L’eremita (Seconda parte) (Scena unica-parte undicesima)


cenacolo


Abelardo
Dici bene… pensa alla musica ed a un uomo che non ha orecchio… non per questo è incapace di provare grandissime emozioni nell’ascolto… ciò è razionalmente inspiegabile, ma non ne puoi mettere in dubbio la verità… così è per il dogma.

L’eremita
Continua, diletto Padre…

Abelardo
Anche chi non ha ricevuto il dono di distinguere le note è in grado di sentire la musica profondamente, anche più a fondo del musicista che talvolta può finire per abituarsi alla sua arte, per non accontentarsi di quelle che sono le sue capacità…
Il musicista può pensare insomma e con dolore, di non saper esprimere la migliore melodia… ed il risultato è che diventa come sordo… certamente inappagato… costantemente alla ricerca di una musica ideale ed inesistente…
Così è per quello che tu chiami dogma… tutte le Creature dell’Universo sono rette dagli stessi Principi…e sperimentano le Verità del Creatore solo quando Vi si abbandonano con fiducia…
Voi uomini rimanete insoddisfatti come il musicista… quando pretendete di spiegare l’irraggiungibile, o peggio di criticarlo o di modificarlo…
Potete però essere appagati oltre l’inverosimile, come “l’uomo senza orecchio”… quando vi abbandonate con fede e riuscite incredibilmente a palpitare degli stessi battiti di Dio…
Noi, anime in progresso nel Bene, scopriamo che il musicista insoddisfatto non aveva torto… sperimentiamo che la Musica esiste davvero… che  proprio per questo dobbiamo andare avanti sulla strada di Dio… e  che, come il musicista pignolo, è necessario dimenticare le nostre imperfezioni terrene e rinunciare ad una parte di ciò che siamo stati…
Suonare od ascoltare una melodia infinita –te lo posso assicurare – non è cosa da poco…
Ma allo stesso modo  sentiamo che “l’uomo senza orecchio” ha ricevuto un  dono più grande…  quello di seguire i moti del cuore senza riserve… e così ci abbandoniamo alla sofferenza per non aver camminato abbastanza… e la Luce ci invade… la Melodia ci avvolge… ed è un’armonia che ci riveste di un panno glorioso.
Posso immaginare che Le Anime più alte camminino allo stesso modo e che forse l’Immacolata concezione è una loro intuizione preziosa… il loro modo di esprimere la nostalgia…la solitudine ed il silenzio… quella Madre spirituale che non li ha generati e di cui sentono la mancanza.

L’Eremita
Anche Maria meditava in silenzio nel Suo cuore…e la Sua solitudine era una presenza potente per Gesù…

Abelardo
La preghiera silenziosa di Maria è stata la benzina per il motore del Signore… potrei dire con metafora moderna… senza di Lei nemmeno Cristo avrebbe trovato il coraggio di perseguire la Sua missione e quella vita errabonda alla ricerca dell’uomo…camminava sulle acque il Signore… mentre Maria, ripiena di grazia, inteneriva il cuore del Dio della tempesta con un semplice gesto della mano… una carezza… senza il timore di accarezzare l’Infinito…

L’eremita
E Giuseppe… che cosa è stato per suo Figlio?

Abelardo
Giuseppe è stato il sorriso, una mano del Padre colma di trucioli chiari… il Dio che fatica nella costruzione del mondo e riceve in cambio solo un piccolo obolo… anche Gesù doveva imparare che cosa fosse la felicità di sentirsi ancora vivo, di sopravvivere magari alla sera con lo stomaco vuoto ed un languore che non è fame e non è sete… Giuseppe ha insegnato a suo Padre ad essere uomo…

L’eremita
Certo non poteva insegnarGli ad essere Dio… ma credo sia stata comunque un’avventura straordinaria.

Abelardo
La più importante della storia… tanto che i Vangeli l’hanno passata sotto silenzio per una sorta di rispetto… di Giuseppe si parla poco… la preparazione della salvezza del mondo, come puoi immaginare, è stata una cosa molto delicata e difficile…ed è anche vero che a quei tempi le difficoltà erano molte e gli uomini sono da sempre un po’ superficiali…se osservano un fiore non fanno caso allo stelo che lo sorregge, ma alla corolla… i petali sopravvivono una sola notte e poi appassiscono… lo stelo segna il passaggio della linfa e poi cade sotto il peso di una bellezza dimenticata…

L’eremita
Così è per questo regno fatto di promesse recise…

Abelardo
Sì… ma quando tagli una promessa… si divide sempre in due parti… una finisce, ma l’altra sopravvive… anche se non in questo mondo… l’unico che è riuscito a sanare qui la lacerazione è stato Gesù… insieme allo Spirito ha pure risuscitato gli apostoli…anche se non si tratta di una risurrezione dalla morte fisica… ha risanato la loro promessa…

