L’eremita
Ormai vedo la messa come uno spettacolo molesto, una serie di formule ripetitive ed incomprensibili.
Abelardo
Ci sono i millenni a testimoniare che il sacrificio di Cristo ha ancora un senso.
Tu sai che la vita è esasperata oggi ed io non posso negare che stai dormendo un sonno poco tranquillo.
Ma di sonno si tratta e l’unico momento di verità in questo sonno è rappresentato dalla celebrazione .
Ad un dormiente può dir poco e me ne rendo conto, le immagini nel sogno sfuggono e non si riesce bene a distinguere il falso dal vero. Talvolta non ci si vorrebbe nemmeno svegliare, e quindi la realtà appare molesta, la stessa luce dà un gran fastidio….
L’eremita
Sarebbe bello se ci si potesse rendere conto per un attimo soltanto che la vita vera è un’altra, che la notte ed il giorno fanno parte di un grande sonno… ma mi sfugge la ragione per cui la messa sarebbe l’unico momento reale…
Abelardo
Perché il sogno inizia e finisce… nella celebrazione della messa invece il Cristo muore e risuscita… l’unica realtà che siamo chiamati a vivere è quella della risurrezione… ma non ora… come sai
L’eremita
Io posso anche sognare di risuscitare …
Abelardo
Dici bene… sognare, non vivere… Cristo invece si è destato dal sonno ed è risuscitato…
L’eremita
Se è per questo io posso anche sognare che Cristo muoia e risusciti… voglio dire… Cristo potrebbe essere parte del mio sogno…
Abelardo
Ma non per questo puoi dire che Lui sia un dormiente… o che stia sognando con te.
L’eremita
Ogni volta sai dare una risposta semplice che mi sconcerta… perché non so ribattere.
Abelardo
Rifletti invece di lusingarmi…
Le porte sono fatte per essere aperte… conducono da una stanza all’altra ed ogni giorno noi troviamo assolutamente naturale attraversarle.
Nessuno di noi pensa che passare continuamente da un luogo ad un altro possa essere un’attività ripetitiva…
L’eremita
In effetti lo è… ed è vero ciò che dici… nessuno trova strano o ripetitivo entrare ed uscire da una stanza…al limite può risultare faticoso o fastidioso… ma c’è una finalità… comincio a capire
Abelardo
La messa è una porta aperta… è un insieme di formule ripetitive, proprio perché attraverso di esse possiamo essere liberi di passare in qualsiasi momento da un luogo dell’anima ad un altro… ecco… senza il bisogno di porci troppe domande… è un modo che la Chiesa ci ha dato per facilitarci l’incontro con Dio… per renderlo più naturale
L’eremita
A me però molte formule appaiono difficili… come ti ho detto incomprensibili… se non addirittura ridicole… se le estrapoli dal contesto…
“Benedetto colui che viene nel nome del Signore” ad esempio, è una frase che mi ha fatto sempre ridere… perdona se sono un blasfemo
Abelardo
Conosci il significato del verbo “venio”?
L’eremita
Ho sempre pensato che significasse “venire” e su questo significato sono riuscito a sghignazzare anche alla cresima…
Abelardo
Questo è uno dei significati, certo, ma non il solo.
“Venio” significa in primo luogo “ritornare” ed ha tanti altri significati che potrebbero farti scoprire quanta ricchezza spirituale avessero in mente i Padri della Chiesa.
Pensa alla porta di cui dicevamo… questa frase che hai citato è una sintesi perfetta dei nostri discorsi.
“Benedetto colui che ritorna nel nome del Signore” indica il transito dal sogno alla realtà; con la preghiera possiamo accettare di vivere in un sogno e di ritornare dal luogo di reale appartenenza dell’anima, con la preghiera possiamo accogliere la fine del sogno .
“Venio” significa anche “nascere” e “crescere”.
Con una sola parola la Chiesa riesce a rassicurarci: nel nome del Signore e quindi con un semplice e ripetitivo segno di croce, possiamo avere la certezza che il nostro percorso in terra finirà con Dio.
Anche io lo trovo un motivo per sorridere.
L’eremita
Io sorridevo per un’altra ragione e tu lo sai bene…
Abelardo
Il senso che tu gli hai sempre attribuito non è dispregiativo come credi… non c’è cosa più sacra che fecondare una donna nel nome di Dio… significa dare e riconoscere la vita con la consapevolezza di un percorso… lo stesso piacere ci induce a gridare il Suo nome, perché la nostra mente in quell’attimo si appaga dell’appartenenza.
L’eremita
E se nomini il nome di Dio non per generare, ma per provare solo piacere… c’è qualche differenza?
Abelardo
Di fatto è un falso problema che ti poni perché, che tu generi o meno, lo decide Dio.
Ma se proprio vogliamo fare un processo alle intenzioni direi che dipende da che cosa provi e per che cosa ti senti pronto.
L’eremita
E se io non provo amore e non sono pronto né ad essere padre né ad accettare di diventarlo?
Abelardo
Sei in una situazione di grande povertà, in primo luogo.
Credo che l’atto sessuale in sé vada davvero considerato in secondo piano.
Se non sai vedere in chi ti sta di fronte un altro essere umano con gli stessi bisogni e desideri, se non sai trovare dentro di te la scintilla che ti ha generato e che vive nel cuore di Dio… ti stai giocando la vita… amico mio.
(continua)
che cosa c’è di più sacro? capisce perchè ieri ero mortificato? Capisce? Mi perdoni ancora per la poca delicatezza!Le auguro però di provare amore, altrimenti è inutile stare a parlare di certe cose.
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