione di fuoco sta alla morte come i fiori bagnati stanno alla vita…alla fine l’acqua che tutto vivifica spegnerà il fuoco e la prigione della morte diventerà ariosa vita eterna. E non è male! Alice

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  13. io vedo tutto come una grande matafora: la prigione è metafora della morte, il fuoco metafora di dannazione, l’acqua metafore di salvezza e purificazione…e mi piace parecchio . Federico

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  14. vorrei rassicurare il poeta che i responsi della sibilla non sono mai chiari…quindi campi elisi per tutti!! Sdramatizzo un po’, solo per insistere sul fatto che i nostri sogni, il nostro futuro spesso non coincide con l’idea che abbiamo noi dei sogni e del futuro e credo che il messaggio di Giulia sia solo uno: che ognuno di noi sia operatore del sogno di Dio…! Oggi mi piace vedervi in veste mistica e onirica! mi piace ed è una carezza al cuore leggervi così, sapere che anche io, che putre finirò agli inferi, sono parte del sogno di Dio…è un’immagine di un lirismo sconfinato. Grazie. Carlo

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  15. Con quell’acqua la donna spegne il fuoco infernale, è un’acqua sacra, benedetta, un battesimo in cui l’uomo alla fine si immergerà per rinascere a Vita Nuova….così gli amanti di Dante non me vorranno! Buon lavoro a tutti. Salvatore

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  16. l’immagine di questa donna con in mano la brocca richiama alla mia mente Andromaca che come schiava sarà costretta, una volta vedova, ad andare ad attingere acqua per chissà quale padrone…ecco, qui la donna è schiava davvero del suo uomo, del suo amore e se attinge acqua e solo per continuare a nutrire i suoi sentimenti, almeno nell’anima, sentimenti eterni come quelli del poeta che, dinanzi alla sibilla i cui responso lo condannAno A RESTARE TRA le acque di fuoco del Tartaro,afferma con la sua malinconia che anche nella parte più profonda degli inferi sempre il suo pensierò andrà alla donna che adora. Che dire? un altro bellissimo dialogo. Alberto

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  17. tutto inesorabilmente passa: il vento, il fuoco che prima o poi sarà spento, i fiori che sono destinati ad appassire, ma io credo che il senso profondo di questo dialogo stia nell’affermare con umiltà che l’unico modo per beffare e vincere la morte è l’amore, l’unico veramente! Sempre ammirata e coivolta emotivamente nelle vostre liriche toccanti. Costanza

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  18. accidenti…avevo scritto il commento e non me lo ha pubblicato. ci riprovo:dicevo che a me intriga molto questo rivisitare i testi classici, mi piace da pazzi come stravolgete i testi antichi per donare a loro connotazioni personali e nello stesso tempo universali. La prima considerazione che mi è venuta in mente è la tomba lacrimata di Foscolo:ecco Giulia stravolge questa stigmatizzazione intanto perchè non è la donna a piangere su una tomba, ma la donna trapassa per prima e da lassù alimenta e non piange i sogni dell’uomo che ama…mi entusiama QUESTA COSA COME MI ENTUSIASMA IL CANTO vi DELL’eNEIDE RIVISITATO CON QUELLA SIBILLA CHE PORTA IL POETA NEL CARCERE DEL TARTARO DA DOVE CON NOSTALGIA GUARDERà AI CAMPI eLISI DOVE STA LA SUA DONNA CHE CON CEPPI INOSSIDABILI LO AVVINGHIERà PER L’ETERNITà

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  19. A me pare un concetto foscoliano di tomba lacrimata rovesciato…il che francamente mi intriga non poco, perchè, vedete, mi piace assistere a questa rielaborazione dei classici, mi diletta vedere come determinate figure stereotipate nella vostra fantasia assumano connotazioni diverse, personali e allo stesso tempo universali. In Foscolo si insiste sul concetto della tomba sulla quale la donna potrà versare lacrime per la morte del poeta. Qui Giulia stravolge l’ottica…intanto è la donna che trapassa per prima e non c’è una tomba, ma ci sono i sogni, i sogni di uomo che la donna tenta di alimentare col suo amore anche da morta…perdonatemi, ma a me questa cosa piace da pazzi e son ben preso dall’entusiasmo, lo stesso entusiasmo che mi riporta ALL’ENEIDE e all’episodio della sibilla cumana del canto VI e all’allusione al Tartaro contrapposto ai campi elisi..un tartaro che diventa prigione di fuoco, mentre la malinconia per i campi elisi strugge il poeta e l’amore per la donna amata si trasforma in ceppi indissolubili.

