Forse t’accorgi di questi miei pensieri mentre il panorama ci accoglie con le sue colline innevate e quasi irreali, la foschia umida inizia a mischiarsi con la sera ed io prendo a cuore i tuoi problemi di lavoro.
Come sarebbe bello farti toccare con mano la gioia che sento, la felicità che questo pomeriggio mi regala! ma, forse comprendi ugualmente, quando richiamo, senza necessità, la tua attenzione sul colore del mare e sul lido che si dipana lungo la strada quasi fosse un vezzo di luce al collo del promontorio.
E probabilmente hai anche un certo timore, quando mi avvio verso l’entroterra per un tornante ghiacciato che giusto un irresponsabile tenterebbe di percorrere.
Il mio desiderio di portarti in quel luogo è più pressante della coscienza, non valuto minimamente che prima o poi dovremo ritornare e che il ritorno sarà in discesa; mi accontento di assaporare l’andata, sperando nella mia buona stella e in un mancato rimprovero, come un bambino che non possa fare a meno di compiere una marachella.
Eccoci qua, sono molto lusingato dalla tua esclamazione di sorpresa.
Valeva la pena di fare qualche chilometro per scoprirci rapiti da un paesaggio che, in onore tuo, vorrei fosse ancora più irreale: scendiamo per camminare un poco, mi accorgo di dominare il golfo, ma non le emozioni ed è seducente oltreché eccitante il solo pensiero di sfiorarti lungo la strada, guardando lo strapiombare bizzarro della neve sul mare.
Sostiamo. Per qualche attimo lasci vagare il respiro nel vento gelido che trasporta la salsedine notturna o almeno così mi pare; sembra impossibile, ma la brezza non riesce a scompigliarti i capelli, né a scalfire lo statuario portamento che tuttavia posso solo immaginare: nella mia mente vagano i tuoi occhi, troppo profondi per un incontro reale che mi troverebbe certamente impreparato.
Non mi resta che ripetere, quasi meccanicamente:<<Col buio tutto diviene più affascinante…>>
Appari poco persuasa e le argomentazioni sono sincere, forse non temi sia l’inizio d’un corteggiamento più esplicito; ad ogni buon conto risaliamo in macchina, ingrano la marcia e sono stranamente felice che non avanzi il tempo d’attendere la notte.
L’oscurità arriva mentre discutiamo di cinema, sulla strada di una cittadina rivierasca che potrebbe andare benissimo per qualsiasi tipo di situazione o di atmosfera. <<Il film che l’anno passato mi ha maggiormente impressionato, è stato quello di Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso, l’ho visto in un momento particolare… il giorno dopo quella notte che sai… ha rafforzato in me un’idea con cui mi ero svegliato… l’idea che il mio sentimento per te fosse importante di per sé, a prescindere dal fatto che tu l’avessi o meno ricambiato.>>
Aggrotti la fronte, mediti per qualche secondo e preso un gran respiro affermi con apparente gravità:<<Non avrei mai pensato che da un’esperienza così negativa si potesse trarre un contenuto così positivo.>>
<<Finché riesco a provare certe emozioni vale la pena di vivere: anche il protagonista ha vissuto un grande amore e non ha potuto coronarlo, però alla fine, quando tira le somme ed osserva l’ultima pellicola, pesano soltanto i suoi sogni, le sensazioni che è stato capace di provare e di manifestare…>>
<<Hai ragione… se mi fossi messa con te… non so se sarebbe stato un bene o un male.>>
Non rimane che rassegnarsi, con un filo di voce, all’ennesima sconfitta. <<Non so… chi può dire se sarebbe stato un male o un bene…>>.
(continua)