Un uomo
É giusto quel che dici, infatti spesso ho voglia di morire, anche se sento un richiamo per la vita che mi commuove. Insomma non so decidermi: vorrei morire e nello stesso tempo vivere. È tanto preoccupante?
Una donna
Credo di sì, perché una delle due cose è già di per sé assai faticosa. Chi vuol essere partecipe di due stati contrapposti rimane sospeso e tu non sembri desideroso né di vivere, né di morire.
Un uomo
Che parole ricercate usi e che concetti sofisticati… non sostenevi che era tutto così semplice?
Una donna
La semplicità mi aiuta qualche volta a capire e ad esprimere anche le cose difficili e, in ogni caso, basta guardarti per comprendere senza tanti discorsi che stai vivendo una situazione di disagio.
Un uomo
Effettivamente incontro un po’ di difficoltà: sarà per questo che non so più sorridere… o sarà tutto così problematico perché non sorrido? bah… chi lo può sapere…
Una donna
Direi entrambe le cose, ma forse sono le regole del tuo gioco.
Ognuno è immerso in un gioco personale per volontà di Qualcosa o di Qualcuno. La vita e la morte ne fanno parte ed ogni scelta comporta il rispetto di alcune regole.
Un uomo
Ma se ci sono regole da osservare non potremo mai essere liberi, felici, convinti di muoverci al meglio, non riusciremo mai completamente ad aprirci alla vita.
Una donna
Sì che potremo, è sufficiente rispettare quelle fondamentali che ognuno di noi sente dentro al cuore. Ed io, come ti ho detto, ne sento due: alzarmi di mattino e dormire di notte.
Non credere che sia poco: se trovo la forza e la convinzione di alzarmi vuol dire che la vita è contenta di me, diversamente non mi lascerebbe… vivere.
E lo stesso credo valga per la notte: se riesco a dormire e a ritemprarmi significa che anche lei desidera il mio bene, diversamente soffrirei d’insonnia e mi chiederei come fanno gli altri a riposare.
Un uomo
Hai ragione. La natura mi è nemica perché non so accettarne con decisione le regole principali e allora forse neanche a lei viene voglia di aiutarmi.
Forse non ha interesse a vedermi felice o almeno io non so darle gli stimoli giusti, quelli che le permetterebbero di farmi sorridere.
Anch’io però mi alzo di mattino, seppure con gran fatica, e di notte dormo perché sono talmente stanco da non poter fare altrimenti.
Mi adeguo insomma alla vita come fai tu, ma il risultato non mi pare lo stesso.
Una donna
Perché non è detto che per tutti valgano e bastino le stesse regole: dovrebbe capitarti la combinazione di scoprire le tue.
In questo mi ritengo davvero fortunata, perché sinora ho trovato senza cercare; ma il cammino non è lo stesso per tutti, e se io non ho avuto bisogno di cercare, non è detto che ciò debba valere anche per te. Anzi è possibile che le cose vadano diversamente, visto che non sono l’unica su questa terra.
Un uomo
Ma allora per me intravedi qualche motivo di speranza?
Una donna
Sì, soltanto per il fatto che tu sei in cerca delle regole: a forza di tentare la vita potrebbe aiutarti; del resto se vuol bene a me, non vedo perché non ne possa volere a te.
Un uomo
E se io non volessi osservare alcuna regola?
Una donna
Anche questo potrebbe essere il tuo gioco. La regola potrebbe essere appunto il non rispettare alcuna regola. Ma non sono tanto sicura, visto che non sembri in vena di sorridere e di cercare la felicità, come saresti se avessi trovato le regole.
Un uomo
Ma la felicità non esiste: si dice e si sa che al massimo si può raggiungere a tratti una certa serenità, niente di più.
Una donna
È uno sbaglio che fanno tutti quelli che si accontentano di vivere a metà, che hanno timore d’essere vivi a trecentosessanta gradi.
Il problema da porsi forse non è quello dell’esistenza della felicità; la felicità è un concetto umano e se l’uomo esiste deve esistere necessariamente anche lei; diversamente a nessuno sarebbe venuta in mente.
Tutte le idee esistono o comunque penso rivelino desideri che abbiamo imparato da qualche parte, non so bene dove, ma ogni cosa ha un’origine ed una conclusione, insomma si adegua alle regole che ti dicevo prima.
La questione è soltanto quella di riconoscere la felicità quando si presenta: spesso non siamo in grado di avvicinarla nemmeno se ci tende la mano.
È curioso, ma sembra quasi che la felicità comporti la rinuncia a qualcosa d’importante; e allora chiudiamo gli occhi nel momento in cui dovremmo spalancarli.
Un uomo
È proprio quello che succede a me, ho sempre il timore di fare qualcosa di sbagliato e alla fine prendo regolarmente una cantonata; vivo nel panico per quello che dovrà inevitabilmente accadere.
La mia unica regola è forse la paura di non essere all’altezza di ciò che vedo come un prossimo e sicuro terrore; il resto della mia vita è perlopiù dolore che passa tra un’ansia che non so precisamente delineare e la conseguenza certamente dannosa dei miei errori.
ancora di passaggio ma questa volta per consigliarti di leggere il mio bloggers preferito! vorrei sapere cosa ne pensia .. anna!
http://www.sulfureo.splinder.com
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certe volte sei davvero troppo buono con me… grazie.
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