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  20. Ringrazio Febapollo per la spiegazione della parola Asfodelo, l’aspettavo ansiosamente, chissá, forse se l’avessi saputo ieri il mio commento sarebbe stato diverso, o forse no, che cos’altro puó essere infondo questa risposta che ci aspetta pazientemente in un campo di fiori se non il ritorno agli elementi, l’abbandono alla morte?

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  21. Virgilio, Virgilio ed ancora Virgilio….com’è effimera questa nuova Didone che non degna di uno sgurdo Sicheo, ma vive per Enea anche nell’Ade…e com’è crudele la sibilla nel vaticinare ad Enea che altrove andrà la sua anima, che Didone per sempre è perduta, come i petali d’asfodelo, come le foglie su cui lei scrive responsi che il sempre porta lontano…lontano…l’amore è inafferrabile. Oggi vi leggo così, in veste virgiliana. E mi avete commosso per la vostra finissima sensibilità. Nicola P.

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  22. così dolcissima e materna Giulia, così struggente e disarmato Carlo: Sembra che la donna da lassù veda il suo uomo e la preghiera altro non è che un adoperarsi perchè si avverino tutti i desideri del suo amato: ma l’unico desiderio dell’uomo e di ricongiungersi alla sua donna, l’unico vero desio…e lui sa che gli sarà precluso e sarà per sempre dannato a soffrire di malinconia….questo dialogo è particolarmente delicato, dal punto di vista lessicale anche la scelta dei termini è volta a disegnare un’immagine unica dalle tinte pastellate, acquarellate quasi…come se l’acqua della brocca con la sua fede potesse bagnare tutta l’anima del poeta e ristorarlo come solo l’amore della sua donna sa fare! Sublimi…oggi sublimi!

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  23. Il poeta risponde sottolineando a parer mio quanto possa sentire la mancanza della presenza della donna amata, ma questa sarà una malinconia eterna, perchè la donna andrà è stata destinata ad un “giardino”, l’uomo invece vede il fuoco, le fiamme…l’inferno..ma io sono certo che dalla brocca uscirà tutta l’acqua per spegnere quelle fiamme e i due amanti si ricongiungeranno per sempre.

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  24. I Greci associavano i fiori d’asfodelo all’immagine dell’oltretomba e qui il messaggio in relazione a tale riferimento mi pare chiaro: la donna morirà presto, prima dell’uomo, ma lui la riconoscerà in un prossimo futuro e forse con stupore si accorgerà che per tutto il tempo in cui la morte li ha separati lei altro non ha fatto che bagnare i sogni del suo amato, come se non lo avesse mai abbandonato almeno col pensiero…vive nell’al di là pensando sempre a lui e soprattutto si adopera perchè i suoi sogni possano sulla terra esaudirsi…è un’immagine di una dolcezza senza fine, come dire che l’amore vince la morte!

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  25. secondo me invece i responsi sono del fuoco e a parer mio non c’è nulla di solare…l’uomo si strugge perchè anche in futuro avrà sempre nostalgia di una donna che ha amato e che non può avere! Daniele

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  26. i responsi del SUO fuoco hanno bruciato tutti i fiori attorno. fortunatamente non sono un ecologista. panta rei e, prima o poi, scorrerà anche lei. a mare o su, contro la corrente. beata illusione.

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  27. i sogni dell’uomo che la poetessa ama sono fiori e lei li bagna, li nutre, li cura…non smette mai di dimostrare il suo amore per lui con questo metaforico giardinaggio…il poeta invece è più malinconico, ma sa che il futuro coinciderà con i suoi sogni e quindi mi pare che ci sia una visione solare del dialogo. Bellissimi i vostri versi. Cris

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  28. Queste due poesie sembrano proprio parlare l’una all’altra, posso intercambiare i titoli e il significato rimane lo stesso, almeno per me.
    La malinconia é in entrambe se non altro nella figura del fiore, simbolo di bellezza e fragilitá . Insieme contengono i quattro elementi, l’acqua, il vento, il fuoco, la terra ma ci sono anche la Sibilla che é il futuro, il sogno che puó appartenere ad ogni tempo e l’attesa di una risposta trasparente come il fuoco che ci aspetta tra il vento in un campo di fiori. Sono l’immagine della mente,del tutto e del niente, di un fiore. A tutti buona notte. Alberta

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