
Questa sera i nostri calorosi saluti di benvenuto sono per Mario S. e per tutti gli appartenenti al dipartimento di fisica di Salvatore.
Ma il nostro plauso va soprattutto a Marta e ad Alice che si sono abbeverate al mito a cui anche noi abbiamo bevuto.
Che dire degli altri amici… che sono i nostri fratelli e le nostre sorelle…
Dalla poetessa…
Esule parola
Dal libro della
Natura Afrodite
dolceamara
mi sradicò.
L’anima estirpata
ora legge
muta
l’assordante silenzio
dei tuoi occhi
E da me…
Prima dei misteri
Prima dei misteri
ti catturai nella
radura
dove entrasti
in punta di piedi
ninfa marina
timorosa della selva.
E Amore
fu il figlio
inaffidabile di una baccante
astemia.
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Autore: tieniinmanolaluce
Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef.
Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico.
Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna.
Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare.
Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo:
Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016.
La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017
La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017
Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma.
Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.
Leggi tutti gli articoli di tieniinmanolaluce
sono Paola, una collega di Salvatore: queste due poesie mi hanno riportato indietro nel tempo, ai banchi di scuola, ai lirici greci, alla tragedia, alla mitologia..insomma, grazie per questa nostalgica ventata di passato che accarezza il cuore…qui piove e fa freddo e i vostri versi sono raggi caldi. Paola
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crudelissima questa Afrodite che dopo aver strappato la donna al la Natura la getta nelle mai di un Amore inaffidabile che guarda quella povera anima con occhi assordantemente muti…qui c’è una crudeltà degli dei pari a quella omerica o dissacratoria come quella euripidea…molto belli questi riferimenti. Vi apprezzo molto e ripasso e rieleboro grazie ai vostri versi quello che studio con passione. Costanza
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la selva mi ricorda Dante, la selva oscura…si esce dal libro della Natura per visitare curiosi una selva oscura e ci vuole una vita intera per imparare ad uscirne…ma se si è con chi si ama forse Afrodite mosra la strada più velocemente. Aice
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Saffo definisce Eros glukupicros ed in effetti egli è davvero inaffidabile come racconta Apuleio in amore e Psiche…belli questi richiami, quest’alone epicureo rivisitato dalla figura di Cupido. Marta
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bella quell’anima stirpata che legge l’assordante silenzio degli occhi…i sensi sono tutti protesi nel comprendere ciò che intendete dire….i sensi confluiscono tutti in quell’Amore che è figlio per non morire nella selva, per trovare ancora la strada giusta del paradiso. Rossana
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ed in effetti quella donna nell’icona lì in alto potrebbe essere Eva, così come Afrodite, così come Giulia, baccante astemia che non sa resistere a Dioniso! Davvero affascinante questo richiamare il passato anche con le immagini pittoriche. Bravissimi
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in effetti ha ragione Salvatore perchè è sinestetica la prima: muta, silenzio, libro, legge…siamo in un contesto simbolico dove dietro alle singole parole c’è un significato quasi biblico. La cacciata dal libro della Natura ruota intorno ai termini appena indicati e la situazione della donna ma anche dell’uomo è quella di due esuli, in questo in titolo è una spia significativa: uomo e donna sono come parole prive di denso una volta che non hanno più un ruolo nel loro mondo, Sono emarginati, ma la cosa dolorosa è che qui è l’uomo che se ne assume le responsabilità, è Adamo che afferma di aver catturato Eva invitandola in una selva, lei che era creatura marina, e lo stesso Adamo quasi incestuosamente diviene il figlio di Eva, forse è amato da lei come un figlio, lei che è comunque creatura razionale perchè astemia, ma proprio per questo assolutamente conscia del peccato che li avvolge.
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La prima mi piace particolarmente perchè mi fa venire in mente Adamo ed Eva: li vedo là, completamente disarmati e nudi, armati della loro unica povertà, soli e allontanati da tutto quel mondo aureo in cui erano sinora stati: la cosa più grave è che sono privati della parola e della vista di Dio e gli occhi sono bianchi e silenziosi
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All’ossimorico “assordante silenzio” corrisponde “la baccante astemia”, madre di un amore inaffidabile: in queste due liriche gli opposti si attraggono in modo così pericoloso da portare alla morte (la cacciata nella prima e i misteri nella seconda). Quando si esce dall’umano agire secondo una mentalità prettamente graca non si può che incorrere nella vendetta di Zeus che spietato deve ristabilire la sua giustizia…è un amore impuro che va punito. Tragicissimo. Le trovo molto complesse e per queste assai significative. Alberto
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bella la metafora del libro, paradiso o mondo nel quale si vive secondo leggi civili: Afrodite è vento che scuote e sbatte fuori dalle leggi del comune vivere, come accade in Saffo e nel passo in cui racconta di Elena che tutto abbandonò per seguire accecata da Afrodite il suo Paride…che è inaffidabile e per quanto lei sia astemia la farà soffrire fino a morire! Carlo
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molto bella e significativa l’immagine scelta, la donna rappresenta Bellezza, sta lì, nuda, cacciata da quel libro della Natura, guarda in basso glio occhi del suo uomo e tenta di capire il senso profondo di quella cattura, di quello sradicamento…l’immagine oggi è quasi più eloquente dei commenti! Un abbraccio. Daniele
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non più Eros ma afrodite è dolceamara…non più il figlio ma la madre, ed il libro della Natura mi ricorda il mondo apollineo, dove tutto è dike e ratio:fuori da questo mondo la donna guarda se stessa e si appaga del mutismo reciproco, suo e dell’amante:sono cacciati dal paradiso terrestre!sono nel mondo di Dioniso! Ed è in effetti proprio Bacco il protagonista della seconda lirica, nella sua passione sfrenata raccoglie la sua preda, ninfa marina, e attraverso Cupido la rende madre, lei che astemia è simbolo di ratio…e così la salva dalla morte
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L’assordante silenzio degli occhi mi fa paura! Ma è l’unica consolazione quando si ha perso la terra sotto i piedi. Cris
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trionfo euripideo nella seconda lirica, echi saffici nella prima, associati a ossimoro e enjambement…significato assai criptico in entrambe, il senso profondo sta in quell’esule nella prima e nell’astemia della seconda. Esule è la parola strappata dal libro, così come una donna strappata dal suo ruolo, dal suo mondo…sembra di assistere all’Elena che nella versione euripidea vaga raminga in egitto mentre solo il suo eidolon va a Troia…ed euripide riecheggia nella seconda lirica, con Agave e penteo, con madre e figlio che corrono dietro a Dioniso qui associato a Cupido…difficile oggi starvi dietro. Bravi comunque. renato
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molto violenta la prima lirica, dove l’anima strappata alla Natura vaga raminga…ma non è solo anima, è parola muta che legge silenzio:è incredibilmente doloroso questo contesto esistenziale.Il poeta risponde che prima della morte riesce a salvare la donna, ma se è inaffidabile lei come sopravviverà?Una buona giornata e un buon lavoro a tutti e due
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l’amore strappa la donna con una violenza tale da renderla muta…come parola gettata fuori dal contesto libresco ed allora come un esule può trovare conforto solo nello sguardo ossimorico di un uomo che le ha fatto perdere la verginità, come Dioniso che fa perdere la testa a chi è astemia rendendola baccante…strano e originale dialogo questa mattina…Nicola P.
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