L’eremita
Cosa vuoi dire? Lo sai che sono povero e limitato… aiutami a capire

Abelardo
C’è uno stretto parallelismo tra il sepolcro di Gesù ed il Cenacolo… il rifugio dei seguaci di Gesù non era soltanto un luogo sicuro dove sfuggire alla paura di essere perseguitati… si trattava in realtà di una tomba… chi tradisce Dio in un certo senso si seppellisce prima del tempo… ha timore di tutto e soprattutto non riesce più a credere di poter essere salvato…
Tommaso è l’emblema di questa incapacità di credere nella misericordia di Dio… l’invito a mettere il dito nel costato è la richiesta di credere alla propria salvezza… e riconoscere il Cristo significa per lui  non soltanto ammetterne la risurrezione e la natura divina… ma credere che quel Dio possa  essere anche misericordioso… da questa ammissione nasce la chiesa ed il Ministero dei presbiteri.

L’eremita
Vai avanti,  ti prego…

Abelardo
Ricordi… l’uomo non sa perdonarsi… e chi non sa perdonarsi non ha più speranza se non interviene Dio…
Gesù che appare agli apostoli preannuncia le lingue di fuoco della Pentecoste…
Si assicura in altre parole  che i Suoi seguaci siano pronti a lasciare  che il Padre sani dentro di loro la promessa lacerata…
Per saldare i metalli spezzati ci vuole l’ossigeno prima della fiamma…
Un po’ come per noi  il perdono che deve essere necessariamente preceduto dalla confessione…
Gesù è la confessione, l’ossigeno, la Vita… mentre lo Spirito è il perdono di Dio da cui nasce la Chiesa ed il Suo potere di misericordia.
L’uomo deve essere pronto a ricevere il perdono di Dio… se Dio ce lo concedesse a priori e senza intermediari  non “sentiremmo” mai di essere stati perdonati e vivremmo in apnea…a macerarci in un dubbio lacerante…un dubbio paralizzante e di morte.
Gli apostoli  non avevano intermediari cui riferirsi… il cenacolo- dicono le Scritture – era ben chiuso…non c’era ossigeno per respirare… ed ardere ancora…
Gesù giunge e dalla morte spirituale dei Suoi  fa nascere la Chiesa.
E la stessa frase “Beati coloro che pur non avendo visto crederanno” va letta anche in questa chiave di preparazione ministeriale…
Certo il Cristo si riferiva alla fede in generale, ma io credo che volesse soprattutto  preparare la fondazione della sua Chiesa, credo insomma che in fondo alla frase ci sia un “a voi” sottointeso, e che Gesù facesse precipuo riferimento alla potestà dei suoi ministri di sciogliere i peccati… di risanare le promesse infrante…
Non c’è momento di serenità più grande per un’anima che quello appena successivo al perdono…
Non era quindi il Suo un rimprovero a Tommaso, ma uno sprone di incoraggiamento per una Chiesa ancora balbettante che non aveva bisogno di vedere…perché avrebbe ricevuto e poi dispensato lo Spirito Santo…ma doveva comunque imparare il meccanismo della felicità.

Autore: tieniinmanolaluce

Sono attualmente avvocato, mediatore civile e commerciale, formatore di mediatori e mediatore familiare socio Aimef. Per undici anni sono stato docente di letteratura italiana e storia antica al liceo classico. Sono accademico dell'Accademia Internazionale di Arte Moderna. Scrivo da sempre senza privilegiare un genere in particolare. Ho pubblicato diversi libri anche in materie tecniche. Tra quelli letterari ricordo da ultimo: Un giardino perfetto, Poesie 2012-2016, Carta e Penna Editore, novembre 2016. La condizione degli Ebrei dai Cesari ai Savoia, Carta e Penna Editore, aprile 2017 La confessione, Dramma in quattro atti, Carta e Penna Editore, aprile 2017 Ho iniziato questo blog nel febbraio del 2006 e mi ha dato grandi soddisfazioni. Spero continuino anche su questa piattaforma. Tutto ciò dipende fondamentalmente dalla interazione con tutti voi, cari lettori.

4 pensieri riguardo “L’eremita (Seconda parte) (Scena unica-parte undicesima)”

  1. Io credo che tutto ciò che sia definitivo nasca e si consumi nel silenzio, così come credo che Dio sia silenzio e che da sempre operi silenziosamente nelle profondità delle anime.

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  2. Dicendo silenzio di Maria, penso alla sua disponibilità e recettività totali; il termine silenzio esprime la ricchezza di significato, di profondità, di pienezza, di fecondità; evoca concetti come fortezz, dominio di sè e maturità umana. E, in modo tutto speciale, i vocaboli fedeltà ed umiltà li considererei come sinonimi di silenzio

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  3. la parte del musicista è favolosa! Favolosa!…bisogna pubblicarlo!! E’ un peccato che solo in pochi possano godere della lettura di questo testo.

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